Reati e Pene

Reati e Pene Reati e Pene o e l o e » , to a e e , zò l r1 e loal n i l a o e e n o an a , re, e umo ici eenea te aa a ni i rie ia z 11 ooLe deposizioni nel processo dei Canali Cavour (Tribunale Penale di Torino — Sezione VII) A forza di insiatere, si è ottenuto che la prosecuzione delle udienze avven.sse nell aula della Corte d'Assise, che presenta delle cor dizioni di temperatura sopportabili. Il capo dalla ^ammissione d'tnctilaela Iniziatasi l'escussione dei testi, sale por primo alia pedana il comm. Ghino Fucini, che fu presidente della Commissione d'inchiesta sulla gestione dei Canali Cavour. Il teste rifa la storia dell'inchiesta, esponendo la sua genesi, dai primi sospetti Ano all'ordine ministeriale della necessità di una minuta indagine. Furono allora interrogati, contemporaneamente e separatamente, gli Ingegneri Mazzini, Cremonesi e Casalls- Si venne cosi nella conclusione che la somma scoperta, rimasta, a mani dcU'lug. Mazzini, si riduceva a circa 17 mila lire ricevute nel 1011 dall'Animi 11 istraziona. La Commissione non credette di tenere per buone le giustificazioni dell'Impiego di 12 mila lire sulle 17 mila, date dal Mazzini in un memoriale diretto al Ministero, perchè i lavori relativi* erano stati appena Iniziati. Intanto 11 Ministero aveva deferito ogni cosa all'Autorità giudiziaria; tuttavia la Commissione continuò nelle sue Indagini. Il comm. Annibale Barisone, intendente di finanza, ricevette nel 1914 Incarico' dal ministro Daneo di compiere private indagini sul Canali Cavour. Sùbito dopo venivano fuori nuove e gravi risultanze, per opera specialmente dell'ing. Battaglia. Fu In seguito ai frjlò cho propose al ministro una regolare-inchlesta. apertasi nell'agosto 1915. e che comprese numerose Indagini, interrogatorll, confronti. Conferma che l'ing. Casalls non ritrasse alcun illecito profitto, e scontò solo le conseguenze della propria giovanile inesperienza. Quanto Invece all'lng. Cremonesi, sostle- ■ che. se in rulnclnlo poteva essersi lasciato Illudere dalla buona fede del iVfazzIni, quando pot* poi accorgersi di come realmente stavano le cose, era per lui rronpo tardiL'Ine. Mazzini era un uomo autoritario, che s'Imponeva con una volontà Indomabile. Il 1es*s non si è formata ileuna Idea precisa riguardo alla responsabilità del Fanser. del rrnalp se ò risultato da un lato che tenesse clandestina corrfsnonrtenza con qna'che Impresario, non crede tuttavia che ahhta agito con la coscienza di far male. Il Mazzini esercitava una> vern suggestione sul suol dipendenti : dò htttavli non rmò bastare a sc.u. snrll. il teste snfpe-a nnrora come l'orrt'narla cestlone del Canati Cavour sin andata (rrad«'amente aumentando fino n raggìunffere dreq 1 <ìnt> milioni 'di llrp. CM rlsnPa che eli incoinoti erano al corrente delle Imtntrinl nnr?i"i"T la Commissione d'inrhleMa - l'archivista PoscMnt era tra i-n Informatori: roii ciò non recò a'cnn preirindlzio all'onere della Commissione stessa, ,1,'liior. comm. Ornillo Arfmnnrli faceva narte della Commissione, e rtirhiiir- che aia da anni addietro ehhe a der-lomve vivamente 1 sistemi del Mazzini, che metteva in non cale 1 regolamenti, come mire conciaio di -rnscurnre i lavori a cottimo, p.opsln-llan-lo r.lnttosto quelli a. misura.' «osHf-ne che il Fauser non fu che una vittima del vrn77ini. e riferisce noi sul varil minti nreci in esame rinlln Commissione. Vfa'e Fdonrdo «•tino-nrflcfn del Canali nl'a nire7Ìon^ di Vercelli dì chiarimenti sulle indagini f't'e in rnnt"wmy II cav. r,n1<ri Torre, cano-dlvislone pi Ministero delie flnan'/e. da snlecra7ton1 ciille vero ntrrihlizloni del Foschinl. difendendone t'i-tnprafri. U teste Ferraris Pietro, custode dei canali demaniali, addetto all'Ufficio di Santhià, dì chiarimenti sull'assunzione degli operai in servizio. A proposito di mercedi che sarebbero etate percepite da certi Barbonaglia e Inluslo, Il teste asserisce cho detti operai non erano sul lavoro, ma le mercedi non rurono simulale, bensì le percepirono altri operai. Vengono quindi richiamati il comm. Fucini, delli Commissione d'inchiesta ed il comm- Barisone, per spiegare alcuni particolari sulla compilazione delle liste degli operai. 