I vari aspetti dello spirito pubblico in Germania dinanzi ai problemi della guerra e della pace

I vari aspetti dello spirito pubblico in Germania dinanzi ai problemi della guerra e della pace I vari aspetti dello spirito pubblico in Germania dinanzi ai problemi della guerra e della pace Manifestazioni della stampa e delle assemblee (Servizio «pedale della 8TAMF Zurigo, 16, notte In Germania è stato affisso il proclama imperiale. Le manifestazioni di solidarietà dei Principi confederati colle dichiarazioni di Guglielmo II continuano. Il Re di Sassonia ha telegrafato all'imperatore ripetendo le parole del re Luigi di Baviera e dicendo che i tedeschi sono decisi a difendere sino all'estremo ■ i beni più sacri e non riporranno la spada nel federo sinché: non sarà riportata la vittoria. Nonostante questi rumori e queste minacele, le speranze di pace continuano e rimane la fiducia nell'opera di Wilson. Il corrisponderne da New York della Gazzetta di Francofone telegrafa in proposito affermando di avere da buona fonte che la risposta dell'Intesa noti ha . tolto tutte le possibilità di continuare le discussioni sul problema della pace. Wilson comunicherà ufficialmente la Nota agli imperi centrali ed aspetterà una risposta dalla Germania. In Germania frattanto riprende più viva che mai la discussione sui mezzi di guerra e sul modo di costringere l'Intesa a fare la pace. Interessante è un articolo pubblicato da von Zedlitz, che or non è molto ha assunto il titolo di eccellenza. Egli dice : « Gli Stati Uniti finiranno col convincersi come non si possa pensare a negoziati di pace sinché gli avversàri non avranno cimentato la loro forza in una battaglia decisiva e la pace si potrà ottenere solo quando 1 nostri nemici saranno costretti a riconoscere che noi siamo vincitori. Pertanto, tutto ciò che può affrettare o promuovere la nostra vittoria affretta e promuove anche l'adempimento del desiderio americano di pace. Si potranno escogitare le forze che sono già state escogitate, le forme di guerra Inasprita dei sottomarini che tutelino però pienamente l'onore degli Stati Uniti. La conclusione di questi fatti è evidente. Il martello di Thor deve aprire con poderosi colpi in terra e in mare le porte che danno al tempio dtlla pace. - La » Gazzetta di Colonia ». commentando questo articolo, dice potersi supporre che nel campo dei conservatori indipendenti non si sarebbero fatte slmili affermazioni senza sapere di potersi basare su fatti positivi. I com' menti dei giornali fanno supporre che la Germania avrebbe trovato il modo di fare unaJ guerra inasprita dei sottomarini rispettando quelle garanzie che l'America vuole ottenere a tal riguardo. Lo stesso giornale poi, rilevando come le mosse e le contromosse per la pace siano ormai giunte alla fine, dice che il recente proclama dell'Imperatore ha messo punto agli episodi svoltisi finora. Tuttavia il tentativo fatto dalla Germania ha avuto qualche buona ripercussione e perciò è stata una ottima idea l'attuario. 1 neutrali onesti sanno ora come gli riessi tedeschi quale è la situazióne. Tutte le illusioni fattesi per poter avvicinare la pace col trattare i nemici mitemente, nobilmente, magnaqimemente non hanno fatto altro che incoraggiare gli avversari « .perciò, anziché avvicinare, hanno allontanato la pace, il che evidentemente non era nei desideri di quelli che avevano promosso l'agitazione- La risposta dell'Intesa alla Germania e a Wilson lo dimostra pienamente. I nemici : della Germania ritenevano che l'Impero tedesco fosse molto più debole di quanto esso sìa, più debole di risolutezza morale e di mezzi materiali e da ciò trassero il coraggio che ci voleva per formulare quegli Incredibili scopi di guerra che sono stati manifestati nella recante Nota a Wilson. Ora l'esperimento è stato fatto ed il risultato ò chiaro; ora sono essi che hanno messo