La scoperta e l'arresto dell'autore dell'assassinio di via Campana

La scoperta e l'arresto dell'autore dell'assassinio di via Campana La scoperta e l'arresto dell'autore dell'assassinio di via Campana Pubblicavamo ieri mattina che In nuovo indagini, continuate nel silenzio o nel raccoglimento operoso succeduto alla febbrile, attività, dei primi giorni, avevano condotto a due arresti importanti fra persone clic avevano occasione di frequentare i poveri Chiartano. Aggiungevamo che indizi di notevole importanza avevano giustificato mioslo provvedimento, Non potevamo, per ragioni facili nd intuirsi, diro di più; ma poi dall'Autorità di P-. S. e dalla Legione dei reali carabinieri è venuta la conferma che realmente era. stata fatta luce sul misterioso e truce delitto, e che il suo triste esecutore era già stato assicurato alla giustizia. Come si addivenne a questo confortevole risultato? Ogni giorno, per. non dire ogni ora, venivano svelali episodi, particolari, circostanze, sulla vita passata e sullo ultimo abitudini dei due sventurati Chiartano. Cosi, poco a poco, come aggiungendo perle a perle, si compone ima collana, l'esistenza dei due coniugi, modesta ed ignorata, si rivelò nei varii suoi aspetti. Kd ceco perciò prendere consistenza i un'altra versione sullo fasi successive del clu1 plice delitto. Si era creduto cibò, che l'assasI sino si fosso introdotto nell'abitazione dopo i di essersi assicurato che la signora fosse uscita-per fare, come d'abitudinev_gli acquisti alimentari della giornata'. In tale caso nel suo • programma sarebbe stato compreso soltanto l'uccisione del marito, perchè sperava di poter fare bottino primn che la moglie rientrasse. ■Le nuove circostanze venuto di poi in luce dimostrarono chiaramente che l'assassino fu ricevuto nel momento in cui orano presenti i due coniugi. K' risultato infatti clic nel mattino di' sabato la signora usci due volte per fare compero; nella prima uscita comperò anche delle cibarie per unir vicina di casa, o nell'atto di farne la consegna, disse che avrebbe dovuto ritornare in piazza Madama Cristina pei' comperare un piccione per fare un po' di brodo pel marito che non si sentiva troppo beile. 11 piccione in parola fu trovino infatti ancora ;unn completamente spennacchia, lo. Dunque i due Cliiartano orano entrambi in casa quando l'assassino entrò. E il fatto di cs.se.re entrato dimostrai (he era persona da essi ben conosciuta, perchè tutti sono d'accordo nel dire che i due coniugi aprivano l'uscio con prudenza,, mettendo sempre la catenella, o non la toglievano se non evano ben sicuri della persona cne loro Shiva dinanzi. Così, ad esempio, un brigadiere dei carabinieri in borghese che por incarico del Comando di divisione, doveva fare loro una comunicazioni per il tenente Gnio, loro figlioccio, per potere avere accesso nella casa dovette mostrare i documenti di identificazione. Nessun dubbio poteva quindi ormai esistere sull'ipotesi che l'assassino fosse persona più o meno intima e da ricercarsi specialmente tra quei reduci del Cile, che in casa Chiartano avevano deferenti accoglienze', mentre gli altri, persino i vicini, non avevano cosi aperta ospitalità.; anzi, erano tenuti come in diffidenza. -Si venne intnnto a precisare un particolare di indubbia importanza. Un» coinquilina. «iella casa, una francese, narrò che la sera del venerdì, ciò;» la vigilia dell'assassinio, aveva seprtn nell'alloggio dei Clitartano, avendo avuto bisogno di parlare colla signora, un giovanotto di circa venticinque anni, il quale si era visibilmente mostralo seccato dall'apparizione dell'inquilina e si era tirato, da parte, come per togliersi alla di lei vista. Alla detta Inquinila non sfuggi l'alto repentino deldo sconosciuto, hftito clic avendola la sifmora Chiartano invitata ad entrare, la nuova venuta si scusò e si limitò a intrattenersi soltanto qualche istante .sulla porta, ■Chi era lo sconosciuto? Su pSsia errate Una singolare circostanza mettevo la Questura sulla via dell'identificazione dell'assassino quando riteneva di avere posto le mani sull'autore del delitto. Fu sospettato un giovane ufficiale, venuto dall'America a prestare servizio militare in Italia, in relazioni coi Chiartano essendo stato loro figlioccio. In casa vennero trovate di lui lettere apparentemente, molto compromettenti. 11 giovane accusava ai Chiartano gravi imbarazzi finanziari e l'urgenza che lo aiutassero per salvarlo da una terribile situazione. I due coniugi ayevano già in varie riprese aiutato il giovane, ma ultimamente avevano chiuso i cordoni della borsa. Il giovane, fatto arrivare à Torino, non tardò però a dimostrare, per sua fortuna e per la verità, che se. la sua esuberante giovinezza lo aveva spinto ad una vita spensierata, da questa a. compiere un delitto correva un abisso. Non negò di avere scritto lettere ptessanti ai .Chiartano, ma spinto dalla loro bontà, che non aveva mai rifiutato aiuti generosi. Se aveva usato frasi tragiche e cupe era stato per meglio impietosire i due vecchi, frasario di frequente adoperato da figliocci o da nipoti per bussare a denari. Le investigazioni sul giovinotto — che provò subito il suo alibi — non