Gli austriaci intensificano la loro azione diversiva nel Trentino

Gli austriaci intensificano la loro azione diversiva nel Trentino Gli austriaci intensificano la loro azione diversiva nel Trentino Le fanterie ohmiche lanciate all'assalto del Pasubio sono completamente ricacciate dopo fischia accanita Nella zona di Piava i oostri conquistano l'altura 363, catturando qualche centinaio di prigionieri e copioso njateriale da guerra. Il Comunicato DOMANDO 8UPRIM0, 21. Sulla fronte Tridentina le azioni di artiglieria, iniziate dal nemico nella giornata del 19, vennero ieri estendendosi ed intensificandosi e raggiunterò particolare violenza tra l'Adige e la Valle di Terragnolo. Già nella notte sul 19 avevamo respinto piccoli attacchi nelle valli di Concei (Valle di Ledro) e del Rio Freddo (Astica ). Nella giornata di ieri nuovi tentativi di diversione nemica nella zona di Campo (Valle di Daone), a sud-ovest del lago di Loppio (Rio Camerati-Adige) e sulla linea del torrente Maso (Valle Sugano) erano dai nostri subito ributtati. A tarda sera forti masse nemiche furono lanciate all'assalto delle nostre posizioni sul Pasubio, ad ovest del Dente. Dopo alterna vicenda di mischia accanita l'avversario toccò un sanguinoso insuccesso e fu completamente, nettamente ricacciato su tutta la fronte di attacco.' In Carnia movimenti di uomini e di carreggi in Valle Valentina (Gair) furono efficacemente disturbati dai nostri tiri. Sulla fronte Giulia, respinti nella notte sul 20 attacchi nemici sulle pendici settentrionali di S, Marco (est di Gorizia), tra Monte Vucognacco e il Faiti, nei pressi di quota 208 sud (Carso) fu da noi conquistata l'altura di quota 363 tra Palliova e Britovo (est di Piava) e maggiormente ampliata l'occupazione sull'altura di Vodice. Prendemmo qualche centinaio di prigionieri e copioso materiale da guerra abbandonato dal nemico nelle caverne. In combattimenti aerei furono ieri abbattuti due-velivoli nemici. CADORNA. La linea di quota 652, come prima il Vodice 592, ha fornito ora al nemico il pretesto di nuovi litorni controffensivi. Ed esso è ritornato con una «icu-rezza quasi spavalda. Nel pomeriggio del 18, quando i nostri reparti risalendo le creste della 592, aiutati da una colonna che veniva da Dolganiva, posero piede sopra il cocuzzolo- .nord della 652, gli austriaci-, che avevano già apposto per via una fiera resistenza, dalle caverne, dal ripari d'ogni! genere, da qualche brano di' trincea scampato per miracolo al bombardamento, e che i fanti italiani avevano dovuto snidare te cacciare alla baionetta, gli austriaci,. sbalorditi e confusi dalla magnifica audacia di quegli uomini arrivati ad ogni costo lassù, per 1 sassosi sentieri Insanguinati, si asserragliarono ostinatamanto sull'altro cocuzzolo più a sud.- decisi a non cedere, a difendere a tutti i costi quel punto delicato dello sbarramento del Santo. Perduto quello, essi sapevano ohe noi avremmo potuto dominare il nodo stradale della 503, la mulattiera di Gargare e la via calcarea, che sale tortuosa ai resti del convento di Monte Santo. Da quel cocuzzolo, che chiameremo 652 sud, parti ieri un contrattacco organizzato in tutta regola, preceduto da una pioggia di shrapnels e di granate. I nostri, che s'erano già scavati ripari e muniti di protezioni potenti, resi stettero ben nascosti a quella furia, che tra ìputava l'altura In un vulcano, onde partiva un'eruzione Incessante di pleure e scheggie Più tardi, quando il bombardamento, che nel l'intenzione del nemico avrebbe dovuto sterminarci, cessò, si mossero all'attacco nutriti reparti di fanteria austriaca: truppe ben for mate e bene equipagg'ate, che, lo si eompren deva dall'ardimento e dal portamento, face vano parte delle riserve austriache venute in fretta da altri fronti alla insistente allarmante chiamata di Boroevic. Malgrado tutto, l'attacco non riuscì. Il tiro perfelto delle artiglierie leggiere di parte uo stia colpi In pieno quei disgraziati fanti, nuovi alla fronte isontina, avvezzi forse, in questi ultimi tempi, alla guerra meno dura e più lan guida dei confini russi. Dopo aver resistito cosi fortemente a tali sferzate di contrattacco, i nòstri si diedero Anhovo jr /J«l«Anik bòna 'Vai* Birìnsfèzì Vodice Va M.Sanfo 682 5.Gabr.