Come sorse alla Camera

Come sorse alla Camera Come sorse alla Camera laproposta diinquisresul contratto fallto ' e a o o a e a o e i a * i o e a e , i * o ae a o mie-; b- o, na a eRoma, 14, notte. Un fatto nuovo ha sconvolto oggi la situazione parlamentare. L'incidente CrespiArlotta, che da una settimana si trascinava nelle aule di Montecitorio e su per le colonne dei giornali, invece di chiuderai, si è allargato assumendo ie proporzioni di uno scandalo e generando la proposta partita dai banchi dei socialisti e dei repubblicani di un'inchiesta parlamentare. Quanto avvenuto oggi alla Camera suggerisce una serie di riflessioni assai melanconiche. La proposta di un'inchiesta parlamentare, non su fatti remoti e precedenti alla guerra, ma per trattative corse durante la guerra tra un ministro del Gabinetto al potere ed un deputato, costituisce un doloroso episodio della vita pabblica italiana, destinato a produrre all'estero un'impressione non certo noi favorevole. Come si è lasciato ingrossare questo incidente? Come il Governo ai trovato impreparato dinanzi alla propoetdi un'Inchiesta parlamentare? Come il Presidente del Consiglio, dopo aver invocatun voto di fiducia per respingere la propoeta d'inchiesta, dovette poi accettare la soluzione regolamentare indicata dal presdente: della Camera, permettendo che venglasciato il passo alla domanda d'Inchiestainviandola agli uffici? Ecco altrettante domande, alle quali è difficile rispondere, qualora non si voglia riconoscere che al Minstero nazionale è mancato oggi l'affiatamento necessario. Il Governo doveva prevederquanto è avvenuto. L'on. Crespi da parecchgiorni aveva pubblicato e preannunciatquanto disse in pubblica seduta. Tutte lipotesi dovevano pertanto essere preventvamente esaminate. 11 Governo doveva evtare che, mentre il paese è in guerra, uministro venga coinvolto in uno scandalparlamentare ed accusato di giovare aginteressi degli armatori. Il Governo dovevinoltre evitare di trasformare, cóme ogpfece in buona fede l'on. Boselli, una questione di responsabilità individuale in unquestione politica, chiedendo alla Camerdi dare sull'incidente Crespi-Arlotta quel voto di fiducia che essa deve dare soltanto Iseguito, come responso alla politica economica del Ministero. Il Governo non ha fattnulla per prevenire le maggiori conseguenze, all'infuori del tentativo iniziale di sopire l'incidente. L'on. Arlotta, con la brevallusione alle sue polemiche cbll'on. Crespcontenuta nel discorso ministeriale, si erinfatti dimostrato animato, nella forma ameno, da intenzioni conciliative. Il ministro dei Trasporti riconobbe chl'onorabilità del «no avversario non era maSitata posta in questione e che lecitamentcome deputalo l'on. Crespi aveva propostun affare al Governo. Ma ciò pare non bastasse al deputato lombardo. Nella sedutdel 3 marzo il ministro dei Trasporta si erlasciata sfuggii re l'affermazione che l'onCrespi aveva .proposto al Governo un affare immorale. L'on. Crespi pretendeva unpura e semplice ritrattazione. Invece l'onArlotta mantenne sostanzialmente la sudichiarazione, attenuandola soltanto coqualche frase deferente verso il suo contradditore. Data questa situazione Inizialle buone intenzioni deil'on. Arlotta non vasero a comporre l'incidente che si allan-gper le espLicite accuse dell'ori. Crespi. Dal'ampio dibaittito, che per volontà della Cmera, il presidente Marcora non potè frnale, sono venute in sostanza in luce seguenti vicendevoli accuse: L'on. Crespaddebitò all'on. Arlotta di avere espósto |tsu* proposte per l'acquisto ,di piroscafi iInghilterra in termini errati al Comitadei m infeltrì che doveva esaminane la prposta Crespi, così da provocare una deberazione collegiole del Comitato stesscontraria affli interesse dello Stato. Inotre ,ciò che è più grave, l'ani. Crespi, mosaccusa al mjjiistro ded Trasporti di volfavorire gli interessi degli armatori a .dano degli interessi de-i cotonieri'. L'on. Alotta, a sua volta, respingendo l'ingiurdtìll'óddebiito di avere favorito interessi dsuoi amici meridionali, affermò che l'oCrespi intendeva di far valere la sua qulità di deputalo per imporre al Goverun affare vantaggioso a ludi come agli indstriali ed amici suoi., consoci dea Doks-Ctoni. Di fronte a questo spallegglamento responsabilità, doveva scaturire inevitabmente la proposta di un'inchiesta parmentare. La proposta parti contemporanmente^ da oppositori del Governo, comesocialisti uiìicdali., c da ministeriali, coi repubblicani. Gli on. Modigliani ed Kgenio Chiesa si sono incontrati sul terredell'inchiesta. I] ministro Soialoja tentò scongiurare la tempesta. Il suo intervennella discussione non potè però notevolmte spoetare la situazione L'ex-guard&aigiredma d*Ma Russia, forai $ù al , a a . a n , ò e i e n o o e r ra ei n. ao uodà laa i me u no di to nVl, degli