Parlamento e Governo

Parlamento e Governo Parlamento e Governo a n e a o i a o e i r o e o e e i . e a n d ro i o , i neoo u obo di o s e e a ci a a o o, e i lou in oo. se a è. di o ni ri o ti a ndi il di to al al i,! è nia o i. oio o o di ti e loi-,, a| h^l. !l^^eznjn£ vanno mtorpretote restrijle L'on. Tommaso Tiltoni ha pubblicato, corno sappiamo, nella Nuova Antologia il suo preannunziato articolo sui rapporti fra Parlamento e Governo durante la guerra, nel quale svolge (lucila sua interpellanza < circa l'uso e i limiti dei pièni poteri concessi al poteri: esecutivo per la guerra e circa i mezzi per assicurare una più regolare ed efficace esplicazione dell'azione parlamentare », interpellanza che, come e noto, non poto por ragioni di salute, svolgere al Senato del Regno. Lo scritto merita la maggiore attenzione da. parte dolla starnila e della pubblica opinione, perdio basato su postulali politici fondamentali por un Paese cosciente retto n liberi,i. L'ori. Tittoni vi espone tutto quanto un sistoma, costituzionale e parlamentare, che ei trova, consenzienti e pel quale gli diamo itnpia lodo. Tale nostra dichiarazione non può essere sospettata di parzialità ed ha. tanto maggioro signiiftcaziono in quanto elio, la politica estera dell'on. Tittoni. prima dolla guerra, al tempo dell'annessione della Bosnia-Erzegovina, e taluni suoi atteggiamenti durante la guerra, non trovarono da parte nostra cortamente né locii. né ammirazione. Diamo itertanto del lavoro dell'ou. Titton'i un ampio riasstrnto. L'on. Tittoni e indotto a parlare dalla considerazione del danno che a noi provenne dal troppo prolungato silenzio noi primi duo anni di guerra. Egli assevera, eoi Duguit, che nelle grandi democrazie come la nostra nessuno in qualsiasi momento, e tanto piti nei momenti gravidi di storia, devo disinteressarsi delle grandi questioni .lei diritto pubblico. « All'afferma.zione di una, maggiiore collaborazione del Parlamento col Governo è stata opposta una. eccezione pregiudiziale. Come inai, si è detto, può pensarsi ad Indebolire il Governo proprio nel momento in cui la gravità della situazione consiglia, di rafforzarlo',' Ma lo non penso davvero ad indebolirlo: al con trarlo, io vorrei toglierlo da, quell'isolamento dal Parlamento (isolamento ìeale, malgrado i ripetuti voti di fiducia alla quasi unanimi tal. che. di fronte al Paese, ha concentrato sul capo del Governo l'esclusiva responsabilità di tutti gli errori e di tutti gli insuccessi. Una più stretta, collaborazione del Parlamento col Governo non potrebbe che accrescere, a questo forza, od autorità, ed è naturale che proprio quando la situazione *i e aggravala, sia apparsa più urgente la necessità ohe il Parlamento presti un più efficace concorso all'azione del Governo, vuoi associandosi ad assa con forme nuove, quali quelle delle speciali Commissioni parlamentali, vuoi, in ogni c^iso. richiedendo ohe gli vengano restituite quello funzioni ohe lo Statuto gli assegna e dello quali il Parlamento stesso (solo tra tutti i Parlamenti del mondo), in un momento di slancio patriottico, si era spogliato volontariamente e completamente per un tempo indeterminato ». La delega dei poteri Stabilito questo punto, l'on. Tittoni passa a considerare la questione dei pieni potori per la guerra, in un esame parallelo dei sistemi usati presso gli altri paesi. Esamina come sono regolati in Inghilterra i poteri straordinari del Governo por la guerra: accenna alle facoltà speciali del potere esecutivo in tempo di gnierra. esposte da Carlo Hughes nel suo discorso del ó settembre 1917. a Saiatoga, per gli Stati Uniti: allude a quanto ha fatto in materia la Svizzera, in rapporto alla, sua neutralità; ricorda il naufragio elei progetto di legge di pieni poteri iri Francia, nel dicembre del 1916. La Camera francese più volte ebbe a manifestare la sua soddisfazio ne di aver provveduto efficacemente a tutti le esigenze della guerra senza spogliarsi del lo suo attribuzioni costituzionali. Il presidente Desdianel. fra gli applausi generali, si rendeva