éìe~ ^ 38legno. Km. 0 12 3 ...... T-linta etiletrinceeccusfr'ecJi*. laVv 22*» m • » * " ° * con fervore ad estendere, migliorare, rettificare la linea di creste dal Cucc/j al Vodice, alla 652. Il lavoro di rettifica si svolse tra combattimenti parziali di pattuglie. E la linea ora è rinsaldata e migliorata e ben tenuta, malgrado i tiri d'infilata del San Gabriele e del San Daniele. Da Piava a Solcano, passando attraverso 1 pilastri della nuova offensiva italiana, attraverso i campi di battaglia delle nostre più recenti vittorie, la linea ò un baluardo. sicuro contro i tentativi di rivincita che gli austriaci compiono e compiranno ancora. Essa, partendo dalla quota Montanari, si avvia verso 11 massiccio dominante Pallevo e 11 suo vallone (quota 268). s'arrampica sul fianchi nord-occidentali del Cucco e, 'strisciando fra boschetti, caverne e resti di camminamenti, muraglie abbàttute, trincee In rovina, reticolati spezzati, guadagna la prima gobba del Cucco, che guarda sull'Isonzo e su Piava da 535 metri d'altezza, po.i s'incammina lungo le creste appena frastagliate e, superato un dlslivello d'un centinaio di metri, raggiunge la cima massima.del Cucco, a 611 metri. DI lì discende, seguendo senza troppi distacchi la linea di creste, alla quota 524, alla 592. del Vodice, alla sella di Vodjce, per risalire sftf&l alla cresta della 652. Di fronte a questa, con la faccia .a nord, sta la linea di sbarramento nemica. Gli. austriaci — pare — hanno già dovuto sloggiare da molti punti del fianchi lavorati e traforati del Monte Santo, a cui le nostre striscio grigio-verdi hanno dato la scalata lenta e difficile. Con le occupazioni finora compiute, noi, oltre all'aver liberato -un bel tratto dell'Isonzo, nostro ormai da una parte e dall'altra, siamo già in grado di avvicinare la terza linea di difesa austriaca, costruita sul sistema del Kobilek o del Kuk 711, e lentamente incominciamo la pressione contro il Santo, incubo e flagello della condannata Gorizia. GIOVANNI CORVETTO. Continua la lenta avanzata malgrado difficoltà e contrasti \{Da uno del nostri inviati speciali al fronte) Fronte dell'Isonzo, 20 maggio, ore 18. La lotta è continuata nella giornata di ieri apecialmente fra le artiglierie.. Le fanterie e il genio si dedicarono alla sistemazione difensiva delle prime linee ed ai lavori di rafforzamento, die si presentavamo enormemente difficili par U tormento continuo delle batterie avversarie, per la pertinace fucileria degli avamposti, per i contrattacchi più volte ripetuti. Tuttavia i lavori procedettero regolarmente durante il giorno e durante la notte. Dopo che nostri reparti abbandonarono, senza molestia, essendo ormai, colla presa del Cucco e del Vodice. esaurito 1.1 loro compito, il tratto "di sponda ministra dell'Isonzo tra Bodres e Loga, conquistato il primo giorno deH'offenelva, ti nemico diminuì il cannoneggiamento In cruci punto e lo riprese più vivo e violento tontro il settore di Piava, ondo è partito a mezzodì del 14, il nostro primo slancio vittorioso, contro la linea di creste dai Cucco al Vòdtce, contro le pendici del Santo, ove ci siamo aggrappati. Grosse granate arrivano anctto sulle due rive del fiume, e al di qua della sponda destra sul Sabotino e sul suo rovescio, e -più in qua ancora, in Val Peumica. Ma da Zagora a Zagomila, da Sagomila a Dolgantva, dove ormai l'andariivieni delle truppe e de* carriaggi offre tutti gli aspetti d'una seconda linea già lontana dagli avamposti e della battaglia, le granate non hanno modo d'infuriare con tanta frequenza. C'è la vetta del Cucco, -ita-Vana, che veglia, protegge e dirige i Uri delle artiglierie, Ci sono il Vodice e la linea di cresta della Ubi, da dove partono scariche di fucileria nostra incessanti febbrili, tali da far comprendere agli austriaci come la nostra fronte sia abbondantemente guarnita di freschi rincalzi, subito accorsi in costituzione delle truppe conquistatele!. • Ma l'idea del contrattacco non abbandona Il nemico, che no è owesionato e si alfa mia ad urtare disperatamente contro le- cortine i luittravejreaciii del nostro fuoco.

Persone citate: Cadorna, Campo, Giovanni Corvetto, Sanfo, Valle Valentina

Luoghi citati: Carnia, Carso, Concei, Daone, Gorizia, San Daniele, Terragnolo, Trentino