punto ad ogni movimento imiirointe ad un ravvicinamento col nemico ». Il signor Scheidemann non vede forse ancora a che cosa abbiano condotto i discorsi: è arrivato il momento di mettere fine ai discorsi. « Solo l'operare ci può condurre innanzi nella notsra meta. Noi abbiamo dimenticato il sentimentalismo e abbiamo imparato invece che una lotta mondiale come l'odierna non può essere decisa che col sangue e col fuoco. Oggi, come prima, devono avere valore le parole <M Cancelliere : pronti alila pace, ma risoluti alla lotta: pronti ad una pace onorevole appena si possa ottenere (ed i nemici ed i neutrali non possono avere dubbi), ma sempre fermamente risoluti nella lotta pin aspra ove sia necessaria, sinché si possa sperare di avere dai nostri nemici la accondiscendenza verso le nostre condizioni di pace ». Interessante è pure un articolo di Teodor Wolf sul Berliner Tageblalt. Egli considera sovratutto il proposito dell'Intesa di voler an'nientare il militarismo tedesco. Lo scrittore deve ammettere l'asistenza di questo militarismo prussiano e che l'amministrazione generale dello Siato è viziata, sovratutto perchè piccola parte vi ha il popolo. L'intesa, come noto, — egli continua, — vuole ora liberarci dal militarismo. I ministri inglesi hanno recentemente dichiarto che il militarismo tedesco potè costituirsi perchè in Germania l'esercito non fu tenuto al posto che gli spetta. La potenza militare tedesca deve essere controllata efficacemente da un Governo basato su principi morali, oppure si deve annientare il pericolo, che essa costituisce, distruggendo ■la classe militare tedesca, in realtà — continua Wolf — nulla vi è di peggio e di meno virile del fatto che oggi i cosidetti liberali in Germania, che prima della guerra molto dicevano é scrivevano sopra le nv-'nifestaziioiil dei-liberalismo, si atteggiano oggi come non avessero mai partecipato o conosciute queste manifestazioni. Non solo è segno di debolezza ma errore confondere l'esercito col militarismo: ciò che si e combattuto un giorno di tale istituzione non è ciò che oggi si è assicurato il diritto alla nostra eterna riconoscenza ed alla nostra ammirazione. Comunque, che nell'ordinamento e nella costituzione tlell'Impero tedesco si debba iniziare un mutamento profondo è cosa che scorgono oggi molti, che ora ancora stanno desti- « Lo stato dei superiori » — per iisare una frase noia — è Sopravvissuto a sé stesso. E' impossibile che alcuni "uomini, che debbono dirigere i destini del popolo tedesco i.nche in avvenire, esercitino il potere senza la rappresentanza del popolo; è impossibile < he le decisioni avvenire e le fortune della nazione e della srande collettività avvengano Dure in avvenire senza il controllo del Parlamento, continuando nel sistema delle i>orte chiuse. Il sistema attuale deve eedere il posto al sistema parlamentare. La rappresentanza del popolo deve prendere parte al Governo ed alla responsabilità. Teodoro Wolf, dopo avar fatta questa esplicita dichiarazione, afferma che questo stato di -cose la Germania non può farselo imporre dal nemico ciò che certo in Germania desterebbe un sentimento molto prù forte ae\ sentimento di revanche che esisteva in Francia prima della guerra mondiale, giacché sarebbe questo l'unico sistema per rinvigorire e difendere anche nel popolo l'idea del pangermanismo. Insieme colle vivaci discussioni dei giornali si hanno anche vivaci assemblee in Germania. Frattanto la Camera di Commercio di Francoforte, la Lega dell'agricoltura, la Presidenza dei Consigli agriooli, l'Organizzazione cattolica delle donne, che conta 750 mila socio, hanno telegrafato all'Imperatore dicendo di aderire entusiasticamente all'appello del Sovrano al popolo tedesco e promettendo di svolgere tutta la loro attività per 11 raggiungimento della vittoria definitiva. Fra le numerose adunanze poi, che si tengono