INTORNO Al RIMEDI

INTORNO Al RIMEDI è o i e a a i o a o i - oo scala deKli aumenti. Questi, come le cifre Pubblichiamo il terzo ed ultimo articolo sulla questione dei sottomarini. E' da notarsi che questi articoli furono scritti fra la fine di gennaio ed il principio dì febbraio. Ma la censura navale torinese ne aveva in modo assoluto proibita la pubblicazione; ta quale fu subilo concessa dal Ministero della marina a cui si era [atto ricorso. ® LONDRA, febbraio. «Se noi perdessimo la padronanza del mare, — scrive il Dailg Chrqnicle, — tutti i sacrifici, tutte le imprese degli Alleati sarebbero, in vano. E la Germania sta ora tentando appunto di vibrare con i sottomarini un colpo mortale al cuore della nostra potenza marittima ». li' un colpo, assicurano i tecnici dell'Ammiragliato, che si può parare, e che sarà parato. Ma, prima di veder come, conviene misurare meglio la sua portata in base agli ultimi i-agguagli di pubblica ragione. J. Dal principio della guerra a lutto il gennaio scorso, calcolava ieri alla Camera dei Lordi l'ammiraglio Beresford, le navi inglesi, alleate e neutrali perdutesi furono 2300, per un totale di circa 4.000.000 di tonnellate. Nel frattempo, però, si costruirono nuovi'vapori, e si inclusero nel naviglio disponibile molti bastimenti nemici internati o catturati. In tal maniera si provvidero 3.000.000 di tonnellate fresche per colmare i vuoti. La diminuzione reale di naviglio mercantile durante il periodo in parola si ridusse così a circa 1.000.000 di tonnellate. Non fu dunque terrificante. Lord Cùrzòn, anzi, nella stessa seduta alla Camera dei Pari, l'ha esposta in guisa da al tarmare ancor meno. Nel-luglio 914, egli ha detto, l'Inghilterra possedeva 16.8."0.0O0 tutinellate di naviglio superiore alle 1600 tonnellate. Alla line del gennaio scorso,.la marina mercantile inglese- segnava nella slessa categoria un tonnellaggio complessivo di ie.000.QOO. In .numero, essa contava prima 3890 navi di lungo corso : poi, 35-10." Quindi, in trenta mesi, una perdita assoluta di sole 350 navi, corrispondenti a non più di 850.000 tonnellate: cioè il 5 o il 6 per cento del totale. Lord Beresford, peraltro, volle entrare In dettagli. Egli forni una statistica scalare delle perdite. Dal principio della guerra alio scorso novembre, affermò egli, le navi mercantili inglesi, alleate e neutre colate a fondo furono intorno alle 1300; fino agl'inizi di dicembre furono 1100; e fino al termine del gennaio scorso risultarono, come sapete già, intorno alle ?300. Dopo di cho, l'ammiraglio accennò anche alle perdite verificatesi dopo il l.o febbraio, cioè da quando si ò aperta la nuova campagna sottomarina. « Negli ultimi sette giorni, — egli ha constatato, riferendosi al periodo dal 6 al 13 corrente, — abbiamo perduto un 150.000 tonnellate, di cui 105.000 erano inglesi. >>. Dunque, pur trovando conforto nei totali, non bisogna chiuder gli occhi alla di Beresford attestano, furono già accen tuati negli ultimi tre mesi. Essi si sono pronunciati anche più dal l.o febbraio in qua L'altro ieri, VObserver computava che » ne I&U esordi della loro nuova campagna, i , tedeschi hanno affondato, in media 18.000 i ' » >, i j, . ■■ , • • j- e tonnellate di naviglio al giorno. La media precedente era di circa 12.000 al giorno, - Ciò significa che, almeno nel periodo Ini essi hanno elevato la somma dei loro r affondamenti in ragione di circa il 50 per cento ». Non è detto, naturalmente, che questi rialzi perdurino. VObserver si attendeva ovviamente, per le due o tre settimane iniziali della nuova campagna, un rincrudì l rie e e- mento di perdite. Un certo equilibrio, assisi cura il giornale, tornerà entro breve. E e anche Beresford è lungi dallo sbigottirsi, o ... . , t . r ». o "Non e il caso di diventare isterici, — ha o avvertito. — Tutto considerato, fino ades- a- so abbiamo saputo cavarcela ancor bene, e mn ò ine ta re a. il o, a si e e. li, a gli ri. iero mire ee