La Camera delibera la chiusura della discussione dopo un rumoreggiato discorso dell'on. Giulietti

La Camera delibera la chiusura della discussione dopo un rumoreggiato discorso dell'on. Giulietti La Camera delibera la chiusura della discussione dopo un rumoreggiato discorso dell'on. Giulietti storia di due piroscafi con carichi di armi diretti... m Russia Un accenno all'impresa di Fiume - Dichiarazione dell'on. Nitti Roma, 12, notte. . L'aula è anche oggi molto affollata. Le tribune sono gremite. Presiede Von. Orlando. La seduta si inizia con lo svolgimento del- l'Interrogazione presentata dall'on. De Felice o 'altri deputati al Ministero dell'Industria e La •voro sullo cause dello sciopero degli operai dell'arte bianca, e per sapere se e quando intenda adottare un provvedimento che permetta 'ai panettieri di non essere defraudati nel bene'flcio dell'abolizione del lavoro notturno, fissando con apposito regolamento l'inizio del lavoro nei forni non prima delle 7 don mattino. Risponde il Sottosegretario all'Industria, on. Ruini, il quale assicura l'on. De Felice che il Governo fa quanto 6 possibile per il rispetto della legge sull'abolizione del lavoro notturno. J,'on. De Felice replica dichiarandosi insoddisfatto. I casi di Andria e la disoccupazione nella Puglie Molto tempestoso riesce successivamente lo svolgimento dell'interpellanza del deputato socialista. Velia al Ministro dell'Interno sui lut¬ tuosi fatti avvenuti ad Andria il 2 dicembre e sui provvedimenti che il Governo intende prendere per riparare alla grave disoccupa- ì /ione clic colpisce il proletariato agricolo nella iprovincia di Bari. GRAatìi, segretario per l'Interno, agli on. Velia, Ursi e Salvemini espone che ad Andria l'agitazione cominciò il 30 novembre con uno sciopero generale indetto dalla Camera del lavoro per protestare contro la disoccupazione. Nei giorni successivi però l'agitazione assunse carattere politico e forme violente con attentati alla libertà del lavoro ed assalto ai pubblici spacci, compresi quelli di carne per gli amiualaiL In quei disordini un carabiniere fu gravemente ferito. La pubblica forza fu costretta a ricorrere all'uso delle armi per ristabilire l'ordine. Annuncia incidentalmente che provvedimenti 'li carattere generale per rimediare alla disoccupazione sono di prossima pubblicazione. Per quanto più particolarmente riguarda Andriu, il commissario regio, che regge quel comune, aveva predisposto opero pubbliche per oltre 300.000 lire. Per la loro esecuzione è stato ora chiesto un mutuo alla Cassa depositi e i«rostiti. Assicura che il Governo farà il possibile per aiutare quelle popolazioni e confida che la calma non sarà pili turbata. , VfcdLfLÀ non può dichiararsi soddisfatto poiché la versione dei fatti data dal segretario di Stato è quella di difesa dei responsabili. L'agitazione dei contadini per ottenere lavo!ro, mantenutasi pacifica, divenne violenta soltanto per le provocazioni di un commissario idi P. S. e per l'esasperazione prodotta nella folla dall'annuncio di irrisorie concessioni. Si 'augura che il Governo prenda disposizioni perche 1 commissari di P. S. usino, nella repressione dello dimostrazioni, maggiore prudenza, perchiv il pi fi dello volte fatti "luttuosi avvengono appunto per il loro intervento. (Appro¬ yazioni all'estrema sinistra). Deplora che il ! Governo trascuri le condizioni della regione ' pugliese e particolarmente della.provincia di Bari, la quale ha grandemente sofferto a causa della guerra ed ha bisogno urgente di ima ìpolitica riparatrice di lavoro. Afferma che nella provincia di Bari potrebbero essere stiibito iniziati i lavori per molti milioni e si jaugura elio il Governo voglia prontamente Iprovvedere per evitare il ripetersi di avvenimenti dolorosi. (Applausi all'estrema sinistra). UftSI prende atto del provvedimenti annunziati dal Governo; deplora però che i lavori, jche ora sono affrettatamente concessi, non ■ siano stati disposai prima. Invoca poi che la 'concessione dei lavori pubblici abbia luogo ■con maggiore equità senza preferenze o esclusioni ingiustificate, osservando che, oltre a [quelli ora disposti, altri avrebbero potuto g.