Come le truppe italiane occuparono Fieri e Berat in Albania

Come le truppe italiane occuparono Fieri e Berat in Albania Come le truppe italiane occuparono Fieri e Berat in Albania L'intera regione fra il Semeni e laVojussa in nostro potere ROMA, 11. L'operazione con la quaìc le nostre valorose truppe d'Albania hanno occupalo la. dorsale della Malakastra e le città di Fieri e di Berat raggiungendo la linea dello Semeni si era iniziata la mattina del 6 corr. Ad oriente delle iwslrc truppe, riparli francesi, muovendo tra il Tomorica e il Devoti, espugnavano il Mari Kercir, punto dominante della, displuviale tra i due fiumi. Nostre colonne di fanteria e di bersaglieri, con largo movimento di conversione a destra, puntavano verso nord. Alla, nostra ala occidentale lungo il mare, varcala la Vojussa, colonne di fanteria, vincendo fortissima resistenza nemica, espugnavano il giorno sette le alture tra Levani e il monastero di Pojani, dominanti la strada per Fieri, mentre con brillante manovra squadroni di cavalleggeri si slanciavano innanzi tra le alture e le paludi costiere, piombavano arditamente su Fieri, raggiungevano i ponti di Melali sul Semeni e li distruggevano, portando lo scompiglio nelle retrovie nemiche, catturando molti prigionieri, tra i quali persino aviatori coi loro apparecchi. Nel frattempo, al centro, fanti, e bersaglieri si aprirono a viva forza la via di Berat facendo cadere, con una. duplice azione aggirante combinata e con un attacco impegnativo frontale, il minutissimo sbarramento Cafa-Glava-Parasboar. Alla nostra ala orientale, altri reparti si impadronivano dopo vivacisima lotta di Cafa Tìebris a dominio della testata del Tomorica. La nostra ìnarcia in avanti proseguiva rapida nei giorni 8 e 9. Il nemico, premuto di fronte dalla, fanteria, minacciato alle spalle dalla cavalleria che risaliva celeremente il Semeni, era costretto a cedere ordinando il ripiegamento a nord del fiume. Le nostre truppe avanzavano attraverso la vasta regione seminala delle traccie della precipitosa ritirata dell'avversario, il quale opponeva oramai solo resistenza di nuclei di. retroguardia e cercava di distruggere col fuoco, senza riuscirvi completamente, materiali e depositi abbandonati. Il 10, le nostre truppe, entravano in Berat accolte come liberatrici dalla popolazione e raggiungevano dovunque Semeni. L'importanza strategica del successo conseguito appare assai più evidente dalla cognizione dei luoghi e dall' esame della caria che non dai risultati lattici ottenuti (perdile inflitte al nemico, prigionieri e materiali catturali), poiché, a differenza degli altri teatri, di guerra, dove le truppe saturano, si %mo dire, il terreno, in Albania la occupazione del territorio si fa con. nuclei disposti nei punti di importanza militare. Ma la vastità e la natura del territorio imblplnsonlllmesasmldcScfccclrgbclveoccupato e il considerevole raccoraamentoldi Ironie (parecchie decine di chilometri) I. , , I che l avanzala compiuta ci consente, bene I a i a i . o illuminano la nostra vittoria. A chi ha dimestichezza con la tormentala regione albanese ed anche soltanto a chi ne consideri la carta, risulta chiaramente tutta l'importanza della catena montana della Malakastra, che si erige sulla paludosa pianura della bassa Vojussa. Padroni di questa catena, per due. anni interi gli austriaci ostacolavano la nostra avanzata e battevano i nostri movimenti Le precedenti brillanti operazioni compiute in Albania nell'anno in corso avevano sjiinto verso nord la nostra linea tra la Vojussa e. l'alto Osum, ma all'ala sinistra la nostra occupazione era slata immobilizzata ililla bassa Yojussa. Tentativi fatti nel giugno del 1916 ci avevano dato qualche vantaggio tattico, senza mutare la situazione generale. Il nemico dominava sempre la Malakastra con la città di Fieri, occupava la fiorente città di Berat su'il'Osum poco a monte della sua confluenza col Devoli, dove incomincia il Semeni. La fortunata operazione di questi giorni ci ha messo in possesso dell'intera regione fra Semeni e Vojussa c delle due fiorenti città. E' opportuno ricordare che nel dicembre del 1915, all'inizio della nostra, occupazione, in Albania, nostre truppe, con lunghe marcie felicemente compiuti:, superando difficoltà logistiche eccezionalmente gravi, create dalla minaccia nemica incombente sul fianco destro, dalla completa mancanza di strade, dallo stalo sanitario e dalle condizioni generali, della regione, aggravale dal passaggio dei. prigionieri austriaci e dell'esercito serbo in ritirata, avevano da Vallona raggiunto Durazzo. (Por Mi-foli, Fieri e Cavala esse attraversavano tutta la pantanosa zona occidentale dell'Albania centrale, resa estremamente malagevole dalle dirotte pioggic autunnali, passando su traghetti improvvisati la. Vojussa. il Semeni e lo Scumbi in piena. Successivamente, conservammo il possesso di Fieri e della Malakastra, finche fu ritenuto necessario, per proteggere lo sgombero dei prigionieri austriaci e dell'esercito serbo in marcia su Vallano. Finite queste operazioni, nel marzo 1916 la nostra occupazione venne ritirata sulla sinistra della Vojussa e gli austriaci avanzarono a sud del Semeni fortificandosi saldamente nella regione montuosa della Malakastra che si erge fra i due fiumi. Ora l'incubo opprimente della Malakastra è svanito. (Stefani). L'Agenzìa Stefani riceve da Londra, liLEvcnutg Standard dice elio la vittoriosa avanzala italiana in Albania, merita la. mas giore attenzione, L'obbiettivo pi incapale d-questa azioiK', condotta con tanto valore e ''usi bene organizzata, può essere il putente porto militare di Durazzo e non è difficile vedere clic la continuazione dei succedi su ciuccio teatro della guerra costituirobbe una eonèidè- xsdgcsavmdciìtdrppsdtrevole minaccia pel fianco destro bulgaro E' ol certo che un grande successo in questa re) I &°".e .sarebbe disastroso per ]a Bulgaria, e I profipi, crebbe probabilmente il disgregaménto e I dell'Impero austrìaco

Persone citate: Berat