Tilde Teldi e altri testimoni

Tilde Teldi e altri testimoni Il processo di Luca Cortese Tilde Teldi e altri testimoni Roma, 10, notte. L'udienza si apre allo 13 perchè il Tribunale s< è prima riunito in camera di Consiglio. Ed infatti il presidente legge una ordinanza colla quale si respinge rmstanza per la libertà provvisoria all'Ubertl e l'ammissione di altri testimoni; permette soltanto la perizia per far risultare le erogazioni di Colazza non soltanto in base al brogliasso, come fu praticato in istruttoria, ma anche in haée a numerosi fascicoli apprestati a suo tempo daUMmputató. e nomina a perito il professor Baldassarrl. segue l'esame dei testimoni. Lavinlo Boneri era amministratore della Compagnia Ruggeri-Paradòssl e passò poi amministratore della Compagnia di Luca-Cortese con L.. 300 di stipendio. Dopo due mesi avvenne .il erak. A domanda deil'aw. ^tarulli il tèste aggiunge Che 11 pianò teatrale del Cortese era serio, tanto è vero che le Compagnie proseguono anche dopo l'arresto del Cortese. Il com m. Scotti Il Comm. Scotti era legale della Banca Commerciale, la quale avanzava 30.000 lire dalla Ditta, Ferrarlo dltiardi che cadde in fallimento. Il concordato fu garantito dal Cortese, il quale, a mézzo del Colazza, rimandava sempre i pagamenti. Allora il t«6te scrisse al Colazza di non fidarsi, perchè l'affare Cortese gli «mirava un piccolo affare Hnmbert. Quando fu pagato, il Colàzza rispose che il piccolo affare ijùnibert era andato bene, il Colazza gli parlava spesso dell'affare siderurgico del Cortese ed aggiunse che egli si doveva travestire da cacciatore, da pescatore, per sorvegliare ruttOi — Colazza: Il teste equivoca. 10 non ho mal parlato a lui di travestimenti. — Avvi Marulli: Ma è vero.che Colazza disse al teste che doveva fare una vita d'inferno per appurare la veTità circa i rapporti fra 11 Cortese ed i pretesi siderurgici? — Colazza: 61, io dovevo assumere, informazioni. Vivace incìdente nella gabbia Cortese: .10 he mai parlato col comm, Scoiti nel 1915 e -1915. Se sii avessi parlato, gli avrei detto la verità, perchè so distinguere persona da. persona. — colazza: Qui si travisa tutto e si inventa ogni còsa Io non ho mai detto ciò che afferma il testo. — Pres. al comm. Scotti : Voi confermate quanto avete deposto? —. Teste: Confermo pienamente. P.icordi il Cólazza che. mi ha parlato della sua vita d'inforno. -- P. M. : Dica il Colazza come spiega che il comm. Scotti abbia potuto parlare di questi travestimenti da pescatore. — Colazza con forza: Non nò mai detto al teste cose di questo genere. Forse ho periato di altro. —■ Oregóraci : Ma il Colazza non affermò di avere accertato la verità dei rappòrti esistenti tra 11 Cortese ed i siderurgici? — Colazza: Il Cortese mi fece parlare con un tale che mi disse appartenere alla casa Orlando e con un'altra persóna che mi disse faceva parte del Gabinetto dell'on. Battaglieri, — Cortese, lu¬ terrompendo: Non è vero, Colazza non ha mai parlato con. nessuno. — Colnzza: Cortese dice sempre delle bugie: o le sono il più pericoloso delinquente .od egli è 11 più s tra ordina, to inventore. — Cortese-: Non faccia delle finzioni, non reciti la commedia. — Colazza, eccitatissimo e congestionato in volto: Ma che dice? Che vuole? Che vuole di più? Non è soddisfatto di avere rovinate tutti !a mia tamiglia? Se contintn in questo sistema, ho paura che finiremo male twche dentro la gabh'ft! — Cortese: Ma non faccia ricattil — Mentire si svolge questo rapido, clamoroso e concitato dialogo, che iraDTessiona vivamente §indi et. e pubblico, un milite entra nella gabia e si interpone tra i due accusati che minacciano quasi di ventre alle mani. Mercè le 1 energiche scampanellate del presidente, poco j & poco si ristabilisce la calma, tilde Toldl i 1 Licenziato durante il clamore il comm. Scotti, il presidente fa introdurre un altro testimonio, Magnani Riccardi. Narra che si ado Sperò alla riscossione di un cheque di 50 mila I| tiro .consegnatogli dal Braccini e girato doli.LiJCa Cortese. Esaurita questa breve deposi- 'zione è chiamata Tilde Teldi. Indossa un eie-1tiamo <i tout do niente » grigio guernito injseta bleti. Un lungo volo dello stesso colore te ricopre 11 volto. Attraversa con signorile icompostezza il brève spazio che separa l'uscio jdei testimoni dalla peuana. dov'è la sedia dei!testimoni ad essi riservata. Il suo ingresso •nell'aùla e sottolineato