In questi giorni per discutere sui provi problemi attuali, ve ne furono due notevoli a Stoccarda: in una parlò 11 deputato Hausmann, il quale cominciò col dire che 11 12 dicembre fu una grande giornata politica in favore della pace. Ma, dopo avere ricordato come il nemico respinse le proposte tedesche, l'oratore continuò : « Bisogna che tutti noi siamo uniti contro Lloyd George e fargli sentire la risolutezza incrollabile dell'impero tedesco. Il programma esposto dall'Intesa non può formare la base di qualunque negoziato. La Gei-mania dovette respin¬ gere quelle proposte con molta risolutezza, per non fare credere che essa,ed i suoi alleati potranno un giorno finire col pagare le spese della guerra. E' sfacciata la pretesa dell'Intesa riguardo ai Balcani, dopo il risultato della campagna balcanica. La Germania continuerà a combattere per la libertà fuori ed in casa ». In un'altra adunanza parlò il deputato progressista Payer, il quale espose i criteri dei vari partiti. I conservatori. — disse, — che prima della' guerra appogfelavano il Trono e l'ordine; dall'inizio dei conflitto non agirono che per minare la situazione del Cancelliere dell'impero, poiché i loro scopi, di guerra sono inattuabili secondo le idee del Governo. Il popolo ne terfà conto, come terrà conto della loro posizione di fronte al nuovo orientamento. I nazionali liberali — continuò — sono scissi. La maggioranza di essi lavora per la caduta del Cancelliere e per gli scopi di guerra pangermanisti. Anche nel centro vi sono dei dissidi di idee ed il centro stesso non appoggiò di buona voglia Bethmann Hollweg. In questo momento, invece, tutti dovrebbero essere guidati dal concetto che il bene'della patria deve prevalere al di sopra dei partiti. In un momento come questo chi non ha innanzi agli occhi altra cosa che la vittoria è un traditore della patria. Il partito popolare progressista appoggiò il Governo e lo appoggia quanto può ancora. I socialisti appoggiamo il Governo contro i conservatori e contro i pangermanisti. I socialisti della maggioranza — conclude l'oratore — formano un pilastro della compagine nazionale nell'attuale grave momento ». Impressioni di un ginevrino ,°T {Serpillo speciale della Stampa). Lugano, 16, notte. Il noto professo^ ginevrino Edmond Privati, reduce da un viaggio in Polonia, si è fermato qualche tempo a Berlino. Egli- espo-ne oggi sul «Journal de Genève» alcuni dati interessanti sulla situazione politica in Germania. « Uno dei fenomeni, che più colpiscono l'osservatore imparziale — scrive — è il contrasto tra le due grandi correnti dell'opinione pubblica, che sono chiamate generalmente Westfront ed Ostrofront (fronte occidentale e fronte orientale). I reazionari appartengono al Westlront. Vogliono la guerra a fondo contro la Francia e l'Inghilterra, l'annessione dei porti del Belgio e del bacino di Briey e fare la pace separata colla Russia. E' il partito di von Tirpitz e di Falkenhayn. Le sinistre e gli amici del Canèelliere possono chiamarsi Ostrofront. Con loro vi è pure Hindenburg. Egli si è espresso con l'enorgia leggendaria contro la famosa azione di Verdun, il cui scocco lo condusse alla dittatura. I partigiani del Cancelliere, secondo il Privati, sperano di poter fare riacquistare alla Germania la sua posizione morale ed ottenere una pace simpatica. Il Privati continua spiegando l'evoluzione del paese che si dirige verso un rivolgimento interno. Le vittorie militari sostengono le tendenze dei conservatoci pangermanisti. Il rifiuto dell'Intesa a trattare la pace, venuto contemporaneamente alle vittorie militari degli Imperi centrali, fa poi temere al partito della minoranza socialista che sia possibile una vittoria contro la casta militare tedesca. Gli amici di Liebkneckt hanno detto al Privati: «Noi temiamo che l'Intesa dia sempre nuove occasioni di vittorie alle tendenze dei