Fra Adige e Brenta

Fra Adige e Brenta Fra Adige e Brenta (Dal nostro inviato speciale) DI fi L'ERRA i 21 Ci ll Idei fronte iiho all'Adige ponendone iti luce j >e caratteristiche essenziali, le sole che ci interessino uel riguardo di un disegno of- visiono larga, con,prensivn, non una de1scrizione munita del terreno, e pero abbia- ZONA DI fi L'ERRA, giugno. Abbiamo passalo in rassegna la sinistra ' -l ) | 1 mo trascurato i particolari Compendiando il già detto, ricordiamo chefra Sxelvio e Adige stendesi l'arco più imponente e più massiccio di tutto il fronte, catene e grovigli di montagne culminanti ad altezze sempre maggiori più si va. verso occidente, con direttrici segnate dalle valli, ma la Val Camonica, ìe Giudicane sono eccessivamente lunghe per un attaccante. Troppi chilometri OmsBcssbcBalslhpi percorrere in prò fon- v.litù e podio strade clic non consentono li- bberta di manovra. Le masse che vogliono Bmuoversi richiedono lo sfogo di ima rete'nstradale ricca e di ferrovie. Gli eserciti sono oggi troppo numerosi e pesanti per potersi incanalare in lunghissime strette. Hanno bisogno di irradiarsi largamente, di fluire, di espandersi, lasciando incerta la difesa sulle vere direzioni e sugli obbiettivi. Per questo abbiamo fatto le nostre riserve spndrddsulla ipotesi di una onera/ione nrinc'inale I h in Wande stile lungo Ih via dell'kdigé. La- svalle. Lattarina e anch'essa un '■nr'.;k],-,'i,, t „ , - . SÌ ir ^- \- • ' Umolto meno profondo delle Giudicano, ma trelativaitìente chiuso e isolato. Fra l'Alti- m i piano e Coni Zugna sono tutf'altro che il- g! gioco re ■ sione tot I senta k I francese ativamente ristretti. ■ie di circa 300 chilòmetri non pre-|'formidabili incognite del fronte*! o o e a e o i - , o mente, ai scende dai picchi nevosi agli alli- inani per mille metri, dal Pasubio alla coni co di Asiago. E' uno. zona ricchissima di a valli correnti in più direzioni su molteplici versanti. Me vediamo subito due salire del¬ - la valle dell'Adige, all'altezza di Rovereto, -: e tendere coi loro tentacoli verso fino punti logici i conati offensivi; ma devono essere' pcoordinati ad altri svilunpantisi nelle zone! più orientali Che ner noi r.-nni-eeeni-ino n ff"ero^rontaòV^^^^ diciamo che dove gli austriaci hanno «Itac- Nin'CSiUinibile'tornino 5cai., in | 1916 e 1917 lì c pii's'iiiiioue lornuini %ad attaccare. 11 nostro fronte consente un "a «-un esten- d-npqaitto montano di una asperità sempre piu j fdecrescente man mano che si và verso U- ^Tra Adige e Brenta stendesi un settore e , , e i ¬ e fino al contine. Ma il Pasubio tesse alla loro o. sinistra e Coni Zugna e il passo di Buole , tennero fermo alla loro destra Teniamo e ,(fue/ta stradn pel. r,lo)li chilometri oltre il ^ -dine. Seconda valle quella di Terragno- P- chf }l nemico tiene per tutto il percorso . .,lno aJ famoso passo della Borcola, donde si i | scende por Val Posina ad Arsiero. Alla Bor a e a a o è a-1 smmcststretto contatto sul ciglione settentrionaleIda Passo della Borcolf al GirnÒM Tra la Vallarsa e la Valle di Terragnolo' saliaiiti ige come le due brache^diufcòrno del nostro confine: sono iti Vallarsa, e la Val Terragnolo. La prima, risalendo il corso del Leno, apre la comunicazione più direi In fra Rovereto e Schio, su cui scende lungo il Leogra, passando per Pian rielle Fugazze. Gli austriaci si buttarono su questa ampia, bellissima rotabile nell'offensiva del maggio 1016. nella speranza di risalirla almeno cola il nemico morde il nostro confine e guarda giù ir; basso allo Val Posina, profondo fossato che separa i due avversari, alcuni reparti dei quali tuttavia sono a dall'Adige idi cervo stanno a fronteggiarsi le grandi posizioni austriache di Col Santo e le diifese italiane del Pasubio. Le due valli possono considerarsi come vie di infiltrazione. Bisogna tenerle solidamente sbarrate: il ;loro intero possesso concederebbe al nemico una duplice disceso éntro il nostro confine. ■ Terza grande vaile, pui- „ oriente, è quel- aIla dell'Astice» che dai monti a nord-est rji a ! Rovereto scende in direzione sud-est ad A,..