recentemente [interprete di questo pensiero con le seguenti parole: «-Noi non abbiamo avuto bisogno di sconvolgere lo nostre istituzioni e pei' noi sarà onore eterno aver fronteggiato la più grande catastrofeehe mai abbia visto il móndo senza toccare lo. nostro leggi fondamentali ». Ini Francia questo rispetto dolio facoltà legislativo del Parlamento è cosi radicato, ohe fin dal 1890 Euge nio Pierre, trattando del poterò legislativo in caso dt guerra, scriveva queste parole, che contengono una. visione profetica: «La guerra futura non sarà probabilmente una. semplice campagna: i popoli chiamati a parteci parvi si sono preparati troppo seriamente perche la loro sorte possa, decidersi in poche battaglie, le conseguenze della, disfatta sarebbero troppo disastrose perchè ciascuno non voglia, sparare — nel senso letterale della piatola —- tino all'ultima cartuccia. La. lotta quindi durerà. Le risorse preparate prima della guerra si esauriranno. Ci vorranno nuovi credili, nuovi pre.st.iti, nuove imposte e. forse, per la difesa dell'ordine Interno, del lo love non previste dalla legge militare. Occorre perciò ehe durante la guerra la Francia sin. munita di un potere legislativo che giorno per giorno dia al potere esecutivo tutti I mezzi che lo circostanze richiedono ». Riassumendo questa parte del suo articolo l'on. Tittoni afferma che l'estensione dei po teri presidenziali per la guerra agli Stati U niti d'America e in Francia ha carattere regolamentare e non legislativo: in Inghilterra e in Italia ha carattere legislativo, « limitato » nella prima, « illimitato » nella seconda. Proi'seguendo, lo scrittore ricorda le obbiezioni di ' ordine pregiudiziale sollevata già in altri Parlamenti e nel nostro alla presentazione di proposte di pieni poteri e viene alla conclusione che la riunione dei poteri legislativo ed esecutivo nel Governo, mentre il Parlamento siedo, {• cosa assolutamente inconcepibile. Un Parlamento privato interamente del potere, legislativo 6 cene un uomo privato dei suoi attributi virili: esso appare come un'ombra senza corpo, come un trapassato che sopravvive a se stesso, come l'immagine dantesca di Bertram dal Bormio che decapitato passeggia tenendo in mano la sua testa a guisa di lanterna. Passando dall'esame dottrinale della questiono a (inolio dei casi pratici, l'on. Tittoni scrive: « La delega dei poteri legislativi per lo necessità della guerra potrebbe giustificarsi, ed io non ho esitato a riconoscerlo, ma esclusivamente per le misure strettamente attinenti alla guerra. Invece sono ormai più di du timi ~UCIIfl. IIIICI.U DUI V Lil lim i l'Ili ui ulte armi e mezzo che il Governo legifera sulte materie più disparato ed estraneo alla guerra. F. cosi è pullulala la fitta selva dei decreti pulhi luogotenenziali nella quale non è possibile inoltrarsi senza smarrire il senso giuridico. Contrariamente al principio indiscusso che le o ldi e lhe I, rne olni- oahe e. no moli ià ti za to eene n e ofdi ra tivamente, si è data alla legge dei pieni po tori la più larga interpretazione possibile. I."inconveniente si è verificato anche in proporzioni maggiori por i decreti emanati a Parlamento chiuso colla clausola della conversione in leggo. Senza che nei singoli casi fosse (fatto dimostrato l'urgenza ohe solo può gin stifteare il decreto-legge, si è legiferato sullomaterie le più disparate che nulla avevano elio fate colla guerra: la competenza e l'ordino dallo giurisdizioni, le strade, le contabilità dello stato, le acque pubbliche, il codice ci- vile, lo poste e via dicendo. E ciò a tanto più grave quando si consideri che hi clausola dolla conversione in logge costituisce un'assai scarsa .garanzia. Per la conversione in legge non vi è termine: il momento per la preseli-fazione dei decreti a! Parlamento per la con- versione in leggo e rimosso al beneplacitodel Governo Infatti taluni decreti non furori c-m1 m ss'arss àata^r^ (alo esame. Solo 270 decreti furono presentati por la conversione in legge, e di questi non furono fino ad ora approvati che G1. A moltissimi decreti