Sensazioni di un movimento politico in Inghilterra

Sensazioni di un movimento politico in Inghilterra Sensazioni di un movimento politico in Inghilterra In difesa del diritti del Parlamento - Verso una crisi ministeriale T (Servizio speciale. della Stampa) Londra, 18, notte. Stamane la situazione politica, imperniata sulla questione, del Consiglio di Versailles e sul ritiro del generale Robertson, si prospetta più complicata che mai. Essa c piena di possibilità svariate e, se non siamo in crisi ministeriale, ben poco ci manca. Siccome hi parte più importante della controversia incardinatasi sulla posizione di Robertson e quella che concerne l'attitudine del Parlamento e le immediate prospettive del Governo, occorre rilevare subito che il redattore parlamentare del ministerialissimo Times constata: «Vi sono nella situazione parlamentare fattori gravi che non possono venire ignorati. Stanno all'opera forze, che potrebbero precipitare, un conflitto ». A me sembra che una crisi sia praticamente inevitabile e il conflitto fatto balenare avverrà ai Comuni nei prossimi giorni, poiché difficilmente si potrà scansare una piova di forze sopra un voto di censura. Si riconosce dai suoi stessi sostenitori che la posizione di Lloyd George c molto indebolita dopo gli eventi della settimana scorsa, e dopo gli umori che In, (laniera ha manifestati verso di lui. Il redattore parlamentare del lloydgeorgiano Dailg Chronkie rileva che la condotta insensata. degJi organi di lord Northcliffe, amicissimi di Lloyd George, ha collaborato ad aggravare la. situazione. Egli dice che un mutamento di Governo riuscirebbe gra dito a una parte dei conservatori, ai grup pi liberali e labouristi più avanzati e ai minoritari pacifisti. Se tutti questi faranno blocco, dipenderà da. Asquith, cioè se egli deciderà o no di dar battaglia. Qualora il Ministèro cadesse ■— soggiunge lo scrittore — alla battaglia in parola, non seguirebbero le elezioni generali, ogni cosa essendo prematura per questo. Arbitro della situazione sembra il partito unionista. Se questo rimanesse in massa al seguito del Governo, ogni opposizione andrebbe a vuoto. Senonchè esso è palesemente diviso. Pare che in larga porzione esso desideri un mutamento. Non si conosce esattamonte l'attitudine dei membri unionisti del Ministero. Mentre.da alcuni si afferma che sono tutti solidali con Lloyd George, altri attestano invece che parecchi starebbero per dimettersi, primo fra essi il ministro della guerra, lord Derby, e una sola dimissione farebbe precipitare molto cose. Certo si è che una considerevole sezione di gregari unionisti è ora apertamente ostile a Lloyd George e si vocifera che essa abbia intimato a Bonar Law, leader del partito, di ritirarsi dal Governo. Questa sezione è rappresentata dalla Morning Post, la quale oggi taglia tutti i ponti con Lloyd George, deplorandone senza riservo la condotta. « Non. è sir William Robertson — scrive essa — ma Lloyd George che si è dimostrato impossibile. Il paese non può più oltre permettersi di affidare a lui i propri destini». Quindi la Morning Post propugna decisamente, la formazione di un Ministero nuovo, rli un Ministero nazionale atto a proseguire fortemente e accortamente la guerra. II giornale suggerisce come nuovo primo ministro l'attuale Speaker, ovvero il presidente della Camera, on. Lowther: una soluzione caldeggiata anche dallo Spectalor. Invece il Manchester Guardian prevede che se un mutamento ministeriale avverrà, salirà al potere una coalizione capitanata da Asquith e Bonar Law, del quale ultimo va notato che la settimana scorsa ai Comuni dichiarava di far poca differenza tra un primo ministro e un altro. Quanto ad Asrjuith, è certo che egli ci starebbe, poiché, nella sua qualità di leader del partito liberale, ha iniziato una opposizione combattiva al Governo presente e non può avversare un mutamento. L'indizio che il partito liberale finirà per dare battaglia immediatamente appare abbastanza attendibile se si considera l'odierno articolo