I MINISTERI DI NEW-YORK

I MINISTERI DI NEW-YORK Appendice della Stampa (-50 I MINISTERI DI NEW-YORK Romanzo di Pierre Decourcelle S'udì uno schianto di vetri infranti. Dalla slanza vicina Claiel aveva dovuto intendere ìiuel grido perchè aveva sfondata la po«a a vetri riuscendo a farvi passare il braccio e a girare la chiave che l'assassino aveva lasciata nella toppa. Perry Bermett indovinò ciò che stava per accadete e, senza perdere un istante, si diresse verso un'altra porta del suo studio e l'aprì lucendo scattare una inolia. Nell'istante in cui egli scompariva Clarel si precipitava nella stanza. — E' fuggito di là ! — gridò Elena designando la porta ancora aperta. Egli si slanciò sulle traccie di Perry Bennett, il quale da quel passaagiio eia arrivato nelVufiiufo . del suo segretario e. si preparava a raggiungere 1 anticamera. Ma sulla soglia Jameson gli sbarrò, il passo. Una lotta violenta avvenne che duro qualche secondo appena. Quando darei koprasgiunse vide quasi rovescialo supino 6Ulla tavola uno dei due combattenti. Aveva ir volto coperto dal fazzoletto a quadretti rossi. Clarel glie lo strappò violentemente, ma ebbe un «lido di collera, l'uomo che giaceva svenuto non ora Perry Bennett, ma Walter Jameson! Ancora una volta il terribile Capo della « Mano che stringe > era sfuggi'to all'arresto. Perry Bennett appena fuori eia montato in una automobile da piazza e si era fatto condurre al più vicino posto telefonico di dove aveva chiesto la comunicazione con Loug-Stn. — Aspettami | — gli disse. — Fra ciuuue minuti 6uró a casa tua. 11 cinese non s'attendeva ciuella visita e mormorò : — ii' la ime che si approssima! Sollevando allora un tappeto iu mezzo itila camera Long-siu smascherò il coperchio di una botola. L'alzò e discese in un laboratorio sotterraneo, dove un suo servo slava intento ad alcuni procedimenti chimici. LougSin gli rivolse alcune parole che l'altro ascollò con un sorriso .sinistro. Silenziosamente prese sopra una tavola un bicchiere, lo riempì d'acqua e vi lasciò cadere alcune gocciti contenute in diverse fialette. Long-Sin parve soddisfatto di quella preparazione perchè risali tosto col suo servo e congedatolo attese nella sala la visita annunziategli. Era tempo. Una automobile si era fermata davanti alla casa e Perry Bennett ne scendeva- Fu subito introdotto. — Sono il Capo delia u Mano che stringe » — disse Perry.Bennett ;i Long-Sin. — Mi U".i certo riconosciuto dianzi alla voce. — Si, — rispose il dipese semplicemente. — Tu vieni da me per sottraiti alla vendeltsi di Clarel. Perry Bennett ansava c fu quasi a stento che c^li pronunciò: -- Ascolta! La fortuna che ho ammassatii si eleva a sptte nei Moni di dollari! Se tu ini trovi un asilo sicuro li regalerò un milione. — IH milione! •- fece. Long-Sin, col suo enilginatico sorriso. — Vale la spesa di prendersi disturbo. Vieni con me! Un'altra volta ancora smascherò l'apertura segreta e fec: scendere Perry Bennett nel laboratorio sotterraneo. Presso Iti tavola (t'era una poi Irena e Perry Bennett spossato vi si lasciò mutare Long-Sin lo guardava. — Ho sete! — disse Perry Bennett con voce breve. — Ecco ciò che ti disseterà! — rispose il cinese. E tese al Capo della « Mano che stringe » il bicchiere preparato dal suo servo. Perry Bennett lo tracannò d'un fiato, poi, passandosi la mano sulla fronte come per scacciare l'angoscia che l'assaliva, domando: — Come i'u'vii p< flettermi al sicuro.' Long-Sin si dilesse verso la parete, ne staccò una larga e pesante pietra e, succesoivamente, dal vano cosi aperto trasse fuori due bare di vetro, il ri ciascuna Perry Bennett, sbalordito, vide un cadavere di cinese. — Le mummie che tu vedi — disse Long-Sin — non sono dei morii. Con un nn-zzo die io solo conosco ho sospeso in queste due creature la vita. Oliando i tuoi nemici li vedranno in codei-'t'j stato, uretii tu che non ti crederanno morto? — No! no! — vriAò Bennett terrorizzato Godesti corpi ri'-iidi mi fanno paura! Long-Sin disse tranquillamente: — E' .troppo tardi! Tu hai già bevuto la miscela che ti ridurrà in quello staio. — Non voglio! — balbetiu Perry Bennett smarrito. -- Dammi uri antidoto 1 H oinese s'accostò .'incoia più e cinicamente mormorò ; — Dimmi allora dove sono nascosti i tuoi setto milioni ed io t,i darò l'antidoto. Berry Bennett tentò ud alzarsi ma non potè. Il suo coriio lentamente si irrigidiva.