^ essere in corso di esecuzione se non fossero : stati appaltati a privati, a cooperative, che non li hanno ancora iniziati. (Rumori all e- ■ strema sinistra, approvazioni al centro). . SALVEMINI si dichiara insoddisfatto. La risposta alla Corona Si riprendo la discussione sull'indirizzo di •risposta al discorso delia Corona. COLELLA rileva che, dopo la grande vittoria, che le ha assicurato il raggiungimento e ila sicurezza dei suoi confili1 naturali, l'Italia !deve ora assolvere il grave compito della sua .ricostruzione economica. Perciò ò necesst.ria luna politica di fejondo e pacifico lavoro ed a 'quest'azione possono e debbono concorrere tut|ti i partiti politici, poiché nessuno può vagheggiare movimenti violenti che segnerebbero la rovina del nostro paese. Anche con i no■stri Alleati occorre mantenere i rapporti più cordiali, poiché essi ci forniscono quelle malterie prime cho ci sono assolutamente indispensabili per la nostra ricostruzione economica, e la stessa cordialità di rapporti dobbiaimo instaurare con j nuovi Stati che si sono foraiatj sulle rovine dell'Impero asburghese. 'Lamenta che, durante la guerra, sia pine per ima ineluttabile necessità, s' siano avvantaggiate le regioni industriali del nord d'Italia, mentre il Mezzogiorno più fortemente ha subito i pesi eri i sacrifici della guerra. Segnala lo difficolta, in cui si dibatte jl Mezzogiorno per mancanza di mezzi e le dolorose1 condizioni materiali, morali e igieniche in cui versano specialmente In classi agricolo. L'on. Calò ■ CALO' rileva che occorre riconoscere nella guerra combattuta e vinta un carattere rivoluzionario in virtù del. quali in tutte le classi sociali si è affermata una più fono coscienza dei propri diritti o dei propri doveri. Ma nella realtà sociale si presenta o=rgj un fenomeno ■complesso, quello della, composizione dei diritti e delle varie parti in conflitto: tale è lu realtà storica dell'oggi : per cui ò impossibile 'il verificarsi di una rivoluzione la quale non avrebbe altro effetto se non di distruggere entrambe le parti contendenti. Afferma che ci avviamo verso una forma di vita sociale, in cui prevarrà una forma di corporativismo ed j diritti del lavoro >i imporranno e saranno riconosciuti. Non crede però si possa instaurare il comunismo, perchè è convinto che la proprietà privata, anche nella società odierna, à'bbia una funzione sociale e morale. Venendo ai problemi positivi dell'ora presente, rileva le gravi difficoltà della nostra politica estera non essendo ancora rinsaldata la compagine delia nazione. L'Italia deve, serbarsi fedele ai suoi principii da cui ha tratto la sua indipendenza e la sua unità. Perciò l'oratore crede che essa debba riconoscere ed entrare In rapporti con gli Stati di fatto esistenti in Hi)«ia e che il principio, da ossa invocato, del riconoscimento della auto-decisione di Fiume implichi, da parte sua, il riconoscimento di Uguale principio per i popoli della Russia. Pe.i'6 un'azione internazionale dell'Italia n"u può essere autonoma non potendo essa andare verso un orientamento diverso da quello dello nazioni alleate senza andare incontro alla propria rovina politi-* ed economica. verciò la sua opera deve essere decisa e ferma iti confronto dei suol alleati ai quali deve richiedere il riconoscimento delle sue giuste espirazioni rome quelle dì tutte le altre nizionnhiii. O.unnto olla politica interna, lamenta che nel disborso d'Ila Corona, come nell'indirizzo dj risposta, non si sia nemmeno accennato ni problemi più gravi dell'ora presente: ciò elle ila l'impressione che il Governo attuale t'iù nulli rappresenti colla sua condotta indecisa