Il processo Malvy

Il processo Malvy Il processo Malvy Un'udienza movimentata - I rapporti tra il Ministero e il Quartier Generale - Una donna al servizio del contro spionaggio * Notevole deposizione del prefetto del Rodano {Per espresso alla Stampa)' Pnritji, 25. I pvi dichiarazioni l'-aAl processo Malvy, dopo br.. del colonnello Goubet. che è richiamato e che afferma di non avere mai incontrato dilllcoltà da parte di Malvy nell'esecuzione delle sue funzioni, salvo ili un'occasione in cui egli aveva proposto di rinforzare il servizio di sorveglianza alla frontiera ed il ministro 6i era riservato di prendere una decisione, viene interrogato il depiua.to Galli, che fece parte della Commissiono per i permessi di soggiorno. Il deputato Calli c Daudot Il teste dice come si è. interessato di numerose proteste riguardanti la presenza n Parigi di numerosi stranieri sospetti. Ne pari."' a Laurent ed a Malvy, ma senza, alcun risultato. Il procuratore generale' insiste sulla propaganda fatta dai disfattisti russi e Galli aggiunge: « A questo rigua.rdo ho visto, dee. parecchie volte Malvy. Ma. anche su questo argomento non ho nulla ottenuto, si trattava di una decisione del Governo? Non ne so nulla. Quello che so è che io ho presentato te mie proteste anche al presidente del Consiglilo ». Si richiama Daudet. Il senatore Dobierro gii la questa domanda : « Voi avete presentato alcuni documenti in istruttoria, Essi vi sono etati consegnati dalla Sureté Generale. Vi domando: da chi li avete avuti?». ; Daudet: — Io non denuncierò mai i mìei informatorii Bepmale: — In questi documenti ve ne sono alcuni che provengono dalla Prefettura di polizia. Si tratta degli originali. Io domando chi vi ha forniti i documenti e domando al procuratore generale, se vuole fare un'inchiesta sul furto di questi documenti. Daudet: — lo ho. ricevuto questi documenti da funzionari che hanno avuto fiducia. nella mia coscienza. Del resto., non vi è tradimento contro il tradimento. , Si introduce quindi l'ex-prefetto di poliz'a Laurent. Egli dice che Malvy gli ha sempre dichiarato che valeva meglio prevenire che reprimere. Devo aggiungere ohe merco queste misure, non vi è stato alcun disordino nelle 'vie. Il teste dice di non ricordare alcun jmrItlcolare circa l'affare Lipscher. Circa l'affare Paure il teste dice che quando sepne che Faure era oggetto di un procosso per oltraggio •■ai costumi, volle essere informata minutamente di quest'affare. Ho pensato che potevo servirmi di questo processo per interrompere la propaganda 7>ercolosa di questo individuo. Ho chiamato Paure. Gli re dei o ìparole dure. Poi, ritenendo di avere otto;nuto lo scopo a cui miravo, non diedi corsi alla denunzia. Si 6 supposto che io avessi '«potuto essere ispirato da un'altra autorità. 'Ciò è inesatto. . Viene richiamato Mouton, il quale aveva affermato che il provvedimento a favore di Faure era stato preso per .iniziativa, di Malvy. Moutòn afferma che que.sta e.ra stata la sua impressione, ma di fronte alla recisa smentita di Laurent!, egli non insisto nella sua. versione ed ammette che si è sbaglialo. L'ex-riirettore della polizia municipale, L'Alta Corte si riunisce quindi a porte chiuse per sentire la lettura del processo verbale relativo al Faure. Viene quindi Interrogato Chanot, ex-direttore della polizia municipale, citato a richiesta dell'accusa. L'interrogatorio del testimone si riferi&ce sopratuiio alla questione degli scioperi ed all'intervento dello straniero. Chanot, in risposta alle domande di Merillon circa la sorveglianza delia propaganda disfattista, afferma, che gli scioperi del 191" sono stati « sapientemente graduati ». Malvy protesta e dice: «Durante gli scioperi sono stati arrestati molti stranieri], ma ciò non deve sorprendere perchè vi sono molti stranieri tra i nostri operai. Onesti scioperi in reailA hanno avuto un carattere economico (Interruzionil. Ribot, Laurent, il governatore militare ed io abbiamo avuto delle conversazioni su quest'argomento ed abbiamo ritenuto concordemente che gli