Il naufragio di una stirpe

Il naufragio di una stirpeIl naufragio di una stirpe ROMANZO di CHARLES MÉROUVEL — Come ti chiami? •— Celina, per servarla* — Bel nome. . — Trovate, signora? — No signora, signorina. — Ali sousi, ^ vero, lei «on c ancora... — Maritata, E probatoilmenTe non do s.aio mal. Celina sgranò tanto d'occhi, con Varia di diri: — Eh peccato ! Una oasi beila creatura 1 — Ornimi un poco Colina — seguitò la padrona — quel castello laggiù a chi appartiene! . . — Al marchese d'Aunon, signorina, un riccone, lìi ' — Giovane ? — Ito no, ma neppure jfeocMfe c,n" — Ammogliato? — No, vedovo. — E... ha dei figli? — Una HgliuoJa unita. — Vive con lui? —■ Naturalmente. — Maritata? — Noti ancora. — Glovanetta saia... — Vent'anni, «••redo... — Non le mancheranno i pretendenti se è ricca. — I,o eiedu do! Ila già incominciato a dadi aio. 11 primo pretendente pare sia stato appunto l'antico padrone di questo castello. — Il conte Frazey? — Per l'appunto. — Ne siete sicura. Celina? — Oh, Dio, sicura... ■Sono chiacchiere si sa. . Del 'resto, ecco il «signor curato. Egli potrà certo darle migliori informazioni. Infatti il curato, il buon abate Picot, un bravo vecchio non troppo accorto, attraversava il giardino per venire a rendere visita alla sua nuova parrocchlana. Egli aveva sentito parlare dona bellezza della castellana, tuttavia, quando la vide 'venirgli Incontro, ne ebbe una Impressione straordinaria, come di cieatura sovrumana. Susanna si avvide perfettamente del ©rodigioso effetto prodotto e di»*; 9iìi graziosaU&uk -.1.. vai;. — Quante srazic vi dubl/o signor abaie. Prima di tutto per quella Celina dio mi avete procurata... — Una buona ragazza, sa... — Lo credo, signor abate... — E il paese le piace'/ L" un -po' tilsle, un po' povero... — (Si mi piace, lo non cerco luoghi frequentati. Mi .piace il silenzio, cerco l'oblio... Ella sospirò cosi profondamente die il buon prete domando timidamente: — L'oblio... di tloloii" — Si, dolori profondi. — Oh, signorina, alia sua età! — Ahimè ! — Non le domando chi glie le ha procurati. — E perche non lo direi? Non ho nulla da nascondere della mia vita. Ho ventisene anni soltanto, ma quanti lutti, quante disillusioni nella'mia breve vita! Non ho più genitori, uè parenti. Avevo un fidanzato, è perito in una spedizione in Africa. Sono sola al inondo e col onore ferito. No credo più a nulla. Sono disillusa in tutto. — Possibile I Possibile I L'ingenuo abate pareva non potesse persuadersene, e sentiva per la giovane una grande ammirazione. — E sua... sorella? Perchè, se non erro, ella mi ha scritte di avere una sorella... — Sì, ma non viiftMMi insieme... .-■ Ah... — Xo, non sarebbe possibile... E gli confidò che la povera Marta, sua sorella, si era lasciata sedurre ed aveva abbandonato il retto cammino... — OU... E vi rassomiglia? — Immensamente... Ali, non me ne parli, non me ne parliI E' ciò sopiatutto che mi ba decisa ad allontanarmi da Parigi. Se potrò, qui aiutata da dei, fare un po' di bene, sarà per' me una grande distrazione, un gran conforto. — Che cuor d'oro !... — pensava il curato, andandosene. E lei, rimasta sola, scuotendo il capo esclamava ira sò: — Ah, che triste commedia da recitare! 111. Il telegramma Dopo questo lungo passo Indietro che abbiamo fitto, torniamo al mattino in cui un telegramma ere stato portato alla signorina BoUet. Dicendo: . . Arrivo oggi a Parigi all'Hofel Vittoria. 'Ci aspetto. — Luisa ». Margherita sospirò profondamente. Povera Luisa. Élla sapeva quanto fosse infelice e ci pensava sempre specialmente dopo SI progettato nigiTi'uW't del marchese d'Aunon. Perchè ciò clie pareva inverosimile biava per avvenire, il marchese, cosi iucousolubilb, volava riprendere moglie, voleva sposare la signorina Susanna LI net. La commedia clic costei doveva ìocitare per conto di un terribile padrone era mirabilmente riuscita. 1»l giovane donna si era trovala sui cammino del marchese-, eaii ne era rimasto abbagliato. A che narrare tutte le fasi di quella seduzioneV La commedia era stata messa su da un bandito di grande stille e la commediantu era degna di lui. Conio l'abate picot, il povero marchese lu disarmato e conquistato ulta prima .intervista. Luisa non si- accorgeva di nulla. •11 viso cupo del marchese si rischiarava soltanto quando usciva da! costello, ina ón casa egli non apriva bocca pareva anai jjifi coti centrato, più freddo, più severo deiriisalo. La figliuola era ben lungi dall'attendei'C la folgore che doveva colpirla. L'annunzio glie lo portò il curato Picot. un giorno in cui il marchese, lasciato il castello era andato a Lavai per due giorni. ■li curato trovò la giovane marchesana triste e pensosa e cou un sorriso cosi lieve che 11 buon uomo le domandò premurosamente : — Non vi sentite bene, cara figliuola ? '— Ma no, signor abata, sto benissimo. — Ho urui notizia da darvi, marchcsin&, Vengo da parte della signorina Liuet. Luisa trasalì e aggrottò la front*. — Lui? Che vuole da me? — liceo... Ella vuole che voi siate la prima a conoscere la determinazione presa. l'Inora aveva... resistito alle... .insistenze di vostro padre. Ora infine... ha acconsentito... Luisa scattò du piedi. — Mio padre la sposa ? , — Si. La parola -cadde sul cuore di Luis* come una goccia di piombo fuso. lilla fissò gli occhi sul ritratto della madre e grosse lacrime le rigarono le gote. Ma no» disse una paiola. Intanto il curato faceva Ve. logio della futura marchesa. — Credetemi caia tìgUuoila, ella non ha che un desiderio: quello di diventare la vostra migliore umica. Ella mi diceva ancora stamattina : — Ah mio buon curato non ho che un timore: ed è che la marchesina non mi perdoul di prendere accanto a' lei il posto della santa madre che ha perduto. Eppure non ho, fatto nulla per giungerà a •questo, -non è certo l'interesse che m'ha guidata. Il curato aggiunse: — Posso attestarvi, icara figlia, rhe sono queste le sue parole, degna dei auol senti» menti. Ella vuol© fare l'impossibile per itndere dolci e felici gli ultimi anni di vostro padre e per meritar^ il vostro affetto. iContinua).. -1 • -r1

Persone citate: Colina, Picot, Varia

Luoghi citati: Africa, Parigi