Il lato italiano della polemica Czernin-Clemenceau

Il lato italiano della polemica Czernin-Clemenceau Il lato italiano della polemica Czernin-Clemenceau Impressioni dei circoli romani d i e a Roma, 13, notte. In mezzo till'immensu rumore suscitato dalla lettera di Carlo I a Sisto di Borbone è utile discernere il lato italiano della questione che non 6 al suo termine ed intorno alla quale vengono annunziate da Parigi nuove rivelazioni. 11 lato italiano della, questione si può racchiudere nelle quattro seguenti domando: l.o Quale portata può avere l'assenza di ogni accenno nel testo pubblicato alle rivendicazioni italiane? S.o Fu la lettera comunicata dalla Francia agli alleati? 3.ó Ksist.e connessione tra il-movente diplomatico dello lettera, e razione pacifista spiegata ria qualche alto personaggio neutrale? l.o Fu In lettera il risultato di Dilazione isolata dell'Austria in divergenza con gli interessi germanici, oppure fu lo mossa mstriaca concertata colla Germania? Le ccpmaisatatplquestioni, alle quali >i riferiscono le quat-lctro domande, verranno, secondo ogni prò babili'à, trattate in Parlamento nell'imminente riapertura. Dell'intenzione di trattarle fa. fede l'interpellanza oggi presentata clnll'on. Cjriani alla presidenza della Camera, interpellanza Così concepita.: « Al Governo sulla conoscenza, da parte di esso, delle trattative di pace di cui fu oggetto l'attuale polemica intemazionale, sull'opportunità della pubblicazione dei documenti inerenti alle trattative stesse e sul funzionampiifo e necessitò del fronte unico diplomatico ». A questa domanda di spiegazioni altre seguiranno, ed i problemi, che questo clamoroso episodio del conflitto europeo viene a suscitare, saranno trattati, anziché in sede di interpellanze, nel corso di quello discussione sulla condotta della guerra, che risulto inevitabile data la riapertura del Parlamento p date, inoltre le comunicazioni, più o meno immediate, che il Governo farà, in previsione delle quali l'Unione parlamentare ha indetto una riunione del gruppo per il 10 aprile, olle ore 11, a Montecitorio, cioè all'indomani della ripre dACffdsdcctdscKsCpbrd«nlVsRsa parlamentate. In atteso di tale diseùssio-pne si hanno alcuni elementi che possono | rhinriro l':,«mnntn tnfr. itnlinnn rf.-.iin gchiarire l'accennato lato italiano della po-1 lemica rienienceau-Czernin Circa la uri- i la pn-1 a o n e i o ti a e l e o e l e i, a i e ma domanda, si ritiene nei nostri ambienti diplomatici che il testo pubblicato a Parigi sia il testo completo della lettera di Carlo I, vale a dire che nulla sia stato soppresso nel lesto pubblicato in confronto al testo originale. Quindi sarebbe voluta l'assenza di ogni accenno alle rivendicazioni italiane, poiché il fine supremo della, mosso austriaca sarebbe consistito, secondo l'opinione prevalente del mondo diplomatico romano, nel tentativo di isolare l'Italia dagli alleati e particolarmente dalla FraneioTSi ritiene anche che il tentativo si sia infranto appuntò in seguito all'assenza di qualsiasi impegno relativo alle rivendicazioni italiane, assenza intorno olla quale il Governo francese avrebbe chiesto quelle maggiori spiegazioni, che non sono da porte dell'Austria venute. Quanto alla seconda domando, cioè se il passo austriaco fu comunicato àgli alleati, la risposta è pienamente affermativa. Già. il Petit Parisicp ha dichiarato che iì Governo francese del tempo si'affrettò lealmente a portare la lettera, dell'imperatore d'Austria a conoscenza di tutti gli alleati in una conferenza, interalleata. Da fonte italiana viene ora. precisato cho tale conferenza fu quella di San Giovanni di Morgana presso Modane. La lettera di Carlo I fu comunicata a Poincaré il l.o oprile 1917. Il 10 aprile si riuniva in Savoia il convegno interalleato, al quale furono presenti Lloyd George. Ribot, Boselli e Sonni.no. In tale circostanza, dice nn comunicato ufficioso, furono accuratamente esaminati gli approcci austriaci e furono unanimemente giudicoti, come i