La risposta del Ministro degli Esteri inglese all'ultimo discorso del Cancelliere germanico

La risposta del Ministro degli Esteri inglese all'ultimo discorso del Cancelliere germanico La risposta del Ministro degli Esteri inglese all'ultimo discorso del Cancelliere germanico onra,,notte, t PAlla Camera dei Comuni. Holt parlò dell'ap-i Gparente accettazione da parte di Hertling dei dquattro prìncipi di pace posti da Wilson, e dcliiese una risposta categorica alle seguenti ì mdomande: « Sottoscrive o no il Governo bri-1ohtannico a questi principi di guerra? Vi sot- ì cotoscrivono i nostri alleati? In caso affermativo, [dè il Governo disposto a prendere misure peri ncercare se, dato che tutte le parti si trovino ■ lein massima d'accordo, non sia possibile tra- durre l'accordo stesso in termini concreti? ».\ —11 ministro degli Esteri, Balfour, ha fallo in risposta al deputato queste dichiarazioni: | ll«'Holt ha parlato dei due discorsi: uno prò. I g•linciato da me due o tre settimane fa e clic ! fperciò è già entrato nella penombra del tem- j spo; l'altro pronunciato lunedì al •Beichstag :sdal Cancelliere tedesco Avrai desiderato che ImHolt, avesse mostrato per i discorsi dei suoi Mecolleghi in questa Camera la stessa benevo lenza e dolcezza che per il discorso del Cancelliere apprezzando con tale animo l'umile sforzo che feci tre settimane, fa. Il principale argomento di lagnanza fornìiilato da. Holt è che io abbia rilevato che, a mio avviso, il Consiglio di Versailles non era molto adatto per trattare le diffìcili .questioni diplomatiche. 10 rimango di questo avviso. Molte delle critiche dirette contro le risoluzioni della conferenza di Versailles sono basate su un esame dei lavori della conferenza stessa che manca di prospettiva. Non si deve perciò necessa riamente biasimare Holt ciò e naturale. I lavori piùti nell'ultima riunione di Versailles furono necessariamente compiuti a porte chiuse e non furono mai interamente esposti. Questi lavori riguardavano l'azione militare Furono comunicate al pubblico, secondo l'uso, alcune cose che potevano interessarlo e che potevano essere dette senza inconvenienti. Ma era assolutamente impossibile in base al comunicato giudicare dei lavori della conferenza. Era impossibile esporre particolarmente in un lungo comunicato la situazione politica dei vari paesi d'Europa. Se Holt ritiene che ciò costituisca una difesa sufficiente del mio discorso ne sarò Peto, altrimenti, c lo deploro profondamente, il mio solo rammarico sarà di non avere die questa difesa da offrire. !o continuo a mantenere nella loro integriti le osservazioni da me fatte circa il Consiglio ri' Versailles. L'on. deputato è molto irritato. Egli dice che io ho citato incsa'timente il discorso di Czernin. Se io avessi pensato che 11 discorso di Czernin sarebbe stato discusso, non mi sarei esposto alle accuse di inesattezza nel riferirlo. Ma non credo di avere in realtà male interpretato la sostanza del discorso del conte Czernin. Io non credo che egli intendesse menomamente scostarsi dalla dichiarazione fatta contemporaneamente rial suo collega tedesco. Essi avevano avuto colloquii e. consultazioni su consultazioni. Non credo di aver commesso una molto grande ingiustizia verso Czernin e se l'ho commessa me ne duole molto, lo credo invece che l'on. deputato abbia male interpretato ima importantissima dichiarazione ili Czernin riguardo alla Polonia. Questa dichiarazione era ambigua ed io non sono certo che lo <;t«c<;,-, \vjic~ri non abbia dato ad essa una Interoretn'inne molto più favorevole di quanto ta'e dichiarazione meritasse. Holt parla come se fosse realmente desiderio rp Czernin 'V snlvp'" l'antico Begno di Polonia (in quanto ■■■< t realmente di una nazione polacca1 sulla bas dell'indipendenza. Nessun raggio di pace « Si potrebbe vedere nel discorso Czernin sedpcdtidvi psevo perciò necessa- « o la Camera perchè neffettivamente coni-Maptrnodzdatcdppdmcmpgmppctcdmddsb•Lndlzcadla...fmi desiderio di ristabilire lamico