Le losche avventure e l' arresto di Luca Cortese

Le losche avventure e l' arresto di Luca Cortese Una pagina di romanzo alla Dumas Le losche avventure e l' arresto di Luca Cortese (F*er telefono alla "STAMPA.,,) Roma, S, iì olle. ,. La' Censura permette questa sera di parlare nelle rocambolesche avventure del conte Luca Cortese e del suo arresto, avvenuto a Milano all'Hotel Continental, eotto l'imputazione di «ruffe, che ascenderebbero a quattro milioni. Una parte di queste truffe sarebbero state commesse mediante cambiali false per l'ammontare di un milione « 800 mila lire. La notizia <di questo sensazionale arresto era di dominio pubblico fin da lunedi ed a iRoma al teatro Sostanzi, durante la prima di Lodolctta, non •si parlava d'altro. Non abbiamo mancato di (trasmettervi le notizie relative, ma la Censura tae ha sistematicamente impedita la trasmissione. I.e ragioni consistono,'a quanto pare, iiel fatto che si è voluto prima procedere alla «sistemazione di un istituto di credito romano (compromesso nel craìc. Del conte Luca Cortese tei parla in tutta il tal iva da un po' di mesi, cioè ■da quando «gli aveva iniziato le sue gesta di megalomane, cercando di risuscitare in pieno secolo xx le gesta di Creso e di Mecenate, ni suo trust teatrale, che comprendeva ben nove Compagnie drammatiche, le sue imprese {editoriali e gjomalisticlie, ma sopratutto il «olle spreco di denaro, avevano fatto parlare di lui In tutta Italia, tanto da essere dipinto .come un novello Conte di iMontecristo. L'uomo ed I suoi inizi I .Ecco le romanzesche avventure che hanno Condotto il conte Cortese in carcere. Luca Corlese è nato a San Giorgio di Cremano, nella provincia di Napoli, il 18 agosto 1882. Uscito da ottima famig-lia, ebbe un'educazione pari alla eua condizione sociale. Compiuti gli studi classici, passa al Collegio di preparazione navale a Livorno, di qui alla Scuola di Modena, donde usci sottotenente. Nell'esercito raggiunse II grado di tenente. Al principio della nostra tra erra IU richiamato sotto le armi : fu prima comandato a Roma, poi passò ad una compagnia presidiaria in Sardegna. In seguito a visita medica, passata alla fine dei 1915, fu riformato per neurosi cardiaca. Uomo di pronto ingegno e di varia cultura, aveva pubblicato diversi libri di pTosa e versi- Fu resocontista di stampa e corrispondente militare per le grandi manovre nel Veneta Molti anni fa fondò il Tirso, giornale teatrale, che venne poi ceduto ad altri, e che, dopo varie trasformazioni, il lo gennaio di quest'anno era tornato in sua proprietà. Ultimamente la sua attività si era rivolta all'Industria editoriale e teatrale; aveva fondato la Casa Editrice Nazionale, i cui uffici sono in via Nazionale. N. 75, dove sono anche gli Uffici di direzione e redazione del 'Gran Mondo e della Rivista Militare Italiana. Gli uffici. pre9l In af. fitto per tre anni, a 700 lire al mese; erano stati arredati con mobili di gran lusso, acquistati dalla ditta De Capitani, in via Nazionale, per 70 mila lire. i Le idee più grandiose di Luca Cortese riguardavano il teatro; aveva acquistato a Napoli due teatri, uno dei quali il vecchio e noto San Nazzaro, un teatro di prlm'ordine, ove (aveva fondato con la Compagnia Di LorenzoFalconi un teatro stabile napoletano, che arveva inaugurato il marzo scorso. L'inaugurafeione era avvenuta con gran fasto e-con un (banchetto, al quale erano intervenuto molte (Autorità cittadine, con a capo il sindaco. Inolftres. Luca Cortese si era messo in rapporti con |e note ditte teatrali Suvinl e Zerboni. di Miti ano: Paradossi, di Bologna, e Chiarella, di forino, St proponeva di acquistare altri teatri, non solo in Italia, ma anche nell'America latina. Egli voleva formare un grande trust teatrale, che aveva iniziato acquistando la proprietà di ben sette Compagnie drammatichi. Le Ditte che già portavano di suo nome terano la Tina Di Lorenzo-Falconi, la Ruggero fftuggeri, Irma Gramatica, Emma Gramatica, lAmedeo Clilantonl, Sainatl-Starace, Tempesti, .Tumlatl e la nuova formazione Berti-Varini. RJltimamente si era pure annunziato che la • iTalll-Mclato era entrato, nella