fatti di poi dimostrarono, subdole manovre, che non avevano alcuna sincera volontà, ma soltanto lo scopo di sepa fare gli alleati, creando Ira di essi antitetici interessi, allo scopo di imporre più facilmente le ambizioni austro-tedesche. Sul terzo punto, cioè sulla connessione tra la lettera a Sisto di Borbone e l'azione paeifi sta spiegata do un'alto autorità neutrale, siamo nel campo delle più pure induzioni. Si afferma, dunque, che qualche tempo dopo il tentativo verso la Francia l'impera tore Carlo avrebbe integrato il tentativo stesso con un altro passo di carattere generico verso un'altissima autorità neutrale. Tale autorità sarebbe il Papa. Il pas so austriaco compiuto a Roma, in senso parallelo di quello di Parigi, .doveva inluvre, secondo le supposizioni suaccennate, alta autorità neutrale ad intervenire nel conflitto europeo con una parola pacificatrice. L'alto personaggio avrebbe richiesto Vienna maggiori garanzie di praticità, ed in seguito ad un secondo messaggio proveniente dalla capitale austriaca, sarebbe ap parso a Roma un documento di importanza mondiale rimasto però senza effetto. A que sta. discreta allusione all'operato di Benedetto XV altri soggiungono l'esplicita designazione dell operato del Pontefice e parlano ili una seconda lettera, inviata questa da Carlo I al Papa^con in più le buone dispo sitioni e le specifiche proposte per l'Italia Ciò avrebbe indotto Benedetto XV a lancia re al mondo il suo appello alla pace. L'Au stria avrebbe così, secondo questi commen tatori dMlo situazione, tenuto a bada, da uri lato la Francia, e dall'altro l'Italia. Vedremo se quest'esplicito accenno di supposti legami del passo austriaco del 1917 colta ione proposta dalla Santa Sede indurran iiu il Vaticano a comunicazioni in proposi to. Per ora, non si può altro che riferire mancando ogni concreto elemento di giudi zio. Per quanto riflette la quarta domanda me l'inatteso episodio solleva, cioè se l'Au Siria abbia con la storica lettera operato ai danni dell ignara Germania, devo dirvi che ontrariamente alle prime opinioni, è fon dato il convincimento dei nostri circoli di (domatici che il posso fosse invece concer toto tra gli Imperi Centrali. Questa opinio ne non è basata sul fatto che l'imperatore di Germania ha risposto nei termini più cordiali al dispaccio che fu detto di implo razione inviatogli do Carlo d'Austria. Infat ti, si può sicuramente ritenere che la risposta di Guglielmo a Carlo f fu spedita da Guglielmo prima della pubblicazione del la lettera di Carlo I al principe Sisto. Negl ambienti politici romani si ritiene che passo compiuto nel marzo del 1917 a Parigi per mezzo di Sisto di Borbone sia l'effetto di un pislkio concertato tra Berlino e Vien no per faro cadere gli alleati nel tranello delle trattative, per essi premature, dato, la posizione rispettiva dei due gruppi di belli geranti. Su quali ragioni poggia tnje sup posizione? Essenzialmente sulla ragione se guanto: che la manovra austriaca tendeva' con allettamenti di un generico riconosci mento tini diritti della Froncia sull'Alsazia c Lorena ed attraverso ad essa, a creare il fsito compiuto di un generale negoziato di pace. Kg corso di questo negoziato il truccò sq^Bbe stato chiarito, ma i Governi alleati, una volta compromessi di fronte ai rispettivi paesi in trattative di pace, non avrebbero nifi potuto recedere da esse. Questa e l'opinione accreditata nelle sfere diplomatiche romani', opinione, che vi comunico a titolo di cronaca, aggiungendo che il passo diplomatico austriaco sarebbe fallito, per¬ he il Governo francese (Ribot) avrebbehiesto indirettamente a Vienna affidamentpiù precisi sul modo di risolvere il problema delle rivendicazioni francesi e sembra anche italiane. La risposta non venne ed l passo imperiale cadde nel nulla. Queste ono le impressioni romane sul clamoroso avvenimento, intorno al quale si discuterci ra breve largamente alla Camera. Avremo allora importanti e forse decisivi chiarimeni del Governo. S.