partiti pangermanisti. Il popolo terrà fermo sino al a fine. Se il Governo riuscirà a risolvere il problema degli approvigionamenti colle conquiste fatte nei Balcani, se Hindenburg arriverà sino ad Odessa, i successi parziali, che potranno ottenere gli eserciti trancio-inglesi, non saranno più sufficienti a compensare i nuovi territori conquistati. Quanto al nostro Governo, le sue responsabilità già conosciute sono aumentate dal fatto di avere preferito ancora una volta la diplomazia segreta e di non avere offerto pubblicamente condizioni di pace giuste ed onorevoli ». Proposta fatta da mio scrittore francese di una pace separata coli'Austria [Servizio speciale della Stampa). Parigi, 16, notte. Il misterioso diplomatico, che ha iniziato da qualche giorno neH'Oewrre una serie di articoli intorno al « problema austriaco » discute oggi il quesito se una pace separata con l'Austria sia desiderabile e possibile. Il carattere del nuovo imperatore, la interpretazione generalmente data ai primi atti del nuovo regno. autorizzano lo scrittore a pensare che se gli Alleati vorranno prestarvisi una direzione nuova potrebbe esse-e impressa aila politica austriaca. Una conversazione con il successore di Francesco Giuseppe gli sembra possibile. Come, dove, per quale tramite ? « Lo dirò — scrive — se il Quai d'Orsay mi autorizza perchè pel momento ogni indicazione prematura potrebbe nuocere alla libertà di mosse risila diplomazia dell'Intesa. Ma è urgente spezzare il blocco degli Imperi centrali ». Terminando, l'autore insinua che non sarebbe forse inopportuno parlare all'Austria della Slesia. E' la prima volta che simile tesi viene apertamente trattata in Francia. d. n Vibrati commenti inglesi alla lettera del Kaiser (Servizio speciale della Stampa) Londra, 16. notte. La curiosa lettera del Kaiser a Bethmann esumata, dopo due mesi e mezzo di onorata oscurità, viene cucinata starnane da questi giornali in cento salse diverse naturalmente tutte piccanti. Il carattere egoistico del documento è posto in particolare risalto e dà luogo anche ad acerrime Invettive personali su qua! che organo popolare. Un commento tipico, tra quelli di mezzo, appare nel « Daily Chronicle » che scrive; • Queste pose di virtuoso timor di Dio, eh» sono ereditarle nella famiglia Hohenzollern, devono suscitare all'estero un uni versale senso di nausea ». Il giornale quindi rienumera tutte le colpe denunciate nelle ultime Note alleate a carico del dirigenti la guerra tedesca, e dice che c'è un uomo il quale avrebbe potuto metter fine a tutte le suddette direttive criminali e questo uomo è Guglielmo II. « Noi fissiamo questo punto — soggiunge però il Daily Chronicle. — senza alcuna idea di rinfocolare la riprovazione inglese contro di lui, giacché grava pria sulle sue spalle la censura che la coscienza ii tutti i popoli alleati ha tributata alle sue colpe. Il popolo tedesco deve tuttavia rammr-ntare che questa colpa e questa censura sono tra 1 fatti cardinali della situazione ». E iiuindi il Daily Chronicle conclude dicendo che senza il Kaiser,"e il sistema che egli rappresenta, la Germania apparirebbe ai suoi avversari in ben diversa luce ed otterrebbe agevolazioni. _ •il. P. s a le unni sii fino austriaco di fronte alle nazionalità {Servato «cedale della Stampa). Zurigo, 16, notte, Il Ministero austriaco ha escogitato un compromesso atto ad editare la crisi e ad-allagare i partiti. Nei colloqui che in questi giorni il conte ulani Martinic ebbe coi capi delie varie frazioni parlamentari sarebbe stato deciso di ramali da re ad altra epoca lo. soluzione di quelle questioni che di Governo non ritiene di attualità immediata, come il problema dall'autonomia della Galizia. H Governo avrebbe .intenzione di aspettare <che il problema della Polonia sia ebrigato in tutti i suoi particolari per poi affrontare quello galiziano. Intanto /passerebbero alcuni mesi, durante i quali il Govemio potrebbe convocare la Camera per fare quella manifestazione di lealtà delle varie popolazioni, dio che è il supremo desiderio del Governo in questo momento- Abbiamo già riferito, secondo informazioni della stampa (ungherese, coinè la po&Mtica dell'attuale Gabinetto austriaco e specialmente-del ministro degli Esteri, conte Czeimfa tenda sopratutto a costrinigere le varie nazionalità lappresentate alia Camera di Vienna a lave un atto di devozione alla monarchia, in modo da ipoter opporre questo atto alle domandie dell'Intesa che vuole Aa liberazione dai popoli soggetti all'Austria. 'Che la cosa non sia troppo idJfflòUe è evidente, poiché la reoente sentenza efie condannava a morte il -deputato Kramartz rilevava tra 1 motivi di condanna come il Kramartz non fosse interven'Utb ad una dimostrazione di lealtà verso l'Austria. E' facile imma©l-nare che con lo spauracchio della forca innanzi agM occhi non ci sarà deputato austriaco che non intervenga alla famosa eedwrta, la quale dovrebbe tenersi alla metà di marzo per lo scopo anzidetto. Un comunicato ufficioso del l'iene/ Correspondent Bureau afferma già che la stampa, czeca protesta contro la pretesa dell'Intesa di volere liberare gli czechi. * Noi — direbbero 1 giornali czechi secondo 11 suddetto comunicato — non abbiamo bisogno dì essere liberati, e non lo vociamo, perchè stanno tutti devoti alla Monarchia ed all'Impero ». Quale valore si possa dare a questa dichiarazione, risulta in-ddraWaimente da un articolo sulla situazione in Boemia dopo il processo Kramartz, pubblicato dal corrispondente da Praga della Frankfurter Zeltuno. L'articolo rileva come tra il Governo austriaco e FAjnni'inistrazione militare fosse sorto un vivo dissidio circa l'opportunità di tenere il processo Kramartz pubblicamente e rendere nota la sentenza. L'Autorità militare voleva cioè che la sentenza fosse pubblicata ed il processo tenuto a porte aperte. Il conte Sturgk vi si oppose per ragioni evidenti. Tutte due queste Autorità partivano dallo stesso principio. L'Autorità militare voleva fare 11 processo pubblico per terrorizzare gli czechi; 11 conte Sturgk riteneva che il segreto avrebbe fatto una maggiore impressiono, n conte Olam Martìnic volle invece che la sentenza fosse pubblicata. Dopo gesta rivelazione, il corrispondente dice: « 11 caso Kramartz è un prodotto di una situazione storica che durava da decenni. Essa è sorta dall'idea dello Slato czeco che per decenni aspirò a raggiungere l'unione delle terre della corona di San Venceslao, cioè la Boemia, la Moravia e la Slesia, ed in seguito a questa tendenza il popolo czeco fu tratto naturalmente in una direttiva ostile allo Stato austriaco. 11 conte Clam Maninic appartenne alla schiera dei propugnatori della costituzione dello Stato czeco e solo In questi ultimi tempi, quando Koerber lo chiamò al Ministero dell'agricoltura, ebbe il coraggio di rinunziare al suo passato e fare una dichiarazione che lo mise in dissidio col gruppo conservatore czeco che appunto propugnava la costituzione dello Stato czeco. L'uscita del conte Martinic dal gruppo produsse una scissione nel gruppo stesso, ma tutto ciò non ha mutato la situazione in Boemia». « Le stesse dichiarazioni del conte Clam Martlnic — continua il corrispondente — furono sotto qualche riguardo ambigue, poiché egli si astenne dal combattere l'idea della costituzione dello Stato czeco, ma si limitò à combattere i fenomeni che accompagnavano questa tendenza. Ora, non si può sperare che la popolazione czeca abbia cambiato da un giorno all'altro. Bisogna lasciare passare il tempo. Un'intera generazione è invecchiata avendo innanzi agli occhi l'idea dello Stato czeco e con la persuasione che l'Austria sia stata un impedimento al raggiungimento di questa meta e questi uomini difficilmente muteranno la loro