I MISTERI DI NEW-YORK

I MISTERI DI NEW-YORKlottò con disperazione, ina. il bandito era più forte dt lei e fini por avere il sopravvento. — Li ho presi! — esclamCi egli trionfante. ■ Adesso possiamo fuggire! In un bitter d'occhio entrambi scavalcarono la bassa finestra e si precipitarono nella strada .senza difficoltà. Era tempo. Eraniu appena spariti che i domesttol, seguiti1 dalla zia Betty, facevano irruzione nella bibllo'.ecn. attratti dal tumulto della lotta. 4 — Elena! — gridò la vecchia -signora, vedendo sua. nipote stésa senza movimento al posto dove il suo aggressore fl'aveva lasciata. — Mio Dio! E' forse morta? La cameriera Mary « era avvicinata subito alla sua g'ovane padrona per prestarle soccorso. — No! no! Riprende i sensi — disse. Elona fufalti riapriva gli occhi. Alla vista di sua z'a stose le braccia versò di lei e mormorò : — Non temere, sono sana e salva! Poco a poco si riebbe e potò narrare a quale nuovo pericolo fosse sfuggita. — Ma chi ti ha liberata? — interrogò la zia Betty. — Chi ti ha salvata? Elona Dodge si diresse verso lamatara, dritta sul piedestallo, ne sollevò fl osseo e mostrando il piccolo apparaoehto nascosto là da Gvuctlno Ciani, risposa: — E' stalo Nat eonc sexnpraJ U aia Batto' " terà essere stato Clarel, che in quel momento era assento? — Vi dico che è -stato lui! — ripetè Elena. — Lasciate che oi: possa parlare per esprimergli una volta di più la m/a riconoscenza. E dinanzi al vocMonò, come so si trovasse di fronte il grande poliziotto Elena pronunciò: — Amico mio! Voglio esprimervi tutto ciò che ''1 mio cuore prova di gratitudine verso di voi. Avete udito tutto e sapete dunque ciò ■che vi rìiivo ancora! — Elena — rispose la voce dt Clarel. chiara e sonoro. —- per la prima volta in vita min ho saputo veramente ciò che sia la paura. I raggi rossi Per qualche tempo, poco più di una settimana, la «Mano ohe sti-nge» non diede più segno d! vita. Probabilmente il possesso dei documenti aveva rassicurato gli aftgllató clic nessun pericolo più li minacciava. Clo.rel p3r conto suo si attendeva invece un nuovo tentativo della formidabile assocaazlone. _ No, Walter — aveva detto gravemente al suo giovane collaboratore — è una guerra lenza quartiere che quel rateerai)ili hanno dichiarato alte eoctett. Io ho il dovere di cobi batterla oaa tutte te tale torte .P» p^r'odo di calma rappresenta dunque por noi una semwlice tregua passeggera. l'I grande poliziotto non' si Ingannava. Un giorno, nel pomeriggio, la zia Betty stava, "iuocando a scacchi con sua nipote, quando Francesco venne ad annunciare l'ayy. Perry Bennet. ■ -- Fatelo entrare! — disse Elcna, quasi lieta di sottrarsi alla noia della partita, che- invece divertiva tanto sua zia. Il giovane avvocato sembrava preoccupato. — Mio Dio, cugino, che avete dunque? — domandò miss Dodge, premurosamente. — *£ vele forse qualche cosa di importante da dirci? £i, ma... non só come cominciare. Vedete... Ho ricevuto questa mattina una strana ietterà che, non lo nascondo, mi ha turbato profondamente... — Una lettera che ci riguarda? _ Piuttosto riguarda con voi, cugina, il... — li signor Clarel? — soggiunse Elena. — La cosa non r* sorprende. Volete mostrarmi la lettera che vi preoccupa tanto? 