Un altro dispaccio di Carlo I al Kaiser Le dimissioni di Czernin

Un altro dispaccio di Carlo I al Kaiser Le dimissioni di Czernin Un altro dispaccio di Carlo I al Kaiser Le dimissioni di Czernin a ^ - à a i e, grunima La polemica tra Vienna e Parigi Zurigo, 15, notte. L'imperatore Carlo I ha inviato all'imperatore Guglielmo II il seguente tele- | - « Le accuse del signor Clemenceau contro di me sono cosi basse, che io non ho intenzione di discutere più oltre con la Francia sulla questione. La nostra ulteriore rispo- Con. -',sia sonQ ; mei cannoni in occidente r- \ ledelc amicizia. — Carlo». - ' . . • -\ Vaa. Nota ufficiale del Governo austriaco -1 "ice: i o r ae iae al e meo ineio en ue a i . n - Le ultime asserzioni del signor Clemenceau nulla mutano alla verità delle di¬ y ' ckiarazioni ufficiali falle fin-ora dall'imper\Tlu^e regio Ministero degli esteri. Il prìncipe Sisto di Borbone, il cui carattere è noto a S. Mv, esclude una falsificazione. Non fu incolpalo di essa, come non ne fu incolpata nessuna altra persona speciale, poiché l'imperiale regio Ministero degli esteri non può constatare dove sia avvenuta la sostituzione della falsa lettera. Si dichiara con ciò chiuso l'incidente ». (Stefani). Annuncio del ritiro di Czernin dal Ministero degli Esteri Zurigo, 15, sera. Una nota ufficiale dice: « Il ministro comune degli Affari esteri, conte Czernin, ha presentato le sue dimissioni, che sono state accettale dall'Imperatore. Il conte Czernin continuerà a dirigere gli uffici fino alla nomina del suo successore ». La notizia delle dimissioni di Czernin si 6 diffusa nella notte a Vienna e vi ha destato grande impressióne. Dilatiti, benché le dimissioni di 'Czernin fossero attese, si crédeva che sarebbero state presentate solo dopo tirmata la pace con la Romania e non in questo momento mentre continua la polemica con Clemenceau, poiché il ritiro del ministro deg(i Esteri contrasta con le affermazioni austria- e; une oirca la lettera imperiale. La notizia . \ ™* àes*. sorpresa ne anche a Berillio, ove -. es^ « w^^"0 ^ss&A&i'se erti Rivelazioni di Glemenceau. sapendosi Che egli -- è uomo da parlare senza avere in mano -, )e provc ^ oiù cne dice d altronde si saprà i one non è la prima volta che Carlo I si è - \ espresso nello stesso modo usato nella lettera o o . iai e i r e co d sno i o a eo an 0 oa. n i ctte a e can e e nee e o mori a ue aoto ral cognato principe Sisto. Rewentlow ha affermato che la mozione del luglio scorso al Reichstag era stata adottata in seguito ad. un invito di Carlo I, a cui Czernin aveva dichiarato che la Monarchia non avrebbe retto a lungo alla guerra, e che Erzberger fu l'intermediario fra Vienna e la maggioranza del Reichstag. Quest'informazione venne confermata anche dalia Rundschau. La Berllner Zeitung, a proposito delle dimssioni, di Czernin. dice che correvano ieri due versioni: o che Czernin avesse col suo discorso imprudente scoperto l'imperatore, o che egli ignorasse l'esistenza della lettera. Per la successione dii Czernin si fanno i nomi del conte Pfolzer, di Andrassy, di Mensdorff ed altri ; i due primi sembrano avere maggiore probabilità. Frattanto i giornali viennesi insistono anche oggi a dire che si trénta di una sostituzione di lettera, ma i tedeschi vi prestano poca fede. Comunque, il desiderio espresso dalla Agenzia Wall, dalla Frankfurter Zeitung e da altri fogli che si faccia piena luce, dimostra che è ancora inappagato dal comunicato austriaco, il quale dichiara oggi chiuso il