combinazione Cortese. La riforma del teatro Italiano!... In pochi mesi Luca 'Cortese aveva rlvoluziota*to 11 nostro teatro di prosa dando senza dribblo prova di una eneaigìa non comune e J«!i una potenzialità. finanziarla spettacolosa, il suoi organi teatrali lo decantavano paragonandolo volta a volta a Mecenate, a Lorenzo 11 Magnifico, a papa Giulio II della Rovere, « .Francesco I e via di seguito.... La sua opera «i Intitolava « Istituto teatrale italiano Gor'ftese », e l'isflituto funzionava anche per <ruain• *o riguardava non solamente compagnie, ma 'lanche produzione letteraria. Luca Cortese era ;«ià comproprietario di molta parte idei repertorio che si rappresentava in Italia, e aveva Kià diretto Invito agli autori più noti di scrivere muovi lavori e pensava di provvedere anche ad aiutare gli autori <Lrammatìci meno lieti e gli ignoti. Cosi era natala Commissione (drammatica dal Cortese in tiuesti sdorai istituita ed affidata ad un critico napoletano, Saverio Precida. t- La situazione creata da 'Luca Cortese nel eatro italiano non poteva non provocare tpoemiche c .giudizi svariati e preoccupazioni; ila Società degli autori di Milano credette di doversene occupare. Marco Praga, nella sua {qualità di presidente della stessa Società, «scrisse il 12 marzo una lotterà al Cortese chle- eendogli di voler chiarire il suo programma, 1 indicare i metodi ohe intendeva, seguire per Raggiungere lo scopo prefissosi. A questa lettera (Luca Cortese rispose con un telegramma tiiIgliiarajndosi disposto ad un colloquio con i iappresentantl della Società Italiana degli tintori, durante il quale avrebbe chiarito ogni ■no atto ed esposto il suo vario programma tecnico «Ttlstieo od economico. L'adunanza Bu fissata per il 18 marzo «A ebbe luogo con l'intervento della, •'-omrnissionp dell'arte dira-m. jtnatica, del presidente Marco Praga, del diret(torc generale Sabatino 'Lopez e, come contributo personale chiestopli Insistentemente, dì Roberto Bracco. Luca Corìesc accennò alle linee principali del suo programma. Egli «lesto nel suoi ascoltatori viva •ìrhp.ressitfUc facentlf convergere 6ulle sue idealità « sul modo di attuarle .11 favore di molti di coloro che forse (ormavano in seno alla Società degli autori la così detta minoranza. Il programma di Luca Cortese si basava su queste linee principali; a) tre grandi Compagnie stabili a Napoli Roma e Milano, formate con elementi omogenei compatii c perfetti; b) leva in massa di tutte le forze teatrali per aver con facilita la. possibilità di una selezione accurata, logica, serena ed utile. le) formazione di Compagnie gióvani che, sansa contrastare il passo alle tre maggiori; ne formino come una specie di complemento artistico e portino nelle Provincie il flore del3'arte italiana. Seguivano altri minori capisaldi del gigantesco programma teatrale che ampressionò vivamente la Società degli autori, la quale votò, rispetto ai Cortese, una deliberazione sospensivo. Munificenza fantastica impesta imnw'w teatrali e letterarie mprese teatrali c icuerane Tutte svolte con sistemi di munificenza Inusati e accompagnate da grandi gesti regali, è facile immaginario, costavano a iLuca Cortese enormi somme, ma la sua ricchezza pareva tale da permettergli ben altro e ben altro del resto faceva La sua prodigalità era divenula leggendaria. SI raccontano mólMi (episodi. Ad1 una nota attrice, per un atto d!i generosità, nel marzo scorso, il Cortese saldo un contò di sessanta mila lire presso una notissima Casa .torinese. A molte altre attrici minori aveva offerto coitredi di totlettes da fi&urare nelle proprie compagnie. Fondata, la Casa Editrice Nazionale qui in Roma aveva or none molto acquistata la produzione prosastica di Edoardo Scarfoglio per farne speciali edizioni o simili proposte aveva fatto ad altri insigni scrittori. Si racconta che per il banchetto offerto a Napoli per l'inaugurazione del Sannazzaro avesse fatto venire da Milano una notissima ballerina a cui offri allo champagne una borsetta d'oro con cinquemila franchi. Egli però accompagnò il dono colla preghiera che ila somma fosse versata atta Croce Rossa, La