L'interrogatorio di Colazza

L'interrogatorio di Colazza lì processo di Luca Cortese L'interrogatorio di Colazza La gioitiaia di o^gi <Ujl Nervati) all'interrogatorio izza, primo sesrft'ario al Ciustizia e proourumte gì i e fonili I udienza I i «i 'liijiila! filli un. i volto. I." (i buissimi i: Homn, 12. notte. | processo Cortese, è liei cav. Luigi Coli al Ministero di Grazia oif generale di Luca Cormi tuo i-d ha i.'i mini. Il mi luiineroso. Vppeiia aresidento Tu uscire dalla -.• prendi; posto riimuizi al i di statura, -.alvo, degli furbi, appare sicuro e ut- Colazza narra i suoi primi rapporti cor. Cortese. I! Presidente sii contesta lo imputazioni a suo carito che sono le stesso, elio pesano sui Cortese. I! Colazza, iniziando le sue dichiarazioni, dice: «. Conobbi il Cortese per mèzzo dellavv. CobOcvich, lino dei piti stimati avvilenti romani. In giorno nel 1912. l'avv, (Joboevioh venne eia me e mi protrò di accettare rio-,aiieo di occuparmi dei signor Luca Collosi', elio ivli conosceva, assumendo la. sistemozione dei suoi aliavi. Poco dopo il Cortese venne ria me nella sua automobile e por la sua! signorilitii, per in sua intelligenza, inspirò in n:e piena fiducia. Accettai iiitinrii I incarico poiché nessuno, dato i! raschio else li siu.no" Corti 'e sapeva -esercitare, avrebbe latti» diversa metile. Coiiiiui lai ad occuparmi dogli affari di Cortese.; Egli aveva molti debiti, ina auelir d.'i crediti, io anticipai dei denari, molti denari, al Cortese, li Cortese - mi espose il piano dui suoi affali ohe allora erano puramente industriali, ir Cortese mi disse di co.noseo.re intimamente I ammiraglio LeonardiCattolica rhe fu poi ministro della Marina, e ltdscsumvcccmfs■di conoscerò pine il generale spingardi ed alile notabilità, ma sopi'atntto con l'ammiraglio Leonardi-Cattolica, il Cortese vantava le sue linone relazioni. Il Cortese faceva descrizioni così minute e precisi' delia vita intima dell'ammiraglio che non poni dubitare della esistenza delle sue strette relazioni con lui. L'ammiraglio Leonardi-Cattolica non soltanto ino lesr; va e \iileva bene al Cortese, ma conoa e fronuenlava la famiglia di Luca Coranzi ricordo che mi giorno alla stazione di floma rplesti ini presentò all'ammiraglio. Cedo almeno — aggiungo sorridendo il Colazza — ilio fosse realmente lui e elio il Cor"ese non mi abbia, prosenloto a 'un'altra persona, j/nnimiragiio Lconardi-Cnitolica. continua Luigi Colazza, credo anzi che abbia partecipato ad 'ma festa intima della famiglia Cortese Ad ogni mudo parlando con me, il Cortese diceva di poter vanta aglio e mi ^piernva o di lui potevij essere!i mozzo assolutamente ! seguente Cortese dici l'ambiente dove vivo modo di conoscere'prima d oni del ministro delia marina in material sti'uzioni navali. Ora, ii Cortese poteva] DEpsavmi! a; un era il •andò • l'annin.-_"'o delipial modo l'npfile. fi trattava coito il mezzo Il elio, fieiineni IH inni i iti si in. :ìi altri le di ! trarre grande vantaggio dalla conoscenza tuiticipata di ciuoste decisioni. Il Cortese aggiungeva Che conoscendo, ad esempio, prima degli industriali, un nuovo tipo di nave clic il ...overno aves.se deciso ili cosfrurrc, poteva con! ciudoie per ii rispettivo materiale vantaggiosi !-c'oiitratti con gli armatori Trattavasi di cosa I por nulla disonesta, lo non feci obbiezioni e se 'Melai il Corrose nei suoi affari che fino da j allora nella inente del Cortese dovevano con-1 ! t Iutiere alla formazione di un trust siderurgico. L'impresa industriale. I Presidente; — Veniamo alla causa. 1 Colazza: —- I miei rapporti col Cortese di vennero più intimi, quasi giornalieri, quandi fu diclriaraio il fallimento della Ditta Ferrarlo! 