del nostro Governo la ragione dell'urgenza, dio solo può giustificarli, manca assolutamente, talché sembrano determinati piuttosto da una ragione di duhbio e di dir fidon/a verso il Parlamento, dalla preooci pazione che il Parlamento avrebbe deciso in modo diverso so fosso stato chiamato a de* liberare». Pieni poteri in materia finanziaria Ma dove l'offesa, allo prerogative parlamentari è più grave e più flagrante, scrive l'on. Tittoni. malgrado sia stata posteriormente legalizzala nella forma, è nell'avere mediante decreto omesso prestili a lunga scadenza ed imposto nuove tasso o aumentate le esistanti. Noi paesi clic furono culla dei Parlamenti questi sorsero con lo prerogative primordiali dolla. competenza finanziaria, o della, necessità del loro consenso por la riscossione dolio imposte si valsero per conquistare lo pubbliche libertà. « l);i un autorevole ministro dell'attuale Gabinetto — dice intenzionalmente l'on. Tittoni. — fu già lanciato in questa, rivista come titolo di un sur, articolo il grido « Torniamo allo stanno ». Ebbene, tale grido dovrebbe essere ripetuto oggi ma nel suo significato «vero» e non già nel sens^o di voler trasfoin:aro il nostro regime rappresentativo di Gabinetto in regime rappresentativo semplice come parve fosso l'intenzione dell'autore di quella formula nell'articolo in cui la illustri'. Data la poca premura del nostro Parlamento nel rivendicare le proprio prerogative, io rivolgo al Governo una viva esortazione, quella di prendere osso l'iniziativa di una miglioro definizióne e di una, più razionale limitazione dei pieni noteri por la. guerra. In modo speciale io mi "rivolgo al Presidente del Consiglio ed ai ministri del Tesoro e dello Finanze. Essi non sono soltanto eletti ingegni, ma altresì spiriti equilibrati e quindi non ó. possibile die abbiano a deliziarsi nell'acro voluttà dell'abuso del potere, la. (piale non è ohe un pervertimento dei sensi politici. Essi farebbero cosa, degna se. dichiarassero di volere d'ora in poi proporre alla preventiva, ipprovaziono del Parlamento tutto lo misure legislativo di carattere finanziario ». L'argomento dello prerogative finanziarie del Parlamento genera naturalmente l'altro del controllo delle speso di guerra, o poiché egli in materia di finanza, l'on. Tittoni osserva ohe audio il metodo seguito per l'impiego del pubblico denaro non può dirsi irreprensibile. « In Francia la Camera, nella seduta do.l 17 dicembre IDI."), dopo lunga ed animata discussione, approvava la seguente proposta: «La « Cantera,'prendendo atto delle dichiarazioni « del Governo, delibera di nominare, una. Com« missione di 14 membri incaricata, di esami« nato i contratti di qualunque natura con« chiusi dallo Stato-dal principio della guerra «sino al termino dello ostilità e passa al« l'ordino del giorno». A questa Commissione ed a quella dello economie furono perfino dati più lardi i poteri giudiziari d'inchiesta. Da. noi fu seguila la via diametralmente opposta, e perfino fu completamente soppresso il sindacato del Consiglio di Stato sui contratti relativi allo considerevoli provviste occorrenti per l'esercito e por l'armata; o questa sospensione di una sana, nonna delia logge ili contabilita si applica indistintamente a tutti i casi, anche a quelli che non hanno carattere d'urgenza; menilo si può, ad ogni modo, osservare che l'opera del supremo Corpo amministrativo non sarebbe causa di rilardo perchè essa, si esaurisce abitualmente, audio per i contratti di maggiore importanza, in soli pochi giorni. Alia revisione finanziaria del Consiglio di Snito (piale altra, fu sostituita per tutelare il pubblico interesse nello molteplici provviste ohe importarono la sposa di tanti miliardi? Cosi por lo speso di guerra fuori bilancio, che oggidì raggiungeranno presso a poco la cifra di 35 miliardi, si comprende che nel primo anno della guerra non potessero essere incluso nel bilancio preventivo da presentarsi al Parlamento, poiché non era. possibile alcuna previsione. Ma oggi, dopo due anni e mozzo di guerra, questa considerazione