-. Sollevando penosamente una mano si toccò una delle lasche. Long-Sin io irugò vivamente e ne trasse l'uuri uiia carta piegata ii* quattro, lira "un piano grossolamente disegnato a penna e contenente alcuni tiig^uagli scritti a mano. Senza dubbio quell'esame fu soddisfacente perchè egli si diresse alia lavola e conipose in fretta un'altra miscela tin un bioc'hiere. — Prendi; bevi questo! — disse Long-Sin, I porgendoglielo. .Ma lo labbra del Capo della > Mano che siringe ». già ghiacciate, non poterono riaprirsi. Una supplica disperata brillò nel suo sguardo. Long-Sin fece un movimento per aiutarlo ad aprire la bocca ma poi si arrestò e con una risala sinistra getto sul pavimento la miscela dicendo; --No! Se tu vivi mi contenderai i sette milioni. Così sono più sicuro. Lasciando Walter alle cure di Elcna, Giare! si era recato subito all'ufficdo centrale di 1 Polizia, chiedendo che due vnlirnmcns lo acj compagnassero, quindi si diresse all'abitazio1 ne di Long-Slin. Col suo finissimo intuito ' Clarel aveva subito immaginato che Perry Beimeli avrebbe chiesto assistenza al cinese. — Vi aspettavo — disse subito Long-Sin, vedendo comparire Clarel. — Si è dunque rifugialo presso di te? — Mezz'ora fa ha battuto alla mia porla. — E dov'è? — Vieni, te lo mostrerò. Long-Sin condusse Clarel ed i poUctmcns nel laboratorio sotterraneo. Perry Bennett era sempre là, rigido sulla polirono dove la morte l'aveva afferrato. Accanto a lui sulla tavola non c'era più nè bicchieri !.&j£ciriiemi. | — E' morto! — esclamò Clarel, dopo avere invano ascoltato se il cuore di Perry Bennett palpitasse ancora- — Meglio cosi! i —Sentendo la partita perduta, — disse Long-Sin, — si è avvelenato. E' caduto al posto dove tu lo vedi. I Un quarto d'ora non era trascorso, che Walter riavutosi dal suo svenimento, riceveva una telefonata da Clarel e si recava con Elona alla casa del cinese. In poche parole Clarel mise miss Dodge al corrente di ciò che era avvenuto. — Voglio vederlo! — disse ella. Clarel non si oppose. — Sial Venite. Nel sotterraneo un palirnmen stava ritto presso il cadavere di Perry Bennett e si ritrasse. Lungamente Elena lo contemplò. Poi il ricordo di suo padre Ip torno alla mente e, i vinta dall'emozione, ella proruppe in singhiozzi. — Vedete? — 'disse Clarel. — -La prova è troppo teiTibile per voi. La ricondusse dolcemente fino al salone su¬ periore. Non le disse nulla. La guardò piangere, sapendo che in simili circostanze non c'é miglior rimedio per guarire le ferite troppo sanguinose. Dopo qualche istante, Elcna guardò Clai-el e mormorò: — Amico mio, soffro molto! Mi perdonate? Egli era troppo commosso per rispondere. Ebbe un triste sorriso per esprimere che rnat alcun rancore era esistito contro di lei nel suo cuore. Elena prese la mano di Clarel fra le sue e pronunciò: — Grazie di aver persistito nella vostra opera e di avermi salvata mio malgrado!... Clarel continuava a rimanere silenzioso ma i suoi occhi parlavano per lui. Egli attrasse a sè Elena dolcemente e la strinse fra le M-au* ria a lungo, estasiato. Finalmente, un po' cor» fusa. Elena per la prima si sciolse da «ìttwb l'abbraccio. — Walter! —chiamò allora Clarel. 11 giovane comparve, seguito da Long-Sin. — Possiamo andare. Dobbiamo raccontare molte cose alla zia Betty. Il cinese li precedette e apri loro la porta, prodigando le sue reverenze. Poi, quando furono partiti. Lorig-Sin trasse di tasca il pianò strappato al Capo della « Mano che stringe » e si pose a studi urlo attentamente. Il suo volto giallo si rischiarò dopo qualche istante. — Petie. milioni di dollari! — mormorò. — E' una buona giornata! FINE.