I MISTERI DI NEW YORK

I MISTERI DI NEW YORK piccola cfmtnaóaT Per questa rubrica riv. Unione Pubblicità Italiane I MISTERI DI NEW YORK Romanzo di bierre Deconrcelle r&fflfo --- Usare il procedimento del professore LeJluc, della scuola di medicina di Nantes. — La respirazione artilìciale per mezzo dell'elettricità 'l — SI! — rispose Clarel. In pochi minuti iìlena Dotile fu trasportata hi laboratorio ed il grande poliziotto volle personalmente tentare l'esperimento, aiutato dal dottore. Sarebbe riuscito? Con un'aMiità Kiraprdlnaiia Clarel fece funzionare l'apparecchio del prof. Leduc, di cui aveva parlato, scrutando ogni sensazione che esso produceva sul corpo della infelice giovane. . ' t — Ella vive I — gridò d'un tratto. ! E nella teua voce c'era un'espressione indi'pibile di gioia immensa e d'infinito amore, i* Piai frattempo Jamensou aveva avvertito teìttfonicamente la zia Betty e Perry Bennett, i < fluaJi sopragaiunsero insieme, poco dopo, in . fato, alla pfc viva accoscia. Oliando Elena finalmente, riapri gli occhi fu suo cugino ch'ella vide per primo. Il giovane le teuo'-a ullettuosamente una mano tra le sue. Un sorriso parve sfiorare le labbra di Élena Uodge ed a quella Mista Cla-iel provò come una stretta, al cuore. Guardò Perry Bennett e -mormorò; — E' dunque por lui che l'ho salvata? Il braccialetto avvelenato Quando, all'Indomani, in uno del suoi misteriosi luoghi di ritrovo, il Capo della « Mano che stringo a apprese che Eie.ua Dodge era nuovamente sfuggita alla morte non potè dissimulare il proprio corruccio. Gli afflgliatii alla terribile banda non osavano Quasi parlare e ascoltarono, profondamente turbati, le rampogne dell'uomo dal fazzoletto rosso, il Quale con voce tagliente dava nuove disposizioni perchè Elena Dodge fosse strettamente sorvegliata: La protetta di Giustino Clarel, frattanto, in seguito alle amorose cure ricevute si era ristabilita, e quindici giorni dopo la sua vigorosa fibra non serbava traccia della dolorosa prova superata. Clarel aveva ripetutamente domandato notizie di Elena, evitando di recarsi al palazzo Dodge. Nella sua profonda sensibilità, dopo l'incidente delle fotografie: giudicava che non dovesse dare ad Elena eltre giustificazioni. Si sentiva lenito nel suo amor proprio e US»*?? Siena, a sua volta, provava un segreto dolore per. l'atteggiamento di Clarel, ma il suo orgoglio di donna lo vietava di fare e6sa il primo passo verso colui che pure le aveva dato tante prove di gene, rositò. ■Misteri del cuore umano! Venne il giorno onomastico di Elena e fu una gara a chi lo inviava doni. 'Ma anche in questa circosianza Clarei si limitò a mandare ad Elena un magnifico cesto di fiori. Perry Bennett invece si era affrettato a recarsi a trovare sua cugina e l'aveva trovata mentre ammirava un grazioso orologio a braccialetto, in platino e bi'illanti, che la signorina Martins aveva ricevuto proprio auel giorno in regalo da suo padre. Da buon conoscitore, anche il giovane avvocato ammirò il grazioso gioiello, anzi chiese ad Elena il permesso di offrirgliene uno uguale. La figlia del grande finanziere accettò con piacere e poiché Perry Bennett insisteva afllnchè ella si recasse con lui dall'orafo Martins, acconsenti. Perry Bennett sembrava felice di quella nuovo accoglienza che sua cugma da qualche giorno gli f 3,C6VtL Si recarono dunque insieme dal gioielliere e scelsero il braccialetto d'i-.platino. <?era molta folla in quell'ocra e Perrv Bennett, 66 fosse stato più osservatore, avrebbe potuto notare un ii. ii vi duo il quale seguiva ogni gesto di Elena e pareva interessarsi sommamente all'acquisto che ella faceva. Infatti, allorché Perry Bennett uscì con sua cugina, lo sconosciuto, avvicinandosi al comItnosso,. gli cinese un braccialetto identico Elena aveva .lasciato il suo al gioielliere perchè potesse regolarne il movimento perfettamente, e di questa circostanza lo sconosciuto parve molto soddisfatto. Elena ritornò al palazzo molto lieta in apparenza, ma quando fu sola nel suo salotto, fermandosi dinanzi ai magnifici fiori che Giùstino Clarel le aveva mandato, il suo volto si rattristò improvvisamente. — Perchè egli non è venuto? Perchè mi serba ancora il broncio V — mormorò. Ella sentiva un'acuta sofferenza, che non voleva tuttavia confessare. Era possibile che un'amicizia come la loro si spezzasse cosi d'un tratto? Dal giorno in cui era avvenuto l'incidente delle fotografie, Clarel, lungi dallo smentirsi, aveva dimostrata una devozione più appassionata, e, in fondo, Elena Dodge si rimproverava di essere stata fredda e crudele con lui che pure le aveva salvato una volta ancora la vita I suoi sguardi caddero sulla fotografia dell'assente. Ella contemplò quel volto maschio, dalle linee regolari e nobili, dagli occhi grandi, che esprimevano un'intelligenza cosi alta e che sapevano in certi momenti essere cosi dolci. Quasi maeckin al mente ella si accostò al telefono, ma poi si ritrasse con un gesto nervoso. — No ! — mormorò. — Bisogna ch'agli ritorni per primo. Bisogna che egli comprenda che avevo ti diritto di essere dIBrinate e #ie 11 mio sospetto stesso è la prova del valore che attribuisco alla,sua affezione. Ih situili cati non è alla donna che tocca umiliarsi. Ella ignorava che hi «uel momento stesso Clarel, intento a perfezioiiiaie un suo apparecchio di tolefonografia, aveva troncato d'un tratto il lavoro e si era accostato al telefono per rivolgere ad Elena una parola di saluto. Ma anche lui aveva esitato a lare quell'atto, che aveva l'apparenza di una capitolazione. Invece si era quasi bruscamente rivolto a Jameson. ctie seguiva con un impercettìbile sorriso la sua manovra, e aveva detto : — Walter, poiché ho visto che il mio apparecchio di « telelonografla » v'interessa, vi fornirò una dimostrazione decisiva, che, se non m'inganno, avrà il vantaggio di darci una buona orma contro i nostri avversari. Venite nella mia camera. Tre quarti d'ora dopo questa conversazione, due operai dall'abito piuttosto negletto, il più giovane dei quali portava sulla spalla una cassettina, uscivano dall'abitazione di Clarel e si recavano in uno dei quartieri pia popolosi della citta. Il grande poliziotto nelle sue indagini aveva potuto scoprire pochi giorni prima che precisamente in quel quartiere, im una caga tutta composta da appartamenti mobiliati, Fiorenza Jess aveva scelto il suo nuovo domicilio. Nel vestibolo, un giovano negro stava seduto nella cabina telefonica, intento a trasmettere le comunicazioni af diversi appartamenti, (Continua).

Luoghi citati: Giustino Clarel, New York, Siena