da vivissima curiosità, iLuca Cortese le rivolge uno sguardo lungo Ella parla con voce sommessa, quasi con esitazione. Dichiara di rimettersi aìla sua deposizione scritta; ma il presidente le rivolge alcune domando, alle quali risponde con crescente risolutezza. Dopo avere brevemente parlato dei su'ji rapporti con Luca Cortase accenna ai rapporti ed il Colazza. A doma n ir, ,,r. nttr. nm^ot. lazza le parlò degli affari che correvano trali -omm.Dia.tto. Dartóe Ferraris e Luca Cor- tese e questo avvenne parecchio tempo dopo che essa aveva conosciuto il Cortese. - Pres.: Colazza le spiegò la natura di questi affari? '- Teste: Mai. assolutamente mai. - Quindi Mla signora, nella cui voce vibra sempre unf rem ilo di sonile emozione, narra come essa fosse stata la depositaria per qualche mesc■Vhf correvano tra fruostò «Beando quanto e detto in un ritto del proces- sc scritto, la signora Teldi nfierma che Co- ardiaca per la quale occorse l'intervento del prof. Della Vedova. Inoltre, egli era normalmente depresso causa il surmenarre. —• Mn rulli: Ebbe ella un incontro a Fiuggi col-l'avv. Colazza? - Teste.: Mi trovavo 0" Cinesi per la cura nell'estate del 1030 e m'incontrai co' Colala. In ouei cloni:. Cortese si era allontanato di 1 fi "per affari. Colazza mi fece spesso compagnia alla fonte. A Fiuggi puro conobbi la signora Emery. — Avv. D'Aquila: Disse il Cortese alla signora che era stato chiamato a fare parie del gabinetto di un capo governo? — Teste: MI fu comunicatila i e o r|a oi sua voce ed è assalita da un tremito quasi - convulso che con forza re-prime, ma senzao j scomporsi risponde: E' vero. Vi err, anche il-]comune umico Faccio. — Cortese, continuando: Dica ancora la signora se è vi-v che una sera a Miia-no al ristorante Diani '"avaino insieme a Tina di Lorenzo e Armandoquesta notizia da Cortese in una sua lotterà. A questo punto il presidente sta per licenziare la teste; ma Luco Cortese che ha seguito attentamente la deposizione della signora, le rivolge delle domande. — Cortese: Vorrei rivolgere due domande alla squisita bonhi della signora, che è ineapaco di fare del male. Dica eila se una sera a Roma, mentre insieme assistevamo ad una rappresentazione cinematografica, si avvicino a noi Ugo Falena il quale si mostrò oortesissirno tanto da impressionarla? — Mentre Contese cosi parla la ! signora Tilde Teldi resta quasi colpita dalla e Falconi!, quando io mi espressi severamente sul conto di Evarlsto Armanl. Se sia pure vero che in quella contingenza solamente appresi la notizia della morte del figlio dell'Armarti per cui mi affrettai a telegrafare. — Teste: E' esattissimo. Ricordo pure che l'Armani venne a trovarci al i Continental » dove restò nostro ospite a colazione. — Cortese: Ora devo chioderlo scusa di averle procurato un certo dolore per essere qui venuta dinanzi a sguardi non sempre discreti, io che avrei voluto darle tutte le bellezze del mondo! — La signora tiratt.iene il pianto ed esce dando uno sguardo al Cortese. • Altri testi Monsignor Favori dico di avere presentato al comm. Folchi il Manfr(edini e la presentazione avvenne dopo che il teste seppe dal Conte che 'al Manfredini nulla di disonesto poteva imputarsi por il suo allontanamento dal Credito Romagnolo. Luigi Paris era vice cassiere al Credito e conferma che in cassa si criticavano i continui prelevamenti dei Colazza che era scherzosamente chiamato il peccatore. Però il teste non seppe mai dell'affare Cortese, Diatto e Ferraris. Gregoracl: E' vero che il Colazza alla Banca lo chiamavano il pescatore? — Paris: Non l'ho mai sentito dire. — Camerini: Ma perchè ci tenete tanto all'affare del pescatore? — Gregorrtoi : Vi dispiace molto? — On. Camerini : Se non avete altri lumi da accendere, andato a dormire al buio! — Gregoraci, ironicamente: Ma sapete che cosa vuol dire pescatore? Colazza pescava alla cassa della Banca e pescava bene. (Si ride). — D'Angelantonio: Negli ambienti della cassa si diceva che Folchi sapeva il conto Cortese-Colazza? — Teste: SI. Un giorno lo domandai io stesso al cassiere Rossi che mi assicurò che Folchi sapeva tutto. — D'Aquila: Folchi veniva spesso in cassa7 — Teste: Si, veniva spesso. — D'Aquila : Manfredini lo indusse mai a tacere al lolchi le erogazioni che si facevano a! Colazza? — Teste: Manfredini non mi fece mai simile divieto. Il comm. Fenoglio E' chiamato il comm. Fenoglio della Banca Commercili