editoriale del Daily News, che è ora il massimo organo liberale in Londra. Esso sostiene che l'attualo regime di Lloyd George mira a ridurre all'impoten- za. il Parlamento nei riguardi dell'effettivo controllo della politica nazionale. Il foglio incita il Parlamento a riaffermarsi senza indugio per il pieno suo diritto. Non deve lasciarsi traviare — sostiene il Dailg News — da questioni di dettaglio, non lasciarsi trascinare a discutere il merito della questione del Consiglio di Versailles e delle personalità coinvoltevi, ma porre invece quella del ristauro del regime parlamentare autentico contro le decisioni segrete e arbitrarie del Gabinetto nella sua presente fórma lloydgeorgiana. Passando ai dettagli della controversia sulla posizione di Robertson, 6 .confermato che, come vi ho telegrafato ieri, il generale ha smentito la versione del Press liu.re.au., secondo la quale egli avrebbe rassegnato le dimissioni. In altre parole Robertson vuole stabilire di essere stato congedato, anziché, essersi dimesso. Sembra che sia una questione di parole, sebbene deplorevole, e, comunque, gii stessi organi lloydgeorgiani riconoscono che Robertson, andandosene, ha elevato »una netta protesta contro il nuovo indirizzo. Risulta ora chiaro che. egli disapprovò subito anche a Versailles, assistendo alla conferenza, il nuovo piano della condotta di guerra, declinando di accettarlo e assumersi la responsabilità della sua esecuzione, nella convinzione ciie il nuòvo sistema funzionerà malamente. Prima che al Consiglio di.Versailles fossero attribuiti poteri più estesi, Robertson aveva ad esso collaborato accogliendo anche la modificazione di un suo piano speciale concernente la campagna sui tre fronti inglese, francese, italiano. Introducendosi i poteri più estesi, Robertson protestò subito. I sostenitori di Robertson attaccano la procedura usata verso di lui da Lloyd George e lo esaltano come i! miglior soldato inglese. Repington sulla Morning Post afferma che il suo ritiro sortirà utile solo alla Germania, ed editorialmente lo stesso giornale proclama che « la. pietra scartata dal muratore è divenuta lo spallone di vòlta dell'edificio ». Che cosa replicano i sostenitori di Lloyd George? Essi scrivono, come fanno il Times, il Dailg Express e il Dailg Chronic.le, che la nuova politica ripudiata da Robertson è quella adottata dai primi ministri di Inghilterra, Francia, Italia e America e accettata dai capi degli Stati Maggiori francese, italiano e aniericano. Ora, dovrebbe e potrebbe dunque il Governo inglese rompere gli accordi presi cogli alleati pei begli occhi di Robertson? Questi ha contro di sè mezzo mondo e il Governo, pur con dispiacere, deve lasciarlo andare. Pertanto, concludono, bando ai pettegolezzi e ogni energia sia concentrata contro il nemico minacciante la grande offensiva. Questi i punti sostanziali della polemica, che assume forme piuttosto acrimoqiose. I sostenitori di Lloyd George infatti sono stupiti che Robertson si lamenti di un trattamento, secondo loro, anche troppo longanime e dicono che l'incidente Robertson viene sfruttato a sfogò partigiano contro Lloyd George. I paladini di Robertson, dal canto loro, proclamano che gli appelli alla unione e alla transigenza di fronte alla minaccia nemica sono espedienti per nascondere gli errori.' La replica è che i poteri civili devono in ogni modo aver la prevalenza sui militari. Fermiamoci. Una questione importante è ora quella dell'atteggiamento dei colleghi di Robertson al Grande Stato Maggiore e di sir Douglas Haig. Da un lato si afferma che i colleghi di .Robertson si dimetterebbero alla loro volta e forse anche Haig. Dall'altro canto si dice che Haig approva le decisioni di Versailles e rimarrà al suo posto. Secondo un referto, prima che a Wilson, il posto di Robertson era stato offerto al generale Plumer, ma questi lo rifiutò. Per eventuali nuove surrogazioni si fa il nome del generale Allenby, che ora si trova in Palestina a capo di quelle truppe di spedizione. MARCELLO PRATI.