La coscienza di Wilson

La coscienza di Wilson La coscienza di Wilson Lagnilo va risposta del Presidente degli Stati Uniti ni Governo tedesco è una delle note .più ulte e più umano ch'egli abbia mai scritto. In mezzo all'infuriare di tanta strage, mentre gli irresponsabili di tutti I paesi non sognano che ferro e fuoco, Wilson, nella calma serena del vero uomo di Stato, guarda agli interessi supremi dei- , -f (nii* t ,. caffeismi di parlare «a no "marni. • •• 1 ' me delle folle silenziose che non hanno an- coril avut0 l'occasione o il mezzo d'espri- coni ". . 1-Wrt \ii nere ' veri sentimenti nei loro cuort. dinunzi alla morte e alla rovina che schiac- vèfto Ani indefiniti, fino a quando l'uno; „ l'altro dei due gruppi belligeranti venga _ ge milioni e milioni di vite! cin sotto ai loro occhi le persone n le coso più dilette», colesta magnanima coscienza' guida i suoi pensieri, sorregge i suoi propositi. Sé la lotta dovesse « continuare sero suscitare risentimenti che non potreb-. ).„.,,, mai _.a soffoco.ti » allora « Ia; "010 nKU f.lu e^s-ie soiiocan » vuoi* io speranze di pace c dun concerto di buona- '.'olontà fra i popoli liberi sarebbero vano od inattuabili ». Poiché, le circostanze hanno fatto degli Stati Uniti « i rappresentanti; responsabili dei diritti dell'umanità », essi* li devono anche salvare e tutelare. E perchè! siano salvati la pace non deve riuscire in « un nuovo equilibrio di Potenze, ma nell'organizzazione di una pace comune a tutti; gli uomini ». Ora a che ciò s'organizzi è necessario, anzi ò indispensabile che la dottrina di Monroe diventi dottrina universale; « nes-uria nazione deve cercare ili estendere la^ sua politica -u un'altra nazione o su un: nitro popolo ». Eri ecco come nella Nota: il problema della politica interna germanica assuma fin valore fondamentale; condìlio siile qua non per l'assetto futuro deli mondo. Cotesto assetto infatti presuppone per potersi attuare la limitazione del potere degli Stati. Come nella società civile» gli individui non possono vivere se non limitano il proprio diritto, così nell'organizzaziòne del mondo gli Stati devono rinun •„_„ ., „„„ „„,.i, ;ip!in inr,, qnVranit-'! n ziare J lma Palte (lella loro sovranità e riconoscere qualche cosa al di sopra di loro. E' la negazione delia teoria germanica^ ii meglio prussiana, dello Stato. Dal con-t eetto, filosoficamente inoppugnabile, che lo» Stato è potenza, i Tedeschi ne trassero la conseguenza ch'esso non può conoscere altro limite se non la propria forza. Ed è4' cori tale concetto che si è formata tutta la. storia prussiana. Uno degli errori fondamentali-della no-; stra cultura è"che nello formazione della' Germania moderna la Prussia si sia, coma. Stato sovrano, annullato nella Germania,! cosi, come, ad esempio, il Piemonte è sparito nell'Italia. In realtà, è tutto il contrario*: La Prussia non spuri nella Germania. LaPrussia hn esteso le proprie instituzioni sul resto della Germania. Storicamente e poli-' ticamerite — dice il Treitschke — tutto l'ini.; pero è impiantato sul fatto che, come disse una volta l'imperatore Guglielmo a Bis-,' marck, esso e » la Prussia allungata ». L'esercito imperiale germanico non è che l'esercito prussiano — il quale, con la legge df difesa del 131-i, fu costituito come popolo armato — esteso su tutto l'impero. Le posta imperiali, i telegrafi, la Banca dell'impero sono le antiche istituzioni prussiane ampliate su tutto l'impero. La volontà insomma dell'impero non può essere e non è altra che quella dello Stato prussiano. Se infatti il contrassegno essenziale — scrive ancora ii Treitschko — che distingue lo Stato da tutte le altre comunità è il diritto delle armi, chi non può portare armi proprie, non-' può venire considerato come Stato, ma solo come membro di unti formazione statale federativa. Solo Stalo sovrano in Germania è dunque la Prussia; solo il Re di Prussia è — come dicono i Tedeschi — il signora della guerra. I singoli Stati della Germania sono nella realtà così poco Stati, che possi uio per le ragioni supreme dell'Impero vedersi tolti i diritti di che godono. Il cho non può temere la Prussia. Poiché infatti^ secondo la Costituzione dell'Impero, si ritengono rigettate le modificazioni costituzionali quando raccolgono quattordici voti contrari, i sedici voti della Prussia, bastano da soli a impedire qualunque restrizione dei ]suoi diritti sovrani. Cotesta sovranità della ! p ■ spiega perchè t'officio di Cancellie . .„„ . . , , „ ., . re cieli Impero sia rivestito dal Presidente* | dei ministri niTissianÌL E se anche si è avuto , i ? l e n el i à i i i '.i qualche esempio in contrario, rimane sempre che per mezzo del Cancelliere dell'Impero si attua la volontà monarchica, cioi quella volontà che dispone della pace a della guerra. Fino a ieri il Cancelliere non era che un funzionario monarchico, il quale non ha ultra volontà che quella deH'imperatore4 Lo Stato prussiano insomma, a confessione di tutti gli storici maggiori della, Germania, creò con la sua spada, contro il volere dell'intera Germania, una Costituzione, la quale riuscì all'assoggettamento,; sia pure compiuto in forme miti ed amichevoli, degli Stati minori, dei vinti al vincitore. E poiché, la storia della Prussia negli! ultimi tre secoli segue una catena incessante di annessioni, ne viene che la mentalità politica dell'uomo di Stato prussiano non può affatto nutrire il senso federativo della legge, che deve, ad esempio, nutrirà uno svizzero. La storia dei suo paese infatti non e stata che una violazione di quel sacro rispetto ai confini stabiliti, che caratteristico dogli Stati federativi. E' Enrico Treitschko stesso ad affermarlo. Si comprende dunque perchè Woodrow «Wilson, storico, professore di diritto, e uomoi di Stato mirante alla pace dei popoli, si presenti come, fondamentale il problema del potere delia Prussia nella vita dell'Im- a a ', .i »'. i pero germanico. Con uguale chiarezza si ni comprendo come anche 1 armistizio, il quale .-l . „„„ „„ _,.,,i.i„,T,„ a PUo parerò un prnhloma contingente che 'deve essere risolte d.aue autorità miiitr-i

Persone citate: Monroe, Wilson Lagnilo, Woodrow