non ha più valore. Ciò si riconobbe in Francia, ciò noi dovremmo riconoscere. « N'ó può obbiettarsi l'impossibilità di conciliare la necessità di provvedimenti rapidi e immediati quali richiede la guerra con la lungaggine della procedura parlamentare, innanzi tutto deve, in omaggio alla verità, constatarsi dio. quando il Governo lo ha richiesto, il Parlamento ha deliberato colla massima sollecitudine anche in cose gravi. Eppoi tale obiezione fu già fatta in Francia quando furono rifiutati al Coverno i pieni poteri richiesti e fu risoluta. Viollette nella sua relaziono concludeva proponendo che il Governo si valesse della, procedura d'estrema urgenza stabilita, dal regolamento, la quale potendo essere deliberata sia su proposta del Governo, sia su proposta, delle Commissioni, non ha affatto carattere eccezionale e date le necessità della guerra può essere applicata alla, maggior parte dei casi ». Commissioni parlamentari e politica estera Esaurita la materia di carattere finanziario, l'on. Tittoni passa ad esaminare come funzionano in Francia le Commissioni parlamentari. Con esse il Parlamento francese non si contentò eli una parte figurativa: a mezzo delle suo grandi Commissioni esercitò un'azione utilissima e mitigò l'autocrazia governativa. Le Commissioni parlamentari costituirono, durante la guerra, il solo stimolo del Governo. Grazio ad osse Tu fatta, la luce sulla negligenza di taluni uffici, sulla imperfezione di taluni servizi, sulla lentezza amministrativa dovuta all'assenza di responsabilità, dimostrando cosi che un regime parlamentare, per mediocre che osso sia, -j il correttivo necessario di un regimo autocratico, quali che siano le circostanze che. possono averlo impesto; tanto dio non vi è ora in Francia una sola voce discordante circa l'opera delle Commissioni od occórrerebbe un volutilo speciale se si volessero riunire tutto le. testimonianze favorevoli, ("osi che il 1S settembre 1917 il presidente del Consiglio del 1empo. PalnlevG, poteva diro: « Le iniziative od i continui sforzi del Parlamento hanno reso alla difesa nazionale servizi efficacissimi, che solo l'avvenire metterà completamente in luco ». E qui giungiamo ad un passo assai importante della monografia dell'ou. Tittoni, quello che riguarda il controllo dolla politica estera. Su questo punto, promesse, la speciale attività spiegata in Francia dalle Commissioni permu¬ l ,,^,,„ f-n. „ ,,„, c. . - „ "0"t'. "?."a ^T™- e Semaio per gli affari C!? 01 \. 1 °.n- .ll,.,0,ll. *'/.i''vo: « h quanto alo. a,trf, »' P"» dire ehe la Germania sia quella che abbia l'atto il passo più ardito in materia di collaborazione de! Parlamento nella politica osterà. Infatti il Cancelliere Michaelis chiose al Reichstag od al Bundesrath la nomina di una Commissiono por preparure la risposta alla Nota del Papa. Quale collaborazione più diretta di Parlamento a Governo di ciucila della redazione, di un cosi importante, documento diplomatico'.' Della Commissiono facevano parto sette delegati del Bundesrath e setto membri del Reichstag, nomi- ; nati dai cinque grandi partiti (due dal centro ! cattolico, due dai socialisti ed imo rispettiva ! mente dai conservatori, dai nazionali liherali e dai progrossisti). La Commissione aveva la massima libertà dazione e non ora quindi soggetta alle restrizioni del regolamento del i Reichstag. Questo primo esperimento di di retta collaborazione nella politica estera tra il Governo, i rappresentanti degli stati conferie] „ltj Pd il Parlamento è stato'vistò con ostilità dal pangermanisti e con diffidenza dai con. servatoli. 10' stalo invece salutato con soddi «fazione da tutti gli alni partiti, noi quali è \ ^z^r^s* : - Scorno esempio dell'intima collaborazione tra Governo e' Parlamento uno Stato nemico, il quale, si vani per giunta di non praticare i) sistema parlanieutai Né gli esempi storici, in ■ materia di conti-olio sulla polìtica estera, non mancano e. l'on. Tittoni no ricorda taluni della storia d'America c d'Inghilterra.. Basterà ricordare,

Persone citate: Carlo Hughes, Michaelis