scioperi fossero stati provocati dall'insufficienza di salari. E' per questo che, specialmente ie donne, Je quali sono le peggio retribuite, hanno preso parte a questi scioperi. Domando che Laurent sia nuovamente sentito ». Ma Chanot insiste sulla gravità degli scioperi e sulla tendenza che. a loro si attribuiva. Egli si basa specialmente sulla sorveglianza che egli fece esercitare a quell'epoca da agenti in borghese e precisa: Vi fu una vera rivolta di donne che io ho avuto molta difficoltà a calmare. Gi uomini, è vero, non prendevano parie a queste .manifestazioni. Essendo esonerati, temevano di essere rinviati sotto le armi. Duelli che non erano esonerati parteciparono violentemente alle manifestazioni e sopranni o verso la fine si ebbero giornate dolorose. Il testimonio si lagna che Maunoury. il vero padrone ideila Prefettura, gli abbia un giorno dello: « Se voi continuate ad occuparvi di queste riunioni (pacifiste), io mi dimetterò e sottoporrò la questione al ministro». Cosi Chanot si rivolse direttamente al prefetto. Laurent od il testimonio sono confrontati a domanda della difesa, I.'ex-nrefe.tto di polizia conferma l'opinione di Maivy sul carattere economico degli scioperi. Non vi è stato alcun indizio che potesse avvalorare il sospetto che lo straniero entrasse in questi scioperi. E' vero per altro che alla Borsa del lavoro furono distribuiti alcuni stampati pacifisti. Ma Chanot invita il suo ex-prefetto a riconoscere che egli iO ha avvertito del pericolo allora, corso. Laurent: Tutti 'I giorni io ho tenuto uno conferenza allo ore M e mezza alla qual" assistevano tutti i direttori dei vari servizi. Può darsi iche in una di questo riunioni Chanot abbia: manifestato queste sue opinioni: ma tutti i direttori esprimevano liberamente il loro pensiero e ciò non implica che io dovessi dare maggior peso alle opinioni dell'uno o dell'altro che sovente orano in contraddizione. Un colonnello LsicoleterenqarmrapnsszinvdtelolrcgmtgdmHLvdldmcnvfgrdunmtdmiiscVlene quindi interrogato il colonnello zopff comandante del S7,o fanteria, e precedentemente capo dell'ufficio dei servizi speciali al Quartiere Generale. .Egli spiega quale era la sua missione e quali constatazioni ebbe occasione di fare. I servizi speciali comprendevano il controllo della posta 'militare : « Alla fine del 1916 noi potemmo convincerci dell'esistenza di un vasta campagna disfattista e anche di unapropaganda tendente ad abbandonare la colti-vazione della terra. Il Grande Quartiere Gene-Tale, nel mese di dicembre, chiese al Ministero degli intorni tutte le informazioni che poteva avere su questa propaganda pacifista. li 5 gennaio la Sureté Generale rispondeva che la sua documentazione era troppo vasta per poter es. sere inviata, ma che essa avrebbe potuto escere consultata in ufficio da un ufficiale di collegamento. Il tenente Bruyant fu incaricato dal generale in rapo di venire ogni settimana alla Sureté per prendere conoscenza di questa documentazione ed informare il direttore sulla propaganda pacifista al fronte. Il direttore del- a Siiiv;* Generale, era allora II sìg. Hudelo. a n e o t i i a: e o clLa comunicazione delle informazioni era fatta sia dal direttore della. Sureté Generale sia dal controllore generale Moreaii. L'ufficiale di collegamento, durante tutto il mese di febbraio, enne il direttore della Sureté generale al corrente dei progressi della propaganda pacifista neh esercito e gli domandò se non poteva sequestrare gli opuscoli, impedire le riunioni ed arrestare un certo numero di agitatori. 11 di rettore della Sureté rispose che egli era disarmato, che ine lui nè il ministro non deside ravano prendere misure che avrebbero potuto assumere L'aspetto di una provocazione. Ma, per mostrare la sua buona volontà pregò il generale in capo di scrivergli una lettera su quest'argomento, lettera che avrebbe assunto l'aspetto di una pressione su di lui. In esecuzione a onesta domainda ufficiosa, il generale in capo scrisse la lettera del 28 febbraio che venne considerata da qualcuno come, un colpo di pugnale nella schiena al Ministero desìi interni. Il ministro degli intemi rispose che nella lettera non vi era molto di nuovo, ma che, in ogni modo, egli l'avrebbe considerata conio l'espressione del desiderio che aveva il generale in capo di arrestare la propaganda pacifista. 