Regno di : cPolonia su una base indipendente, ma. a mio pparere, non à quésto che Czernin vuol dire, led ecco la ragione uellu mia opinione. E' ini-, apossibile seguire una puliiicu di tale natura pin modo adeguato, complèto o sicuro senza': trendere alla Polonia le Provincie elio le tolse fla Germania all'epoca della spartizione e fche sono in larghissima misura abitato | lppdpmnecanche ora da polacchi. Se tale era il concetto di Holt, relativamente alla politica di Czernin, io penso di aver risposto sostanzialmente alla sua critica. .Se qualche altro membro della Camera trova tu risposta insufficiente, egli potrà avere occasiono di spiegarci se, a suo avviso, Czernin aveva in realtà, intenzione di far intendere che desidera il^ ristabilimento deli antico Regnò di Polonia. I iL|uJtima critica di Holt diretta contro il mio I sdiscorso, abbastanza antico por l'ora attuale. | driguarda la mia dichiarazione che non si può parlare di diplomazia per il momento. Ciò è i spienamente evidente per quanto riguarda le Wtrattative fra belligeranti, cioè il solo punto adi cui ora ci occupiamo. Non si può ricorrere lalla diplomazia prima che un virtuale tic- lcordo sia in certa misura stabilito tra i bel-. ligeranti per rendere le cortversazioni diplomatiche feconde, di buoni risultati. Sono profondamento spiacente di dire che tutti gli iindizi tengono a mostrare che non siamo • dancora giunti a questa lieta fase. Questa [zconvinzione mi fa pensare che le nubi della pguerra continuano a coprire dello loro tuie ntenebre tutto l'universo civile e che nessun punto si scorge ove-le nubi siano realmente diradate, sicché possa farsi sirada il raggio sche annunzi unti prossima pace. Possa ciò j avvenire presto, ma in presenza do! discorso di Hertling aspettarselo sarebbe ingannarci da noi stessi, sarebbe dimostrare un esagerato ottimismo. Indubbiamente, esprimendomi così, io formulo un'opinione molto diversa ila quella di Holt, che vede nel discorso di Hertling una baso di negoziati assolutamente soddisfacente perche Hertling sottoscrive, lui, alle quattro proposte di Wilson, e Holt rivolgendosi verso di ine con aria provocatrice, mi domanda se il Governo britannico è pronto ad andare cosi lontano. A mio parere, Wilson è stato ottimamente inspirato enunciando queste larghe proposto di equità internazionale, ma sarebbe egli stosso il primo a dichiarare che enunciandolo non esponeva nulla di nuovo o di paradossale. Non avrei mai pensato che avrei dovuto alzarmi in questa Camera per dichiarare di trovarmi assolutamente d'accordo con lo spirito di tali proposto. Faremmo bene, ed è anzi assolutamente necessario, ad esaminare il valore ovatto che dobbiamo attribuirò all'accogliménto da parte di Herlling delle proposte di Wilson. Ma prima è giusto che diciamo qualche cosa delle parole di Holt relativamente al Selcio. Lui, e lui solo al mondo, all'infuori delia Germania, considera, per quanto so io, le dichiarazioni di Hertling circa il Belgio corno soddisfacenti. La questione eie! Belgio «Oltre a quella del Belgio vi sono numeri rose questioni che dividono ora le nazioni di j Europa e che dovranno essere risolte nella conferenza della pace. Ma benché il Belgio r, mnItft hiriffi dati-essere la sol-, oue^tione ila soia questione da risolvere, benché vi siano fui se altre que siluri! di eguale importanza, non ve ne e alcuna che: sia migliore pietra di paragone della sincerità della diplomazia dell'Europa centrale e, particolarmente, della diplomazia tedesca. Holt sa bene che l'attacco tedesco contro il Belgio non fu provocato; sa, cane tulli sanno, che- non si trattò soltanto di un attacco non provocato, ma anche di un aitacco mosso da una delle Nazioni che avevano garantito la sicurezza di questa piccola nazione inoffensiva. Sono, questi, luoghi comuni, sono fatti sturici che tutti conoscono a memoria. Ebbene in queste circostanze !a Nazione colpevole non ha che una linea ■'• condotta da seguire, ed iì di dichiarare: «Ho peccatol ». Tale dichiarazione la Germania ha fatto i>er bocca di un e.x Cancelliere. Lo cosa cne deve fare poi è di dire: « Poiché Lo peccato, offro la riparazione. Bendo ciò che non avrei dovuto prendere, e lo rendo necessariaménte senza condizioni ». Glie cosa dice in Sproposito l'uomo di Stato, che sembra riseuoBteie oggi l'approvazione senza lisciva di '5Holi? Egli dice? «Certo, rendiamo il Belgio, ;;npn vogliamo rimanervi: ma dobbiamo vigila. re a che il Belgio non serva di trampolino per le macchinazioni nemiche». Perchè la /'•ùèrnianliifsuppone che esso debba servire alle macclilnai-jm del nemico? 