dibattito. L'alleanza, rinsaldata momentaneamente, porterà cosi un germe dissolvitore. Quanto agli effetti del ritiro di Czernin sulla politica interna della Monarchia, nulla si può dire sino alla nomina del suo successore. Czernin aveva contro di se gli czechi, i jugoslavi, i socialisti, parte dei polacchi, alcuni circoli di Corte e 1 molti magiari aderenti ad Andrassy. He, come fi corsa la. voce, il conte Pfolzer, già direttore del Gabinetto imperiale, gli succedesse, la politica austriaca non diverrebbe Inaccessibile ai desideri degli slavi, ma urterebbe contro i magiari, i tedeschi, i radicali e prenderebbe una tinta meno imperialista, onde, forse, potrebbe contare sull'appoggio dei socialisti. Certo la Germania l'accoglierebbe male. La nomina di Andrassy invece significherebbe una prevalenza tedescomagiara e più che mai oggi desterebbe nuove ire slave, ma la Germania no sarebbe lietissima. In questo caso il ritiro di Seldler non sarebbe lontano. E' utile intanto seguire il risveglio battagliero dei clericali sloveni contro i jugo-slavi, ì quali mirano ad una completa indipendenza, ed il ten'at.ivo del Cover no di scindere gli slavi, tentativo riuscito coi polacchi e non cogli czechi. E' anche probabile, ed i giornali pangermanisti già vi accennavano, che le dimissioni di Czernin possano trascinarsi dietro quelle di Kuehlmann. La pubblicazione della lettera di Carlo I nei giornali tedeschi è seguita da. una noticina dell'» Agenzia Wolff» la quale dice essere ora la volta del Governo austriaco di fare di chiarazioni circa il tentativo ammesso ed porticulari dei negoziati. 5; vuole probabilmente dimostrare con ciò che il Governo gei manico è assolutamente estraneo alla còsa,benché forse ii partito del Centro non ignorasse il passo di Carlo I. Infatti lé « Basler Nachritchten » e la « Zuercher Post » di solito bene informate notano il progressivo svolgimento dell'opera pacifista: la lettera di Carlo, l'azione di Erzberger, la proposta del Pontefice, tutte imprese che si colleffano fra di loro | Le Ilaslcr Nachrichteh suppongono persino che ! Carlo non abbia compilata pcisonalmente lajfumosa lettera, la quale reca l'impronta di persona più matura e più esperta di' lui. La frankfurter Zeitung. commentando )a'- smentita austriaca, rileva la frase « la ietterà i è falsificata ». Essa — osserva il giornale — I noti è dunque falsa e si arumeito quindi ohe è stata scritta e che trattava cose sommamente importami sulle quali non si può ancora dar un giudizio definitivo. I! telegramma di Carlo nl Kaiser chiude il penoso illaidente riguardo ulla Germania qualunque cosi possa pubbli-'carsi ancora; ma, conclude i.l foglio, sapeva il conte Czernin di questo cartéggio quando annunciò i sondaggi di Clemenceau? Certo no. Ecco una nuova prova del come possa essere loro ministri, il giornale biasima anche Sèi-Jdter per le sue dichiarazioni agli czechi, di- eendo che la sua tattica opportunistica « de- bolo reca ripercussioni le quali toccano la Germanla alleata. Le sue. dichiarazioni, fatte poi il giorno stesso in cui Carlo telegrafava al Kaiser, dimostrano Inconseguenze e ,il | r,cco una nuuvu piovti u;_'j cuiiie iiossu esserti pericoloso che i Sovrani sbrighino da soli tao cenrle importantissime sanza consigliarsi eoi fettò di univi, nel Govèrno 'austriaco. Lo stesso giorhaile ha da Vienna: « Il fatto che 6 stata ammessa l'esistenza delia lettera dell'Imperatore Carlo, negata sino a poco fa, ed il fat;o che il comunicato che ne afferma la falsità non