sapremo cavarcela anche meglio iu .av¬ venire. Ma dovremo affrontare tempi duri » Perchè le navi realmente disponibili sono assai più scarse di quel che sembrino indicare i calcoli totalizzati delle perdite e delle sopravvivenze. Infatti, Lord Cuizon ha ammesso che il 75 per cento del naviglio mercantile inglese è ora adibito a funzioni militari e navali ; cosicché sol tanto il 25 per cento serve a soddisfare bisogni della popolazione civile nel Regno Unito. Inoltre, come osserva II Daily Telegraph, «non ci sono più vapori tedeschi usufruibili per colmare parte dei vuoti, e gli affondamenti annunciati adesso giorno per giorno rappresentano deduzioni da un aggregato più piccolo che in passato, e non sono soggetti a sconto». n. Per metter riparo a questa situazione sarebbe gran fortuna se si potesse escogitare un rimedio sovrano. Ma, contro i sottomarini, l'unico toccasana che il critico navale della Momlng Post riesce a concepire è questo: la distruzione della flotta nemica nel suo insieme. « Fatto ciò, — arguisce egli, — è fatto tatto. Se non si può, l'azione della nostra flotta, ir- qualunque cosa consista, diventa di -<daria importanza. Alcuni dicono che - - - <u-dilcnsdglevèètodfpctmmpmcdscgrvttacMs LA MINACCIA SOTTOMARINA INTORNO Al RIMEDI (Nostra corrispondenza particolare) e " e , e a — o n i a i 0 a , o r i a E , a - , v¬ oo e el o l o ehi e o n e e itco eta rsi nia u- dizioni esistenti, è impossibile distruggere il grosso delle forze navali nemiche. Se così è, non avremo decisione. E al paese non resta che di fare assegnamento su misure secondarie ». Ciré è anche il parere di Lord Lytton, il portavoce dell'Ammiragliato alla Camera Alta. «Per sgombrare le acque di questi appestatoli, — confessava egli ieri stesso all'assemblea, — non vi è alcuna particolare panacea. Il pericolo è di quelli che si possono affrontate soltanto con felici combinazioni di gl'ari numero di misure, in parte difensive e in parte offensive ». In che consistono? Talune, in puri e semplici palliativi, intesi a raddolcire i bruciori che gli affondamenti recano, a rattopparne i guasti, e ad elevare il rendimento del naviglio che la scampa. La limitazione dei consumi per diminuire le importazioni, e farvi bastare un minor numero di stive; l'autorizzazione a disporre carichi anche in coperta, e a .sorpassare di qualche grado la linea legale d'immersione ; la trasformazione di transatlantici in navi onerarie ; le misure contro le congestioni ferroviarie o portuario per ridurre al minimo le soste dei vapori ; la provvisione di vascelli di scorta por i piroscafi traverso le acque più infeste; l'allettamen to del naviglio neutrale: — questi, e tanti' altri, sono i palliativi che contro la minaccia sottomarina vengono adottati quassù. Ma essi non le cavano i denti, e non possono sognarsi di ridurla all'impotenza. 11 vero problema, che suggerisce anche I rimedi più diretti, vieu messo in un nocciolo dall'Ooseri'er : « I tedeschi stanno costruendo sottomarini più rapidamente che noi non ti affondiamo, e stanno affondando maggior quantità di navìglio che noi non si costruisca. Entrambe queste condizioni vanno mutato». Ed. eccoci ai due ripari essenziali, — affondare più sottomarini, costruire più navi. Secondo certuni, il rimedio precipuo starebbe nella costruzione di. nuove navi in gran copia. « Costruire, costruire, costruire I » hanno insistito organi àntipodici come il Daily News e il Daily Tclegrapli, travedendovi la soluzione principale del problema. Ogni nuova tonnellata di naviglio che il nemico affonda, una tonnellata di naviglio nuovo si lancia in mare, ed ecco sventata la minaccia ! Il Daily News crede che ciò sia perfettamente praticabile. Dei cantieri ce ne sono. Soltanto, mentre i quattro quinti della loro opera, dui principio della guerra, furono dedicati alla flotta, adesso occorre mutar metodo. La flotta deve possedere, su quella nemica, un margine ormai più che abbondante di