Il processo pei fatti d'agosto

Il processo pei fatti d'agosto Il processo pei fatti d'agosto nerroaoroaero,eauceeiaezzana oroL udienza ò aperta alle 0.20 colla prosecu-zione dell'interrogatorio del segretario della Camera del lavoro Dalberto. I! Presidente con- testa all'imputato una circolaro riservato di-ramata nel maggio 1917, nella quale si protè-stava contro la reazione- che non aveva per-messo il comizio dei l.o maggio e si invita-vauo le organizzazioni ad una adunanza nel-la quale si sarebbero esposte pure le condì- doni poliucho dell'ora. Dalberto risponde che si trattava di una con- Vocazione dii organizzati, allo scopo di farloro comprendere che nelle contingenze d'ai-lora non era possibile alcuna proficua agita- tione e la riunione ebbe luogo il 12 maggio, Presidente. — Pare invece che in tale corni- eio avreste detto che il proletariato era pronto e bisognava cogliere il'momento opportuno e vi sareste scagliato contro la guerra. Dalberto nega e nega pure di avere invitato gli organizzati ad occuparsi più di questioni politiche che di economiche. Serrati chiede di interloquire p?r spiegare le origini della riunione. 11 l.o maggio 1017 vi furono a Milano delle agitazioni. (censura). Fu deciso di convocare il Partito e la Confederazione per discutere l'atteggiamento del Partito di fronte a questi movimenti che andavano estendendosi. Fu approvato un ordine del giorno dell'on. Casalinf in cui si decideva di non assumere la responsabilità di tali movimenti. In seguito a tale riunione la Confederazione del lavoro invitava le Camere de! lavoro d'Italia e quindi anche quella di Torino a pronunciarsi in merito. Il Presidente contesta alìMmiputato Dalberto altre circostanze. L'imputato 6piega lungamente il funzionamento della Camera del lavoro, dopo di che il Presidente chiede a Dalberto conto delle- sue parole pronunciate al comizio del Soviet. DalbeTto, fra a;ltre frasi, avrebbe detto che era tempo di scuotere il giogo, di alza.™ la bandiera rossa, eco. • Dalberto risponde che in 20 anni di propaganda ha tenuto migliaia di discorsi. Sa quindi quello che si può diro in un comizio pubblico, Dalberto spiega le sue parole cica il trionfo futuro del socialismo sulla borghesia, ricordando a questo proposito la rivoluzione russa. Ed Ita soltanto previsto la pace durevole affermando che sarà raggiungibile soltanto quando sarà abolito il capitalismo' e 6arà instaurato il regno del collettivismo. A questo punto l'imputato fa una lunga disquisizione sulla rivoluzione sociale e sull'avvenire do.l proletariato mondiale, e avviandosi verso la conclusione ricorda ancora l'opera economica svolta dalle Camere del lavoro nel nome di idealità superióri per chi lavora e soffre. Dalberto ripete che non ha creato o fomentato agitazioni politiche ma puramente economiche, che se avesse voluto faro realmente delle agitazioni politiche non gli sarebbero mancati nè il modo ne gli elementi necessari. Quando accenna all'opera d'assistenza alle famiglie dei richiamati, il Presidente ammonisco l'imputato — il quale con enfasi parla già da un'ora e mezza — che il Tribunale 6 convinto della atticità del segretario della Camera del lavoro nel campo economico e delia assistenza, ma tulto ciò non ha a che vedere cella causa. Ma la difesa insorge perche s lasci parlare e. Dalberto continua sino ad e saurimento della sua autodifesa. L'interrogatorio di Maria Giudico S'avanza olla pedana Maria Giudice. lissa .ce: — Se non avessi sette figli che m'itnpon- dice. gono un dovere particolare, rinuncerei alla mia difesa personale. Ma io debbo assolvere anche il mio dovere di madre, 'dopo di avere assolto il primo e maggiore mio dovere, quello di socialista. La Giudice prosegue con grande enfasi, dichiarando che la sua difesa sarà un'accusa, sarà una requisitoria. Accusa quindi oltre il commissario Carassi, il Giudico istruttore per la sua istruttoria e contro la quale — dice — anche se il mio difensore avv. Filippi mi procurerà qualche anno di galera, io protesterò semprel ». La Giudice poi, appoggiata