La figlia della cantante

La figlia della cantante Appendice della. Stampa (51 La figlia della cantante Romanzo di SIMON BOVBBB 9 suol disordini cominciarono colla relazione con Bichonnette. Obbligato dì partire per la provincia, egli la lasciò senza grande rimpiante; poi nella città di guarnigione, con grande soddisfazione dei suoi amici, ebbe altre amanti e fece vita del buon tempo. Di ritorno a Parigi, rivide Bichonnette; quella gentile sciocchina, poetica nella sua ingenuità, come la Gtlle di Watteau, gli piaceva molto e lo distraeva dal suo amore per Maria Meillan. Tuttavia nei suoi divertimenti egli non cessava di pensare all'oggetto del suo amore. — Ella cresce, — si diceva, — ella si fa donna. E i suoi occhi s'accendevano... Sapeva che Maria era al convento di SaintGermaln. Invano aveva tentato di vederla; iapgnava «jualche- volta un ratto romantico; poi rideva di sè... e riprendeva tristemente la aua vita gioconda. La Marclntère, Eva Soupline e Bichonnette lò accolsero al suo ritorno con grandi risate. — Ebbene, mio caro, — gli disse Arturo, — hai dunque finito di flirter con quelle brutte creature ? , , — Davvero che non ho da esserne gelosa — disse la bella Bichonnette. Quel giorno La Marcinière propose di pranzare da Lcdoyen, ma Giacomo aveva dovuto accettare un invito al palazzo di Nalvoire. Rientrò a casa sua, indossò un abito nero e andò dal marchese. Come la sua ex-amica Maria Meillan, Emma di Nalvoire era divenuta donna; ma se aveva conservato il tipo di bellezza aristocratica, non aveva per nulla guadagnato in freschezza; troppo alta, troppo magra, troppo pallida, ella pareva la statua dell'anemia e del languore. Che cosa avveniva da quattro anni in quell'anùria di giovane patrizia? . Qualche cosa di ben strano, di ben difficile da* analizzare. Emma era vittima di due ossessioni: ella non poteva far a meno di pensare a suo cugino Giacomo e, nello stesso tempo, alla sua amica Maria. Era decisamente gelosa di Maria e indovinava in lei una iternlbile rivale? Non precisamente, Dia provava a suo riguardo qualche cosa che somigliava a invidia... Si, ella invidiava aMa povera fanciulla quel che c'era di romantico, di strano, di fantastico anche nella sua vita.. Invidiava le 6ue avventure... Avrebbe voluto essere, come Maria Meillan, un'eroina di romanzo. E, fatto strano, quel sentimento un po' folle, ridicolo quasi, aveva preso in lei una tale intensità, che era passato allo stato di idea fissa, pericolosa. La sua vita calma, tanto dolce, le sembrava stgae papvocovevecochegupmtiilsicdgìeEsspverMmps stupida e vuota; ella malediva 11 nido eie. gante dove la allevavano come delicato cigno, e soffriva crudelmente, mortalmente d"lla sua parifica tranquillità. Come più facevasi donna, più il suo amore per Giacomo alimentava; ma ella 'avrebbt voluto che Giacomo la amasse altrimenti che come una fidanzata quasi imposta dalle convenienze mondane. Nei primi (empi ella aveva trovato la serietà, la saviezza di Giacomo esagerate; poi, quando aveva saputo che, pur rimanendo il perfetto galantuomo egli andava facendosi «viveur», ella risenti un amaro dolore. Tali erano le chimere che torturavano la povera fanciulla, cagionando il suo deperimento. Il marchese e la marchesa erano desolatissimi. Il marchese, il quale, nonostante tutto il suo buon senso, continuava nel suo entusiasmo pel dottore Gungl-Maun, lo consultava con ansietà sempre crescente. L'orribile medico non aveva trascurato in quest'occasione gli interessi della sua bella amica, la Beìetto. Siccome gli dicevano che la povera Emma aveva aila none allucinazioni e sogni strani e che pronunciava spesso il nome della sua amica Maria Meillan, il miserabile, con perfida abilità degna di Tartufo o del diavolo, fece nascere nella mente del marchese e della marchesa di Nalvoire sospetti strani riguardo alla relazione