ed incoerente per l'avvenire del paese. sedtd L'on. Casertano CASERTANO, richiama , l'attenzione della Camera sulla riforma elettorale e sul sistema della. preferenza, che non è che la riprocluzio- 'ne del vecchio collegio uninominale. lì' favorevole p.uttosto al sistema della lista ufficiale con la facoltà di libere aggiunto e cancellazioni, ciò che rappresenta la vera liberta di voto (interruzioni dalla estrema sinistra). Quanto al fenomeno dell'astensione, crede elio esso non sempre sia dovuto alla accidia degli elettori ma a deplorevoli sopraffazioni ed errori della legge, che debbono essere corretti al più presto possibile. Trattando poi del decentramento amministrativo, rileva le benemerenze dei comuni italiani ai quali lo Stato deve rivolgere le sue cure risolvendo radicalmente il problema della burocrazia, che rende sterile la vita degli enti locali troppo impacciati dalle tutele statali e dal criteri individuali dei prefetti. inoli. Caroti CAROTI, espone i concetti del Partito socia | lista in materia di polisca internazionale. Da ' tutti in Italia e nello altre Nazioni si Invoca la pace che permetta di sanare io piaghe della' ì guerra: ma la pace, che i popoli invocano, inori è la pace borghese che ci viene Imposta dai Governi. Invano i socialisti tentano di riunire le sparse fila dell'internazionale. I loro sforzi furono resi vani dalla dittatura borghese. Ed ora la classe capitalistica e vittima della sua stessa politica, perchè è stata la guerra che ha fomentato le tendenze rivoluzionarie. E questa tendenza rivoluzionaria è anche fomentata da una pace che è il trionfo della iniquità e della prepotenza. Almeno il Congresso di Vienna fu* coerente a sè stesso. Ouello di Versailles non è che una continua slealtà, una continua ipocrisia. Di una tale situazione l'Italia, Nazione proletaria, risente i dolorosi effettfi non altrimenti che so fosse una Nazione vinta. La 'Società fra lo Nazioni è una Santa Alleanza peggiorata. I trattati di Saint-Germain o di Versailles rappresentano il crudele tentativo li schiacciare por sempre le popolazioni della Europa centralo. Non si ncnsa però che questi trattati rimarranno lettera morta, perchè contro di essi insorgeranno, vinti e vincitori, tutte lo Nazioni civili. Sarà dunque o una nuova guerra o la rivoluzione che sola potrà impedire la guerra lacerando, gli inumi trattati. In una sola cosa la borghesia delle varie Nazioni 6 concorde: nel tentar di resistere alla marcia del soclal'smo. Di qui la feroce: ost.ilità contro l Governi dei Soviet dell'Uri-1 ghcria e della Russia dannando alla fame ' ed alla morte intere popolazioni. Constata il progresso del socialismo in tutti i naesildella stessa America, dove adesso aderiscono ; anche quelle classi che ne erano sospettose. Ma intanto il Governo italiano nulla fa Ji quanto il partito socialista reclama come rimedio ai mali più urgenti. A torto si accusa, il Partito socialista di quei disastri cho sono una necessaria conseguenza della permanente psicologia di guerra e del presente generalo disagio. Nessun partito borghese ha saputo ' annunciare un programma che' assicuri la pace futura. La borghesia è in una via clic non ha uscita. Solo il socialismo, abolendo la proprietà privata e con essa le competizioni fra gli individui e fra i popoli, può assicurare al mondo benessere e pace. La plutocrazia domina il mondo e la piccola borghesia non si avvede che essa ne è la nrima vittima. Il programma di Wilson non fu che una illusione, di cui si è pasciuta la democrazia. II vero è che anche l'ora della democrazia individualistica è naufragata nel baratro della plutocrazia. Ouesta plutocrazia tiranna solo dal socialismo potrà essere debelleta. La guerra con una selezione a rovescio ha peggiorato le condizioni democratiche ed economiche delle popolazioni. E' la civiltà b anca clic colla razza bianca finirà per essere sommersa ih una nuova guerra (commenti). Quanto ai socialismo, di fronte alla borghesia, che si avvia alla sua rovina, continua a far la sua strada. E se la borghesia vorrà attraversargliela colla violenza, esso non s'asterrà di usare aliti sua volta la violenza per assicurare alle classi lavoratrici il loro trionfo (approvazioni all'Estrema sinistra). L'on. Giulietti Sono le ore 19. La seduta sembrerebbe finita, tanto che molti deputali si accingono ad andarsene, ma improvvisamente si determina la tempesta. 