Una donna poliziotto scopra ed arresta un temibile delinquente rapinatore del marito

Una donna poliziotto scopra ed arresta un temibile delinquente rapinatore del marito Una donna poliziotto scopra ed arresta un temibile delinquente rapinatore del marito Nel giorno di mercoledì, 13, quando nell'appartamento di via Maria Vittoria perdeva tràgicamente la vita don Guglielmo Gnavi, in altra parte della città, alla stessa ora e in circostanze affini, un altro grave delitto freddamente premeditato aveva, la sua selvaggia, per quanto meno tragica, esecuzione. Un commerciante veniva tratto in un solitario viottolo della collina, derubato e lasciato dopo una angosciosa lotta in condizioni penose. Ala ecco come si svolse il fattaccio. All'angolo di corso Vittorio Emanuele e via Orrnea esiste 11 Caffè .'libertini, di cui è proprietaria la signora Maria Aibertini, moglie al commerciante Michela Franco. In un giorno della fjorsa settimana si presentava al Franco persona da lui conosciuta, cerio La Manzi, che" gli offriva in vendita a prezzi di calmiere una gl'ossa partita di zucchero e di caffè. Il Franco non t>i dimostrò alieno dall'acquisto, solo volle avere assicurazioni sulla legittima provenienza della mercanzia, il Lattanzi rii spose ch'egli era semplicemente un intermediario, perchè la vendita era fatta da un certo Antonio Olivieri, archivista a riposo del Ministero dei lavori pubblici, attualmente residente a Torino. Le pratiche per l'acquisto furono avviate coH'inteTve.nto di un terzo individuo, qualificatosi col nome di Viterbo, e che si profférse di far visitare la merce al Franco. Costui non era conosciuto nè al Lattanzi. né al Franco, cosicché questi, per precauzione, pregò il primo a volerlo seguire al una corta distanza il giorno di mercoledì, fissato per la visi-:' alla merce depositata — disse — in una. vili >. sulla eell-inn-. presso l'Ospedale di San "• Mercoledì i (re si trovarono ad un ripputitamenhì. ri Franco non porto seco alcuna grossa somma, ma soltanto 200 lire, che aveva dimenticate in un taccuino. e s'avviò verso corso Giovanni Lanza assiema al Viterbo, sicuro di essere seguito a breve di-'' stanza, dall'archivista e dall'aortico Lattanzio Avvenne invece che i due presero altra viaH Pare che l'archivista abbia persuaso con insistenza il Lattanzi a lasciare soli il.Viterbo eri il Franco, che il contratto si sarebbe * volte ugualmente, senza il loro intervento. Wta la Barriera di Piacenza e il ponte Isabella esiste una solitaria scorciatoia in salita che mena all'Ospedale di San Vito, sulla strada'omonima. I due avevano infilato da pochi minuti questo viottolo, quando il sedicente Viterbo si fece sopra il Franco armato di una rivoltella, imponendogli di consegnare i quattrini, pena la vita. Il Franco, convalescente d'una grave, malattia, allibilo dalla sorpresa, dichiarò che non aveva portato seco alcuna somma, il che inbestiali l'aggressore, che si mise a scappargli di dosso quanto possedeva, anello, orologio e catena d'oro, taccuino, portamonete, riuscendo quasi a svestirlo nel frugarlo per ogni dove. Il malvivente aveva assunto un sembiante feroce, di belva. Percuoteva col calcio della rivoltella la povera vii lima, l'ingiuriava e profferiva terribili minaccio. Ad un tratto il' Franco s'accasciò ed ebbe l'impressione, che il malandrino fosse per finirlo, ma in quel momento vide avanzarsi sul sentiero un ufficiale e gridò al soccorso^ L'ufficiale s'avanzò per prestare man forte al disgraziato, ma lo sconosciuto affrontava l'ufficiale, sparandogli contro un colpo di rivoltella. L'ufficiale estrasse dalla fondina la sua e sparava un colpo all'aria, forse per richiamare gente' Richiamo inutile, perchè nessuno comparve. Avvenne una terribile lotta; i tre ruzzolarono sul terreno, ma l'aggressore, alto, tarchiato e robusto, potè tenere testa all'ufficiale, che aveva un braccio anchilosato, e al Franco, i quali non poterono opporre che una limitata resistenza. Riuscì poi a sfuggire precipitandosi giù di gran corsa e saltando un muro confinante, alto duo metri. Ufficiale ed aggredito si recarono al vicino Ospedale dì San Vito, dove furono medicati delle contusioni riportate nell'aspra lotta, e poco dopò) denunciarono l'avvenuto ai carabinieri del Pilonetto. Una moglie d'ardimento • Il Franco tornò a casa e raccontò !a ninfr stia avventura alla moglie singolare tino di domili giovane e di grande energia, la cuoi» rimase vivamente indignata dell'accaduto. ' • so pianiti o ebbe la percezione che avrebbe s'ccm vato l'aggressore e rapinatore del marito, che aveva visto due volte mima dell'accaduto. Sì uni perciò al Lattanzi. il quale pare urocaduto dalle nuvole apprendendo il grave fatto, e ad un giovani, ^erto Dalpozzo Carlo, • di anni 25, frequentatelo del caffè, decisi ad ini* ztare ricerche dello sconosciuto per propri** conto. La comitiva girò per tutta la notte, '■ stazioni, per X corsi, ma inutilmente, ti) mattino si divise. 11 Lattanzi wreae la line Savona, mentre la =,\vnwm*&*P*i*p *' pozzo coi vilna *

Persone citate: Antonio Olivieri, Guglielmo Gnavi, Lattanzi, Lattanzio Avvenne, Maria Aibertini, Michela Franco

Luoghi citati: Piacenza, Savona, Torino, Viterbo