andarono però tortilmente perdute, perchè questi potò dare notizie utili alla identificazione di quel giovane sconosciuto, che era stato visto dalla inquilina francese nella tragira vigilia del deiitlo in casa Chiartano. -Si trattava, come si so- spellava, di un altro reduce dall'America, e precisamente dal Cile, c sul nuovo indiziato conversero lo indagini del delegato avvocato Palma, capo della .Squadra mobile. Le indagini ebbero il più sicuro successo, tanto che la Questura si disponeva, ad arrestare l'assassino, quando seppe elio era. già stato arrestalo giovedì... Volle il caso singolare che la identificazione del truce malvivente avvenisse per line, vie diverse, attraverso la Questura c l'Arimi dei reali carabinieri. Meglio sempre, specialmente in questi casi, abbondare. Lo ti'tlaghii •S'utì brigadiere dici RTu CaralsiniorS Tra i frequentatori di casa Chiartano — unici frequentatori, come abbiamo detto, nella loro privilegiata qualità di amici reduci dal Cile — era anche un brigadiere dei reali carabinieri, giunto anche lui dall'America in principio della guerra per prestare servizio in patria, od addetto alla Legione dei reali carabinieri di Torino. Anch'egli, avendo occasione di conoscere le abitudini dei due poveri assassinati, si era fatto la persuasione che l'assassino non dovesse essere un estraneo. Era cosi al corrente degli interessi dei Chiartano, che pot,.j dare all'Autorità di P. S. un elenco completo e preciso di' tutti gli oggetti d'oro rubati al duo assassinati. Quando dalla coinquilina francese seppe i pochi connotati sullo sconosciuto che essa aveva intravvisto nell'alloggio la tragica vig'lia del fatto, investigando per proprio conto posò i suoi sospetti su due rratelli, anch'essi reduci dal Cile e conosciuti dai disgraziati coniugi, e cioè Domenico Sottovia, di SS anni, residente nella nostra città, da, qualche tempo chiamato dal servizio militare, e rilippo Sottovia, di anni. '>0. •Con questa traccia. l'Arma dei carabinieri non tardò a venire in possesso di risultanze assai gravi. 11 Domenico apparve come un fannullone, disoccupato, frequentatore ili tristi compagnie, Il fratello Filippo ra il cameriere, ma sembra migliore del fratello. Erano nati ed crono sonipre vissuti a V'alparaisò, dove avevano conosciuto i Chiartano: anzi, pare che il Domenico sia slato al loro servizio quando esercivano quella fortunata birraria, di cui si disse nei giorni addietro, nella capitale del Cile. Risultò che specialmente il Domenico si rei-ava spesso a trovare gli antichi padroni, e venne pure assodato che si ora. recato appunto nella sera precedente, al delitto dai due vecchi, forse per tentare allora, il colpo. Dovette cortamente, ritornarvi il giorno dopo. I due. fratelli furono oggetto dapprima di minuziose indagini, di pedinamenti e d'appostamenti. La prova decisiva venne quando si stabilì Irrefutabilmente clic il bottinò fatlo dall'assassino era stato impegnalo al Wonte di Piota dal Domenico Sottovia. I carabinieri decisero l'arresto dei due fratelli, arresto da noi annunziato nell'edizione di ieri mattina, coni'-' sopra abbiamo riferito, senza però specificare altro. Domenico Sottovia necrò subito vivamente, spavaldamente la gravissima accusa. Negli stringenti interrogatòri] a cui-.fu sottoposto mantenne un contegno fermo, risoluto, cinico. Di persona alta, nervoso, robusto, apparve a prima vista come dotato delle facoltà Psiche por consumare jl duplice assassinio. Perquisito, non fu trovato in possesso di documenti compromettenti. Ma. indosso al fratello Filippo venivano trovato le polizze degli oggetti preziosi di proprietà, Chjartano, impegnati in questi giorni. Filippo narrò che i terribili documenti delitto glieli aveva consegnati Bionico, però senza far parola della loro provenienza. Incalzalo dagli interrogatorii, stordito dall'accumularsì delle prove, Domenico Sottovia avrebbe fluito ieri mattina col confessarsi autore del duplice assassinio a scopo di furto. E paro che tale furto sia limitato a pnahe Centinaia di lire, oltre il valore, non rilevante, degli oggetti d'oro pignorai'. L'assassino, sotto buona scorta, n stalo tradotto nel pomeriggio di ieri nell'allòggio di via Campana, perchè narrasse sul posto 1 particolari dell'avvenimento. Non si sa ancora di preciso se l'accusa ni j assassinio coinvolga anche il Filippo Sollo-, via. Como abbiamo già detto, quest'ultimo è! di precedenti migliori del fratello e dedito j al lavoro. Il Domenico invece diede sempre grattacapi alla famiglia e dai parenti che. ha nella nostro città era. allontanato come poco dì buono. Oltre tutto, sarebbe un vero degenerato moralmente., I due fratelli Sottovia abitavano soli a Torino, cosicché il Domenico, non avendo proventi Assi e sicuri, fu portato a consumare l'orrendo delitto, su chi lo aveva beneficato, a scopo di furto. Il loro r ilre e altri famigliari risiedono attualmente in America. TI rapido epilogo del triste misfatto sarà appreso con soddisfazione da. quanti affrettarono coi loro voti che anche l'autore di questo nuovo delitto, che tanto orrore destò, non lardasse ad essere assicurato alla punitiva giustizia. del consumato il fratello Do