11 Belgio 6 stato là^vittirha noD è stato l'autore di tali deliUL Perchè deve essere punito, esso, mentre la Germania fu colpevole? Quale genere di condizioni ha in vista il conte Hertling quando dice- « 11 Belgio non deve essere più ormai il trampolino delle macchinazioni nemiohe? ». l.'on. deputato semhra credere che il conte Hertling sia divenuto maestro in fatto di dichiarazioni esplicite. E' un peccato che non abbia detto esplicitamente quello che vo leva significate con ciò!», H deputato Holt interrompendo esclama: — EK" 11011 voleva dire nulla con ciòl Balfour riprende: — L'on. deputato, è forse llr>>' il conte Hertling un criticò tanto severo guanto è scortese verso di me. In alcuni casi ffrli fa qualche cosa di più che rendere gii! stlzln. ma in questo caso egli non rende giuslizia a quel distinto uomo di Stato. Sappiamo cI"al> f,ose il conte Hertling abbia nella Mesta: sappiamo ciò che un tedesco vuol .lire semine quando parla ili libertà economica e di sicurezza delle frontiere; egli intende .sempre imporre ogni ostacolo commerciale al vicino più debole o appropriarsi di una parte del suo territorio per rinforzare la sua frontiera ». <■ Sono perfettamente certo che se l'onorevole deputato vorrà darsi la pena di percorrere le varie speculazioni a riguardo del Belgio di cui i giornali tedeschi sono stati sempre pieni dal principio della guerra, efili vi vedrà sempre e soltanto la frase di cui si serve Hertling: otspa vasatusccil'Eabseesgsorolasuinsrecgalivinv « l'uso come trampolmo^dolle niaorhinazirmi I ; nemiche », e vedrà che quando i tedeschi trat- ™Mano questa specie di problemi pensano sem- -1pre alla restaurazione, di un Belgio che si troverebbe assoggettato allaf Germania con nuovi vincoli sia territoriali, sia commerciali o militari che impedirebbero al Belgio stesso di occupare un posto indipendente tra le nazioni d'Europa, posto che la Germania cereo di togliergli, ma che la Germania e noi stessi avevamo promesso di tutelare. L'Alsazia-Lorena e Polonia « Abbandonerò ora questo esempio più particolare del modo col quale Hertling intende condurre la politica generale, che l'onorevole deputato ammira lanto. e vengo ai quattro principi su cui egli mi domanda in modo particolare la mia opinione. Quello di cui dobbiamo occuparci è. di esaminalo in quale misura l'omaggio puramente verbale reso dal conte Hertling a questi quattro principi è realmente messo in pratica dai tedeschi. Nella pratica tedesca poco agisce il principio della giustizia essenziale. Hertling approva caldamente tale dottrina e cita Sant'Agostino in appoggio di esso. Ma l'onorevole deputato credè proprio che la giustizia essenziale sia il principio direttivo della politica militare ed estera tedesca? Considerate soltanto le disposizioni che il conte Hertling mostra sulla questione dell'Alsazia-Lorena. Io desidero essere interamente giusto. Si può ammettere che un tedesco po.ssa assumere al riguardo un punto di vista diverso da quello dell'Intesa, ma non si può credere che un uomo che discute in base a principi di giustizia essenziale dica: •• Non vi è una questione dell'Alsazia-Lorcna. L'Alsazia-Lorena è cosi manifestamente, così nettamente fuori causa che rifiutiamo persino di prenderla in considerazione quando si avrà la conferenza della pace. Ecco la dichiarazione fatta da questo avvocato della pace, le cui dichiarazioni l'onorevole deputato impone alla benevola attenzione della Camera. Prendete il secondo grande principio: «I popoli e le Provincie pop passeTapno da una sovranità all'altra servendo di base a cambi come se .fossero oggetti volgari». 