della loro figlia con Maria Meillan. Subendo quella diabolica fuggeettone, il marchese prese presto ad odiare la sua exprotetta, e la aobancìfteà completamente al suo destino- Cosi fu che la povera Maria per mesi ed anni rimase priva affatto di notizie della famiglia di Nalvoire. Al palazzo di Nalvoire Giacomo fu ricevuto colla solila cordialità; ma il pranzo non fu gaio; lutti i commensali parevano imbarazzati. Emma era tutta assona nei suoi melanconici pensieri; Giacomo maagiava senza appetito, pensando a Maria e facendosi forza per resistere al desiderio di raccontare ai Nalvoire che l'aveva riveduta. Senza saper nulla delle perttde suggestioni del dottore Gungl-Maun, egli indovinava che quell'argomento di conversazione non sarebbe gradevole al marchese e alla marchesa. No cercava un altro, rna non trovava nulla. La marchesa dì .Nalvoire, di malumore, taceva e guardava sua figlia con aria d'inquietudine, il marchese solo cercava di animar la conversazione. Alle undici Giacomo lasciò i suoi parenti e andò a prendere Bichonnette all'Eldorado delle Buttes, diretto sempre dal fortunato Lalouette. Emma sali alla sua camera senza dire una parola, e il marchese e la marchesa rimasero soli. — Ebbene? — disse il signor di Nalvoire. — Ebbene, — rispose la marchesa, — che ne dici del nostro bel nipote? — Lo trovo poco gentile — replicò il marchese. — Sei troppo indulgente; lo lo trovo quasi incivile. — Ohi è un po' troppo. Quel giovane è distratto: ecco tutto, v— Vuoi sape»» il mio eentlmentoT — Parla, mia cara. — Credo che faremmo bene cercando un altro pari No per Erama. — Perbacco! Come corri! — Che cosa ci sarebbe in ciò di tanto straordinario? — Nulla; ma ci sarebbe della inconseguenza. — Perchè? — Perchè non si rompe cosi, da un momento all'altro, un impegno preso da mo'iti anni... E poi, Emma ama suo cugino. — Purtroppo! E ne sono desolata. — Perchè? -re Perchè comincio a credere che Giacomo non ama nostra figlia. — Eh! via! — E sono anche molto malcontenta della sua condotta. — Ohi io non lo sono. — Te ne compiaci, tu, della sua condotta? — Giacomo si diverte; è della sua età. — Si diverte troppo. — E' stato troppo a lungo virtuoso. — Scherzi sempre ed hai torto. — Non scherzo, parlo sul serio. — Allora ti fa piacere veder Giacomo frequentare le cattive compagnie... mantenere delle ballerine? — Mantiene delle ballerine? — Si mostra dappertutto con una! ballerina dell'Eldorado delle Buttes. — Non si può esigere da un tenente degli usseri le virtù di un seminarista... — Dunque, tu trovi bello ciò che fa. — La trovo norMAle. Non pretendi mica aii d i ilare Emma ad una Giovanna d'Arco del gei nere mascolino. — Lo preferirei, torse... — No, mia cara, lo sono persuaso che ogni uomo normalmente costituito ha un certo numero di sciocchezze da lare. Meglio le faccia avanti il suo matrimonio che* dopo. Via, non desolarti troppo; vedrai che tutto s'£,.:giusterà. — Purché tutto s'aggiusti presto.." Sai che tutti i medici sono d'accordo per dire che soltanto il matrimonio iarà cessare lo stato nervoso di cui soffre la nostra povera Emma. — Lo so. — Ebbene, bisogna che Giacomo si decida) a fare la sua domanda. — Sono ancora ben giovani. — Ti ripeto che non c'è tempo da! perdere, o se Giacomo non si decide... — Ebbene? — Ebbene, io incoraggerò i desideri! di uni altro pretendente. — Hai un altro pretendente? — SI. — E si può sapere il suo nome? ; — Cortamente. L' il principe Paguano. — Un .italiano? — Lo conosci bene. — Lo conosco ben poco. — Non ti converrebbe? — Mah! Insomma, mia cara, non lasciamoci trasportare dall'impazienza e dal dispetto. Ti ripeto che tutto si aggiusterà. La marchesa si ritirò nel suo appartamento ed il marchese andò a nutre la sua sera a\ Jockey Club. , {Continua),

Persone citate: Giovanna D'arco, Maria Meillan, Simon Bovbbb

Luoghi citati: Eldorado, Parigi