ballerina, che forse nel pftmo momento della gioia si era sollevata forse come non mal sulla punta dei suoi piedini di fata, ebbe uno scatto di delusione alla proposta ma poco dopo le veniva presentata una seconda borsa con una somma uguale, I banchetti del conte di Montecristo, come ormai lo chiamavano a Napoli, avvenivano epeBso ed erano proverbiali e riservavano sempre strabilianti sorprese. Non più tardi di sabato scorso, alla seconda rappresentazione della nuova commedia di Shaw, Antonio e Cleopatra, recatosi sulle scene del Manzoni, alla fine dello spettacolo, il Cortese aveva fatto dono ad ogni artista della Compatirla drammatica di un gioiello, un anello, una ' spilla, un traccialetto, un orologio e non aveva dimenticato nessuno. Un altro episodio della munificenza del Cortese ci è stato narrato dal senatore Angelo Muratori, che ne fu 11 protagonista. Il senatore Muratori doveva partire da Pisa per recarsi a Roma ed ordinò alla stazione di Pisa che gli fosse trattenuto un posto delio sleeping-car. GM tu risposto essere impossibile, perche tutti gli otto scompartimenti del vagone letto erano stati fermati dal Luca Cortese. Il senatore Muratori si (fece presentare ai Cortese e gli disse: « Senta, signor Cortese, do sono molto stanco, vorrei riposare un poco. Desidero un suo posto nella vettura letto ». — E' impossibile. Non glie lo do. — Come, lei non mi dà ' un posto? — No, glie ne do quattro o sei, tutti quelli che ho preso per me, tranne uno. Da questo momento lei è mio ospite! Se avessi saputo che lei era a Pisa e che doveva salire in vettura, gli avrei noleggiato un treno speciale. Il senatore Muratori disse che il Cortese lo ricopri delle più minute gentilezze, pronunziando sul 6uo conto una vera orazione laudatoria. La scena non fini qui. Il Luca Cortese s'I nv.se a sua disposizione per tutta la durata del viaggio e gli fece una «rande quantità di discorsi. Gli offri sigari di grande prezzo, mise a sua disposizione una grossa bottiglia di un odore finissimo, acquistata a Parigi, di qualità, miracolose per colóro che viaggiano. Finalmente il Cortese si ritirò lasciando però u guardia dello scompartimento un suo segretario, che lo seguiva sempre. Novello Conte di Montecristo Il più piccante episodio avvenne a Napoli, in occasione del banchetto per l'inaugurazione della nuova gestione del Sannazzaro. li Cortese volle invitare a prender parte al nobile festino alcune dame romane d'indiscutibile aristocrazia e di brillanto prestigio mondiale, e con la rapidità a lui consueta non trovò ostacoli perchè tale desiderio trovasse la via di attuazione. - Le tre dame, giovani e belle, celebratlsslme per la loro eleganza, ricevettero il suo invito gentile, accompagnato da un biglietto di sleeping-car per ciascuna, e coll'avvertimento che, giunte sul posto, avrebbero trovato a loro disposizione ogni possibile confort, a cominciare, naturalmente dall'automobile. Le tre dame non seppero resistere all'Invito.. Esse si recarono infatti a Napoli e parteciparono al banchetto. Finita la lesta, il Cortese dlssa loro che si permetteva d'indicare loro un magazzino, il più elegante di Napoli, al quale erano giunte proprio il giorno prima le •novità più sensazionali di Parigi e di Londra in fatto di toilette e di biancheria, r . be egli sarebbe stato enorato se esse si fo i recate a visitare quel magazzino e sceglie*: gualche articolo. La cronaca delle spese del Cortese registra lo conseguenze finanziarie di quella visitina: ottantamila lire di fattura fra tutte tre le acquirenti. Naturalmente, le spese pazzesche che Luca Cortese mostrava di sostenere, profondendo il denaro In regalie, in toilettes, in gioielli, ecc., f aceva domandare a molti : « Ma donde proviene la sua ricchezza? ». Era una vera miniera di denaro. Formava Compagnie su Compagnie, anticipava somme -agli artisti, raddoppiava le paghe agli scritturati, dava feste principesche; il suo « treno di vita- » era addirittura favoloso. Elargiva anche somme cospicuo alla beneficenza. Viaggiava seguito da quattro o cinque segretari; teneva vasti appartamenti nei maggiori alberghi dì