Giornali e Riviste

Giornali e Riviste Giornali e Riviste Ui Heine Blcuclette risorgeràT... La GazzeU,; ta dello Sport crede alla risurrezione del cavallo d'acciaio, —e automobili sono state requisite, la benzina o cara! la bicicletta ò tornata di modal Le automobili. 6ono raro ora sulle strade, non c'è più ffl polverone asfissiante che tratteneva anche i più volonterosi. Ora si viaggia bene in bicicletta, ancora come una volta I E come tacere del servizio ebe la bicicletta rende a noi cittadini in questi tempi di disservizio tramvlario? Amico lettore, se tu sei fra quei disgraziati che troppo di frequente sono obbligati ad aggrapparsi agli altri disgraziati che . fanno il loro tragitto sul predellino del tram, ascolta un consiglio: vai in bicicletta. Earai più presto, «arai indipendente— e non ti arrabblerai per appuntamenti perduti! Enrico Tariarini che fu ài suoi tempi un grande corridore, rievoca i trionfi, l'entusiasmo che sollevò la bicicletta. Tutti 1 passanti guardavano a essa come alla ottava meraviglia del mondo, uomini e donne, ricchi e poveri, nobili e plebei, artisti ed ope-, rei, scienziati ed analfabeti, sartine ed artiste celebri... o quasi! Non è azzardato affermare che un grande contributo al successo e venuto da queste ultime. Erano .tanto carine nel loro perfetto «costume ciclistico», nato coll'entusiasmo per la macchina, ed al quale non avevano disdegnato di collaborare 1 più fantasiosi «arti di Parigi e Londra. E le grandi artiste del teatro lirico o drammatico o di varietà trasformate dn cidliste ebbero più di un quarto d'ora di celebrità. Bicordi, lettore, la giacca tailleur colle ampie maniche {rigonfie sulle spalle, gli abbondanti calzoni alla zuava, ed il polpaccio tornito sotto .la calza di seta, oggetto di ammirazione e di... sogni del eeseo .forte? E' facile immaginare come tali argomenti abbiano fatto alla bicicletta la più efficace reclame che si possa desiderare. E tutti divennero dcMstl, un po' per i reali meriti della macchina, un po' per snobismo e molto per far da corte alle graziose sportivomen. ibi breve lasso di tempo i ciclisti d'ambo 1 eeasi el moltiplicarono come le bibliche cavallette ed i giornali umoristici arrivarono a predire la fine del cavallo! La «regina* fu Poi spodestata! La bicicletta si democratizzò a rimase l'utile comodo mezzo di trasporto che tutti apprezziamo, ma non più lo sport alla moda. L'avvento dell'automobile uccise a poco a poco il turismo ciclistico, 11 ToUring Club Ciclistico Italiano sacrificò al nuovo idolo uno del suoi «C», mentre vennero man mano riducendosi per numero e qualità le gare su strada e pista. Ma ora. è intervenuto Il fatto nuovo, ed 11 fatto nuovo è dovuto alla guerra, che ha sconvolto le abitudini, e — purtroppo — non soltanto le abitudini, d' mezzo mondo, e che ha — senza volerlo — rimesso In voga il turismo ciclistico. *** L. V. BertareUt scrivendo nella Rivista del Toaring sull'ignoranza quasi completa dello sforzo italiano che all'estero oscura 11 valore enorme della nostra cooperazione cogli alleati riporta un esempio-curioso. Un giornale spaglinolo, bone intenzionato, pubblicò una Carta della nostra fronte in quattro colori, per verità senza nessuna pretesa, ma tale da spaventare qualsiasi geografo più Imperterrito. L'originale della Carta esiste al Teuring e proviene dall'Ambasciata italiana di Madrid. In questa Carta, le Alpi sono ridotte ad una catena (fllontes de los Alpes), corrispondente press'a poco alle Dolomiti. L'Adige (Rio Adigio) scende dallo Stelvio. c a Riva volge a sud-est, passa a settentrione. del lago di Garda e sbocca nella pianura padana nel giusto mezzo tra Verona e Vicenza. Cosi Bressanone (Braxcn), Bolzano, Trento, (Rovereto e Verona restano a diecine di chilometri dall'Adige. L'Ortler (Mont Otlcr) figura a una quarantina di chilometri a sud-est dello Stelvio, presso il quale vi è la Collina de Brenne, ossia 11 Brennero. Forma e dimensioni del lago di Garda sono tutto quanto si può immaginare di meno lago di Garda possibile. Salò e Gargnano ne disfano diecine di chilometri. A ' nord-est di Asiago vi è un paese, in apparenza di una certa importanza, che si chiama Brenta Campo e Formio 6ono due paesi distinti e lontani l'un dall'altro e, tanto per finire, accanto a Venezia vi sono un Maskra che dovrebbe essere Mestre e, in piena terra ferma. Murano. Un altro paese si chiama Cadore. E noi ci lusinghiamo che si