'Abbiamo avuto re: contissimamente in quest'ultimo esame una prova precisa del modo con cui il conte Hèrl lin-g interpreta, nella pratica il principio chi , approva in teoria tanto correntemente, senza parlare delle altre conquiste o accomodamenti : territoriali che la Germania ha fatto o sta per fare in Russia. L'onorevole deputato sa per fott-am-ente bene che quando la Germania fisso | le frontiere deH'L'.-rania diede alla nuova. Repubblica, parte di un territorio indubbiamente pplaccO; E' perfettamente vero che il risultato di ciò fu un'esplosione di indignazione da parte dei polacchi, e se la Germania può per mettersi di trascurare questa indignazione nella parte di Polopin unita alla Germania, essa s.i fece sentire nella parte della Polonia che dipende dall'Austria, e il risultato di ta'e dpaGI indignazione fu che verme faita una eoncesI sione e che la frontiera fissata por ispiraziope | dei tedeschi sarà forse mnd'fìcntn. "Quando essi fissarono tale frontiera, pre i suino che essi avessero in tosta i principi! di Wilson e che abbiano loro dato la cordiale adesione di cui ha parlato. rome vennero al lóra a questa violazione cosi evidente dei loro propri principii? . L'equilibrio dei poteri sfruvmccmvdbttolpdtmsgnun1sttnqsudgsLp1dnddebrelicstfcccdcgG>• Veniamo poi al terzo principio. Qui noto ilio Hertling fa una escursione nella storia e drppuudhvzprd • dico, mi sembra, con molta verità ed esattoz [za che l'equilibrio dei poteri è una dottrina più o meno antica. E va più oltre quando i nota che l'Inghilterra e stata il grande cani-1 pione della domina dell'equilibrio dei poteri, e che l'Inghilterra l'ha sempre adoprato con scopi di ingrandimento. Ecco esattamente lo j sue' parole espressione per significare il predominio del- Si tratta soltanto di un'altra i j l'Inghilterra ». E questo un modo di consid raro" la questiono che è. quanto più profondamente possibile, privo di ogni carattere storico. L'Inghilterra Ila lottato una volta, due volte, tre volte per l'equilibrio dei potori, perdi'' era soltanto con tale lotta che. l'Europa poteva essere salvata dal predominio di una nazione egemonica. E' perché abbiamo lottato per l'equilibrio dei potori che abbiamo salvato Federico il Grande e lo Stato prussiano d'allora dalla distruzione. E' perchè abbiamo lottato per l'equilibrio dei poteri che abbiamo permesso alla Prussia di riacquistare, la sua indipendenza, che era stata schiacciata dagli eserciti trionfanti di Napoleone, e mal si conviene ad uomini di Stato tedeschi che guardano al passato di alterare il carattere dogli sforzi dell'Inghilterra per ottenere l'equilibrio dei poteri e tacere della gratitudine dovuta dalla Germania all'Inghilterra por gli sforzi che essa ha fatto a tali intenti. Dico di più: diro che prima che il militarismo prussiano si divenuto un ricordo del passato, prima che sin «tato raggiunto quell'ideale che tutti auguriamo, prima che sia cioè creato un tribunale internazionale armato di potere eseoutivo, perchè il debole possa godere della stessa sicurezza del forte, fino a che. dico, non sai-anno venuti simili tempi, non sarà mai possibile migliorare il principio di azione che è la basp della lotta per l'equilibrio dei poteri impegnata dai nostri avi. Se Hertling vuol fare realmente rìollenuilibrio dei ino!eri "n'idea antica di politica internaziona ]& decidere s snoi compatrioti ad ab- go a o n n i , o a e o L bandona.ro tale politica di aspre prepotenze, che oscura adesso il mondo, che è il vero nemico e la cui distruzione assicurerebbe la pace per sempre. I possedimenti dei turchi - E passo al quarto dei principii posti da Wilson, che è quello che occorre prendere in considerazione in ogni trattato di paco. Sono gli interessi ed i vantaggi dello popolazioni in causa, lo desidero corcare