superiorità; e gli organi entusiasti per lo nuove costruzioni vorrebbero veder dedicata al naviglio mercantile la potenzialità maggiore dei cantieri. La cui produzione, essi sostengono», dev'esser moltiplicata ad ogni costo. Essa raggiunse nel 1913 quasi 1.500.000 tonnellate. Nel 1917 deve salire, dicono, almeno a 2.500.000. Che importa se l'anno passato scese a mezzo milione soltanto? Urge ristabilire ai cantieri tutte le maestranze loro, richiamando dall'esercito non poche migliaia di costruttori di navi che sono stati arruolati. Urge adottaro un nuovo sistema di costruzione, basandosi sopra un tipo unico di nave oneraria sulle 6000 tonnellate, — non più di dieci nodi, suppi-strutture ridotte al minimo necessario, finiture della massima semplicità, il tutto stereotipo, fatto con Io stampo, a grande velocità... Questo piano ò stato in parte adottato. 11 principio della slandardisalion, ottenuto il passaporto, ha rivoluzionato le lavorazioni dozzinali, e Lord Curzon ha potuto confermare ieri che mezzo milione di tonnellate di naviglio tipo unico stanno in cantiere da qualche settimana. Un osservatore pacato pensa però a varie cose che Io rattengono dal salire in visibilio: — ai mesi Ui% lavoro che anche queste nuove costruzioni « standardizzate » esigeranno : alle difficoltà da superarsi per raggiungere, nelle condizioni attuali, una produzione veramente forte iu questi dodici mesi ; al curioso fatto che non si cominci subbilo a costruire, anziché delle navi ortodosse, dei vapori mercantili sommergibili, delle flotte di sottomarini da carico! Tanto bisognerà arrivarci : e chi primo ci. arriva, meglio per Iuil Seguitando invece a concepire delle pure navi da superficie, le nuove costruzioni non rappresentano affatto, contro i, sottomarini, quel rimedio portentoso che I loro entusiasti vi travedono. «La provvisione di nuovo naviglio, — scrive .il Daily Chronicle, — è stata in trapresa il più strenuamente possibile ; ma, anche nella migliore ipotesi, essa è inadeguata. La minaccia sottomarina non si può sventare procurandole maggior numero di vittime. Noi non stiamo costruendo, nè possiamo costruire, un volume di naviglio che possa tener testa a quello che ci viene distrutto. Attualmente (primi di febbraio) tanto tonnellaggio ci viene affondato in un mese, quanto siamo capaci di produrre soltanto 1n sei. Non schiacceremo mai il sottomarino aumentando semplice: mente le nostre costruzioni». E il Times rincalza: «Più navi fabbrichiamo, e più vittime offriamo, a] nemico, a suine cha il lapatagezioinzoil mcasocobiprnomvasuviauDchi cogtrpqsu| senbn«cpcgsmslnSsCscpignEqaadlpcsrvt n a s i a n a i i i , a e e i tei o o. uoodi o se — e : nueuboi, nr a le fio eo, n e ; è on undi he di ndi mo ce: es più il lavoro del nostri cantieri non sia accompagnato da misure offensive realmente vitali ». III. Qui passiamo al rimedio più diretto e genuino, al vero rimedio bellico: la distruzione dei sottomarini nemici. Questo, coma indicava ieri anche Lord Curzon, è il mezzo davvero effettivo contro la minaccia'. E' il colpo al tronco. E si esplica da un Iato/ mercè l'armamento di tutti i vapori mercantili, dall'altro mediante la caccia ai sommergibili in crociera. L'armamento delle navi è una risorsa considerevole, purché però il pezzo, (preferibilmente i vari pezzi) di cui il valore è provvisto sia di un certo calibro. OccQf/O'' no almeno cannoni da 100 ò 110 ; calibri minori, secondo Poliéh, il criticò rtflyalé. valgon niente. E non bisogna esagerare sui vantaggi che un vapore bepe armatoviene a godere. Il nemico, oggi, reca un*' armamento da incrociatore, presentando, un bersaglio microscopico e labile- Onde il: Doibj Chronicle argomenta: •«Quand'anche tutte le navi mercantili fossero armate;' i sottomarini le attaccherebbero lo stessa con impunità, riuscendo subito, dòpo a svignarsela. Essi lanciano siluri lasciando travedere soltanto i loro periscopi, e scozn-' paiono