schiarimenti. Il presidente del Consiglio fece invece una proposta precisa: cioè la reiezione dell'inchiesta. Sorse a queslo punto la questione regolamentare. Un divario di idee si manifestò tra alcuni ministri é la presidenza della Camera. Intanto, poiché la tempesta aumentava, il presidente sospese la seduta, dando il tempo ai ministri di riunirsi a consiglio nello stesso palazzo di Montecitorio. La calma portò la riflessione. Il Governo aderi all'opinione del presidente della Camera e l'on. Marcora, riprendendo la seduta, potè proporre,, senza contrasti, l'invio agli uffici della proposta d'inchiesta parlamentare. La calma subentrò cosi alla bu fera. Gli uffici della Camera esamineranno sabato le due proposte d'inchiesta, di poco dissimili. Quella dei socialisti dice: « La Cttmera, udita la discussione sul contratto proposto dall'on. Crespi, delibera la nomina di una Commissione d'inchiesta». Quella dei repubblicani è cosi concepita: a Una Commissione parlamentare d'inchiesta, composta di cinque deputati, nominata dalla Camera, sarà incaricata di accertare i fatti relativi. ài noli pagali durante la guerra dallo Stato per le sue forniture, anche in relazione al contratto progettato nel luglio del 1916 dalla Società Doks Cotoni, presieduta dal deputato Crespi ». Non è possibile dire ora quale accoglienza troveranno dinanzi agli uffici le due proposte. Le riflessioni che predominano negli ambienti parlamentari sono queste: Le proposte inchieste creano una difficile situazione all'on. Arlotta. L'affare proposto dall'on. Crespi all'on. Arlotta e, col suo mezzo*, allo Stato, viene generalmente giudicato poco vantaggioso, nel momento in cui fu proposto. Anche se i successivi aumenti dei noli sarebbero venuti a rendere vantaggioso il contratto Crespi, l'on. Arlotta doveva giudicare in base ai prezzi dei noli nel giorno in eui il contratto doveva concludersi. Sostanzialmente dunque si ritiene che l'on. Arlotta abbia giustamente esitato Dell'accogliere la proposta Crespi. Viene poi generalmente discusso se l'on. Crespi, per il fatto di essere deputato, dovesse astenersi o no dal trattare affari collo Stato. I pareri sono divisi. Taluni ritengono che i deputati non devono trattare affari. Altri sostengono invece che, quando si. tratta di giovare allo Stato durante la guerra, 1 deputati possono proporre contratti al Governo. Si concorda però nell'osservare che se l'on. Crespi ritraeva un utile personale dal contratto proposto, la sua posizione, come deputato, veniva a risultare assai delicata e piuttosto difficile. 91 osserva infine che più opportunamente l'on. Crespi avrebbe agito astenendosi dal portare alla Camera le fallite trattative per un affare nel quale egli era direttamente interessato. cacdddm2lnro m ML Sii iiUili ter gli muli ili guerra La discussione in Senato Roma, 14, notte. La seduta è aperta alle ore 16,10. Si riprende la discussione della legge per gli orfani di guerra. Dopo l'approvazione dell'art. 3.o DALL' «LIO sottosegretario di Stato per le munizioni dice: « Agli industriali, quando vennero a Roma, feci appello perchè dessero e dessero largamente per gli orfani di guerra, e gli industriali hanno risposto con telegramma del sigr Dante Ferraris: Ho l'onore di confermare all'Eccellenza Vostra che gli industriali di tutta l'Italia, accogliendo come sempre con vivo slancio l'appello lord diretto dall'Eccellenza Vòstra, daranno il massimo loro contributo per gli orfani dei nostri valorosi soldati, che con nobile eroismo hanno fatto e continuano a fare sacrifìcio della loro vita per la maggiore grandezza del nostro paese, per il trionfo della civiltà enlla barbarle. Comunico ancora all'Eccellenza Vostra che mentre si sta organizzando' la raccolta dei fondi, sono gii pervenute rilevanti offerta E' uno raantfe stazione di solidarietà nazionale. Gli. industriali, con sentimenti italiani, daranno largamente. Questo può assicurare sin d'ora- Le eroiche madri italiane nelle loro umili capanne, sappiano che questa schiera intelligen tè di industriali, che ha fatto tanto per la guerra, troveranno ancora di che alleviarne I mali, e che noi tutti lavoriamo e diamo per la grandezza della nostra patria. ' Aprii ausi vliiiztiml e prolungati). BAVA BEOCARIS, presidente della Commissione speciale, esprime la soddisfazione della Commissione speciale, e crede di rendersi anche interprete dei sentimenti del Senato per la comunicazione fatta dall'on. Dall'Olio. Il Senato accoglie con grande simpatia il contributo degli industriali che intendono dare all'assistenza degli orfani di guerra. Approvato con la riserva al comma a) delle parole a è inscritta ìa somma di un altro milione > l'art. 31, 11 seguito della discussione è rinviata a domani. La seduta * chiusa alto

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