è redatto nejlla forma consueta, ma coll'indicazilone, « per .altissimo ordine », ha destato grande sfiducia nella popolazione». La Deutsche Tagcs Zeitung chiede eh<; si faccia la luce e si duole delle intime relazioni I; c■ci]Iìche Carlo I conservò còri i suoi cognati tanto che essi furono a parecchie riprese a Vienna durante la guerra. Il giornale ricorda olio Imperatore che la pòsta del gioco è ben altro che la conservazione delle sue relazioni fa- migliar, . in quest.ion, di alleanza siamo alirmissml da semini miaiismo e crediamo anche che a Violini: non siano pochi gli In- /.lini ol n r,n™ PowiJ. iHnmio nrtn Hlimtnri» e n l i . i a a e o , clini alla pace. Perché dunque non discutere apertamente e francamente il caso? VArbcìter Zeitung critica sopratutto Czernin perchè colle sue dichiarazioni troncò la Possibilità di qualsiasi nuovo confetto prò pace fra. coloro che desiderano una pace forte, desiderio che anima molti 'adeschi. Chiede la puhblicazione dell'originale dalla lettera imperiale, ma dice che forse non ne fu tenuta copia ! La Tapalische Rundschau reca che ErzebPrger è caduto in disgrazia di Hertling, il quale non vuole neanche più riceverlo. CSetncticeau darà spiegazioni al Parlamento (Servino speciale della St.-tmpa) Parigi, 15, notte. Il «Petit Journal», organo del ministro degli esteri Pichon, pubblica: « Un risultato della polemica, di importanza capitale per la fiducia scambievole tra gli alleati, consiste in questo: l'opinione pubblica italiana ha potino convincersi (come I suoi uomini di Stato avevano già potuto convincersene essi pei primi in aprile del W17 nella conferenza di San Giovanni di Moriana) che la Francia non ha che una sola parola e se i ministeri cambiano spesso nel nostro paese, tutti hanno però un sentimento comune: il rispetto degli impegni presi in nome della nazione L'affermazióne sfrontata di Czernin secondo cui Clemenceau gli avrebbe fatto proposte di pace era capace di svegliare le suscettibilità italiane senza l'intervento della risposta fulminea del nostro presidente del Consiglio e già si manifestava un principio di campagna. Era un'offensiva forse più pericolosa di quella che si sviluppa oggi al fronte. Oggi, grazie alla Suce proiettata sull'intrigo austriaco il Mutuo affetto tra noi e l'Italia si trova meglio stretto con gran vantaggio per la causa comune, che sui càmni di battaglia francesi difendiamo insieme ». Il giornale/ conferma poi che le pubblicazioni fatte da Clemenceau non costituiscono che un semplice preludio. Altre verranno. Probabilmente nella sua seduta ili giovedì la Camera discuterà « apertis verbis » intorno alla polemica. Alla, vigìlia Clemenceau deve essere sentito dallo Commissioni riunite degli esteri e della guerra, come già sapete. Che còsa dirà si può facilmente prevedére — soggiunge, il « Petit Journal ». — Clemenceau non conobbe personallmente le conversazioni e le lettere scamhiate prima di salire ni potere. Sa ora tutto per avere cercato negli archivi tutti i documenti conservati. Questi sono già stati mostrati in parte al pubblicò. La soluzione più semplice, più regolare, dal punto di vista costituzionale, consiste nello Svelarli completamente alle due.Comnilssioni competenti. Non altrimenti Clemenceau agi recentemente nel caso di Bolo. Le Commissioni poìranno'qu.'ndi esaminare tutto, sollecitare spiegazioni complementari rinfili uomini politici, che ebbero parte nei negoziati e concludere con decisioni utili. Cosi quando la discussione verrà alla tribuna