Il dissidio socialista

Il dissidio socialista Il dissidio socialista Le motivazioni dell' "intransigenza,, In realtà, gli argomenti del cosidetto dissidio socialista (che sembra ora sopito, ma che 6 destinato a riprodursi fra poco, inevitabilmente) non interessano i soli socialisti italiani. F.ssi involgono problemi straordinariamente importanti di un'attualità immediata e prossima, che dovrebbero "toccare la sensibilità, sociale di una borghesia avveduta e consapevole, nel nostro Paese, ed eccitare i partiti borghesi a studiarli, a prepararne la soluzione, ad orientare su di essi lo passioni con lo stesso fervore del partito socialista. Bisognerebbe cominciare dal disinteressarsi dei contraccolpi personali e di gruppi, che il dissenso può determinare nelle fila del partito socialista. Questo lato della questione è, in realtà, il meno importante per chi non sia un socialista. Si ha la prova, dall'esperienza di questi ultimi anni, che l'influenza, degli uomini — per quanto valorosi e ben quotati — è secondaria, rispetto a quella delle ideologie, e sopratutto rispetto a quella degli avvenimenti, sulle orientazioni del socialismo italiano. Il quale si mostra assai più attaccato al suo patrimonio dottrinario ed ai suoi corrispondenti metodi di azione, che non ai suoi duci e ai suoi leaders. E bisogna riconoscere che questo fatto costituisco per un partito non solo nna prova, ma un coefficiente di forza espansiva e di feconda vitalità. Noi intendiamo occuparci del dissidio non come giudici — questo compito non può essere nostro — ma come osservatori e illustratori della materia del dissidio, del quale gli incidenti recentissimi non sono la reale e completa sostanza, ma solo le manifestazioni occasionali. Abbiamo già esposto sommariamente gli elementi dottrinari! e psicologici — permanenti e latenti — del contrasto nel seno del partito socialista, assommandoli in due concezioni, duttile e realistica l'ima, dogmatica e rigida l'altra, dell'azione socialista. Periodicamente quest'antitesi ideale e concettuale — che permane nelle file socialiste — reagisce alla formale unità, sotto l'influenza di avvenimenti politici di una importanza conclusiva, tutte le volte che nel nostro Paese, cioè, una fase della vita politica accenna a compiere il suo trapasso, esigendo una rinnovazione di forze e di orientazioni. Allora, prorompono alla superfìcie — mutando denominazione — i contrasti delle due tendenze: quella che tende a, realizzare migliori posizioni per il proletariato dalle propizie occasioni che si presentano ed a sfrattare per tale fino tutte le possibilità in vista; e l'altra cho concepisce una tale veduta come una rinunzia a conquiste maggiori, e sopratutto al carattere di classe dell'azione socialista, e domanda, che tutte le energie siano volte, piuttosto, a rendere le classi lavoratrici capaci di conquistare e quindi di gestire da sole i poteri sociali. Ciò posto, è perfettamente logico' che il dissidio prorompa e si acutizzi in questo momento, vale a dire alla vigilia (?) della fine della guerra e dell'inizio di una nuova fase politico-sociale, in cui verosimilmente la società nostra dovrà elaborare molteplici e profonde innovazioni, e su queste la influenza socialista dovrà premere in maniera concreta e considerevole. Intorno alla orientazione ed all'impiego di tale influenza (conviene ripeterlo : noi non giudichiamo, ma esponiamo soltanto) l'elemento intransigente del partito propugna un piano di un'avvincente semplicità e di una logica formala estremamente impeccabile, che consente ai suoi propugnatori di sbrigarsela con poche formule chiaro e precise contro la complessa casistica e la logica analitica e realistica dei cosidetti relativisti. Gli intransigenti dicono: — La guerra è una crisi, ma è anche una funzione della società capitalistica, la quale fatalmente la produce come conseguenza delle sue gare per la espansione dei propri interessi e per il collocamento fruttifero delle sue esuberanze produttive. E, quindi, ogni guerra è una manifestazione d'imperialismo capitalistico. Ciò posto, ne deriva che soltanto le classi lavoratrici hanno degli interessi e dei sentimenti avversi alla guerra, in maniera sistematica e incondizionata. E il partito socialista — che vuole essere la organizzazione politica delle classi lavoratrici — è il solo che neghi tutte le cagioni di guerra, disconoscendo in essa, in ogni caso, un mezzo di risoluzione delle controversie internazionali e prescindendo completamente dalle stesse ideologie nazionali. Tutti gli altri partiti sono organizzazioni politiche di ceti borghesi, e come tali ciascuno di essi aderisce alla guerra e no porta lo responsabilità e deve subirne la sanzioni. Vi sono dei gruppi borghesi il quali hanno mostrato delle orientazioni! neutraliste? Sì, è vero: ma essi non sono avversi alla guerra, ma soltanto — per va. lutazioni contingenti — a questa guerra. Se essi fossero stati al potere allorchè le occasioni dell'intervento in guerra si produssero, se fossero al potere allorchè nuove occasioni di conflitti armati si producessero, essi non esiterebbero ad accettare la guerra, perchè contro questa possono avere mutevoli ragioni occasionali, ma a favore di essa hanno la consapevolezza dei loro interessi borghesi, hanno la loro ideologia patriottica, hanno la loro mentalità' della «conquista». Il partito socialista, quindi, se vuole tenere fede, non soltanto nella sua predicazione, ma anche nella sua azione, alla propria missione internazionalista e pacifista, deve isolarsi fra tutti i partiti borghesi o deve, porsi contro ciascuno e contro tutti questi partiti. Anche alla visione del dopoguerra si applica questa concezione rettilinea. Bisogna' estirpare tutte le cause, tutti i motivi della guerra, perchè questa non si riproduca. La borghesia capitalistica non ha' questa interesse: lo sviluppo dei suoi interessi, al contrario, la conduco fatalmente a. creare nuovi incentivi di guerra, a complicare ed a moltiplicare le controversie, che poi minano nei conflitti armati. Occorre, dunque, che la classo lavoratrice — la sola pèr- ] 1 ., < martentemente e incondizionatamente ' in. i e toressata alla pace internazionale e capace di realizzarne lo condizioni — si metta in grado di assumere, da sola, i poteri politici e sociali nel dopo guerra, essendo questo il solo mezzo di realizzare le condizioni.efficaci per la litio di tutto le guerre., Ecco la sorgente della intransigenza pp. litica e parlamentare: ecco la giustifìcazio. ne della necessità del «fare da soli», sot-i traendosi ai contatti con qualsiasi altroi partito, giacchè alleanze c intese con partiti estranei alle classi lavoratrici necessariamente devicrebbero il partito socialista dal suo compito e dalle sue possibilità dt ricostruzioni sociali ab imis. Inutilmente «i politici» del partito ce*, pano di dimostrare che. un'aziona conuinek