11 presidente, anche nel desiderio che In discussione volga al tarmine, vuole ancoro dare la parola ad un altro oratore. Decade il turno di parecchi socialisti che dovrebbero parlare, sinché è la volta dcll'on. Giulietti, nuovo deputato di Genova e segretario generale, della Federazione della gente di mare. Giulietti è pronto a parlare, malgrado l'ora tnrdii. Invece molti deputati gridano: «A domani! A domani!». Il presidente insisto. L'on. GIULIETTI, parlando dal primo banco di estrema sotto i socialisti, comincia dicendo: — Viviamo in un'ora difficile e credo che ci troveremo tutti d'accordo... (SERR Non lo credo). L'oratore attacca il tema della guerra tra l'ostilità dei socialisti e solleva anche la questione dell'intervento e de! non intervento. Accenna alla « fatalità u della guerra, lo sono convinto che sinché la società sarà basala sullo sfruttamento dell'uomo da parte di un altro uomo, le guerre saranno inevitabili. (Rumori. Voci dei socialisti: «Bella nòvini ! »t. Le guerre scoppiano per saturazione capitalistica. BARBERIS: — Scoppiano nell'interesse dei pescicani. GIULIETTI: — Non voglio dare lezioni di socialismo a nessuno I Voci dei socialisti : — Non dovresti parlare. GIULIETTI: — In nome della liberta... BARBERIS: — Ma che libertà I Ci avete mandato In galera l GIULIETTI: — Il socialismo è sinonimo di libertà. Voci dai banchi socialisti: — Tu dovresti stare, in galera coi tuoi complici ! GIULIETTI: — Ho piacere d'essere interrotto, perché le interruzioni serviranno a chiarire le idee. Voi, del resto, miei colleghi socialisti siete molto intelligenti ! 'Voci dei socialisti: ■ E' inutile, non attaccai». Altre voci: « II:>' cambiato idea durante la guerra I ») Se fosse vero che io ho scritto durante la guerra cose contrarie a quelle che ora vado dicendo, autorizzo chiunque a chiamarmi mentitóre ! (Ru mori';. Ad un certo punto Giulietti dice agli interruttori: Pardon! (Ilarità). BARBERIS: Parla italiano!). Proseguendo Giulietti dire: —La guerra fu provocata dalle classi capitiilistlche Bisogna eliminare questo classi. Di fronte ad una guerra, che scoppiò per meccanismo e per necessità, i socialisti si sono divisi e'sono andati per opposte strade. (SERRATI: Piantale Sei un commediante !). GIULIETTI; rivolto agli interruttori: — Cosa volete? Aulete che pronunzi un discorso come volete vpi altri ? Voci dei socialisti: — Sta zitto clic meglio! GIULIETTI: — Io ho diritto di esprimere il min pensiero. Non è vero, signor presidente dolio Càmera ? (Ilarità vivissima . —(Voce ili socialisti: Non hai il diritto di turlupinarci! — GIULIETTI, a coloro che interrompono: Voi mi siete simpatici anche quando inierj-onipetp. fu nome del socialismo, che è partito di fra tei lanza e di amore, vi prego di lanciarmi esporre il mio pensiero. i SERRATI: — Tu non hai pensieri. Parlaci di Fiume ! Parlaci del » Perseo » ! Altra voce: — Parlaci delle 50 mila lire! GIULIETTI: — Ne parlerò, non dubitate. In tiinio vi dirò che durante In guerra, vi fu un doppio interventismo ; v: sono, ad esehipio, G gli interventisti che sono intervenuti. (Rumori, proteste). Voci: Tu non sei intervenuto! GIULIETTI: — Io, magari solo un pochettino sono intervenuto. Voci dei socialisti: — Dove sei intervenni.'"