Il mistero di Bolo

Il mistero di Bolo Il mistero di Bolo Bolo pascià ò stato condannato a morte! all'unanimità: giustizia è fatta: ma prima' che il picchetto armato la eseguisca è da; augurarsi che egli spieghi il mistero,'che permane, malgrado lo svolgiménto ampia! del processo, le testimonianze, le requisitorie e le difese. Noi abbiamo seguito con una particola* re curiosità — attraverso gli ampi e precisi resoconti dei giornali parigini — il processo di Bolo pascià. Si era assicurato) che questo dibattimento avrebbe, gettato fasci di luce sulla infernale orditura dèlia corruzione tedesca per obbligare la Francia alla pace, che la caduta dell'avventuriero franco-egiziano avrebbe determinato una vera frana morale nel mondo politicò francese, specialmente, anzi esclusivamente, nel campo di coloro che sono contrari all'idea di guerra fino all'ultimo uòmo- e all'ultimo soldo; e che, infine, sarebbero stati messi a nudo nel dibattimento i legami che, attraverso Bolo pascià, univano tutti i disfattisti di Francia. Che Bolo pascià abbia avuto dodici milioni dalla Germania è slato assodato al processo. Ebbene, che uso egli ne ha fatto ? Quali furono le predilezioni dei suoi investimenti ? E' singolare che, di fronte a queste domande, il personaggio principale del processo non è più Bolo pascià — il .disfattista, il lavoratore dello straniero, ecc., ecc., — ma assurge la figura del senatore della Mosa, Charles Humbert, il patriotta, « l'armatore » della Francia, il direttore di un grande giornale fervidamente oltranzista, l'accusatore quotidiano dei veri o supposti malcontenti della guerra, il pungolatore assiduo di tutte le energie dèlio spirito bollico della Francia. E in luì è la linea del « politico », che invano si è cercata incidere con la figura losca di Bolo pascià., II senatore Humbert sa che- i milioni di' Lenoir sono sospetti; ed allora, per amóre di chiarezza, accetta quelli che. non sono « sospetti », perchè sono sicuramente, dichiaratamente tedeschi. Li chiude nel suo forziere, li mette in circolazione, e continua a... cantare: «Cannoni, ancora cannoni, sempre munizioni ! ». Egli è il vice^ presidente di una importante Commissione senatoriale, che controlla i mezzi apprestati dalla patria, alla guerra ; e con i milioni tedeschi nel forziere, continua a gridare in Senato ed a. scrivere nel suo gioì» naie: uJusqu'au bui!». I milioni « tedt» schi» amministrati da Bolo pascià hanno una singolare predilezione per i giornali della guerra ad oltranza, così come lo stesso Bolo ha, non solo in Fi'ancia,, ma anche in Italia, un « penchant » irresistibile per gli oltranzisti. Nessuno ignora che la massoneria italiana è stata decisamente interventista. Bolo non soJo sceglie a suo rappresentante, in Italia, Cavallini, non ultimo fra i dignitari della massoneria, ma dà 50.000 lire alle loggie massoniche italiane. Questo particolare è stato affermato all'udienza dal commissario del Governo francese, il luogotenente Mornet.i Traduciamo testualmente dàlia sua requisitoria: Il 23 luglio 1915 furono mandate a Cavallini lire 750.000 'girate sulla Banca Svizzera-Francese: lire 50.000 furono date a loggie massoniche italiane; lire 700.000 furono restituite per mezzo del Kedivè a Jagow (ministro degli esteri di Germania). Curiosissimo particolare! Colóro a cui Bolo dà denari sono tutti oltranzisti. Non cerca se non fra questi i suoi amici, così come i suoi milioni non cercano se non i giornali di questi suoi amici della guerra a fondo e ad ogni costò. Vi è in Francia un vecchio giornale radicalo — il Piappel — che la progressiva industrializzazione della stampa ha lasciato indietro, inaridito, presso al fallimento.. E' il solo giornale — il solo! — il quale sospinga al di là dell'Alsazia-L'orenà le colonne d'Ercole dello sforzo guerresco dèlia sua patria. E' il solo giornale che domanda la continuazione della guerra sino a quando le bandiere della Repubblica siansi piantata al di là del Reno, sulla riva sinistra. Ogni giorno quel giornale versa flotti incandescenti di odio contro «il nemico ereditario» ed a coloro che trovano... eccessive le sue finalità ultra renane, grida: — Non basta vincere; bisogna schiacciare per sempre il nemico! — Ebbene, che fa Bolo) si domanda il suo difensore, il Bolo conósce — egli risponde — la campagna per ala riva sinistra del Reno » fatta dal Iìappe.1. Essa lo interessa, e quando viene a sapere che, per mancanza di fondi, il giornale non esce più se .non una volta la settjmana, gli porta, senza condizioni, i capitali eh* gli permettono di continuare la sua opera patriottica ». E ' il Rappel, rianimato, leva più in alto il suo grido renano è infiamma in più alto vampe il" suo odio antitedesco. Noi abbiamo domandato, tiitli hanno atteso invano dal processo Bolo una risposta a questo enigma inquietante, perchè paradossale. Che c'importa più sapere se Bolo — se un uomo, cioè — è colpevole di tradimento, dopoché la sua fellonia presunta si, è svolta in siffatte singolarissime direzioni? Che c'importa più domandare all'incartamento processuale, ai verbali dei testimoni, la prova dei «versamenti» dell'oro del Reno nei forzieri di Bolo pascià, dopo che abbiamo visto uscire da questi forzieri l'oro per alimentare la propaganda della guerra antitedesca, anzi la propaganda estrema, « acharnée », od oltranzistica che si voglia dire? « Come si può dire — ha notato il suo difensore — che Bolo abbia contribuito alla campagna disfattista nella stampa francese ? Non ha avuto interessi d'indole finanziaria che nel Rappel, nel Cri de Paris e nel Journal ; ed in questi giornali non si trova una linea che possa essere incriminata ». Tre o quattro mesi or sono un giornale neutrale, che ha seguito e segue con simpatia fedele la guerra dell'Intesa, scrisse.

Persone citate: Bolo Bolo, Cavallini, Charles Humbert, Humbert, Lenoir

Luoghi citati: Francia, Germania, Italia, Jagow