Una truffa di oltre due milioni di merci

Una truffa di oltre due milioni di merci Una truffa di oltre due milioni di merci Arresti a Milano ed a Torino Il nostro corrispondente ci telefona da Milano: La Questura di Torino ha arrestato in questi giorni due donne dimoranti nella vostra citta; l'exspcdizioniera Lucia Tessore, maritata Vay, abitante in via San Donato, n. 46 e certa Rosa Fumo, coinouillna della Tessore. Le duo donne sono complici, almeno in parte, di una grossa truffa perpetrata a Milano ed a Torino a danno delle Ferrovie dello Stato. Si tratta di ben due milioni di merce rubata alla stazione di Milano o venduta in altra citta. Il Commissariato compartimentale di pubblica sicurezza, dopo diligenti indagini ha potuto scoprire gli autori dell'ingerì io truffa e farli arrestare. Il mezzo impiega per trafugare la merce è semi ''ce e non nuovo. Il pregiudicato Felice Caimi, che ha scontato dieci anni di carcere per rapina, e liberato recentemente ;ì Milano, indusse l'applicato ferroviario Riccardo Bottalini, giovane di 19 anni, addetto allo scalo merci di Porta Garibaldi a falsificare lettere di porto, in modo che la merce veniva spedita a destinatari immaginari, ed in citta diverse da quelle verso le quali doveva veramente venire inoltrata. Il Cantù ed i suoi complici si recavano poi nelle varie città e riuscivano a svincolare la merce ed a venderla. I cauri inoltrati a destinazioni diverse con la nota manovra truffaldina, sono, secondo le risultanze finora accertate, cinque, e tutti contenevano merce per circa due milioni di lire. Il primo carro conteneva per 140 mila lire di tessuti ed era destinato alla ditta Serra di Torino, mittente Ja ditta Danzas di Miilano. Il Cantù, il Bottalini e certo Romeo Renza fu Felice, pregiudicato, lo spedirono a. Genova ad un fantastico Aristide Anloncl'.i. 1 progiudicati si recarono poi a Genova, e quivi svincolarono la merce sorprendendo la buona fede dell'impiegato ferroviario al quale si erano presentati insieme a finti soldati con l'incarico di eseguire lo scarico e al quale avevano esibito anche un passaporto. Tale merce venne acquisita da due ditte di Alessandria, presso le quali le autorità hanno fatto operare il sequestro della merce. Un giorno, sul nono binario, allo scalo di Porta Garibaldi, erano in attesa di partenza tre carri. Il primo per il Lanificio Rossi, conteneva casse di Alati per 300 mila lire; il secondo, mittente la ditta Possenti, destinatario Rossi, diretto a Genova, S. Limbania. conteneva tessuti di cotone per il valore di 255 mila lire; il terzo conteneva lana grezza per l'ingente cifra di 800 mila lire, destinatari i fratelli Tibertieri, ed era diretto a Verona, Porta Vescovo. L'applicato ferroviario Bottalini li ha fatti invece partire senz'altro per Torino. A Torino naturalmente la merce era attesa dal Cantù e dal Penza, i quali riuscirono a. svincolarla con l'intervento dell'exfipedizionlera- Lucia Tessore. La Tessore, conosciuta nell'ambiente ferroviario, facilitò la oppTaiiono di svincolo e accettò anche una lieve somma per l'opera prestata. Dov'è andata n finire tanta merce così preziosa? Non lo si e potuto ancora scoprire. La. polizia frattanto ha tratto in arresto il Cantù, il Bottalini e la Tessore, nonché Rosa Fumo Corrado, dimorante nella stessa via S. Donato a Torino, pressi la Tessore, perchè l'autorità sospetta che essa conoscesse la supposta amante di uno dei truffatori. 11 Penza invece' è stato finora invano ricercato. Mentre il Cantù ed il Bottalini sono in parte confessi, le due donne protestano la loro innocenza, come pure le ditte di Alessandria protestano la rispettiva buona fede. Mentre la Polizia scopriva tale losca manovra, la ditta Aldo Fontana di Milano reclamava presso le Ferrovie perchè un carro speditole da tempo dalla ditta Salvatore Turri'di Pioppe di Salvarlo c contenente pezze di tela per trecento mila lire non era. ancora giunto. Ri stabili che anche quel vagone aveva subito In stéssa sorte degli altri. Non appena giunto allo scalo di Porta. Garibaldi era. stato senz'altro inoltrato allo scalo di Porta Romana, dove il Cantù e soci, mediante falsi documenti, l'avevano svincolato. Tutta la. tela però è stata ricuperata. Ciò ha indotto l'autorità ad altri arresti e nuovi danneggiati si sono rivelati. I truffatori, attraverso il pregiudicato Remo Colombo, al commerciante Cesare Maggi ed a. Filippo Roridi vendettero la tela, per 183 mila lire a, Francesco Vercelli ed a Giuseppe Ottavio Vistarini. Mn poiché i due acquirenti non avevano tutta la somma richiesta por l'acquisto, conclusero un mutuo di centomila lire a rruaranta. giorni con due mila lire di interessi col signor Giuseppe Franciosi, il qualp per cautelarsi volle la. merce depositata presso di lui. 11 Vistarmi ed il Vercelli cercarono quindi di collocare la merce e ne vendettero per S4 mila lire alla ditta Angelo Sioli di 'via Pompacelo, n. 19. L'autorità, naturalmente, ha fatto sequestrare là tela sia presso la ditta Sioli nonrhé r>pi magazzini del Franciosi, il quale ne aveva ancora"317 pezze. Tutti gli acquirenti, dal Vercelli alla ditta Sioli. proclamanti là loro buona fede, ab l'autorità ha. potuto prendere nei loro confronti alcun provvedimento. Non appena, avvenuto il sequestro delle .erosse partite di tela, le Ferrovie dello Stato hanno inoltrato ricorso all'autoritiì nei1 ottenere la merce, ma. la dl'ta Fontana;, il Sioli ed il Franciosi a loro volta ne hanno rivendicato la, proprietà. Frattanto il Colombo ed il Rondi, che percepì 15 mila lire di provvigione, ed il Maggi, sono siati pure essi arrestati, perché ritenuti non estranei alla ricettazione della merce. E' stato anche denunziato il pregiudicato Osvaldo Bellavista, ex-artista teatrale, arrestato recentemente in seguito alia scoperta nei suoi magazzini, di un ingente deposito di refurtiva. L'applicato ferroviario Bottalini ha ammesso dì aver ricevuto a titolo di compenso, dal Cantù in varie riprese, la somma di quindicimila lire.