da Serrati, lamenta i modi coti cui iùrono fatti i verbali. Serrati aggiunge che il giudice istruttore congedandolo gli disse: «Voi sapete fare la rivoluzione come noi sappiamo fare la guerra». E fece a me imputato altre dichiarazioni di neutralismo che per un giudice istruttore erano e sono assai singolari. La Giudice lamenta il modo ccn cui fu interrogata e protesta a gran voce contro i! giudice istruttore. Il Presidente interrompe. — L'n po' di gallila. Non è un comizio! Anche per la sua salute. (Ilarità). ■ ». Giudice. — Non si preoccupi. Non soffro. Il carcere ini ha riposato. Dopo una lunga dichiarazione il presidente chiede: — Adesso vuole rispondere alle mie domande? Giudice. — Me le ripeta. Presidente. — E' la terza volta. . P. M. — La signora che è intelligente comprenderà però che se ad ogni domanda fa un discorso, non la finiamo più. La Giudice risponde ampliamento ài P. T.I. il quale osserva: — Scaricato cosi l'accumulatore elettrico, andiamo avanti... (Ilarità). La Giudice prima .deplora l'ignoranza che ha la Polizia di socialismo, di organizzazioni economiche, scagliandosi contro il commissario Carassi e quindi dichiara che non ricorda d'avere presieduto un'assemblea in cui si tratto d'espellere alcuni compagni favorevoli alla guerra, l'n ogni modo - dice — se ho presieduto, mi sono limitata ad essere 0 neutrale » appunto perchè presiedevo. Il Presidente contesi:! all'imputata, di essersi scagliala in altri comizi contro la gliene L'imputata risponde abbondantemente alter mando che doveva illustrare :1 flagel che 559 vari comizi di cui è cenno naie piio che è. impossibile seguire e Alle 12 l'udienza è rinviata, . tutti ci opprime e la lotta di classo, non l'odio Idi classe. L'imputata parla sul caso Tresca e ricorda i suoi 20 anni di vita politica, la sua , vita di propagandista e di giornalista, dichla! randosi prónta a prendersi anche una con; danna a 30 anni di reclusione. Spiega quindi ! lungamente perche essa abbia osteggialo il 'congresso prò Pace aiU'Aja, che pur aveva le simpatie dell'on. Morgari.'.-Vi un tratto gri Ida; , Ah povero Carassi, io non voglio uc- j ridere un uomo morto! » i Presidente — Per ora l> vivo (Ilarità) 1 Giudice. —' Affermo che come io sono'vlva... Presidente. — Lo sentiamo, Io sentiamo. (Ila rità prolungata! i,a Giudice continua riassumendo i suol di I scorsi carie lami, riasr Udienza pomeridiana Alle ore 10 è stato ripreso -l'interrogatorio . deUa Giudice, la quale risponde al presidente \ circa la sua partecipazione a vani comizi. lfcTtoria, con una rapidità e strigo-1Afferma che vi partecipò o come pubblicista o come propagandista, citando la sua opera di segretaria del'.a Camera del lavoro in sostituzione di Dalberto. Dichiara d'avere, spiegato opera umana, che nulla aveva a che vedere colla politica. Cosi s'ùocupò della questione delle fattorine e delle nmnovratr.ci tram viarie, di cui riferisce lungamente. Nega di avere in modo particolare parlato in un certo comizio dove parlò Francesco Cicotti. per una particolare ragione, dice. cioè, perche dove parla Cicottl non ha parlato ma:, ne parlerà lei. • {Commenti). Il Presidente contosta alia Giudice di aver partecipato ad imi congresso in cui fu volato un' violento ordine del giorno in cui si nega¬ , Non so nemmeno dove sia qne- ' e e a e i e e i vano lepatrie. Essa risponde cbpnon ha avuto] alcuna parte nell'organizzazione di quel con-" gresso, ne presentò quell'ordine, del giorno. Presidente: — Il 30 giugno 1917 partecipaste ad una riunione in cui ripeteste la nota frase di Treves: „ Non più un inverno in trincea ed inneggiaste alla, rivoluzione. ■Barberis, interrompendo : — E perche non I iprocessaste Treves 7 La Giudice nega di aver parlato in quella occasione e cosi nega pure di avere ripetute certe frasi di cui è eenno nel. processo. PrcMi'ienve : — Nell'agosto 1017 parlaste v!o-, leni emente a 'Rutti gli era Alta. Giudice sto paese Sdorati: — Eppoi, che c'entra Buitigliera coi fatti di Torino'; Avrà fatto duemila conferenze in 20 anni. Barberis: — Io ne avrò .fatte 10 mila (risa). Venendo ?il (famoso comizio d'.ce che la Questura aveva dato il regolare permesso e che sapeva benissimo quel che avrebbero detto gli oratori. Presidente: — Avevate preparato insieme i discorsi (ilarità). Giudice: — Il discorso mio fu riferito esattamente sull'Avana! esattamente perchè l'ho scritto io. Si chieda la copia originale delV A vanti! in deposilo presso lì Censura. Serrati dice che pure lui ha chiesto la copia originale dell'/I vanii! in possesso della Censura., trovandosi nello stesso caso. Deplora che nel voluminoso incartamento non abbiano potuto prender posto queste copie. La Giudice riassume il discorso tenuto la sera del Comizio del « Soviet » in cui prese lo spunto da. una informazione dello Sminioff, il quai^ voleva ai sapesse che la prima vittima caduta a Pietrograrto sulle barricate era stata una donna. Ed allora ella disse che nel giorno della rivoluzione sociale le donne di tutto il mencio avrebbero saputo morire per la loro fede e per un'alba migliore. Presidente: - • Anche in una conferenza del 18 agosto i!)17 Inneggiaste alle barricate. Giudice: — No. mi =caglàai semplicemente contro i socialisti maggioritari tedeschi, '-he avevano tradito la causa delfl*« Internazionale». Questa volta mi pare che dovrei essere proposta per un premio di antidisfattismo. Centro i tedeschi di una Manifattura. La Giudico narra a questo punto, su domanda dell'avv. Filippi, il periodo trascorso a Borgosesia. .. Trovai — <lice — in quel .paese un ambiente medioevale. C'è una Manifattura Lane che ha, od aveva allora, per impiegati e direttori dei tedeschi, che insultavano gli operai ilaìieui, chiamandoli cani e peggio. Questi tedeschi comandavano talmente, che persino nelle ultime elezioni politiche hecn- sdorano gli operai che non votavano il candì- j dato della Manifattura. E giravano pei paesi accaparrando voti, spadroneggiando, minac: I e dando; un fenomeno che indignava tutti gii onesti, compresi i preti della Valsesia, che furono solidali colla nostra campagna.. Questi operai erano spiati, seguiti e licenziati insieme ai famigliari, in modo che la fame piombasse conia miseria in tutta la famiglia che aveva subito l'ostracismo dalla iManifat- àu^VopJr con^le1^ un anno di lavoro di fatiche, potemmo, io|e min marito creare una Lega di carattere!cconomìco Ed allora da parte di questi to. deschi infierì pili aspramente la persecuzione ;contro gli operai ed 1 leghisti. La Manifattura, che aveva nei suoi operai una maestranza ;magnifica, abilissima, dovette limitarsi, per don peidere gli operai, a licenziare solo i capi Ed allora io e mio marito preparammo una ribellione contro i tedeschi di Borgosesia, ribellione santa, che onora il proletariato pie- jmontese. E la maestranza di Borgosesià sorso a, proclamare il diritto di organizzarsi in Leghe socialiste 0 cattoliche, in nome di queiia stessa liberta per cui i nostri padri avevano . \ ìl--"e : «volle sempre rimanere" al fronte, lf*Ui Cl}f nella sua fede ini orventista aveva spin- crrfdtvVqMCc. c"i . " '■' ~ •-•ottu k- armi ìuienw, ♦lieto, e tra noi corse questo pano: io sarei ri cacciato i tedeschi d'Italia. E diressi un'agitazione piena di dignità, di coraggio, di fede, hi nome delia libertà di pensiero e di riunione conculcate da quei tedeschi. E se rileggeste, o signori, gli articoli che scrissi in quei giorni contro i tedeschi di Rorgosesia, li vedreste degni dei giornali più interventisti e più italiani ... On. Sfiorati: — E suo marito, interventista, ft morto in guerra ! La Giudice ha parlato con grande foga e sincerità di questo suo battagliero periodo, destando Inolia impressione. Essa ricorda pure con voce commossa il maTito, che, malgrado fosse di salute cagionevole e avesse potuto imboscarsi, malgrado 1fosse padre di sette figli, volle andare in zo na di guerra, . E andò masta colla mia fede neutralista, lui nella sua. ^e fosse morto combattendo, io avrei curato i figli i. La Giudice piange... E pro- to tanti alla guerra, volle essere sempre in prima linea. Ed