opinione. Nessun argomento avrebbe valore. Bisogna — conclude 11 corrispondente — educare una nuova generazione e farle capire che essa deve appartenere allo Stato austriaco e che le utopie politiche di oggi possono e devono essere sostituite dalle nuove Idee dello stato di domani ». Caiilaux risponde a Northcllffs [Servizio speciale delta Starnasi Parigi, 16, notte. / Caiilaux comunica ai giornali una lunga lettera da lui diretta a lord Northcliffe, direttore del « Times » per -smentire più formalmente che non abbia fattQ sinora l'attività attribuitagli in Italia a favore della pace. Eccovene la parte essenziale ; « Spazziamo prima il terreno — scrive. — Nell'articolo contro cui sono insorto voi mi avete accusato di aver portato a Roma proposte di pace della Germania, volute dalla finanza internazionale. Rispondo, Dal 1911, da quando cioè tenni testa alla Germania, riuscendo a mantenere la pace e dare, insieme col più gran frutto del mio paese, il Marocco alla Francia, non ebbi rapporti di nessun genere coi dirigenti l'Impero tedesco. Nè a Roma nè altrove portai, presentai o suggerii mai proposte di pace con la Germania o con altri Paesi. Non ho cessato al contrario di dire sempre nelle conversazioni private, che sono libero di avere come mi piace; che un grande sforzo di guerra immediato e vigoroso è indispensabile. Circa la finanza internazionale, di cui sarei l'agente, ignoro se esiste ancora, ma so sicuramente di non avere nessun rapporto con essa. Penso che questo linguaggio vi apparirà netto ed efficace. Che altro? Mi sarei sforzato di avvicinare il Vaticano, mi sarei incontrato con due cardinali almeno! Dove? Quando? Come? Quali i nomi dei prelati? Sareste davvero imbarazzato a rispondere. Ma io mi sollevo alto su queste miserie, su tutte queste ridicole dicerte. E chiudo il dibattito che mi è personale dichiarando che accetto oggi, come ieri, come domani, di sottomottere la mia vita intera, tutti i miei atti, sto per dire, tutti i miei pensieri ad un esame imparziale. Si può .tutto cercare, tutto frugare, tutto scrutare. Questo mi rende fortissimo per insorgere contro un regime che voi e alcuni altri pretendete di organizzare ». Nell'ultima parte della lettera vi è un attacco personale contro Northcliffe, di cui Caiilaux rievoca caratteristiche manifestazioni di francofobia D. R. di presso il (roverno di Berlino LONDRA, 16. La «Mornlng Post» scriva: ali presidente Wilson sarebbe deciso a fare un nuovo tentativo presso la Germania perchè agisca francamente annunciando pubblicamente le condizioni alle quali farebbe la paoe». Indici e sintomi delia politica interna in Russia {Sentilo speciale della Stampa). Parigi, 16, notte. Un telegramma da Pietrogrado all'Alenata Radio segnala un fatto che ha il merito di precisare il carattere della metamorfosi ministeriale avvenuta con l'avvento del principe Galitzine alla presidenza del Consiglio dei ministri di Russia. In occasione del capodanno ortodosso un ukase imperiale nomina diciotto nuovi membri del Consiglio dell'Impero. Quasi tutti i nuovi eletti appartengono a quella stessa tendenza dell'estrema destra che il ministro degli Interni Protopopoff rappresentava e rappresenta ancora al Governo. La maggioranza del Consiglio dell'Impero passa così nelle mani di quel partito che, unito all'altro gruppo estremista, capitanato dal senatore Neugardt, viene ad avere la prevalenza di dodici voti sugli altri gruppi. Il nuovo-presidente del Consiglio dell'Impero è il senatore Chtcheglovilof, ex-ministro di Giustizia e leader riconosciuto dell'estrema destra, che fu bersagliato agli attacchi dei liberali della Duma in occasione della pubblicazione di certi rapporti allo Czar, in cui si invocava la necessità di modificare lo sviluppa della guerra in nome degli Interessi della politica interna di Russia. Fu nel Gabinetto Goremykine collega al