il terreno sarà già preparato. Al cornitelo segreto Clemenceau non tiene mplto. Il modo corno ha agito sinora indica sufficientemente che il Governo pensa come l'opinione pubblica debba simultaneamente col Parlamento giudicare dei principi direttivi della nostra politica di guerra ». Ma i socialisti, che hanno prèso l'iniziativa della riunione delle Commissioni parlamentari e che hanno pronta nn'intorpellanza per la seduta pubblica delia Camera, emettono ora un'altra pretesa .Poiché, dicono, il principale responsabile de: negoziati avviati e falliti e Bibot., e poiché questi come senatore non potrebbe, dato il regime attuale, spiegarsi altrove che innanzi al Senato, bisognerà riunire i due rami del Parlamento: convocare insomma la Assemblea nazionale per sentir Riho; p vuotare il sacco. Vorrebbero insomma comi spiega Maurrns nell'« Action Francnise », intentare in seno all'Assemblea unica un gran processo nel quale si intimerebbe a Ribot di giustificarsi dinanzi ai novecento senatori e deputati invece dei trecento uditori a cui ba diritto. Contemporaneamente l'operazione potrebbe essere completata da una piccola me¬ ! tamorfosi ministeriale. Contro questo tentajtivo il leader monarchico, al quale, più che la soddisfazione delle sue simpatie non dissi mulete per una pace che lasci l'Austria al suo '- posto, importa che si soffochi la discordia, che i la procedura proposta dai socialisti provo I citerebbe, chiama a raccòlta » tutti i buoni cittadini n. Ma i socialisti non sono soli nel chiedere i conti a Hlhnt. Oltre ai loro alleati fedeli e superstiti della frazione radicale-socialista di cui Caillaux era capo, vi sono ta- Inni radicati! moderati, dei quali Louis Martin, 'senatore dello stesso dipartimento rappresen tato da Cl.emencénu, si fa interpreto. Il Martin sostiene che si ebbe torto a respingere la mano imperiale nell'aprile dello scorso anno. «" 'ma lettera aperta che dirige a',l'«Evoti», ' dubiti della ,ce, era' dello J»^80 carattere di molti altri che Carlo si affannava a fare in quei giorni. Nel mornen »? ?tP,ss*£ in cl" 10 s"? Mte!'R giungevano a j,arI?L «V""'0 1 P™*d*vn alla nomina sijroi %ttt>vo '«fi conte Litigi Szeeheni come mini s1tr10 plenipotenziario d'Austria in manda a | del conte otto Czormn. pa >• "<■'" ideici. , ne nm^c nemmeno -Martin ammette r.hp. si sincerità del gesto; perché, di.ee -•ntn del Cancellie- I r|Pntp ',,'„,. ; re, come ministro in Bulgaria. Erano entrain'hi incaricati di lavorare ad una jince di conciliazione e adatti al compito per le loro pa■ rentele. Il primo difatti ha spesato una principessa, Caraman Chimay, i cui fratelli comibattono in Francia e nel Belgio e una so]iella è dama di compagnia della regina EliI salinità del Belgio. L'altro conte Czernin ì ha per moglie uria incrlps^, non meno attiva di tante altre figlia d'Albione, né meno ar¬ rnmfwàÒ7<>'i] V»n ,.np' :,js' r>en, nn<.<:i erano seri e !..':', ,.' ''„.,. r.U^^ ^pi^^nll KTAl'eX 1(-li(lni rn,10ni. ,-nvi'; Wr<" Infletè sner ;nn „ st,,,w snp™ r Hmnnii" e la r .. ' ... J '•"••<""•><>> <?