di esaminare come Hertling desideri vedere attuato questo principio nella politica del mondo, in base a un paragrafo del suo discorso. Esarniniamo dunque. Egli parla di tre paesi, che desidera vedére restituiti ai turchi: l'Armenia, la Palestina e la Mesopotamia. « Crede Holt che siano presi in considerazione gli interessi e. i vantaggi delle popolazioni di tali paesi, rendendoli ai loro dominatori turchi? Hertling ci accusa di essere stati mossi ria progetti puramente ambiziosi quando invademmo la Mesopotamia e quando catturammo ^Gerusalemme. E suppongo che egli ritenga die la Bussia in passato fosse mossa da progetti puramente ambiziosi quando occupo l'Armenia. Ma fu la Turchia che entrò in guerra e accese il conflitto con noi per scopi puramente ambiziosi. La Germania io aveva promes-so U possesso dell'Estuo e. per ottenere l'Egitto e mossa sopratutto dalla prospettiva di :ale premio, ossa uni le sue forze a quelle dei'.e Potenze centrali. La felicità, i vantaggi e gli interessi di quelle popolazioni sarebbero stati presi in considerazione, se i turchi avessero conquistato l'Egitto? I tedeschi, nel loro tentativo di assicurare la felicità di quello popolazioni, avrebbero rimessojzagdl'Egitto sotto il peggiore giogo die il mondo I siai conosciuto. Essi avrebbero distrutto, cabbia mai _ se avessero potuto, l'indipennenza degli arabi essi porrebbero un paese, che e. centro e oggetto di tanta reverenza come la Palestina, sotto il giogo di coloro che, la resero sterile, rome resero sterile ogni paese a cui imposero la loro dominazione. Come si può prendere sul serio la professione di fede relativa agli interessi delle popolazioni, quando nel discorso stesso in cui c fatta questa professione di redo, abbiamo una tale prova del modo in cui Hertling vorrebbe vederla attuata? In ignoro so il Reichstag c un'assemblea che abbia fortemente il senso dell'humour, ma se lia un po' di tale senso, deve certamente uvere sorriso quando udì il Cancelliere trattare in questo modo la reni politili vera dottrina direttiva di ogni incinnqGimddzludscddhe è stata la ! ctrando uomo ! dI ;™'^ varrà a ™,0J^ -1^mcer!ù cne V1 snno du* nspelU dc,U que- di Stato tedesco Ed abbiamo detto abbastanza;»per i quattro principi che. secondo Holt. sono i saccettati ria Hertling e che. a suo avviso, il cGoverno britannico non ha ancora accettato spem che il risiti- r1 Hzccc(pmgcpstione. La politica russa della Germania «Non posso però lasciare Hertling senza fare alcune osservazioni sulla sua politica russa che egli difende. Perchè anche questo è un cattivo esempio dei metodi tedeschi e della | vera portata che si deve attribuire all'accogli-1 mento verbale ria parie di Hertling del principi di Wilson. Egli ci ha detto che la recente invasione iti Russia fu effettuata a domanda, insistente delle popolazioni, che volovano essere protette contro '« atrocità e le devastazioni delle guardie rosse e dèlie altre bande e dunque compiuta iti nome di sentimenti umanitari. Ciò è impossibile come tutti sappiamo: naturalmente sappiamo tutti, o il poeia lo dice, che « l'oriento e l'oriente e l'occidente è l'occidente ». ma non posso neppure con quest'aforisma nell'orecchio comprendere bene la distinzione tra la politica orientale e la politica occidentale teriosra. «La politica tedesca in Oriento sombra avere mirato soltanto ad impedire atrocità e devastazioni, e le operazioni militari sono eseguite soltanto in nome di sentimenti uma- lpctnzrccssrqmcpnitari. La politica tedesca, in occidente mira : iunicamente a compiere atrocità _e rleyastaziò-1 nni ed a calpestare non soltanto la lettera ma faLOc10 spirito dei trattati e lo spirito umanità stesso. Perchè vi è diversità di trattamento tra il Belo-io da una parte e l« Provincie baltiche dall'altra? Perchè il sentimento umanitario ha così viva eco nel come Hertlin". quando parla della Russia, mentre egli ori i suoi alleati mettono da parto, il sentimento umanitario, come quantità trascurabile, quando parla del Belgio? lo non trovo altra spiegazione elio questa : la Germania prosegue il suo metodo con ostinazione e senza scrupoli. La sola cosa che cambia è la scusa che dà per la sua politica. So essa desidera invadere . 