!? Altre voci dei socialisti: — E' intervenuto a Fiume ! (Ilarità). GIULIETTI: — Io sono intervenuto perchè, durante la guerra, ho fatto il mio dovere. Fui imbarcato in navi da guerra e durante i miei viaggi mi incontrai col nosi.ro collega on. Ernesto Vassallo. Egli può attcstarlo. Il vostro errore ritenendomi imboscato fu del resto involontario e non ve ne serbo rancore. Voi siete stati troppo gentili avendomi lasciato parlare sinora. (Ilarità;. PRESIDENTE: — Continui il suo discorso. GIL'LIETTI, proseguendo, dice che il capitalismo ed il militarismo predominanti al mo mento dello scoppio della guerra erano quelli tedeschi. Bisognava affrontarli ed accettare la guerra. Non basta dire « abbasso la guerra », bisogna sconfiggere prima tutti 1 militarismi. Invece i socialisti illudali credettero, combattendo la guerra, di poter giungere alla rivo mziono e si sono ingannati, sebbene la guerra non sia ancora finita ed il mondo sia ancora in fiamme. Attualmente vediamo che il regi me dei soviors si estende dalla Russia Inesorabilmente in altri paesi. Voci dei socialisti: — Queste cose non do vete dirle voi. GIULIETTI, cercando sempre di placare la tempesta: — Voi avete perfettamente ragione dal vostro punto di vista. Riconosco che uno dei pochi socialisti, che hanno avuto 11 merito di essere rimasti fedeli al loro ideale neutralista, è stato il direttore dell'» Avanti ! », Serrati, e cosi pure Costantino Lazzari. Ora, come vi sono stati dei socialisti che sono diventati interventisti quando la patria fu invasa, vi furono pure degli interventisti che diventarono neutralisti. Voci al centro: — Ma cosa c'entra questo col discorso della Corona? GIULIETTI, senza raccogliare le interruzioni: — Ltf variabilità non è una colpa, (ilarità, rumori. Voci: Sei molto variabile!). No. io sono stato interventista dal principio della guerra sino alla fine. — E continuando nelle sue divagazioni GIULIETTI dice: — Bisogna eliminare il parassitismo di alcune rlnssi sociali. — SERRATI, ironicamente: Si, aiutando Mussolini! (Ilarità). — GIULIETTI: :• Vedete che sono logico nel mio pensiero. — RAME,.i.A (socialista) : Queste sono chicchere. Il paese vuole ben altro. Tu fai la tua autodifesa I — GIULIETTI : Io fui accusato di imboscamento ed ho diritto di difendermi. — Voci dei soclalistt: Parlaci di Fiume! Parlaci della Rus sia ! — GIULIETTI: Ne parlerò, anzi vi dirò MTTI, eccitato, si alza dal banco del Go verno e, interrompendo l'on. Giulietti. escla subito che ho fermato dei piroscafi partiti dall'Italia, che recavano armi in Russia. Uno scatto di Nitti ma ad aita voce: — Lei ha detto cesa che e " completamente non vera. (Applausi a sinistra) GIULIETTI : — E' vero ! E' vero I NITTI, eccitatissimo e battendo il pugno sul banco dei ministri: — Non è vero! GIULIETTI: — Prego il presidente del Consiglio di attendere un istante, gli darò la dimostrazione di ciò che dico. SERRATI, direttore dell'» Avanti l », da una delle tribune della stampa, grida: — Di' dove hai messo i quattrini ! GIUUETTI : — Affermo sull'onore e sul buon nome degli equipaggi della marina mercantile italiana che le navi fermate dalla Federazione della gente di mare andavano in Russia. Cosi io ho favorito la causa della Russia, Una voce tonante dai banchi socialisti: — Abbasso il Governo ! L'agitazione è grandissima. La maggior parte dei deputati socialisti è in piedi e grida frasi che si perdono nel frastuono. — GlU.-n TI a gran voce: Darò esatte informazioni. Cominciamo dai fatti del « Fodora ». • 11 primo piroscafo, che fu fermato dalla Federazione della gente di mare, fu il « Fedora ». Aveva a b ''do ottomila tonnellate di esplosivi, caricate a Genova. Sino al momento in cui doveva partire non si sapeva dove sarebbe andato. Facemmo indagini. Si trattava, come disse ieri l'on. decotti, di un colpo tentino dal Sindacato anglo-fra neo-americano installatosi a Fiume e che si proponeva di soffocare, il Governo dei soviet. —Fatta questa premessa, l'oratore continua: All'ultima ora si venne a sapere che la nave andava in Russia. La