1 «ti*tardi, nella quale il Cortese fu interessato! .io ti me fii dnto l'incarico della sistemazionei dei creditori che erano molli od alcuni anche petulanti. E qui Colazza nceenna a quanto fui ! ria lui fatto per la situazione di quel fallimento: jclie terminò col concordalo garantito dal Cortese ed accenna aiie .grandi idee elio aveva I il Cortese per costituire mi sindacato siderurgico ei-e consisteva in un consorzio di cantieri riuniti ira le più importanti Iti'te marinare italiano. Sieri tre queste iniziative e questo idee! erano in gestazione, scoppiò la guerra, ma j | dalla guerra Cortese non fu indotto ad abban-l donare il suo programma, perchè, anzi, lo intensificò, pensando subito all'istituzione di( stabilimenti ausiliari. A questo proposito, continua Colazza, cortese ebbe a farmi anche una volta' i ii"in; eli grandi finanzi eri come lo Strincrlier doliti Ronca d'Italia e del Fenoglio della Italica Commerciate e di vari uomini! "liei, come il l.uzzatti. Non oro dunque v j gli domandavo notizie e che raccoglievo intorno al suo nome tutto quello elio poteva mettere in rilievo speciale la sua persona-1 ' queste notizie venivano da lui ad ogni ;uoi mento ed io tali forme da dovere riporre in i lui la più sicura iiclucia. Vvi'ó fatto maio i esclama II Colazza - - a mettermi a livello di un tale uomo, ma. ripeto, ho avuto sempre nel Cortese una granfio lidueia. Egli mi •• sempre sembra.o un uomo dlsititerossatissi. mo quasi ingontio nelle manifestazioni del ' ?r.o temperamento. Io ho invece cercato di ' w'"non»'iz2àfe'iVel-' suo; «vléressc « -tiflirintewasc - \ -l e n ei ni a eh aJ mi i fo! a'--, n l delle sue creazioni industriali sinché ho po*'.ito e ricOfSfo anche che qualcbevoita quando si dovevano faro pagamenti di due o tremila lire, io richiedevo ogni garanzia di amministrazione e dei elettagli, mentre il Cortese non amava considerare simili piccinerie. Colnzzn dice che cornava dopo tre anni di vita d'inferno, di attività fcribrilo intesa a realizzare lo idee di Cortese, di portare a compimento almeno le basi dell impresa industrialo e quando aveva, ragione (li sperare che unii vili di soddisfazioni e di tranquillità dovesse cominciare por lui. il crollo di tulio, lo ba gettato senza sua c-.lpa nello pene odierno. ! rapporti col Credito Centrale del .Lazio. Presidente: — Veniamo ai rapporti col Credilo Centrale del Lazio, li Colazza viene a pth'iare del modo corno conobbe il Maiifredini, pel quale aveva la maggiore stilliti e lidoeia. Nel 101-i cominciarono le operazioni eoi |.tedilo Centrale del Lazio che durarono nel 19J5. Egli effettuava i pagamenti man mano obi' gli veniva consegnato il denaro, l-'u in queil anno che Cortese dichiaro di essere a posto. Allora, tanto il Colazza die il .Maiit'rodint. cercarono di avere dui Collose le gii ranzie per il debito che aveva co! Credito, e clic lo stesso Cortese offriva, incordo a questo proposilo che una sera, non so esattamente se negli ultimi giorni del 191,1 o nei primi giorni del 1910, Cortese arrivo da Napoli ed al!;' staziono io lo aspettavo. V'era suo figlio 'uigliehniiio e ricordo benissimo questa circostanza, che voleva prendere e portare una piccola valigia del Cortese, ma egli elio lo impedì dicendogli che conteneva delle carte importantissime, in quell'occasione Cortese disse di avere lionato con se il famoso plico elio, conteneva la garanzia di quattro iniiioni. Aiidamino poi dal Manfredini. ove ricordo il Cortese seduto in una poltrona rossa iostrò più volte un plico che allora mi parve asse giallo. Durante la sua per-maneiiza a torna il Cortese non dotte mai il plico a - --uno. Egli però lo aveva più volte mosirai sempre chiuso. Pei parti per Mila-no. dove imase per parecchio