sull'istante». L'armamento, dunque, può assistere, ed assista in buona misura, specie costringendo il sottomarino ai | servirsi più spesso dei siluri che dèi cannoni. Ma resta incapace di risolvere il prpblema. La soluzione va cercata piuttosto nella caccia sistematica ai sottomarini.. . « E' solamente con una controffensiva —' conchiude il « Daily Chronicle » — che noi possiamo liberarci da questa minaccia. Ciò che ci occorre, e che le risorse del nostro genio navale dovrebbero saper' escogitare, sono nuovi mezzi per distruggere"! sottomarini ». Questo spetta alla marina da guerra. E* . sopratutlo un quesito scientifico, che va lasciato ai tecnici dell'AiruTiiragliato, e cho nessuno può discutere in pubblico. Conia Sir Edward Carson ha dovuto riconoscere, si tratta di un problema, assai difficile. Lord; Curzon ha accennato od invenzioni che si stanno applicando è sviluppando per la caccia ai sommergìbili ; Lord Lytton ha parlato di « misure speciali », .che sebbene' in vigore da soli quindici giorni, «hanno-» già dato i più promettenti risultati ». Ma non stupisce che, al tempo stesso, sii* Edward Carson ammetta la sussistenza di qualche ansietà nei tentativi di. soluzione, ansietà che. peraltro. « serve ad incitarci a sforzi anche più grandi nella speranza di risolvere il problema». Infatti, una soluzione non può essere agevole neanche per la più esperta marina del mondo, perchè il quesito è singolarmente nuòvo. « Questo nuovo genere di guerra marittima — riflette il « Daily Mail » — è talmente diverso da quello tradizionale, che 11 possedere esperienza nella guerra navale,del passato riesce più d'ingombro che di vantaggio. Quel che occorre è una grande elasticità di mente». A nuovi mali, nuovi rimedi.. Ma tutto quel che si può riferire si riduce a poche uova di Colombo. Moltiplicazione di campi minati, specie per sbarrare ai sottomarini il passaggio settentrionale fuori dal Mare del Nord; moltiplicsizione di destroyers,- dei quali Lytton dice che «tutti i cantieri del mondo non sarebbero buoni à ' costruirne quanti ne occorrerebbero»; e, infine, uni aereo1 accenno dell'Obseruer alla' possibilità che, contro il nemico sott'acqua, vengano sferrate anche molte risorse aviatoic, « uue<lia.me certi appigli e certe adattazioni dell'areoplano... ». Non c'è, comunque, tempo .da perdere. « In termini generale — riletta il critico della Morning Post — la situazione può definirsi come una corsa contro il. tempo. Se la -Germania riesce a distruggere un 'bastevole numero di navi, sia neutre: che belligeranti, prima di essere sconfitta per terra sconfitta sia dalla pressione delle fòrze e« conomiche che <Ji quelle armate; o di'entrambe), allora essa vincerà la guerra. Sa inveco gli Alleati riusciranno a mantenere sufficienti trasporti' marittimi, vinceranno; loro ». Orbène, dal canto proprio, seggado il Daily Neivs.. «i tedeschi stanno' giuocan» do. d'azzardo sui tre o qùatfrò- prossimi mesi »: e il Oaily' Chrtmiele proclama che « questa guerra itarà vinta o uetduta intra il prossimo trimestre ». .« Tutti i rimedi disponibili devono quindi accelerare il loro rendimento. Ma non molto potrà fare il rimedio delle nuove costruzioni. « Sarebbe errato — leggiamo nel Manchester Guardian — contare sull'ausilio delle nuove navi di tipo unico per il periodo-più critico del blocco sottomarino, giacché la più parte di esse non potranno, essere pronte che tra sei mesi ». E neppure il rimedio dell'armamento delle navi potrà esplicare la sua intiera efficacia entro questo termine. Pensate al metallo e agli no* mini che ci vogliono per armare 3^00 navi-. Polveri calcolava, qualche settimana fa, che già 500. di esse fossero armata, beninteso di un solo pezzo. Per munirle tutte allo stesso modo occorrono 3000 cannoni da 110. e (1000 artiglieri scelti. Se poi si ri« solve di fumar le navi, come gioverebbe con almeno due o ire pjgjgi, fiUMia,

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