I trafficanti col nemico

I trafficanti col nemico I trafficanti col nemico arresto Ceresa e dell'ingegoere Bobini Roma, ?, notte, f: Ministero degli Interni comunica : Anche lineante tu. giornata ài. ieri proseunirono utili) unì ente u Milano, ed. in altre città, le operazioni in ordine alle responsabilità, per II l'iiumeriio coati Imperi centrali 'Fg* ">"' ^uinenti - eUmenù probatori, il ìuiiiiìice istruttore ed il procuratore, del Re [eseguirono ieri un sopraluogo presso la IVIIta > p e aia lìrisa 3 prelevando ol : t,'(i .n timnaiore ìmrnwian-ti | ' '', in. unirti. | L'esempio delia. Francia ' durata cinque giorni, presso la Società Fila tura Cascami di -Seta, sono stali rinvenuti, e. sequestrali ulti, contabili e corrispondenza, ,;„',■ miall r0lhfì in < .!.- (- ne, rrm' J agevolmente U commercio'ver ìnnen .' "r . " u commercio pei rngen ' !>«'«.« <" ™rc manichc, avesse istituito a /.ungo una Dilla 'l°T' *'<™ autonoma, ma in realtà jt:- r-on alto 10 mangio 101o per continuare \il proprio commercio colla Germania e col| l'Austria.sotto la. ragione sociale di A. G. far adddn. ,sda parie dei .tingenti, della Società Anonima sFilatura Cascami di Seta. Ver mandalo icattura ieri emesso dal consigliere istruttore hcapo dclVUftlMo d'istruzione al Tribunale di til iom„, /■■,•/ t60m'"' ' '"'entcngInpszpsdMilano, la arrestalo doppi inni. Irinelli e poi il. comm. Luigi Ceresa. Il mandato di cultura è slato motivato in base all'art. Il', in relazione all'ari. ,0 del C. P., nonché gli articoli 1 e 11 del Decreto luogotenenziale 8 agosto 1916, N. SlfiG ed. al Decreto luogotenenziale Lo ottobre ifiliì, .V. 1244, Sono siali anche emessi mandali, di cattura per gli •.lossj utoli di reato contro il comm. 'l'ilo Urania, vice-presidente della. •Società Filatura Cascami di Seta residente a. Firenze, clic per le sue condizioni di salale, non. polendo essere, tradotto alle carceri, giudiziarie, c stalo piantonaio a casa, propria, nonché contro l'altro consigliere della Società ing. Alberto Inibìni, attualmente lenente di ca.valleria deiin milizia territoriale, addetto al Comitato iti mobilitazione industriale. Il Dubini, data la sua quaWà di ufficiale, non potè, per le vigenti disposizioni, essere trailo in arresto, ma crune a cura dell'autoriUl rinchiuso agli, arresti dì rigore. In una lunga perquisizione '' ,cde") nrnnnn Mla S' K (- °"esta !"'1''' slala ercatii a Zurigo dalla S. F. "amtondel. Ver acquare al processo i. pria- 11 Giornale d'Italia, sostiene che non bisogna perdere tempo nel procedere contro gli arrestati e gii arrestagli, ed aggiungo: «Vi potrà essere uno speciale lato politico della questione, illuminato ieri dalle esplicite dichiarazioni dell'ori. Meda, il (piale disse che sino all'agosto del 1916, per plausibili ragioni l'esportazione era libera, ed il lato politico, se anche diverso da quello ciie appariva nel primo momento, non muta il reato di abuso di speculazione su quella libertà ed il reato di commercio col nemico fatto, a quanto si afferma, e proseguito insidiosamente e su larga scala anche dopo il decreto che im podiva l'esportazione. Nessun indugio, quindi. La magistratura italiana è un po' lenta nelle sue istruttorie, un po' tarda nei suoi movimenti. Vi sono processi che durano mesi e mesi o talvolta degli interi anni senza arrivare a conclusione. Giustamente fu citato il processo Bolo aperto e chiuso a Parigi in poco tempo, nonostante le sue oscure, molte pitali | \ sq dichiara che tanto Orlando, quante Meda ' e Xilfi fcono fermamente decisi a non avere ] £'■?*•,! "'^ponsahiii dello scandalo, dèi casca! mi. riguardi di sorta, in modo die chiunque i ha colpi,, sto sottoposto ai rigori della legge Pertanto è stata ordinate dal ministro delle ì ".lonze una scrupolosa indagine alle Dogane (1, Mil.lno ^ .,Ue fingane di confine per accer- \ lare la quantità e la qualità delle merci che : 1»ivi, immite complicazioni. L'esempio della ! Francia e opportuno e speriamo sia imitato. e e o , o dall'Italia <ono emigrate in Isvlzzera dal principio della guerra ad oggi. A tal proposilo, viene assicurato che quando già eravamo in guerra con l'Austria, non solo grosse parti'e di cascami di seta., ma altre grosse partite di altre merci partivano Indisturbate per la