tempo. Nel maggio do! lfili'1 mi chiamò a Milano e tipa un appuntamene per darmi il ramoso plico e ini sinceriti veramente impresi consegnò due buste, mia co: sa e l'altra allerta. Kgii dir un la busta chiusa elio que metteva la. più grande iiviiel vii.1 <u quella busta misi che avessi saputo i iù che contenuto mai conobbi cui il funzionari" di J: me la mostrò. Ripartii frettai a consegnare a lui ancora chiamato a sentalo al comm; Riatto -- Ma chiamiamolo ■ •li* • riaùi ! • mi d 1* pari' libila :n per ii! prima del s.. interro! da Milano Manrrc li.'ii Milano dove -- Avv. Ma, Piatti, ormi;: s: :i ' • alsi « » ratto e Ferraris». eoe un ire 0.30 i-'i'.i aria di ile. Egli mi mietile chiutotisògnandon.) egli coni' za della sua sigillo senza eneva ed il el giorno In Hill Olili. ni; af! plico, fui prelerione : ippiaiho l ] Diano, E coni; nogiio, ferraii preseli! « Nni sala. Ve- 11 i.-> i fu li II. une ;:a : «No. io continuo a rhiainai. perchè sempre còme tale lo conobbi mia dicendo conio conobbe l'ing. ■ li l'orino, ed i falsi I ijailo e l-e r -, o. meglio, i[ falso Ferraris, gl aio a Firenze, all'» Hotel Buglioi dice il Colazza ■ • eravamo in pianili' comparve i1 coirmi. Riatto, e abitui)tu l'i" lardi venne il l-'erraris. Noii i vero che il Ferraris d'imputai" Martlno.ugliii tirm aprisse n'itii bócca. Pii'vlù poco, ma pai !ò. ed io fili molto dol'-ronte verso di lui. i In doveva essere mio superiore. Ranmicii'o che ad un eerto (.muto un cameriere ebiamo ii Cortese. 'I tinaie, ritornando presso di noi. disse che il direttole della Ranca Coihtuei'citile desiderava conferire col eoinm. l'eri.iI difensori di Cortes-.1 sorridono ed fi iute li invila, a rispettare l'Ini ri.-' -i- Pli Presi ti fi che i . b ile : » Lasciamo parlare l'imputato, 'l'utimputati hanno diritto di dire mieliti redotio e ducilo che vogliono «. * -- riprende il Colazza, — non dico clic la verini ». Colazza accenna ai rapporti avuti coi cornili. Folcili, presidente del Credi'o i ■ -■■ naie del Lazio. « Io conosco ora da molti nani ii comm. Folcili e so quanto siti uii-.-s'» • gentiluomo. Quanto dico ora lo ripeterò ani lise mai dovessi dolorosamente trovami! in contrasto con lui. 11 comm. Folcili è alato altri a dire delle cose In esulta su. ma sono sicuro clic alt'udieviz-j i n d con di Alle mio a vi ore ma -i 15,15 Neinniervallc o. siede al suo il ua il lo stanco, come si è prat POI -.• (iOpO Mli ' cito entrambi li vallo, è spesso sorru estraneo «ci nidi.ieri ciòtto il Coliizza. Ut: ! rienu'ti e t.olezza ri |it,.^ito delle iuves chi l'udienza i sospesa, il plico. Colazza rientra iteli solito posto in aito, un e soiiuislatui. Ano caio e si piiiiiiìi per eue portalo un i ad viiiiu. Curi ose. tlUi'iliu lite .-nie i PO 111 tu »!>u:a u io Ciò il: 11 ir ab!,- Olii; Il lo.uiai r- il j 1 ! ! i i I ! j l ( ! j 1 toni (iella I'. ^. t.otbzza due eli volere aggiuiigei'e che unii volta il Cortese gì: scrisse da iorino avvertendolo Che anebe i fratelli t)latto erano sor- j vegliati dalle autorità. Mi avverti ino.tre. di ■ attendere ii .-no ritorno a Roma e iii due n.*>' : frattempo che egli ora esposto per duo inilio i ni soliamo col < l'cdiio Centrine del Uiz;o. Cortese mi disse elio si era costituito un l Sindacato tra i cantieri riuniti a cui aderiva-1 no Oderò, orlando, Diano, l-erraris ed a ire personalità politiche, industriali e bancarie. Il Cortese, venuto a Roma, mi dbse anche che a mezzo della signora -Matilde iierào avriliOe fatto la conoscenza del cav. Casti, dal quale si sarebbe recato per dare gli schiarimenti elio riteneva opportuni. Dopo ciò égli ini informò delle visite fatte prima al sti-io degli Interni ed alla Direzione gì della e cav. Gas\i, elicli soddisfatto di o.: sidente ciliari Credito Centri poi del colloquio a iaia,tidomi di essere igni cosa. A domanda ce meglio i suoi rapporti col le del Lazio. Le mie liebies'e Minigenerale itilo Col rimasto de! pive- e o e d o o e o o a e a a e ! ili Credilo i entrale' cominciarono nói 1913. Io per pagare sempre i debiti del i oi-tese mi servii dello scolilo di cambiali Urinate da ine e dalla signora Kméi'y o di qualelie nitro illirico, ma esse venivano ritirate regolarmente. Pei nel 191-i si procedette ■.