Roma, Napoli, Milano. Chiunque si rivolgeva a lui, riceveva aiuti pecuniari. Tre settimane addietro aveva dato 40 mila lire al Cotpo dei giovani esploratori. Offri una fortissima somma al comm. Re Riccardi perchè gli cedesse la proprietà di tutte le opere teatrali straniere che Re Riccardi rappresentava; trattava l'acquisto di alcuni teatri; progettava la costituzione all'Argentina di Roma di una nuova Compagnia stabile, ecc. La sua attività non aveva limiti. Ma donde veniva il denaro7 Ha ereditato quattro o cinque milioni da uno zio — dicevano alcuni. — Ha guada.gnato una mezza dozzina, di milioni nelle forniture militari — assicuravano altri. — Egli partecipa agli utili dell'affare italo-francese per l'acquisto dei cannoni Deport — soggiungevano altri ancora. L'Inganno e come fu scoperto Si incaricò però di precisare le cose la Direzione generale della P. S-, la quale ordinò indagini, che furono affidale ai vice-questore di Roma, cav. Casti, capo dell'Ufficio speciale di Investigazioni presso il Ministero degli interni: investigazioni che condussero ai sefruenti risultati: Pur non escludendo che il Luca Cortese avesse dapprima realizzato forti guadagni nelle forniture militari, risultò che egli aveva cercato di ingrandire smisuratamente la fortuna, ricorrendo alla falsificazione di cambiali. Per poter scontare queste cambiali il Cortese ricorse a un mezzo ingegnoso. Cerco o trovò due individui che rassomigliavano grandemente a due delle maggiori per- sonalità del mondo industriale italiano, cioè il comm. Diatto ed il comm. Dante Ferraris, di Torino. Egli si faceva seguire da queste due persone, che presentava come i suddetti in- dustriali, ottenendo cosi lo sconto delle cambiali presentate. Infatti l'arresto e avvenuto in seguito alla scoperta di una cambiale falsa di 660 mila lire, recante la firma falsa del comm. Dlatto. La cambiale è stata scontata dal Cortese stesso presso la Banca Commerciale- Ecco come si è venuto alla scoperta e si è proceduto all'arresto. Il primo dubbio fu che la provenienza dell'oro cosi pazzamente profuso dal Cortese fosse straniera e per reconditi Ani. 11 commissario Gasti accertò in seguito che il Cortese aveva realizzato cospicui guadagni colla ditta per costruzioni, per la marina Glttardi e Ferrano e con tre Ditte fornitrici. Una tattica del Cortese consisteva nel telegrafare sempre e dovunque. Giudicava pericoloso servirsi delle lettere e ricorreva sempre ai dispacci. Cosi i suol.telegrammi, che erano migliaia, vennero sottoposti ad una revisione e questo controllo forni al cav. Casti la chiave delle Imprese del Cortese- Questi si accorse ben presto di essere sorvegliato e, recatosi a Palazzo Braschi, si lamentò col direttore generale della P. S. comm. Vìgllanl. Visto però che non aveva ottenuto 1 risultati sperati, un mese fa si pre sento dal cav. Gasti in persona e si lagnò del suo modo d'agire. Per tre giorni consecutivi ritornò dal cav. Gasti a cui narrò la sua vita, mettendo in rilievo il suo titolo nobiliare. Ammise di avere guadagnato con ditte fornitrici del Ministero della marina, ma non volle rivelarne 1 nomi. Disse di avere relazioni colla ditta Diatto e con la Fiat II Casti ricevette con dovuto debito* d'inventario le spiegazioni del Cortese e si riservò di darne conto al Ministero. Ma, per essere più preciso in questa sua relazione, pregò il Cortese di fargli una relazione scritta delle spiegazioni fornite a lui verbalmente. La memoria gli fu infatti presentata, ma non dal Cortese. Andò dal commissario l'avv. Galassl capo sezione al Ministero di grazia e giustizia e procuratore generale del Cortese. Il memoriale era dattilografato, ma mancava della firma. Il commissario di Polizia invitò l'avv. Galassl di pregare il Cortese à voler passare subito nel suo ufficio. Ma il Cortese fece dire dal suo procuratore che doveva assentarsi da Roma per recarsi al fronte. Il giorno seguente venne sequestrato un telegramma diretto dal Luca Cortese dal quale risultava che effettivamente egli era partito. Egli infatti telegrafava al suo segretario Clmines pregandolo di trovarsi alla stazione di Roma coll'automobile