|n- siero, dove accoglie le acmic del Posina e' - prosegue versoThiené Nel 101 fi fu asnrn |i mefite combattuto per il possessi, integrale' rlai „.,_„,„ ,.;„ ,v>r,,.l.0in„n'c',„' ! ^ o;!1 Vla d invasione.. Sulle due sponde i pi nemico occupo posizioni importanti, adeu. str,aJ.altiP«ano di Tonezza che si protende -'!s11' Limone, :i sinistra tutto il terreno fino -j a Pedescala, luogo di confluenza con la Voi e d'Assa. Eccoci sull'altipiano: dei Selle Coe 1 ninni, nella storica conca di Asiago conri trassegnata tutta infoino da una vera rag- i If^ ^t^r^mVnnrTl'i^or^^' e P™11- «ettore memorabile per tante vicende, o teneno vulcanico, in cui i sobbalzi fellu- nci d(>"a guerra hanno avuto lunghe soste a \<* subite e violente riprese, o | Invaginate una conca verde, che potrebbe - essere un lago contornato da "rondi cort di ™}}« edi groppe. L'acqua a- , ' -1la,.(?al10 fiuenza verso il suo centro delle a valli scendenti n raggio dalla cresta armata r- clic va. dà Cima Vezzena 1908. per Cima Ma« a■! derido-2051, Cima Larici 2034. Cima Portole 2310, Cima Dodici 2331, Cima Undici 2227, go ipotetico dovrebbe essere da-l Ot ligula 2101, Cima (lell.'l Caldiora 2123, Ci- (pma Indoro lflli, a Monte A l'I cai e 1944, il ha- stione che nrocotnbe sul semicerchio del Brenta. Ma il lago è prosciugato dalle valli nche s'aprono a sud. Esse lo vuotano e cos'i dsi forma l'erbosa e arida conca di Asiago, rin'ecie di enorme bacino carsico, il cui arco Ut„„(,.i„v,oi„ ..i H„„,„ii„ m»i,.i il «ni z,a e a. ciurmila >« mia scende dai mille metri [ndi Vicenza, di ftiorostica e di ssettentrionale sale ai duemila metri, il cui bordo meridion circa, al piano di Bassano. La nostra difesa è sostanzialmente tappoggiata all'orlo meridionale, di minor dlevatura. Tutti gli sforzi di Conrad sono,isiati rivolli all'occupazione di queste nostre alinee arginali, al di sotto delle quali potreb- ghe cominciare una guerra d, mnviinemo ir.j*pianura. Chi non ricorda 11 nomi.dello lo- d vello, di Magnahoschi, del 1.coierie, del Ka- o borl'aba. dello Sprunch, e. Cima Sellare Val e Bella e Col del Hosso, punti importanti del r'nostro àrgine difensivo, dove si duramente, insi e combattuto? Chi pensa che ivi la lotta gpossa considerarsi risolta? 1 propositi de! mnemico tornando offensivi dov/emo ridifen- ;£doro domani il terreno al .-piale hanno teso,preplieatamente.le sue brame.e i suoi disegni pdi ieri. Conrad è l'uomo dei fatali ritorni,ndelle sistematiche, pertinaci riprese. Tutta c I hi sua dura passione di studioso e di cono- t scitore dei luoghi lo tiene legato a questo! terreno di tante hailnplic. lo viti.-o!a pel fu- <} U,ii.c ..in, ^,,r. i„;»;<>*i,.n h; w-u t,„-rio..), .. b turo-allo sue iniziative di .ieri, hgh tornerà a , mordere dove laute volte ha cercato di ag-.g gnantaro e di rompere. J! modo non sap-i r|'' " ! \\ e*! ■ ,,Vl' i ¬ , i ' piamo, ma il suo fine è sempre quello. t! 'r' f'r' ros'°- dopo sci mesi, dono uri anno, f ffH nttacchi possono riprendere'sui imrrgini d difese 'olio li Infuno arrestati feri. £ N^'"^™ * « i ,m anno : Po 5t'c^ ™L -«"V™iv"Sil^L-S|-ti %.-. " —k•:; •: '„"",;""-■'■■" t "'.,in tempo. In caso ti offensiva 1 altipiano o- deiisctte Comuni presenta al nostro avver-• p-ano vantaggi e svantaggi del puro evi- iintaggiO è die la perdita del;mnostro sistema difensivo attuale lo porta ini pochi balzi al piano, in un'altra lotta, 1* quale tuttavia non è detto deliba essergli u j favorevole La profondità della nostra di- ^ non.ft.ccrto eccessiva. .Lassù ci e pos e o e o l o i sibilo resistere, ma. non è il Taso diVoter ! Nmanovrare. Bisogna tener fermo senza - muoversi. La manovra non potremmo farla! che al piano. Ma. d'altra parte una offen- >siva "presenta notevoli difficoltà. L'attnc-jcante deve attraversare una conca che èitutta sotto il nostro sguardo. Le sue vie dilrifornimento sono più lunghe delle nostre i-r corrono in direzione normale alla linea