11 geometra Carena Giovanni, direttore dell'Ufficio tecnico d'i Vercelli, afferma che il comm. Mazzini accentrava in se tutta l'Amministrazione, e gli lmpiega-ti ne avevano grande soggezione, por non dire timore. Nella contabilità dei lavori di Casale, rilevò una parte e 'l'altra Invece alterata. Rilevò pure che alcune opere, effettivamente eseguite, non figuravano nel conti, mentre per altre era segnato un importo maggiore del vero, per 11 doppio ed anche pel triplo- li custode Abbiati Giuseppe concorreva ench'egli. come assistente, 'nella redazione delle liste degli operai, e riferisce che una volta Mazzini gli fece firmare, dopo averlo minacciato di trasloco, una di queste Uste in bianco. Andato poi In trasloco a Pavullo. vi ricevette la visita del comm. Mazzini, che gii espose di essere In lite con l'ing- Battaglia, e gli raccomandò di asserire che le liste delle paghe degli operai erano conformi a realta. iS-u domanda espressa dell'ing. Casalls. riconosce come a volte accadesse che. per sistemare la contabilità dei cottimisti, si facessero figurare come impiegati nei lavori degli ope rai che Invece non esistevano allo scopo di poter soddisfare, sotto questa finzione" contabile, gli operai ad economia. E" la volta dell'ing. Ferdinando Battaglia che era capo-ufficio alla direzione <lii Novara. Egli espone al tribunale come funzionasse la amministrazione, sotto la direzione assolutista ed Intransigente del cdrom- Mazzini. L'Ingo gnere Mazzini faceva affari, trattava transazioni e provvedeva a tutto 11 resto, senza richieder mal il parere dell'ufficio e del teste se non per ratificare, d'autorità, i fatti compiiu'i. Non vennero mal da lui convinicati i documenti che si riferivano alle varie partite di lavori. Gli risulta che 11 Mazzini ebbe a rimettere una caratura di 25 mila lire in un'anonima. RI corda che. durante una sua gita a Roma, alcuni ■ do-=sier » scomparvero -rlaglrt archivi dell'ufficio, tanto che vi furono dopo serie difficolta per ricostruire la oontabtltà dell'Azienda Il teste ritiene che il Serra non fosse altro che un prestanome. Crede iì Tarlerò un brav'up mo. 11 Cremonesi un ambizioso: entrambi i»i vittime disgraziate del Mazzini- Per violazione dei diritti di autore (tribunale Penale di Torino - 2 febbraio). Il cornai. Carlo Vigliardi-Paravla dovette comparile al giudizio del Tribunale imputato di contravvenzione continuata a mente dell'art. 32. cap. 33, della Legge 16 settembre 1882. sul diruti di autore per avere pubblicato diverse antologie ad uso scolastico, ove si contenevano brani delle opere del Seitembrini e del De-àanciis. nelle quali vantava diritti d'autore la Casa Morano di Napoli, per quegli squarci degli illustri scrittori. Quest'ultima ebbe di già a querelare per Identici faiti 1 principali editori del Regno, e parecchie di' queste cause si ebbe a dlscu. tere con alterna vicenda. La Difesa del comm. Paravia sostenne anzitutto che non vi eia stata contraffazione, perchè non si erano pubblicati che pochissimi brani, del più notorli, dei prefati ben noti autoii. In antologie a scopo di lettura e Ji educazione. Sostenne poi che in ogni caso la violazione dei diritti di autore non poteva addossarsi alla Ditta Paravia, che aveva in perfetta buona fede accolto manoscrlttii degli autori 'e compilatoli delle antologie. Tale buona fede la Difesa documentò con molte prove, fra le altre, con la produzione di molle antalogie, pubblicate da altre Case editrici e contenenti gli stessi squarci letterari! incriminati. ■ U P. M. aw. Bruno, chiese egli stesso l'assolutoria del giudicabile per insufficienza di prova sul dolo. Il Tribunale andò più in lai « facendo buon viso alla tesi defensionale pronunciò sentenza di completa assolutoria per inesistenza di' reato, revocando il sequestro delle opere incriminate. Presidente-, cav. Testa; P. M,: V. Bruno; Difesa: aw. Farinelli e Ferruccio Foà di Milano.

Luoghi citati: Casale, Milano, Napoli, Novara, Roma, Santhià, Torino, Vercelli