Svizzera, donde pai erano inoltrate in Austria e in Germania. Le responsabilità politiche I,a Tribuna, occupandosi delle responsabi litii politiche clic scaturiscono dallo scandalo dei cascami, scrive: «E' nelle deficienze della legislazione eccezionale, eowtessa con tutto le necessità della guerra, clic consiste la re sprnisabilitù politica del Governo, .non tanto de! presente, a cui anzi si devono sopratutto i tardivi provvedimeli:!, ma dei precedenti. Per questo rispetto, e sotto certi aspetti, to difesa dell'ou. Meda diventa quasi una requisitoria sullo incertezze di giudizio secondo lo quali si è proceduto. Esaminiamo brevemente i fatti. Il ministro del!? ('manze ha osservato che sino al 12 Ottóbre 1916 l'esportazione dei oo-scarnii di seta dall'Lalia alla Svizzera era perfettamente libera n che quindi l'Ammini strazione finanziarla non poteva impedire che gli esportatori non mandassero in Isvizzera quante merce fosse loro richiesto, e tanto aie no impedire che gli importatori ne dispones sero liberamente. Non e già questo un ricò noscimento che per quél lungo periodo della nostra guerra il Governo non si preoccupò del problemi, clic la nostra seta po:esse servire aUc necessità belliche del nemico? Ma c'i di peggio: il ministro delle linanze ha continuato osservando che il Governo poteva impedire agli esportatori italiani di' trafficare coi sudditi nemici od alleati dei nemici, questo come non si sapesse che la Germania era la grande fucina di elaborazione del ma teriale -li guerra por tutti gli alleati, e eh; spedire le merci indispensabili ori utili per questa elaborazione alla Germania, clic riforniva in lutto e per tutto del materiale di guerra la Turchia, rendeva grottesca la nosrra proibizione di commercio colla Turchia, che per se stessa di questa merce por la guer ra non avrebbe potuto fare alcun uso. E' vero che il ministro aggiunse che durante quel periodo d'i libera esportazione, essendosi rilevata l'ingentissima esportazione in [svìzzera, furono fotte inchieste per accertare se vi fosse soltanto della speculazione evidente. Ma a che poteva servire una tale inchiesta, se non darci la platonica certezza che vi fossero e sportatela che evitavano persino la prudenza della mascheratnra, quando vi era la corno dite dell'acquirente svizzero intermediario? La verità è elio bisognava mutare quel regime allora vigente, ciò die era conseguibile con un semplice decreto-legge, come fu fatte poi e che il Ministero delle finanze, che era al corrente de! come andavano le cose, doveva prò vocare prima. Edi doveva provvedere alla ri ferma di miei regime invece di accettarlo per poi dichiarare oggi ohe gli mancavano mezzi di coercizione. I.a responsabilità del Ministero delle finanze sia in questa dencien za politica per ottenere le leggi' necessarie, e non già nella mancata applicazione, delle lec gi. di cui nessuno può accusarlo ». Il Corriere d'Italia ritiene che la ricerca sulle responsabilità politiche costituisca una deviazione dello scandalo dei cascami, ed osserva, occupandosi noi della domanda che tutti si rivolgono, ciò."' perchè il divieto di esportazione sui cascami non fu deliberato a à I prima, che ciò avvenne per !:i stessa ragione per la quale l'esportazione non fu vietata in 'Francia ed in Inghilterra, cioè per i criteri I generali di politica economica ai (inali sino l e e r allora l'Italia si ispirava per la protezione dell'industria e del commercio serico. E' evidente perciò che il problema non si può ridurre ad indagare se la sorveglianza governativa uia. stata più o meno efficace, rna a ,stabilire se la nostra politica, econòmica ri spon{iesse 0 ineno alle nefeessit.;, del paese. i-., Se si pensa che, ad esempio, la Francia. ha esportato in Isvlzzera nel periodo del con- M tlngehternento un qualitativo di cascami no- tevolmcnte maggiore di quello che abbiamo;'esportato noi. si ha ragione di tenere conto, nel giudizio, del legittimo desiderio, dal non- to di vista economico, di conservare gli sboo- chi ed i mercati ch^ garantiscono la conti- nuito delta vha econfmta" naziohato ^.kgiornale conclude: «Noi crediamo condanInevoli tutte queste deviazioni politiche, che possono distogliere l'attenzione dal nucleo sostanziale dello scandalo, mentre ogni