d'attacco. Le strade per le quali le sue trup- ps debbono portarsi sotto sono ben note. , 1 imo passaggi sono comandati. (,)uel che succede nell'ampio anfiteatro, tutto 6 ve- doto da un semicerchio eli osservatori. Vn\primo successo dell'attaccante non e nini Uda escludere, ma tanto meno e da pensare \che esso possa affermarsi senza il più vio- \lento contrasto «.orirad ha indubbiamente ; una buona carta in ninno, ma il gioco e- serrato e la. panna e dura Lenterà egli |ancora, di scendere su \alslagna e di for-lzare i passi meridional verso Piovene e\verso Bregunze. E quello che vedremo. j Nominando la Valstagna siamo scesi nel- la incassatura orientale dell altipiano, per dove scorre il canale di Brenta Ivi è lo sbocco della Valsugana, direttrice di noAtevole potenza logistica, che coinprende una :eIrotabile militare ed una ferrovia. Un e^v. a etto attaccante che presuma manovrare inli pianura deve tendere al possesso integrale i o «ella ferrovia lino a Bassano. Attendiamo l o n o . , o e , a dùnque dal nemico un tale sforzo *** Concludendo noi vediamo nell'altipiano dei Sette Comuni un terreno favorevole ad una grande battaglia. Sappiamo quanto poco valgano le previsioni in questi tempi, ne Migliamo far previsioni: ci serviamo i . l o . ■ - ,c) ?u?s.te >P?lfJ P'u uss«,i per richiamare i 1 attenzione ael lettore sulla natura e sullo .|caratteristiche dei singoli settori che non e' lM'r dargli oggi hello servita, quella che |S"H' la imprevedibile realtà del piano nee' mH'p' 11 !p,'r<'n0 0 «".elemento della guer e e o i - , e e a e a e , ] ni, ina il disegno e la condotta di'ima |battàglia sono elementi dell'ingegno urna-1 no, sono creazione,, sono pensiero. Sullo ! stesso terreno si può condurre unii manovra j tanto verso il successo quanto verso l'in- ; successo. A quello che sarà il vero piano de] nemico pensano 1 nostri capi: non dob- bianio e non possiamo pensarci noi. Ma appunto per questo noi ci occupiamo de! i terreno con tanta maggiore libertà, senza. jalcun preconcetto e senza alcuna informa- zione segreta da mandare attorno con le vesti brillanti delle profezie. Dove verarnon-1 te Conrad o Ro'roevic lianno deciso di sfer- rare il loro o i loro urti tattici noi assolti- Lt'nmPTit'p ìirnoriimo Non ei teninmn iffrittn tainente ignoriamo. Aon ci teniamo affatto ; a lasciar credere che possediamo informa- -lziom sicure e precise a questo riguardo, i Le nostre non sono che libere e spassionate considerazioni, che hanno la conoscenza del j terreno come unica e sola base di appoggio | o punto di partenza. Noi siamo in uno stato d'animo di attesa, in un atteggiamento di curiosa esplorazione, in una naturale disposizione di accoglienza verso le più svariate ipotesi. A noi basta che le supposizioni sulle quali crediamo di richiamare l'attenzione, abbiano un fondamento e un significato. Vogliano dire e conducano a qualche risultante chiara, effettiva, rientrino in una solida e giusta concezione della guerra. Quando affermiamo che è più probabile un attacco dai Setto Comuni che non dalle Giudicano o dalla Val Lagarina, intendiamo semplicemente dire che esso ci sembra più logico, perchè è logico che il nemico tenti di sboccare al piano per una via breve anzi che per una lunga, per un terreno che gli offre sulla carta più direttive anzi che una sola, cioè gli dà la speranza di far affluire più colonne, di farle seguire dai rifornimenti ecc. ecc. Ma ci guardiamo bene dal dire o dal credere che una tale ipotesi sia una cosa sola con le decisioni che il nemico ha già prese o sta per prendere. Noi cerchiamo per ora le varie possibilità — e solo per questo ci siamo soffermati in particolar modo sugli altipiani — ma con la stessa libertà e spassionatezza, e sempre sulla sola considerazione del terreno, proseguiremo nell'esame del restante fronte, i cui ultimi settori, il Grappa e il Piave, sono per noi altrettanto curiosi a percorrere quanto furono i precedenti. LUIGI AMBROSINI.

Persone citate: Assa, Cima Larici, Piovene, Terragno