■ m i. e a n l e a o e a a a e e e e a n i e a ¬ li al'leatl. Da questo e da altre reatoro conclude: «Mi sembra za temerità affermare che i e rendevano possibili converquali non avrebbero Boriato a sai nulla e sotto nessuna forma le alleati spezzacat- tnl'ca « Libre Parole ». Questa., sotto un pseudonimo ''he nasconde uno scr't.t^re collaboratore ordinario d'un pili importante giornale, accusa di incoerenza il Gabinetto Bibot-Painlevé, sotto il quale avvennero gli approcci. «Ammettiamo perfèttamente che l'annientamento degli Stati centrali debba essere la' conclusione delln guerra, ma chi vuole la fine deve voler i mezzi. Un m'ogranirm intransigente si.ipnonn la tensione all'estremo dello sforzo bellico. Ora il Governo che ricevette le proonste dall'Imperatore Carlo, non é forse quello stesso che dopo tre giorni arrpstò la offensiva del 16 aprile IDI", perchè troppo costosa7 ». D. R. IS Watlcswo estraneo ai tentativi di Cario I noma, 15, sera. L'Osservatore Romano, ergono uffloiale della Sìmta Sede, pubblica stasera la seguente comunicazione della Segirrteria ili Stato: « Alcuni giornali italiani ed esteri, riferendosi, alla nota polemica internazionale, di questi ultimi giorni, hanno credulo poter supporre che documenti, analoghi a quelli che olle polemiche hanno dato luogo, possano avere in qualche guisa inonorato II messaggio lipn tifici a del Lo agosto 1917. Siamo autorizzali a dichiarare che tale supposizione non ha ombra di fondamento. Come già dicemmo nei vostri numeri del 19 e 20 del passalo agosto, la Sola ilei Pontefice non fu scritta di intesa o per su/jgerimenlo di una o di un'altra Potenza belligerante, o per tutelare più specialmente gli interessi di questa o di quella. La Santa Sede, nella sua proposta, non fece che dichiarare i punti di ordino generale sui quali i capi dei principali Siali belligeranti sono più o meno d'accordo, riassumendo le pubblicazioni e le dichiarazioni fatte nei Parlamenti o da'jli uomini éi Stato dei vari Paesi, che facevano intravedere la possibilità di una discussione che approdasse alla meta della pace desiderata ». Commentando le dimissioni del ministro degli Esteri conte Czernin, il Giornale d'Italia dice dia esse sono la conseguenza della scudisciata di Clemenceau all'imperatore Cario, a Veramente, a rigore di logica, la colpa dello scandalo ricade in prima linea sul monarca stesso : ma, siccome ncn si è mal dato il caso di un Sovrano cha ai sia dimesso essendo stato collo in fallo, era naturale che se ne dovesse andare il conte Czernin, colpevole dì tv ere sollevato- col suo discorso e sopratutto colla frase delle « iodi utopie » tanto chiasso, e dj avere provocata la polemica nella quale l'imperatore Carlo ha dovuto lare una figura cosi losca. Xfct anche prima delle rivelazioni Clemc-nceuu, la posizione del ministro austroungarico era molto scossa. Tutti i partiti slavi, ad eccezione dei ruteni, facevano ricadere sui ministro la responsabilità, del fatto che, nono, stante lo sforzo dell'Imperatore in favore della pace ed il suo desiderio di liberarsi dalla tutela germanica, la politica della monarchia danubiana si ora dovuta uniformare ai desideri del Gran Quartier Generale tedesco- Comunque, queste dimissioni nel momento culminante della polemica Clemenceau coliMmperatore Carlo, anche agli occhi delle popolazioni degli imperi centrali confermeranno la pessima Impressione che della condotta della diplomazia austriaca e della Coite di Vienna si a formato ormai tutto il mondo. La scudisciatu del Presidente del Consiglio ìi'incese può segnalare già un primo importante successo ». ti «Corriere d'Italia» co3l apprezza le conseguenze delle dimissioni di Czernin: « Bisogna andare adagio nel fare previsioni Mille conseguenze di queste dimissioni. Quanto .al rapporti di Vienna con Berlino, che sarebbera rimasti inalterati anche se questo colpo scena non fosse avvenu'o, ò certo che essi lo resteranno ancora meglio col sacrificio, del-