Federazione, disse: In Russia non si va. Era una nave allenta che batteva bandiera italiana e quindi avevamo il diritto di impedirne il viaggio. Al momento della partenza la nave fu fermata. Le navi dirette in Russia NITTI: Che mese era? GIULIETTI. — Non ricordo questo, ina saprò dirglielo. La nave quindi non fu lasciata partire. Si fecero trattative e finalmente venne fatta una proposta. La nave sarebbe andata a Malta. La Federazione disse di no, nerchè Malta si trova sulla rotta della Russia. Il sottoscritto è venuto a Roma e trattò la questione con funzionari del Ministero competente. NITTI. — Funzionari cho io conosco bene. GIULIETTI: Venne stabilito cho la nave n Perfora » portasse le munizioni a Gibilterra e che le munizioni fossero ivi scaricate. Quella nave per nessunissima ragione non poteva mai più essere adibita a trasporto di munizioni. Tutto questo sono disposto a documentare. A Gibilterra la nave fu tenuta li. Il Sindacato, che aveva mani lunghe, tentò un'astuzia. Lo scarico delle'munizioni avvenne con grande lentezza. Intanto, si cercava di corrompere il personale per indurlo, mediante premi di navigazione, a rimettersi in viaggio per la Russia, ma tutto lu inutile. 11 personale resistette e le munizioni rimasero. Riassumo quindi le mie affermazioni : E' vero che il « Fedora » andava in Russia? Io rispondo Si. E' vero che è stato dalla Federazione sanzionato il principio che le navi italiane non dovevano andare in Russia? Io rispondo: Sì. L'oratore viene all'altro episodio quello della nave " Wlborg ». La presenza, dice il Ginnetti, della nave in uno dei nostri po'rti richiamò l'attenzione dei nostri lavoratori a Snezia. Noi non abbiamo potuto subito sapere ciò che vi era a bordo, ma il personale di bordo Ci disse che la nave doveva andare in Cina. La Federazione, mediante i suoi fiduciari, riuscì ad accertare cho essa conteneva un'Imponente carico di guerra. (Conunenti). A bordo constatammo che si trattava di un .carico di tredici mila tonnellate di materiale bellico, cioè "2 mila fucili e 30 milioni di cartuccie. (Sensazione e commenti). Allora abbiamo detto: In questo non c'entra la Cina. Vi deve essere un trucco. Era mai possibile die la Cina acquistasse por «enti milioni di lire di materiale bellico in Italia? NITTI: Lasciamo andare questo! GIULIETTI: Non me la prendo coll'on. Nitti al quale del resto manifesto la riconoscenza della Gente di mare per i provvedimenti adottati dal Governo a suo favore. Noi ammettiamo cho il Governo possa essere stato ingannato e che fosse in buona fede, ma lu Federazione- della genti? di mare non poteva ingannarsi. Ad ogni modo, In Federazioni hn voluto impedire che, in ogni caso le armi italiane attraverso la Cina passassero in Bus- a per massacrare i nostri fratelli russi. Dal discorso dell'on. Ci.■cotti di ieri risulta' che t li ■ I I < 't 1 . V.l . '. Ul M UI 11 ' J 1 I : - I I 1 1-1 IJllTISindacato anglo - franco - americano • ita" spendendo somme Governo dei Soviet enormi per strozzare liI Fiume e D'Annunzio L'oratore lascia a questo punto l'argomento delle navi dirette in Russia e torna alla guerra e dice che so un blocco si fosse formato di tutti gli animi nobili del mondo, .1 conflittio europeo poteva essere evitato. Voci dei socialisti: Col gesto di D'Annunzio. (Ilarità dei socialisti), l'oci: Ci parli di Fiume! Ci narri il suo viaggio a Fiume! L'on. Nitti fa qualche segno verso l'oratore il quale soggiungo: Io rendo omaggio al capo del Governo, il quale ha saputo in seguito apprezzare il gesto di D'Annunzio. :Rumori infernali dei socialisti). Giulietti pallido in volto esausto dalla fatica raccoglie le oroprie forze e grida: D'Annunzio-ha reso un grande servizio alla, causa della libertà ! (nuove urla altissime dei socialisti : applausi dei pochi deputati del gruppo dei combattenti. Giulietti non ha più voce e cerca di gridare: A quest'uomo mando un