Una querela per calunnia dell'on. Grosso Campana

Una querela per calunnia dell'on. Grosso Campana ftEATl £ PENE Una querela per calunnia dell'on. Grosso Campana . a a a i e , , a a e , i o i , i , Nel giugno il. s., il tenente pilota aviatore Mario Debernardi denunziava al Tribunale militare di Torino l'ori. Grosso-Campana quale istigatore dei fatti dc-U'agosto 1917 in Torino, a iter mai ido che questi aveva redatto e personalmente affisso nei locali della « Fiat » il manifesto 'invitante gli operai allo .sciopero ; aveva capitanala la, dimostrazione dalla quale uscirono i tumulti, e ohe in compenso d: questo servizio reso al nemico, l'on. Grosso-Campana, aveva avuto dalla Germania uno cheque di L. 500.000 che sua figlia aveva riscosso in Svizzera. Su questa denuncia seguiva una istruttoria, e. l'on. Grosso-Campana, avutane casualmente notizia, faceva istanza all'avvocato fiscale militare presso il Tribunale di Torino di esst;r\ i senz'altro udito. Non fu possible esaudire questo desiderio dell'accusato, perchè occorreva*, venie previa autorizzazione da'Roma : tuttavia l'istruttoria si compì rapidamente risulandono che la denuncia rìe.l tenente De Bernardi era priva di ogni fondamento, e gli atti furono archiviati. L'on. Grosso-Campana nello intento di aver ragione di questa, calunnia si rivolse all'avvocalo fiscale per avere copia della denuncia, sporta 'contro di sé. L'avvocato fiscale rispose che gli. atti dell'istruttoria chiusa senza, rinvio e giudizio erano segreti, e non *i sarebbero potuti comunicare, se non su richiesta di autorità investita di poteri istruttori, quindi anche dal comipeteinte magistrato cui egli intendesse 'Presentare formale querela contro chi ebbe a muovergli le accuse risultate destituite di ogni base. L'on. Grosso-Campana, si rivolgeva allora al Presidente della Camera invitandolo a valersi dei poteri che gli sono conferiti per tutelare la dignità dei membri del Parlamento, ed a richiedere dal Tribunale militiare di Tortino gli atti che questo gli aveva negati, il Presidente rispondeva di non ritenere di avere facoltà di chiedere la comunicazione di questi atti, ma di avere, ad ogni buon fine, provvisto che la richiesta dell'on. Grosso-CamipaTia fosse trasmessa al ministro ideila Guerra. Il Presidente stesso poi comunicava all'on. Grosso-Campana là risposta, avuta, in merito dal minisiro della 'Guerra, il quale significava che dalle accurate .indagini, compiute dall'avvocato fiscale militare di Torino per accertare se alcuni addebiti mossi dal tenente .Do Bernardi Mario all'on. Grosso-Campana — e precisamente gli stessi che questi aveva indicati nelle lettere al Presidente della Camera — non orano risultati elementi che potessero giustificare l'inizio d'una aztone penale, e gli atti erano stati archiviati. Avuta per tal modo la prova che l'accusa del tenente De Bernardi riguardava i tre fatti già esposti, e. cic-è : l'aver redatto ed affisso ti maniiftsto ■eccitante allo sciopero ; l'uver ea.pita.nata la dimostrazione e l'aver riscosso le 500.000 lire dal nemi<co : l'on. Grosso-Campana presentava di questi giorni al Procuratore del Ite. presso il Tribunale di Torino formai* querela di calunnia contro il tenente Mario De Bernardi, al quale, inoltre, moveva un'altra ed altrettanto grave accusa. A dire dell'on. Grosso-Campana, il tenente Mario Debernardi, in una sera del giugno o del luglio ultimi, in piazza Solferino, avvicinava la signorina Maria Cerrato, i cui rapporti coiron. Grosso-Campana furono recentemente lumeggiati al pubblico in occasione del rinvio d'un processo penale, nel quale la Cerrato figurava come parte lesa ed il Debernardi ed il Grosso-Campana come testimoni. Il tenente iDebenmrdl proponeva pel giorno dopo alla Cerreto un appuntamento nei pressi del monumento di Crimea, per le oro 11,30. La Cerrato vi andò in compagnia di una sua cameriera, e trovò che il Debernardi era accompagnato da un signore a lei sconosciuto, alto, sbarbato, che -le fu presentato per mi tale signor Scotto, domiciliato a Genova. Onesti due signori fecero alla Cerrato ima calda esortazione sui suoi doveri civici e patriottici; poi le rivelarono che l'on. Grosso-Campana possedeva dei documenti compromettenti la sicurezza dello Stato, e ia invitarono ad impossessarsi in qualunque modo delle