11 testimonio precisa: «Cinque lettere del generale in capo furono scritte nel mese di marzo e cinque in aprile. Non si prese tuttavia alcuna misura efficace contro la propaganda pacifista. Leymarie divenne direttore della Sureté Generale e manifestò chiara-, mene il desiderio di non fare nulla. Mentre Hudein riceveva l'ufficiale di collegamento. Leymarie non lo ricevette più e lo fece ricevere da! signor Chiappe. Non ci venne più data alcuna informazione interessante. Il 9 luglio il generale in capo scrisse per domandare che lo si tenesse al corrente dello stato morale dell'interno. I! 29 luglio il generale in capo, non ricevendo nulla,'' si lagnò col ministro della guerra perché non gli si inviavano più gli esemplari degli opuscoli pacifìsti, né il resoconto delle riunioni, e lo pregava di intervenire. 11 ministro della gue.Tra rispose che vi era stato un errore e propose di sostituire l'agente di collegamento con un ufficiale « attaché » al suo gabinetto. Ma il generale, in rapo domandò, dichiara il testimone, di conservare l'organizzazione esistente. Le cose si trovavano n questo punto quando Stecg succedette a Malvy e Gonju a Lòy- msrmdmdgpifiLphlizvcspcvapddomqsendnprmarie, ila allora le relazioni si ripresero Ira!dit xi i . - j ■ ■ ■ .t i quartiere generale od il Ministero d.-gl interni ». La signora Matilda Lebrun Viene quindi interrogata la signora Matilde Lebrun, di 37 anni. Essa con una voce civaiaIfspiega la funzione particolarmente per.colo»a zche osò assumere nel servizio di controllo- gaggio. La sua deposizione ha un caraitort; > drammatico. Essa viene ascoltata attentameli te. « In uno dei miei tredici viaggi in Germania, all'ottavo, un tenente tedesco mi tl'.ése: • Volete fare una commissione presso uh uomo francese che è dei nostri e che i francesi credono fedele? » Io risposi di si. Riferii il fatto al capitano del servizio dal quale dipendevo, il quale mi disse: «Non dite nulla ». Io avevo riferito d'altronde il nome di una spia che fu poi fucilata. Al nono viaggio, nonostante la proibizione del mio capo dissi al tenente tedesco: «Sono a vostra1 disposlzione per ia commissione di cui mi ave'e parlato». Euii mi rispose: «L'uomo in j pregò allora di portare dei" denaro ad una spla, la signorina Fabro, che ritrovai a Mar-jS'gli testi: il il continua sapòrto amico pensare s era parlam dove fui chiamata al Ministero degli interni |ttito sapere il nome della persona in ano- stione. Io credo che non si avesse nuia a|rimproveranno ma, malgrado ciò, mi si -m- Upedì di partire ». veramente ... t.—.— . j Merillon: — Avete saputo iiie s. iraua\a lente del deputalo Ceccalil ? <, ••- i.im- n'j; In. iuerra por 1 affare Cecca di. io sa del deputa.o cecca ini- Egli volie sapere ciò che io sapevo : mi in- ierrogò dopo avere declinato il suo nome e ia sua 'inalivi. !>■ gli dissi ciu che sapevo. Mi domandò quanio mi era stato dato por ditta- mano. Disposi che non .aro siala pagaia, e che mi ero limitata a ripetere ciò che avevo sen- tito dire dalia Fabre. Egli presentò una quo- re'a contro di me e dopo alcuni giorni laritiro. Procuratore generale: — Noi non dobbiamo giudicare quest'affare. 'Non abbiamo quindi bisogno di illuminare questi fatti, i/incidente elevo considerarsi chiuso. Ma devo dire che è state riconosciuto che non tratavesl del deputi- tnCeccaldi ma di un altro Ceccaldi. D'altronde in «..eccami, ma ai un auro ■L.Hf-caiui. u auruiiue non sono stato io che ho tatto citare la le-stintone. (Senatore Monis: — iXoi abbiamo citato la testimone perchè la stia deposizione riguardava il colonnello Zopff e per provare in <niali condizioni questi non l'aveva la-sria'.a ritornare In Germania. Colonnello Zopff: — Devo dichiarar? che 'a signora Lebrun non i ritornata in Germania porrti* temevo per la sua esistenza. Vi era un grave pericolo per lei. Un ufficialo di collegamento Viene quindi interrogato il tenente Bruyant ufficiale di collegamento tra il Quartiere generale ed il Ministero degli Interni. 