per riceverlo poi al suo ritorno. Sarebbe arrivato insieme a * Vittorio Emanuele ». Quest'ultimo è uù certo Piatti che in tutta questa faccenda rappresentava in comm. Dlatto. Nel suddetto telegramma il Cortese dava istruzioni al segretario e dava come indirizzo YHólcl Majestic n Gesti mandò un agente con un altro automobile alla stazione. L'agente segui la prima automobile dove sedevano il Cortese,-* Vittorio Emanuele»ed il segretario.Vi era anche una donna. R Cortese s! recò agli uffici della Banca Commerciale, dove presentò una cambiale di 650 mila lire a firma Diatto. L'arresto Il Gasti mandò a chiamare il direttore della banca e seppe- che la cospicua somma era. stata pagata. Stabilito che la cambiale portava la Urina del comm. Diatto, il Gasti consigliò il direttore della banca di fare venire a Roma la detta persona. 11 direttore rifiutò, convinto che la firma era autentica. Allora la Direzione generale della P. S. risolse di arrestare il Cortese. Il commissario Gasti, il capitano delle guardie di città Cassetta, il delegato Bellone, il capitano del carabinieri Levi si recarono a Milano, dove si sapeva trovarsi il Cortese in procinto di partire per il fronte. I funzionari si recarono all'Hotel Continental. 11 Cortese era assente. I camerieri affermarono che era partito. Si andò all'Hotel Metropole, dove 11 capitano Cassetta trovò il Piatti, cioè 11 falso comm. Diatto. Dì 11 a poco nello stesso albergo fu trovato il Cortese. — Il direttore generale — disse il Gasti — ha ancora dei divfobi. Vuole venire con me a Roma? — Dovrei partire domattina per il fronte — disse 11 Cortese. — Ma voglio dimostrarle la mia buona amicizia. Partiamo subito. Cosi presero posto in uno scompartimento di prima classe nel direttissimo il Cortese, il suo segretario, il Gasti e gli altri. Lungo il viaggio il Cortese, sempre sorridente e calmissimo, tornò a parlare della sua vita e delle sue avventure galanti. In vicinanza di Roma egli espresse il desiderio di.recarsi all'Hotel Majestic per lavarsi e riparare al disordine del suo abbigliamento. Il cav. Gasti lo indusse però a recarsi subito nel suo ufficio, n fu soltanto quando si trovò nell'ufficio del commissario Gasti che il conte- Luca Cortese venne dichiarato in arresto e poco dopo egli veniva condotto a Regina Coeli. Col Cortese è stato arrestato Guglielmo Piatti del fu Carlo e di fu Francesca Tobler, nato a 'Delato il 27 agosto 1869 e residente a Varese. 11 Piatti, che si accompagnava sempre coi Cortese, veniva da questi presentato come ti noto fabbricante di automobili comm. Diatto. E' stato anche arrestato a Laveno (tomo) tale MaTMnengo, che il Cortese presentava co. me 11 comm. iDante Ferraris. Le Arme falce delle Caso Ddatto e Fiat sono state Geminate presso 1 vari istituti di credito a cui abbiamo accennato più sopra. L'ultima cambiale di' 650 mila lire e con la efirma falsa del Diaitto fu scontata il mese scorso. Due banche di Roma sono lo più donneggiale: la Banca Commerciale Italiana ed di Credito Centrale del Lazio. Per .quanto? Par una somma che tocca quasi i due milioni. Vi sono .poi vari scontisti iche hanno imprestato ai Cortese varie centinaia di migliaia di line. Venuto a Roma, il Cortese cercò di accreditarsi presso la Banca Latina, al cui direttore recentemente, dopo che egli aveva versato molto denaro alla Banca, chiose un credito di ine milioni, offrendo come garanzia le firme dei commendatori Dante Ferraris e Matto, garanzia naturalmente del tutto immaginaria. Un giorno il direttore della Banca fu dal Cortese invitato all'Hate! Majestic, e qui gli fu presentato il pseudo comm. Diatto. Il banchiere non rimase troppo persuaso di questa presentazione. Sta di fatto che il credito richiesto non gli -fu accordato. La Banca Latina può oggi essere lieta del fiuto del suo direttore. Altrettanto non avvenne al comm-... direttore di un altro Istituto ai credito romano, il quale, di fronte alla conoscenza personale delle supposte persone dei due industriali ed alle loro firme, non esitò ad aprire le casso della Banca al Cortese, il quale vi depositò un milione e mezzo di cambiali false.