io gli facevo scrivere dai bimbi: e stiamo bene, sta tranquillo, babbo!» ■ Ecco il mio sabotaggio. E quei figli ho curato ?con amore santo, vegliando per essi sino alle ldue di notte per far loro i vostitinl, ricucire la biancheria, dopo le fatiche del mio ufncio! ». L'imputata dice con un singulto: — Co=i signori, preparavo lo sommosse! La Giudice afferma che nelle testi giornate del 22 e 23 agosto era occupata attorno ni marito ch'era giunto in brevissima licenza e giaceva malato gravemente. L'imputata spiega la sua avversione contro la guerra, contro tutte le guerre, in ogni tempo anche quando nazionale, che preparerà un giorno di vera pace e di vero amore fra i popoli. Interrogatorio di Rabezzana E' la volta di Pietro Rabezzana, già segretario do. Partito .Socialista Torinese. Rabezzana spiega quale fu la sua partecipazione , alla riunione proibita del l.o maggio 1016. Aveva preso impegno di recarsi al mattino alla Camera del Lavoro, corno segretario sul posto. Vi andai — dice — e rifiutando di abbandonare i paraggi (la Camera del Lavoro era chiusa), fui arrostato e condannato a 50 forni di reclusione, poi ridotti a 30. A do- ' manda dal Presidente dice che partecipò ad una riunione prò Tresi ] di guerre non si parlava, in nomo dell'Inter " I , pro tresca, parlando però contro la guerra e che in n-e anni non ha mai mancalo ad una assemblea del Partito Socialista. Presidente: — Nei primi di febbraio del !!)!( esplicaste !a vostra (propaganda andando al convegno socialista di Roma o volaste lordine del giorno HordigaV Rabezzana conferma. Presidente: — Nel l.o maggio 1917 incitaste i lavoratori a rompere le catene ed assicuraste il vostro compagno tlordiga, venuto da .Milano, ehe 1 lavoratori torinesi sarebbero scesi 111 piazza? IlaJiczzaua : — Nego recisamente di avere partecipato ad una tale riunione. Del resto verrii a deporre Bordiga. Il Presidente chiedo se ha mai consigliato gli operai n fare raccolta di bombe. Gli imputati ridono. Presidente; — C'è poco da ridere! Difesa: — Sono le bombe del commissario Carassi !.... Habezzana nega di avere pronunciato una simile frase. Credo — dice — dì non avere neppure, partecipato a quella riunione. In ogni modo mai ho pronunciato una simile frase. Pabezzana fa una dichiarazione. Pel jsuo temperamento non ha detto, non potrà,' mal dire una simile frase. Afferma di non avere mai iiK-iiato né a far raccolta, uè a lanciare bombe. Itabezzana. ammette :ii aver fatto parto delle frazione cosidetta . rigida » e di avere partecipato alle varie adunanze della stessa. Ignora esistesse un comitato segreto contro la guerra. La ricerca nel cumulo degli atti di un ma. ni festino — del cui contenuto Rabezzana assume la responsabilità e su cui la Giudice era invece dissenziente — fa perdere, pareo, cliio tempo. La .lettura 6 chiesta dal difensore della Giudice e Barberis brontola e si agita contro i! difensore tra l'ilarità dei . .111pagni. In sostanza si tratta di rilevare un RAsisGs j dissenso di idee tra Habozzana e Giudice e p(,r appurane — dice Rabezzana — che la I Giudice non può dirsi realmente » rigida ». On. Sci ora ti : — Ma queste cose interessano noi soi: I Presidente P^re un altro inverno in trincea* | Rabezzana: — Le di'-hiarero (pianto penso ! in proposilo. Ritengo ebe la guerra in Eu ropa sarebbe stata evitata se allo scoppio ; conflitto tutto il proletariato europeo si fqs: posto in iscioperò. Onesti concotti 10 mani ; festui in quella riunione, L'imputato respinge l'accusa di avere par tecipato a! « moto insurrezionale « che de finisce molto spontaneo sonza preordinazione alcuna. Se avesse per ipotesi partecipato al j UìVlC ben altre conseguenze, avrebbe avuto e Ricordate d'avere partecipato ad una riunione del Circolo Barriera di Nizza dove avete assicurato che per fare cessare la guerra bastava che gli operai incrociassero le braccia e che i soldati non avrebbero del in ben altro morbi si sarebbe svolto Rabezzana si riserva di fare dichiarazione quando avrà parlato i! P. M- e la seduta è rinviata a lunedi.