sforzo dovrebbe essere diretto a sorreggere il potere politico ed il potere giudiziario nel condurre ed esaurire, a seconda delle diverse competenze e del diverso ufficio le indagini che riescano art assicurare la pienezza idella giustizia e. la sua piti rigorosa san- Z10"n"- Una proposta .,. ... . . , , , , ,, | l.AvunU! cosi formula le proposte del Par 1 ;- i tito socialista per lo scandalo dei cascami: « Neri non proponiamo inchieste parlamentari od amministrative. Vi sono già molte inchieste in cantiere e. l'opinione pubblica diventa un po' scettica sulla loro efficacia, e poi un'inchiesta porterebbe per le lunghe, mentre in questo caso bisogna fare, la luce al più presto possibile. Ma bisogna faTe la luce veramente su tutto e su tutti. Basterà, per cominciare, che il Governo metta a disposizione della Camera l'elenco nominativo e quantitativo dello esportazioni compiute in Isvizzera ed .in libero traffico dal l.o gennaio 19to al 31 dicembre 1017, e l'elenco, sempre nominativo e quantitativo, dei permessi di esportazione, volta per volta, concessi in deroga consentita ai divieti nello stesso periodo dal l.o rten-iaio 1915 al P,l dicembre 1!>17. i Noi non diciamo che questa « exposée » di documenti possa bastare a fare la luce su tutto e su tutti da sola, ma essa servirà a dare, la traccia per arrivare alla luce e chiarire molti dubbi, giustificare taluni sospetti ed eliminarne altri totalmente e suggerire per molti casi gli errori da correggere e gli inconvenienti da sopprimere. Ecco la nostra proposta che l'on. Muratori, difensore presente, passate e futuro dì fornitori abili riterrà disfattista ma che i galantuomini di ogni partito non possono non approvare in questo momento. E noi crediamo sapere che "n seno al gruppo parlamentare socialista essa vada sempre più assumendo forma di iniziativa concreta che sarebbe fatta alla ripresa dei lavori parlamentari »: Un'altra replica a Baslini Lo stesso Avanti! in un'altra parte del giornale, pubblica: « L'on. Baslini ha scritto al giornali di avere dato le dimissioni da consigliere di amministrazione della Società di costruzioni meccaniche Riva, che è fornitrice dello Stato sin dall'anno 1914, ossia non appena assunto al Governo nel Gabinetto Calandra. Già rilevammo ieri che il semplice fatto che un deputato, un membro del Governo sia soltanto azionista, come l'on. Baslini, implicitamente ammette tuttavia di essere, di una Società commerciale fornitrice dello Stato, costituisce una grave ed evidente cagione di incompatibilità morale e giuridica. Ma l'on. Basimi ha detto cosa non vera nella sua lettera di ieri quando ha affermato di essersi dimesso nel 1914 dall'ufficio di amministratore, polche, come già pubblicammo ed abbiamo oggi potuto di nuovo assodare con opportune constatazioni, l'on. Baslini figura nell'Annuario delle Società per azioni, edito dai Credito Italiano, che notoriamente è la più diligente pubblicazione dol genere, amministratore e non già semplice azionista della Società costruzioni meccaniche Riva nel 191G, ossia due anni dopo la sua nomina a sottosegretario di Stato. (Vedi pagina 528 dell'Annuario statistico delle Società per azioni del 1916). E non abbiamo potuto fare analoga constatazione per il 1917 per il fatto che l'Annuario di quell'anno non fu ancora pubblicato ». Ciò che dice l'on. Daneo L'on. Daneo, che fu ministro delle Finanze nel Gabinetto Salandra, avendo come sottosegretario l'on. Baslini, interrogato dal Tempo sulle dichiarazioni di ieri dell'onorevole Meda in Senato, ha dotto : « Il ministro Meda ha con molta semplicità e chiarezza posto i termini esatti della questione. Quali che possano essere stati i commerci colpevoli (col nemico degli attuali responsabili della Società cascami, ò cosa che riguarda •piei funzionari nei cui confronti le autorità dovranno accertare se e per quali vie oblique essi abhiano agito ai danni della patria. Le esportazioni disciplinate da divieti erano oggetto di esame da parte del Comitato creato appunto a questo scopo e che aveva, nel suo sono tecnici dei Ministeri della Guerra e della Marina. Ma per lo sete ed i cascami non esistevano divieti, per cui il Comitato non aveva ragione di prendere in considerazione domande di esportazione che... non