saluto!». Urla infernali dei socialisti; applausi dei combattenti., ai quali i socialisti gridano: «Siete pochi !... >■). MODIGLIANI, rivolto a Giulietti ed alludendo ni saluto mandato a D'Annunzio grida: — Questa è una orribile comparsa conclusionale oli un'orribile causa ! CHIESA: — D'Annunzio ha reso grandi servizi al suo paese ! (urla altissime dei socialisti • applausi di qualche deputato. I socialisti gridano a Giulietti : « Raccontaci perchè seimato a Fiume ! »). GIULIETTI: -- Nei confronti di Fiume ten go a fare rilevare che sono andato a FiumePer completare Indipendenza del mio paese, mentre i socialisti scoppiano in un urlo coi:'ettivo ed i combattenti, insieme a qualchedeputato del centro, applaudono. Parecchi socialisti gridario: « Delle SO mila Uro non hai detto nulla! Parlaci delle :>0 mila lire!»). L'on. Niiii Si alza a parlare il Presidente del Consiglio con un piccolo loglio di appunti in mano. 11 silenzio si fa generale. NITTI: — Risponderò breve e chiaro. Prima di tutto non desidero che il nome di Fiume venga trascinato in questa discussione. Si tratta di una idealità, in una forma o in un'altra. Non ci divideremo perchè la difesa della propria razza e della propria lingua è sacra a tutti gli italiani (applausi a sinistra ed al centro). Nitti, detto ciò, dichiara al capitano Giulietti, circa il piroscafo diretto a Fiume, che se avesse potuto, lo avrebbe fermato. Giuliettiavesse poni io, io avreeue lermaro, umi^uiha detto che ha fatto andare il Perseo a Fiu-me perchè esso aveva imbarcato armi e munì-zioni per la Russia. Ciò non è vero. Da parecchio tempo stiamo vendendo armi in Europa e fuori di Europa. LUCIO SERIRATI: — Dovreste vendere qualche generale. (Ilari"<i e commenti). NITTI: — Nessuno di voi credo possa biasi mare tali vendite. Data questa situazione e data la necessità di provvedere ai bisogni del paese, credo non si possa faro diversamente. Però io posso assicurare la Camera elio il Governo ha dato istruzioni alle autorità di non vendere armi che possano servire agli eserciti che combattono in Russia. Io non credo che dobbiamo intervenire nelle cose interne della Russia. (Approvazioni dei so cialisti). Per il piroscafo « Perseo » posso poi garantire essere assurda la supposizione che potesse portare armi in Russia. Come mandare armi attravèrso la Cina? Il percorso sarebbe stato enorme. Lo escludo Ih modo assoluto. I oi volevamo mandare viveri e non armi in Russia. Una parola voglio dire a lei, capitano Giulietti. Lei ha dato prova, non so se sia un bene od un male per il nostro paese,di poter disporre, quando vuole, dei piroscafi. (Ilarità e commendi). Orbene, mi permetta una domanda: Lei dice cho quei piroscafi andavano in Russia, e perchè allora li ha mandati a Fiume ? Ripeto che armi non furono mandate in Russia. Se avessi la prova di ciò, punirei inesorabilmente i responsabili. Pregherò i ministri della Marina e dei Trasporti di fornire alla Camera i maggiori schiarimenti. Ma le cose stanno come le ho esposta. Riprende la parola l'on. GIULIETTI: — Mentre l'on. Nitti ha rimproverato la Federazione delia gente di mare di portare armi a Fiume, d'altra parte si sospetta che lo abbia mandato quelle armi a Fiume d'accordo con lei, on. Nitti. Non ho altro da dire. (Ilarità e rumori). La chiusura NITTI: — Vorrei rivolgere una proghiera ai miei onorevoli colleglli. Oggi abbiamo continuato la discussione. Ora, se la Camera crede, vorrei pregare gli oratori iscritti di rinunziare alla parola; cosi si potrebbe procedere forse domani o domenica al voto. Questo chiedo perchè la Camera ascolti martedì l'esposizione finanziaria del ministro del Tesoro e cominci poscia la discussione sull'esercizio provvisorio. La Camera, dopo alquanto chiasso, approva la chiusura della discussione sul discorso della Corona ed il presidente tog'ie la seduta. Sono le 20.15. La seduta di domani comincerà alle ore 14.