La tragica situazione dall'Austria negli ultimi tempi della guerra

La tragica situazione dall'Austria negli ultimi tempi della guerra La tragica situazione dall'Austria negli ultimi tempi della guerra | gpgli racconto di un triestino Roma, 16. notte. Il Giornale d'Italia ha avuto occasione di intervistare • fratelli Cannici, triestini, die, avendo passato duo. anni e mezzo nelle fortezze austriache, poterono assistere a Vienna c a Zagabria al crollo dell» Monarchia degli iVbsbùrgo. « La fame — ha detto Nino Cannici — aveva ridotto la popolazione di Vienna in condizioni pietose. Nei ritrovi pubblici non si udivano clic ininrecozioni 'entro la guerra e i governanti. Il tipo viennese, temperaménto di gaudente, si mostrava risolutamente contrario alla guerra pur rimanendo attaccato alla Dinastia, preso dall'astuzia di Carlo, che lece credere ni popolino che In interra non era stata voluta da lui e che, se. fosse dipeso dulia sua volontà, sarebbe giù fluita da un pezzo. La costituzione dei vari Consigli nazionali ai momento del crollo diede il segnale della rivolii/ione anche a Vienna. Gli avvenimenti a! fronte italiano diedero il sopravvento all'elemento operaio contro il Consiglio nazionale tedesco ed il borgomastro eristiano sociale, che tentò di organizzare una controdi niosirazionj! in favore della Dinastia, fu flsehialo dalla folla e dovette fuggire. Si cosiilui subito il Comitato di salute pubblica., che impose al Governo di cedere a lui tutti i poteri. Laminaseli si rassegnò ad ubbidire, ed i pochi soldati, hi maggioranza slavi, che si trovavano a Vienna, si squagliarono abbandonando io armJ in balia, del Comitato di salute pubblica. Finalmente anche lutti gli impiegati di Lammasch si misero a disposizione, del Comitato, ed i pochi elementi rimasti fedeli alla Dinastia, abbandonarono il campo senza opposizione, ri giorno in cui lasciai Vienna si cominciava a togliere .'.e insegne dello Stato austriaco da tutti gii edilizi pubblici e l'orribile sacrilegio di altri tempi si compi nella |.iù completa indifferenza del pubblico. Le banche si chiusero e da molte finestre, cominciarono a sventolare bandiere rosse, bandiere americane e perfino qualche bandier1 italiana. Da parecchio tempo, infatti, i viennesi avevano cambiato opinione sul conto nostro, e < io lenna ari onore anche dei nostri prigionieri, che si dimostrarono con una condotta, seria e, dignitosa, ottimi lavoratori, pieni sempre di gei.orosità, di grandezza d'animo. Essi -i imposero con nerezza perfino ai loro aguzzini rendendo rosi rispettato il nome d'Ualia nei paesi nemici ». Interrogato sul periodo della, loro prigionia. Nino Carmial dice di avere passato parecchi .mesi nelle carceri di Grntz e quindi fu rinchiuso nelle casematte di Strerà. Gradila, in Bosnia. Egli ricorda fra i suoi compagni di sventura il patriota triestino Vachici», «olidannato alla forra per alto tradimento. • Ricordo — dice — ehe si rubava al falegname delle prigioni lo spirito che serviva a snidare la eolia ppr ubbrìacare l'infelice amico e Lugli dimenticare la terribile minaccia che pendeva, sul suo capo. Si soffriva la fame. Un giorno un rane ebbe la disgrazia di capitare aM'ingressb della nostra prigione. Fu afferrato e squartato da quelli affamati, che ne divorarono subito la carne mula, lì cibo, oltre alla scaisita. era. cosi orribile che alcuni pati-ioti "jvwzzirono per la fame e morirono. A ra .?.„TT. tfrm!na N?no c.a,'niiol — si è usciti i da quella tomba co] meritato titolo che ci'davano in Austria di imboscati della morte •. P l' t

Persone citate: Cannici, Lugli, Nino Cannici, Nino Carmial

Luoghi citati: Austria, Roma, Vienna, Zagabria