11 testimone ripete circostanze già noie- A domanda dichiara che appena iMalvy cessò di essere ministro le relazioni tra il Quartiere generale ed il 'Ministero degli interni migliorarono son-f l a ao l i a I sibilinente. -1 Procuratóre generale e-' o a na s. si o a a a Avendo Incontrato difficoltà coìla Sureié Generale, alcuni funzionari vi hanno allora consegnato ufflciosamenie informazióni? Testimonio: — po'chè mi si nascondevano molti fatti, il controllore generalo Moreau, mi disse : E' mio dovere patriottico darvi io informazioni ohe vi si nascondono. .Malvy ricorda che non ha mai messo ostacoli al servizio di collegamento tra il Quartiere generale ed il suo Ministero e ricorda la lettera del generale Nivelie che Jo ringraziava. Dichiara infine che tutto ciò che fu deciso in giugno e luglio 1917 lo fu in Comitato di guerra ed in Consiglio dei ministri. Viene eseguito un confronto tra Chiappe ed il testimonio. Chiappe: — Io ho consegnato al tenente Eruyant tutto ciò che avevo, e questi documenti si riferivano al mese di giugno. Uruyant: — Voi me li avete consegnati nel mese di agosto ed io non ha rlcevuio nulla in maggio e giugno. Chiappe: — lo-non ero alla Sureté Generale. Se vi è stato una interruzione di rapporti, ciò avvenne sotto il mio predecessore. E' Hudelo clic diede l'ordine di non fare, rapporti per il mese di giugno Bruyant dice di confermare che per due mesi 11 Quartiere Generale non ricevette alcun rapporto e questo avvenne precisamente nei mesi in cui vi fu una maggiore distribuzione di opuscoli pacifisti e nei quali si tennero maggiori riunioni. Il prefetto dol Rodano Viene infine interrogato il prefetto del Bedano ault il quale dice che vi fu una divergenza di vedute fa lui ed il ministro circa una perquisizione che egli voleva fare a Lione per impedire la distribuzione di manifesti pacifisti. Rault ricorda l'affare del Siilo Fiosso di Lione, organizzazione rivoluzionaria che stampava opuscoli antimilitaristi ed aggiunge: Io ho avvertito il ministro degli interni della mia lintenzione di agire. Ne domandai autorizzazione. Malvy per telefono mi chiese che cosa volevo fare. Gli risposi che la. mia intenzione era di perquisire l'Unione del sindacati del hodauo, dove si stampavano questi opuscoli. Malvy mi disse: — Desidero che non perquisiate" la Borsa del lavoro. — Gli risposi che ■non si trattava della Borsa del lavoro, il ministro mi confermò che non voleva perquisizioni e mi disse: -- Impiegate altri mezzi Allora ho raddoppiato la sorveglianza contro quest'organizzazione. Poco lempo dopo Hudelo mi telegrafò per segnalarmi che si distribuivano manifesti pacifisti e mi invitava a sequestrarli. Allora pensali che vi fosse una contraddizione tra ciò che mi aveva detto il ministro e ciò che telegrafava Hudelo. Subito di . rojs( „n rapporto alla Sureté Generale. In esso dicevo che avevo già segnalato la diffusione dei manifesti ed aggiungevo che il ministro non si era manifestalo favorevole al sequestro. Continuai a sorvegliare da vicino 11 comitato anarchico e seppi che esso intendeva diffondere ottomila opuscoli pacifisti e fare una ma. nifestazione nelle vie. Avvertii di nuovo il ministro esprimendo la mta intenzione di Impedire la manifestazione e sequestrare eli opuscoli. Il ministro mi disse subito che approvava le mie vedute. Così, in un primo momento. Malvy. credendo si trattasse di un'organizzazione operaia, non autorizzava le perquislzlonì: poi. quando senpe che si trattava di anarchici, non solamente autorizzò la mia az'one ma mi invitò ad agire. Il testimone aggiunge che il ministro mai intervenne per imnedirgli di compiere le sue funzioni ''he sono anche quelle di prefetto di polizia. Mnlvv eli lasciò sempre la più intera liberta di azione.

Luoghi citati: Germania, Parigi, Siiiv