venivano presentate ». Il Tempo osserva: «Dalle parole dette al ?nato dall'on. Nitri risulta che l'iniziativa della denunzia della .Società Cascami è stata di un membro del Governo. Come mai l'onorevole Nini si sarebbe assunto la responsabilità di invitare le autorità competenti a procedere per atti di commercio col nemico che, secondo dichiarazioni del ministro delle Finanze, non costituivano reato perchè non fatte in frode a disposizione alcuna che queli atti reprimesse o, comunque, dichiarasse soggetti a preventiva autorizzazione? O la frodo si ù ravvisata nella destinazione al nemico delle merci commerciate per interposte persone di mediatori o di prestanomi svizzeri e non nel fatto, puro e semplice dell'avvenuta esportazione? E allora non regge l'argomentazione dell'on. Meda per il quale il Governo non aveva armi sufficienti ». Il Tempo conclude chiedendo: «Consensi espliciti o taciti ci furono prima e dopo l'agosto 1916 da parte di organi del Governo per operazioni commerciali col nemico e precisamente con la Germania? 0 ci furono per giustificati motivi di interesse nazionale in alcuni casi e non ci furono in alcuni altri?.. L'atto di richiesta pei sequestro Ecco il testo del ricorso col quale e stato LÌiiesta dU alcuni azionisti la messu sotto sequestro della Filatura cascami e la relativa disposizione presa dal presidente del Tribunale comm. Ghizzoni: « Signor Presidente del Tribunale l Sono note alla S. V, IH.ma le gravi vicende che attraversa la Società anonima per la filatura di oascami di seta. Sono stati arrcsteii sono grave imputazione membri del Comitato direttivo; sono state operate perquisizioni e sono in corso altre indagini a carico di persoti' appartenenti alla Società. I sottoscritti quindi rispettivamente per azioni 400 Carlo Feltrinelli:; per azioni. 250 Banca Feltrinelli: per azioni 830 Luigi Oeresa; per azioni fiso Cotonificio Veneto Antonini teresa: vogliono sperare e credete che nessuno degli appartenenti alla Società abbia potuto compiere i gravi fatti che ad essi vengono imputati. Tuttavia, in questo momento, in cui amministratori deila Società sono alcuni in airesto, alni sotto procedimento, essi non possono disinteressarsi I ■delle sorti della Società abbandonato a sèi stessa e senza autorità e senza guida serena. Onde, Ma per tutelale e assicurare le condi-< zioni dello svolgimento dell'attività sociale, sia per rivendicare i diritti sociali contro chiunque avesse potuto mancare ai doveri ver« so di èssa, e. verso il paese, devono rivolgersi, come si rivolgono, àU'autoritA giudiziaria perone-nere i provvedimenti necessairi al conseguimento di tali, certamente legittime, fto^ . Mita. Nelle attuali condizioni di mancanza del i?™^0.^^^ SSflS^sS ;'" ^mministraion e impiegati, m aocieta è pr'va effettiva mente di chi la. guidi e di chi !,i rappresenti e occorre quindi un proyve *™n\<L pro.n!0 nparo alla anc-r- mahssima situazione cne paralizza 1 attività) .klVw.ten.da con gravo ripercussione noi cam i *r'(. per ]a reintegrazione e per Ja'salvaguairdìat desili interessi sodali. I sottoscritti rtoinsà. da.no quindi che la .S. V. voglia accordare il sequestro giudiziario per la totalità. de.U'a» | zie oda hi ogni suo. locaJità con provvedimenti 1 po operaio e In quello delia produzione e del commercio; per il che, più che pericolo, vi H realtà di deterioramento dell'azienda aliai quale sono conmessi grandi interessi economici e nazionali. Concorrono quindi tutti gli estremi perché sia accordato 11 sequestro glia* (liziarlo. Trattandosi poi di cousesuenzia. di latti che, se veri, costituirebbero reato, è di» ; litto aneli.' dei singoli nàionisti quello di a.gi« a di urgenza nominando l>er la importante complessità dell'azienda due sequeetaate-ri coni forma liberale nell'ambito fleMo statuto sociale, a sequestratori propongono i signori! j.rof. Eugenio Greco r prof. rag. Giovanni Moro, persone che per la loro competenza a scrupolosità possono dare pieno affidamento non solo per l'azienda interessata, ma anche per l'autorità, giudiziaria. ». ti presidente del Tribunale, trovato fondato il ricorso, lo ha senz'altro, accolto concedendo il sequèstro e nominando, come abbiamo dello, sequestratori il prof. rag. Moro c il prof, rag. Eugenio Greco.