1— Eccola! — rispose Perry Bennet, traendo dal portafoglio la lettera e porgendola ad Eleaa. Questa l'api* vivamente te lesse 'ad alta voce: « Se la vita dei suoi conoittadini interessa Taw. Perry Bennet egli agirà con tutto H ano potare su Giustino Clarel per ottenere da tea lattea» inmedlatenaente New York. Appendice della Stampa In caso contrario il signor Perry Bennet può avvertirlo che a cominciare da domani mattina un passante etmi giorno cadrà mono davanti al suo laboratorio, eie Giustino Clarel per salvare la vita a tanti innocenti consento a partire,' ci avverta collocando un vaso di floi i sulla linestra del suo laboratorio ogyt stesso nel pomeriggio », — E una cosa inaudita! — esclamarono ad una Voce la zia Betty ed Elena. — SI — disse Perry Bennet con un po' d'amarezza. — Penso sopratutto che malgrado la mia devozione, se Clarel si allontanasse du New Yo:K, io non sarei in grado di o.pportnre ad Elena un costante soccorso come lui. — Che dobbiamo fare? — domandò la zia Betty? — Non cè che un partito da prendere, — rispose Elenti tristemente. — Avvertire ti signor Clarel di quanto accade. — Allora ,mi suggetlie di andarlo a trovare ? — domandò Perry Bennet. — Verrà anch'io con voi, cugino. — Allora presto; non perdiamo tempo. L'avvocato e miss Elena uscirono dal palazzo. Giustino Clarel in quell'ora stava in compagnia di Walter Jameson intento ad aprire una cassetta, proveniente da Filadelfia, che un facchino delle ferrovie aveva portata. Walter eegutva 1 operazione eoo interesse particola!c polche Clarel gli aveva detto che la cassetta conteneva uno strumento cM ottica. Scoperchiata la cassa, darei ne estrasse Infatti! una specie di specchio a parecchie sfaccettature, un apparecchio molto complicato il cui uso pareva sfuggire completamente ai Walter. — aio diavolo volete faro di questo? — Appenderlo sempUcemlnte alla nostra (tnostra. No constaterete beti presto lutili»! — rispose Clarel. .. . L'Installazione dello specchio era appena tciTOimata quando fu suonato di nuovo. Una specie di Intuito indicò senza dubb'o a Clarel .ohi era la persona che gli faceva visita, perchè si incaavcù egli stesso di andare ad aprire, 1 _ india soiitiriftin 1 — esclamò trovandosi dinanzi Elena e Perry Bennet. — A che cosa devo il piacere della vostra presenza qui? — E' un affare molto se^'o che ci conduca qui, amico mio! — disse Elena. _ Molto grave, anzi! — ripeta Perrv Bennet 11 grande poliziotto aveva Introdotto 1 suoi ospiti -nel salotto, senza che un muscolo del suo volto avesse trasalito all'annunzio del nuovo avvenimento che e! preparava Elena si affrettò a porgergli Va lettiera rceVute da suo cugino Bennet e Clarel la lesse più volte attenta tr-'-nie. — Chi farete? — 'irtewego Elenu'' I MISTERI DI NEW-YORK Romanze di Pierre Decourcello it> y Romanze! ... it>. .-y _ ^ffiX-- — Cinque uomini esplorino tutta la casa: Dieci altri scendano con mo al piano tei-wmol I banditi si guardarono attorno senza scorgale nessuno. — E' fuori nell'anticamera! — disse Dago. — PrestoI (uggiamo dalla finestra. Come so avesse udito l'avverti me uto del bau- dito, la voce prosegui — Impugnate le ri'" tlerel voltelle e non date quar- lin"quel medesimo Istante si udì un rumore di passi dalla parta della scala: — Qualcuno scende! - disse Dago concltaoamamte. — Bisogna fuggire. ^-Ma pmna mi vogHo ùm>ossessare dei documenta - fidò l'uomo dal fazzoletto rosso. di gridare labi

Persone citate: Dago, Perry Bennet, Walter Jameson

Luoghi citati: Eleaa, Filadelfia, New York