sappiano e si apprezzino le prove di valore che si compiono nei Cadore, che si valutino due inverni a venti gradi sotto zero, che si tenga conto che ogni uomo sulle creste cadorine ne esige dieci per i rifornimenti! Il resto della Carta non è da meno. Bormio è al posto di Chiavenna e vi sono due Sondrio, uno in luogo giusto, un altro a nord-ovest di... Intra! d laghi di Lugano, di Como e Maggiore sono tralasciati. Scendendo giù per l'Italia gli strafalcioni non sono meno imponenti. Reggio ed Emilia sono due città, 1 Viareggio sono due, Sienna ò a nord-est di Volterra, Forili fi presso Casena (Forlì, Cesena), Fotigno presso Spoloté (Foligno, Spoleto) e... basta. Se un giornale che fa opera di Istruzione con una Carta vi provvede in tal modo, da quali serie fonti verranno le sue notizie? Ma una Carta purchessia rappresenta già un grado giornalistico elevato nella scala delle fatiche informative. Al principio del 1866, la Prussia, l'Austria e l'Italia si agitavano. Due importanti questioni aspettavano una soluzione: quella dell'unità italiana e quella dell'egemonia prussiana su la Germania. Nel quotidiani, nel giornali, nelle riviste, non si parlava che di guerra, di piani di campagna, di linee d'Invasione, d'obbiettivi strategici. Fu allora che un celebre editore belga ebbe l'idea di pubblicare un trattato'dell'arte militare alla portata di tutti. Da uomo del mestiere e che sa cosa, vuol dire un nome au Da copertina di un libro, il nostro editore se ne andò a Berlino a trovare il taciturno Moltke. « Generale — disse — il pubblico fi avido, In questo momento, di libri militari. SI arrabatta su del vecchi libercoli, in mancanza di un manuale strategico che sia al corrente degli ultimi progressi. E' una lacuna che bisogna colmare e ciò può essere, nello stesso tempo un eccellente affare librario. Ho pensato a voi che l'opinione pubblica addita come la personalità più competente. Fatemi l'onore di redigere questo trattato; le vostre condizioni saranno le mie ». — « Se vi ho ben compreso' — rispose Moltke — voi desiderereste qualche cosa di lettura facile, direi quasi piacevole. Niente di più semplice... ». E con .grande celerità egli scrisse qualche riga sopra un foglio di carta. Asciugò lo scritto con un po' di polverino, poi Sessa lentamente: *« La strategia moderna che non differisce in niente nè da quella del passato nè da quella dell'avvenire, fu, è, e sarà la costante applicazione del tre seguenti principi!: Dividersi per vivere, riunirsi per combattere. — Operare con delle forze concentrate 'contro le forze disseminate dell'avversario. — Manovrare per linee interne ». — Ecco, signore, il mio trattato su la strategia — diss'egii. — Fatene l'uso che meglio credete ».- L'editore, che non era un minchione, comprese il profitto che poteva trarre da quelle Idee generali. Tornato a Bruxelles, incaricò uno scrittore militare di svilupparle •in tre volumi. Quest'opera, diventata oggi rarissima, rese una vera fortuna all'editore fed il maresciallo percepì la sua parte pel diritti d'autore. che stringe » sali rapidamente. 11 cinese rientrò nella sola e si immerse in una profonda meditazione. Dopo qualche minuto stese la mano verso un martello di bronzo e battè due colpi sopra un gong. Una portiera 6i sollevò e il suo segretario apparve. Long-Sin scambiò con lui qualche frase nella lingua nativa, poi uscirono inoltrandosi lentamente nella citta cinese. I 6uol compatrioti s'avrestayano al suo passaggio 0 si curvavano rispettosamenteLong-Sin non tardò a giungere davanti ad un vicolo stretto e buio, sconosciuto a tutti coloro che non hanno esplorato gli angoli più segreti del quartiere cinese. Dopo una ventina di passi Long-Sin Hi fermò davanti ad una misera casa abitata in apparenza dir poveri operai che eseguivano lavori in bambù. Senza far attenzione ad essi LongSiu attraversò il negozio e quindi apri una porta abilmente dissimulata nel fondo. Si ritrovò in uno stretto cortile, varcato il quale entrò finalmente in una specie di tempio.decorato in uno stile cinese strano e tormentato. I muri erano ornati" di quadri delle divinità guerriere, dipinti a colori brutali. Sopra una specie di trono al elevava la statua di uno spaventevole personaggio ricoperto di lamine d'oro. Una cinquantina di cine»! di tutte 1« età facevano le loro devastasi davanti a quella Mmi <Uv&l«w _ut CfWaavaao U

Persone citate: Heine, Long-sin, Mont Otlcr, Sessa