chiavi del di lui ufficio, onde scassinare i mobili ed impadronirsi di quei documenti ; in compenso le offrirono la somma di L. 100.000 che sarebbe stata fornita da un Comitato presieduto dairon. Comandini, e tutte le facilitazioni per porsi in salvo da ogni responsabilità non appena compiuto il colpo. A questo colloquio presso il monumento di Crimea erano presenti, in compagnia della Cerrato, la di lei cameriera Caterina Nuvoloni e la costei figlia Emma. Alla Nuovoloni, anzi, sarebbero state offerte 100 lire onde assicurarsene il silenzio. La Nuvoloni le rifiutò. La Corralo rivelò subito tutto all'on. Grosso-Campana.. Questi fece delle indagini, che lo condussero a scoprire: che lo sconosciuto che aveva accompagnato il tenente Debernardi al convegno colla Cerrato presso il monumento di Crimea era l'on. Carlo Centurione, deputato a! Panlamento; e. che nelle assicurazioni date alla Cerrato circa il movente del loro operato quei due signori avevano abusato del nome e dell'ufficio dell'ori. Comandini. Afferma inoltre l'on. Grosso-Campana che tanto il Debernardi quanto il sedicente signor Scotto tentarono anche presso altre persone di far forzare la porta del suo studio cri i mobili che in esso vi sono, onde sottrargli i pretosi documenti. Questa, nel suo complesso, la querela, la cui importanza è messa in rilievo non solo dalla, gravità dell'accusa, ma. anche dalla coincidenza che i personaggi di questo nuovo episodio giudiziario sono gli stessi che agiscono, in altra veste, nel processo al quale abbiamo testé accennato. EocMsFVn aggppImpas a è r i i . t oe i e e, e !, el a e di o i a e o e e 31 Un pngno al brigadiere del Tribunale! {Tribunale Penale). Alla Sezione VI si procedeva ieri, per direttissima, contro il negoziante 'Davide Finellj L'interesse del dibattito era determinato dai fatto che parte lesa in causa era il brigadiere, capo della Polizia dei Tribunale Penale di Torino, Cossu Andrea. Il 14 corrente l'Aula del Tribu-nale s'era insolitamente affollata di negoziami e di amici del macellaio Gariglio, del quale si stava discutendo i> processo A processo finito, il brigadiere, adempiendo al .'ordine di far sgombrare i corridoi, respiri gevii fuori del Tribunale, tra gli altri, il si gnor Finèì.11. Sul marciapiede, dinanzi alla 1 orta del Tribunale- =*psso, s'accendeva tra il Fuielli e il brigadiere uno scambio secco di parole, tanto che quest'ultimo trascinava in camera di sicurezza il Flnelli. Rapporto dèi brigadiere e ieri giudizio contro il Kinelli, quale responsabile di aver nella disputa menato mi solenne pugno a'r brigadiere, facendogli cadere il ehepl, Per contro produceva il Flnelli una filza di testi ad. escludere il fatto: mfl il Tribunale floiva di ritenere colpevolo di oltraggio ii Finelli e lo condannava ad 1 mese di reclusione. Pres. : cav. Beriettini: P. M. : avv. Moretti; difesa: avv. De Agostini. l;p conseguenze fatali d'ano scherzo {Tribunale Militare). Una sera del dicembre ultimo, nella baracca in legno della ferrovia vicina al passaggio a livello di via Fossalta (Barriera Milano}, 11 soldato Giuseppe Calabrese, minacciando per ischerzo il commilitone Giovanni Vignudelli di colpirlo con un coltello da cucina, per una mossa inaspettala da parte del Vignudelli, lo feriva involontariamente e gravemente all'addome, tanto che il poveretto doveva soccombere. Lo vicende del 'luttuoso fatto, venivano discusse a giudizio nell'aula l.a e ieri il Calabrese veniva condannato a 2 anni di detenzione e 000 lire di multa. Difesa: Avv. E. Cazzola. Gli effetti del vino (Tri6ttna/e MtMfare). I! negoziante Bcrnabori Baldassarre, operaio militare, era chiamato ieri o. risponderà di aver insultato e minacciato un 6uo superiore carabiniere. Rifatti, la sera del 23 settembre scorso, in Torino, il Bernabori. rientrato alle Officine di costruzioni, ove lavora, in istato di completa ubbriacilezza., il carabiniere, di servizio lo invitava a riprendere il lavoro o ad allontanarsi: ma l'operaio invoce di obbedire, prendeva in mala parte l'ordine del milite, e dopo avergli detto ogni sorta di contumelie, faceva l'atto d'awentarglisi addosso per colpirlo, invitandolo a farla con lui a coltellate. Il Tribunale appioppava ieri al Bernabori un annetto di reclusione militare, condizionalmente. Difesa: Aty. M. paoli.