ministro della Guerra Sukomlinoff, le cui avventure sono note. Altra indicazione: Miliukoff, leader della sinistra, in un nuovo discorso pronunciato alla Duma ha dichiarato: «Le forge tenebrose non sono ancora battute. Dalla difesa son passate risolutamente all'attacco e vi sono .riuscite. Il partito nero ha ristabilito il suo fronte e manifesta una disinvoltura e un'audacia che non aveva mai prima manifestate. Pitiriun è decorato; Rubinstein rimesso in libertà; Manassevich Manuiloff sottratto ai giudici. Intanto noi non cederemo. La lotta deve essere condotta sino al termine. La situazione attuale è più prave che mai. Non ci occorrono più ministri tratti dalla inesauribile riserva reazionaria. Sono essi che ci hanno fatto perdere la frde nella vittoria ». Miliukoff ha concluso : « Signori, viviamo ore terribili! ». D. R. Misteriosa missione di mi vescovo tedesco in Spagna Il vescovo di Bilona difende la Francia credente ■^Servizio speciale della Stampai. Parigi, 16, notte. Da Madrid annunciano al Temps l'arrivo a Guadix (provincia di Granata) di un vescovo tedesco, la cui venuta è circondata di fitto mistero. Il nome del prelato è tenuto celato. Si assicura che è incaricato di una missione speciale presso il vescovo di Guadix. Recatosi all'episcopio, ne uscì poco dopo, ripartendo per Nurcia. - Il vescovo di Balona, monsignor Gieure, dirige al vescovo di Tarragona, uno dei rari prelati spagnuoli che si sono pronunciati a favore degli Alleati, una lettera in cui lo ringrazia di avere affermato pubblicamente le sue simpatie per la Francia, indicando cosi al clero e ai cattolici spagnuoli da quale parte si trovi la giustizia. D. R. - ■ ■ ■ ■■ ——ea^pa^e^. ' Risposta ufficiosa ad nna falsa accasa austriaca Roma, 16, notte. La Reichs Post, fedele alla consuetudine della stampa nemica di ritorcere contro dì noi le accuse di atti nefandi, rivolte all'impero austro-ungarico ed ai suoi alleati da tutto il mondo civile, nel numero 13 dicembre 1916, prende occasione a falsare la verità, dallo svolgimento di una interrogazione presentata alla Camera italiana nella tornata del 9 dicembre 1916. Dice il giornale viennese che era riservato alla Camera italiana di annunziare al mondo le inaudite crudeltà a cui sono sottoposti i prigionièri austriaci, ecc. 11 fatto è, invece, che, come risulta dagli atti parlamentari, gli onorevoli interroganti espressero il desiderio ehe, pur non allontanandosi dai concetti di umanità e pietà che sono innati nella nostra gente, il Governo provvedesse ad eliminare le cause di eccessiva debolezza nel trattamento dei prigionieri di guerra e ciò allo scopo precipuo di prevenire le evasioni, ecc., e l'onorevole ministro della guerra rispose di avere disposto perchè non si ripetessero gli inconvenienti lamentati nei primi tempi della guerra, e concluse, fra le approvazioni della Camera, affermando che la repressione di nuovi eventuali inconvenienti sarebbe sempre stata mantenuta nei limiti di quel diritto delle genti di cui 1 nostri nemici han fatto strage, ma che ha. diritto di asilo In • Italia, dove è nato e dovè avrà sempre la sua base e il suo fondamento. Il comunicato della Helehs Post prova ! quindi che i nostri nemici ascrivano falsa ! mente a nostra colpa quegli stessi orrori e quelle stesse ignominie che essi commisero e che commettono contro 1 nostri soldati feriti ed impossibilitati a difèndersi o caduti prigionieri e tendono con disperata Insistenza di ingannare, a nostro danno, la pubblica opinione. (Stefani). Incursione russa contro le coste dell'Anatolia Parigi, 16, notte. Il «New York Herald», edizione di Parigi, riceve da Londra che una squadra russa effettuò- recentemente una felice inI cursione contro le coste dell'Anatolia. Quaranta velieri turchi, carichi di provvigioni, furono affondati. Sessantatre prigionieri turchi furono condotti a Sebastopoli.