• per assegni o per operazioni liduciarie albi scoperto, ma sempre con la certezza, della riscossione .naie, purché 1" asslcùrazióìii che venivano date il fi l Cortese orano sempre più confortanti e decisive. 11 conto corrente comincio con un versamento di ,'i.ui inibì lire alln scoperto e fu fatto dalla Natica a mio nome, ma sempre nell'interesse del Cortese. Riconferma che ' ortese disse di avere portato da Napoli il famoso plico elio era una busta con fiutine sigilli rossi che doveva contenere garanzie per olire quattro milioni di lire. La iriosq- - a Hoina a me ed a Maufrediiil, perù prima di depositarla <i riservò di portar]).) a Milano pei- mostrarla ad alenili dei principali firmatari. Si»gui una mia sii;', a Milano nel maggio il il Milli già narrata in cui il Cortese mi diede eoo irifliiile cautele il plico che. fu inesso in un'altra busta bianca. Sovrnpouemino la ionia il Cortese ''il io. Depositato il plico in Banca, io e Maufrediui credemmo di avere raggiunto la nostra pio assoluta tranquillità. Era il primo passo verso la sistemazione definitiva. , Un episodio. A proposito della si ima the i'i Cukizza dice • li avere avuto nei Curiose, che -i professava anche amicissimo di .S. li. Leonardi QiUo'lica. eg;li narra quest'episodio: » In occasione di tiii'incliiosta, di cui fu Incaricato Vici, lco.nanli Cattalica, sull'affondamento della lieiwàrtto tirili, cd'in cui si 'trattava pure di apprezzare l'opera di .S. A. il Duca degli Abruzzi e ilcilammii-iigUo Cagni, il Cortese diceva di avere chiarito alcuni equivoci tra-il Duca degli Alo uzzi e I.codardi Cattolica, ed in un memoriale, del quale si occupava per la ,-.arej letteraria, avrebbe consiglialo il Cattolica atogliere ii ttto'io di ^ua Altezza P.eale ed usare soltanto il nomi! di Cubi di SaVoik ». - • Cerose: «Sì. è vero ». — Colazza: « Cortese, narrando ciò, accennò anche a. voler fare nominare dal Re conte, il Leonardi Cattolica >. fili affermazione produce vivissima ilarità. Cortose resta impassibile. Colazza continua ricordando ancora la presentazione avvenuta a Firenze del Diario o dei Ferraris. Io credo -egli dice — che non sarebbe siilo possibile a nessuno avere il menomo dubbi" stili'ideip ma tè''' Diario e del Ferraris. Oggi Cirio sembra comico c potrei riderne anch'io, ina r.1loi-a mito aveva l'apparenza di verini, etiche il Ferraris 'il Martinenghi). sul cui aspci'o si \ è poi sorriso e che è stani detto sembrasse un scimione, sembrava allora proprio ratta : ; naliià industriate che voleva apparii - Commenti). Cortese mi aveva avvei-tlto elio ora mi nomo burbero di pochissime parole, tutto dedito agli studi ni agli affari, ed io non mi meravigliai di vederlo così rozzo e silenzioso nel restò, non ho visto eh" ire volte il falso Ferraris ». Il Colazza aggiunge che anche ii eomm. Folcili credeva alla vera identità rie! Diatio, tanto epe pretese come garanzia mia cambiate firmata da Ini. .Avviene un vivace Incidente tra avvocati in seguito ad una (rase del Colazza. incidente presto sodato dal pre-i.ionie. Colazza, io sostanza insiste a dire elio culi fece turo quel io che voleva il Corteso, a! quale erodeva ciecamente. L'udienza è. tolta alle ore in e rinviata a martedì.