11 Belgio è per una necessità militare: se essa ' ddesidera la Curlandia è per obblighi di urna.- :1nità e per il desiderio di impedire delitti e ! "devastazioni. E' impossibile, alla luce di fatti tdi questo genere, apprezzare in modo molto ■ relevato le professioni di fede umanitaiie sili Vbuon diritto internazionale, sull'equità e sul rispetto alle popolazioni, che figurano cosi Aeminentemente in discorsi del genero, di quel- nlo che l'on. deputato mi chiede di prendere pin considerazione, e che assumono mi aspe'to , Pcosi strano e inconsistente, quando sono po- lste. in pratica da. coloro stessi che hanno tutto j'tali interessanti professioni di fedo. Confe-so i francamente «che sono incapace di seguire ciò Ache viene chiamato la mentalità tedesca in I 'casi simili. Mi è completamento impossibile ncomprendere come un uomo pó«sà alzarsi e j sdire al Reichstag, come feoe il conto Hertling, • 'che la guerra, che fa la Germania; è una | fguerra difensiva. Essa è stata provocata dal'a i Germania ed è stata eseguita in armonia con j dottrino perfettamente nolo prima della guerra e universalmente approvate in Germania. « E' questa la conseguenza più deplorevole, più sventurata di questo stato di cose. Ho parlato apertamente o francamente di un uomo di Stato contemporaneo eminente, di una grande nazione. HO tanto moiri scrupoli di farlo in quanto rhe il conto Hertling non ha esitato ad adoperare un linguaggio assai vivo circa l'Impero britannico e la nostra nazione. Non vi è nulla al mondo di cui io sia più convinto di questo: che quando lo storico imparziale esaminerà retrospettivamente, dal punto di vista della critica, le teorie tedesche o io pratiche tedesche confrontandole con 1« teorie britanniche e le pratiche britanniche, crearono i ^1 i j-Vì "che 'm'entro "lo 'une'e"Ìe''aÌtTe 1 - a o o a a l e e r . o , e n a , à o i - grandi Imperi, non fu nò scopo no risultato dell'azione dell'Impero britannico qu"Po di estirpare la vita individuale delle nazioni interessate. Ovunque è anelato l'Impero britannico, In libertà e gli interessi locali e lo sviluppo della civiltà locale non sono stati trascurati. Non abbiamo tentato, e credo saremmo incapaci di farlo, d'imporre hi nostra civiltà all'India o all'Egitto o ad alcuna nazione o gruppo di nazioni che sia posto sono il nostro protettorato. Cause e scopi di guerra della Germania " Non fu un'esplosione improvvisa di collera, che decise i tedeschi ad immergere il inondo nel sangue, fu senza dubbio un'orrore di calcolo perchè essi credevano che i loro scopi avrebbero potuto essere raggiunti senza i sacrifici che essi imposero a loro stossi od even lretplttaccctualmente al resto dell'umanità. Ma il progetto , o a a n o i e e ie i o e e ne i a r in se stesso, come sappiamo ora tutti, era un progetto antico. Nessuno anche ora può prendere cognizione delle speranze formulate nei giornali e nelle riviste tedesche senza comprendere che le antiche dottrine sono sempre immutate e continuano a dominalo la maggior parte intellettuale, e. non certo la meno influente, della popolazione tedesca. Non è solta.nlo la dottrina di qualche soldato ambizioso; è un profondo errore credere che il militarismo tedesco significhi semplicemente il predominio di una classe militare isolata. Al contrario, è lo scopo deliberalo di una granfio ed importante parie della Germania inlellet- Ituale: quello di impiegare tutte lo possibili aiTni militari ed economiche per dure, al prò-1 prio paese una posizione di predominio cho. j a suo avviso, gli è dovuta, ed ossa non può . comprendere perchè ilresto del mondò non sia del suo stesso parere. Essa è disposta, in que- i sta grande causa, non soltanto a spenderò il "proprio .sangue; i propri tesori, la. propria; vita, no- soltanto a. sopportare grandi