le. Egli dice: Sui primi del 1916 si presentò a me - il signor Cortese, che si qualificò coinè pubblicista. Mi parlò di tanti suoi progetti di pubblicazione di carattere artistico ed economico. Mi parlò di grandi affari siderurgici, che slava trattando e mi disse che conosceva II Ferraris. Mi soggiunse che intendeva versare, delle somme alla, sede di Roma della Banca* per poterne disporre a Milano mediante « cheques » ed io risposi che ciò era possibile, ma che i prelevamenti non dovevano mai ess re superiori allo sommeversate. Fu un discorso inconcludente. Una seconda volta venne il Cortese e mi presentò 11 Colazza incaricato da lui dei suoi versamenti a Roma. Fu una semplice presentazione con scambio di poche parole. Dopo di ciò non ebbi altre occhioni di parlare col Cortese. Il detenuta D'Alessandro E' chiamato 11 signor D'Alessandro, l'uccisore del capitano Fenolio, citato coi poteri discrezionali del presidente per deporrò sulla noia circostanza del biglietto capitato in carcere nelle ninni del Cortese e che doveva essere recapitato al Manfredini. Il teste, -che edetenuto, viene accompagnalo neh aula (lai : carabinieri. Egli dice: Nel mese di ottobre 1917, net primi tempi in cui mi trovai a pas-1 seggio nei carcere con Luca Cortese, un gioì t.o '■ egli' mi disse che aveva per isbaglio ricevuto un biglietto che da Colazza era dirotto al Manfredini. Lo aveva stracciato perchè se fosse stato trovato, avrebbe ricevuto una punizione.. — Cortese: Ricorda che io gli dissi che in quel biglietto si parlava di una somma di denaro? — Teste: Mi pare, di si. Rammento che io gli dissi che aveva fatto malo a strappare il biglietto, che poteva costituire per lui un docnmeivo importante. — Cortese: lo dissi a lui ed aglfc altri compagni di sventura che nel biglietto era scritto: «In quanto alle 25 I mila lire ho dotio che era un prestito; per il i-resto tenga fermo». — L'avv. Camerini ri tiene che la domanda sia suggestiva e non 1 debba rivolgersi al testimone, mentre sostenjgono 11 coniarlo gli avvi Gregoracl, Marulli ed il P. M. Il Tribunale ordina che la do imanda sia rivolta al teste che risponde: Nul j la ricordo. (SI ride). — Cortese: E' vero che !quando mi rimproverò di avere lacernto il • biglietto, io gli dissi che non mi piaceva ser i virmi di tali metodi? — Teste: E' verissimo. — P. M. : Erano presenti altri detenuti? — Teste: Il dottor Pro e Paternio. — VenRono introdotti questi due detenuti che confermano la deposizione del D'Alessandro. Cortese vanta le sue « alte » amicizie Romano Fidora dice di avere esaminato per : mnoie mimare. 11 cuimineiiu urtici vui ortese lì? pagamento alcuni effetti cor1 la firma di Morabito. A domanda^ del avv Mai'« le ste. dice che parlando con artisti di Compa Kn'e teQt.rn'1 3u.estl. si„ m°straron° ™nteinti ed ' entusiasti del trust teatrale d Cortese, sol Marito temevano che questi Potesso^stancarsi ! nel continuare, una cosi grande, organizzazio "p ?he richiedeva ingenti spese. •^C°rte<e: ilo ebbi proposte di un gruppo spagnuolo edi conto del colonnello Carpi l'amministrazione lndole militare. 1 colonnello Carpi volle di sinteressarsi dell'azienda ed ebbe .dal Cortese 1Liguria per informarsi se era vero quanto Iaffermava il Cortes? dei suoi rapporti colla pitta Ansaldo e ne ebbe la conferma. Sa pure che Cortese trnMò alla Spezia colla ditta Forster una fornitura di materassi capoc — Cortese: Faccio notare'che in quell'epoca non i era ministro della Marina l'on. Leonardi Cat j tolica. Io porteti', i favori e Ir. benevolenza non l illecite di parecchi ministri della Marina a i deliri Guerra. Mj>i chiesi agli illustri amici ciato, annuita !no ' ' , terno de. paese. s*e parla poi rtepli affari industriali trattati dal Cortése e dice che l'avv. Gioachlni, legale del colonnello Carpi si recò appositamente in qualche cosa che non fosse anche vantaggioso nc-r la nazione. Sembra sfrano Che io parli -osi, lo che <vra mi trovo in queste gabbiai L'udienza finisce con deposizioni di secondaria importanti. La fabbricazione dei cannoni pesanti nelle officino americano Hew York, 10. Gary, presidente della Corporazione dcll'ac3, annunzia che. su domanda del Govcrainerliano, la Corporazione comincia la ostruzione di cannoni pesanti e di proiettili in srande quantità. A questo scopo saranno costrui'e officine il più rapidamente possibile a spese del Governo in varie regioni deil in-