Una nota ufficiosa sul convegno di Roma

Una nota ufficiosa sul convegno di RomaUna nota ufficiosa sul convegno di Roma ( Roma, 8, notte. Il pensiero delle sfere ministeriali sulla1 conferenza di Roma può essere desunto da una Nota ufiìoiosa dell'» Agenzia Italiana»* Nella Nota è detto: «Il convegno di Roma deve iniziare nello sviluppo degli avvenimenti che lo hanno reso opportuno, la fase del maggior sforzo della Quadruplice e del maggior impiego utile della forza stessa La situazione mai come oggi ha potuto presentarsi e definirsi in modo preciso, essendoché tutte le fronti s tutte le varianti possibili si sono discusse per intero allo scopo! di valutarne la consistenza. I Governi nostri alleati, dovendo coordinare ì loro sforzi per obbiettivi militari e politici di interessi particolari e generali, hanno adunque chiaro dinanzi 11 quadro delle difficoltà che sf devono superare, senza che il coefficiente dell'imprevisto possa, e tanto meno per quel che riguarda le operazioni militari del nemico, influire sulle operazioni che gli eserciti alleati devono svolgere. In conseguenza di ciò da coloro i quali hanno le direttive) che facilitano le induzioni sembra essere' stato deciso il modo più sollecito e più efficace con cui la potenzialità bellica della) Quadruplice, sommata e completata nel va-! ri elementi che la compongono, dovrà adoperarsi al fine unico dì rompere il comune! blocco nemico». : « Dovrebbero quindi — prosegue la NotaJ ufficiosa — presto aver corso atti Drepara-' tori per la futura azione, atti concepiti inf seguito all'esame di ogni problema interessante la guerra ed 1 suoi scopi. Il brindisi del presidente del Consiglio on. Boselll edj il comunicato ufficiale sulla chiusura della conferenza dicono abbastanza dei risultati ottenuti, n resto/che non è lecito indagare, risponde però al voti e alle speranze delia opinione pubblica, la quale unanime si con-! vincerà che dal 5 al .7 gennaio 1917 1 maggiori rappresentanti politici, diplomatici a\' militari della Quadruplice sono convenuti a Roma per il patto della vittoria». Lo sforzo e gli obbiettivi Roma, 8, notte, il « Popolo Romano », a proposito della coordinazione- degli sforzi deliberala nella conferenza, rileva e. confuta un articolo editoriale della «Nuova Antologia », nel quale era detto: «Noi crediamo che siano ì congegni dell'Intesa che devono : ergere riveduti e migliorati a fondò. Occorre uno Stato Maggiore unico di guerra? Un Consiglio politico! unico e permanente? Un Consiglio economico' anch'esso unico e permanente? Si facciano' presto perchè vogliamo vincere ». e Tutto questo —- osserva il « Popolo Romano » — per noi ha più del fantastico che del positivo. Questo metodo di fare la guerre Euò riuscire efficace quando si tratta di obiettivi che si po'ssono fondere; ma quando gli obbiettivi sono diversi e gli uni non hanno per loro natura e finalità alcuna colleganza con gli altri, si corre il rischio cosi' una fusione airtnnciale di pregiudicare .1 ri-i sul tati di tutti. Pare a noi che. finora la no.! 8tra guerra sia stata condotta con. criteri ej sistemi razionali, quali esigono le condizioni di tempo, di luogo e di obbiettivi finali. Ciascuno degli Alleati ha proceduto per la pro-i pria guerra con lo stes.v» criterio, ed ft bens che sia cosi, a meno che non si voglia. una seconda o terza edizione Blu o meno balcanica. Coadiuvarsi razionalmente ed efficace* mente nel mezzi si comprende perfettamanteJ ma non complichiamo gli obbiettivi- non aia»verehbe ad alcuno ». " I La Trt&wna, commentando I risultati della conferenza dogli alleati in Roma, scrive • a La" conferenza è stata ugualmente importante sia) dal lato militare, che dai lato politico Issi conferenza è stato un « a fondo » per le quo-, stiom militari e non poteva perciò non eaJ. serio anche per le questioni politiche. Le preV cedenti conferenze, certo, molto avevano fatto' per costituire la solidarietà di interessi tra lev quattro Potenze che sino allora avevano pre< ceduto nella situazione internazionale, prece** dente alla guerra, in base a criteri ed a vi«J sioni di interessi diversi e divergenti, qUanda non addirittura opposti. Una prima fase del negoziati internazionali fu dunque impiegata) al lodevole intento di abolire i contrasti.Aboliti i contrasti bisognava creare gli accordìi dalle intese negative, passare a quelle posi* tlve. Slnora di questa fese di intese positìvai non si erano avuti che pochi esempi e spe} cialmente le intese anglo-russe. • in Orientai l'Inghilterra e la Russia avevano ormai ceiw eluso desìi accordi. Ma non era tutto. Una] serie di altri accordi positivi, interessanti Ini sieme con le due già dette, anche le altre! Potenze alleate, erano ancora sul tappeto-' Occorreva concretare ed era tempo. T.italia, nella cui capitale la grande conferenza aveva avuto luogo, aveva per conto suo, in tale questione, infinite fila di suoi Interessi in so* speso. Si può formulare la speranza e la n-4 ducla che su tutta questa materia di accordi interalleati si sia ormai giunti al massima del concretamento di Interessi. Ciò fatto s-U sogna passare all'azione ».

Luoghi citati: Inghilterra, Roma, Russia