sacri-; tici, ma anche a decorare gli idoli dell ambizioni di ogni specie ili bello frasi sueri'' come quella: ••Difendiamo iti posi indipendenza economica •• ori altre della stcs specie. Quando si sonda il significalo rìi t; frasi, si trova sempre che guerra difensi suo I lilla ' stra • ; i i i significa una guerra che accrescerà il loro ter. ; ritorio e svilupperà una politica economica die tendo, ad incatenare economicamente guai- cìié altra nazione a loro vantaggio. « La Germania segue, ed ha sempre seguito una politica diversa. La sua politica è stata più deliberatamente ambiziosa di quella di ogni altra nazione. A parte alcuni episodi: della storia di Francia, essa è stata più ambi, ziosa di predominio di qualsiasi nazione dr. iLuigi XIV in poi. Comunque, è realmente assurdo paragonare i risultati dell'espansione tedesca coi risultati che hanno fatto l'Impero britannico quale è. Possiamo, dunque, ascòl taro le critiche di Hertling con spirito sereno Siamo pronti a subire il giudizio del tribunale della storia. Dire che non abbiamo mai fatto un errore: dire che non abbiamo ina commesso una ingiustizia verso coloro, che sono in rapporto con noi, ecco una cosa epe , nessun uomo di buon senso penserebbe di affermale. Io parlo della storia nelle 6ue 1 zato grandi linee e,consierandole grandiinee della storia, sono convinto che la mia after a sione di sviluppo universale c di predominio, combinata inazione regge a qualunque critica, lutto i pciò che leggo cura lo sviluppo della Cernia- ania un fa pensare che ì tedeschi non posso- no concepire tale sviluppo che a spese di ' dqualcheclun altro ed osso si è sempre realiz-1 ì con il proposito ben'netto della j Germania di essere non soltanto un grande ' impero. .Ite si espande, ma di avere il resto della civiltà piegato ai suoi piedi. Come arrivare alle conversazioni di pace ? « E' questa determinazione die rende cosi difficile, la realizzazione di quelle conversazioni diplomatiche, che debbono essere il preludio della pace e elle nessune» desidera più di me e dei mici colleghi del Governo. Questo conversazioni debbono essere tenute. Ma come possono essere tenuto ora se il discorso di Hertling rappresenta il massimo estremo delle concessioni tedesche? l.'on. deputato croie realmente che Hertling sarebbe in cen dizioni di condurre le conversazioni, di cui »» parlato nella prima parto del suo discor so, se potesse incontrarsi alla tavola della conferenza con Runciman cheseconda lui, de side™ iniziare le conversazioni? crede egli realmente che ora, colla dottrina esposta da Hertling nel suo discorso, simili conversazinni potrebbero terminare con qualche cosa che rassomigli ari un accordo? « Non credo egli che una conversazione ohe cominci e termini nella discordia sia peggior cosa della completa assenza di conversazioni? (Alcuni deputati gridano: Noi. Balfour riprende: — Ebbene' la mia opinione naturalmente riflessa ò questa: sono convinto, e prego la Camera di pesare lo mio parole, che. cominciare nogozinti, se non si credo elio sia possibile portarli ad ima felice concilisi n >, arehbe commettere il maggior delitto contro la pace futura del mondo." Per questo non posso condividere l'opinione riell'on. deputato che ha parlato adesso. Per questo, mentre attendo con ardènte desiderio il giorno in cui negoziati saranno realmente possibili, negoziati che dovranno essere preparati con un sereno scambio di ideo, quantunque attenda con ardente desiderio questo giorno, credo che farei torto a questa grande causa so pensassi io stesso o incoraggiassi altri a. pensare ò sperassi o incoraggiassi altri a sperare che vi è qualche utilità a cominciare queste conversazioni personali e verbali prima che vediamo spumare di lontano qualche cosa che assomigli ad un accordo general" e prima che gli uomini di Stato di tutti i paesi interessati possano ammettere nelle grandi 1 nee quella sistemazione, die fervida speranza!. la mia PI" recherà la pace definitiva al mondo cosi profondamente turbato.