I fatti di Mantova

I fatti di Mantova I fatti di Mantova Di questi falli, avvenuti a Mantova nelle giornate del 3 e 4 corr., ci avevano informati diffusamente i nostri corrispondenti ; ma la censura ne vietò la -pubblicazione ; e cosi avvenne ancora una volta, ciò che troppo spesso accade in regime ili censura, che quello che era proibito a Torino veniva liberamente lasciato passare altrove. Infatti ci giunge ora il Resto del Carlino, di Bologna, con la particolareggiata narrazione dei casi mantovani, ì quali sono certamente gravissimi, ma, come i lettori vedranno, non costituiscono un fatto poli lieo, ma sono un vero e proprio fenomeno di collettiva delinquenza. Ecco la narrazione del giornale bolognese-. La proclamazione dello sciopero All'appello di sciopero, partito dalla Camera del lavoro, il proletariato mantovanu rispose con la consueta disciplina. 11 giorno 3 nessuno si recò a lavorare, e la citta ~" quell aspetto festivo che sempre ascon- sunse quell aspetto festivo che feriscono alle città le l'olle In ozio. La Camera del lavoro aveva detto: «Sciopero di protosta, senza eccessi, in attesa del.e istruzioni dalla Confederazione generale del lavoro e dalla Direzione del Partito». Ma orano passate poche oro da quando lo sciopero era incominciato, che si notò nella mas sa il diffondersi di una ic-ndenza estrema. Lelomento anarchico tentava di prendere la dilezione dello sciopero. Por le vie accadevano battibecchi e incidenti appunto fra moderatori ed eccitatori; finché questi vinsero. Ovvero, vinsero in questO'sénsO: che riuscirono a scindere la massa in duo gruppi, e mentre uno — il più-numeroso —'prendeva un aieggiamento di astensione, l'altro iniziava la violenza con una fitta sassaiola contro il Co mando della Divisione. Di qui poi la folla — ile poteva essere circa cinquecento persone — si recò in Piazza Garibaldi, dinanzi alla Caserma del 73.0 reggimento iti fanteria od «g gt'édlva quattro ufficiali, malmenandoli a sangue e disarmandoli, aprendo poi i. fuoco .contro la caserma slessa. Una colonna di rr:ili tari che sopraggiungeva da via Magistrato, dopo aver corcato invano di scioglierò la mas sa che appariva imbestialita, fece fuoco... Ma .-parò in" aria. Invece la folla sparo ancora sui soldati. Intani, un sergente cadde e fu raccolto morente. Ancora un fuoco di fila — sèmpre in aria — e la folla si sbandò. Poco dopo alla Camera deb lavoro avveniva una tumultuosissima adunanza, nella quale il Consiglio dichiarò di scindere la propria responsabilità da quella di chi si abbandonava a quegli eccessi. Ma il sermone non giovò a nulla. Le cose, anzi, precipitarono. Proprio in questo momento si verifica il fenomeno della nuova trasfigurazione della folla Se, con una certa larghezza dì vedute, si può concedere agli episodi contro il Comando della Divisione e contro la Caserma del 7-i.o fanteria, il carattere di una protesta antimilitarista, d'ora in poi le vicende cambiano faccia. Anche gli anarchici — almeno quelli che si professano tali con un substrato di idealismo — s -oinpaiono dalla scena. Bini la feccia. Bipiano un'orda senza seonrazza per la citlà vomitando minacele all'indirizzo di chiunque non lo si accodi. E' gente che ha por programma hiimediato il saccheggio del « buffet » della Stazione. Si misuri ni qui. la forza dell'ideale ! — Alla Staziono!... Alla Stazionel... — si grida dà ogni parte. — Si va a bore alla Stazione I... E gli incoscienti od i pezzenti e gli assetati e — dolorose a scriversi ! — perfino parecchie donno sono travolto in quel solco che promotte un po' di vendemmia. ••Le persone por bone che. sono stare sorpreso fuori da questa bufera rincasano in fretti. Tutti gli usci e tutte le finestre si chiudono. E il branco dei prodoni corre alla Ferrovia. Ciò che accado qui è inaudito. La Staziono 6 devastala: si rompono gli apparecchi telegrafici e telefonici: si fracassa ogni a'.tro strumento che capiti sottomano: si solleva un tratto di binario perché i '.treni non partano: si minacciano impiegati e passeggeri: i passeggeri di prima classe, a cui si dicono le più turpi parole ! Poi, nel « buffet». Si bove, si canta e si rido. E si lascia ohe il vino corra, a rivoli fuori dell'uscio: porche uueila. vista ubriachi quelli che sono rimasti fuori ! Poi, si massacrano lo masserizie : e si gettano fuori ; tutto ciò in mozzo ad un vociferare da pazzi. E la forza pubblica non si fa viva. Qualcuno telefona in Prefettura. E il prefetto risponde con dei « si » e con dei « ina • che sembra no burle. La libertà ai ladri D'un tratto, nel tumulto della Stazione una voce lancia un'idea: « Andiamo a liberare i carcerati!... Andiamo a dar fuoco' allo Prigioni!.,. Si leva un urla dn adesione. E la folla attraversa come un uragano urlante la citta ed arriva in via Poma dov'è il Carcere giudiziario. C'è, naturalmente, un picchetto armato nel Corpo di guardia: ci sono duo sentinelle! che passeggiano sul ponte \he conduco all'edificio: ci sono i secondini. Mi non c'è nulla che valga! L'impeto rli quell'orda è tale, ed e cosi inatteso, che i soldati si lasciano disarmare come tanti ebeti. Il capo carceriere| accachsogrd'ecgolaabcacopanilumgldemlopasacaPCCfuriincesoPsospveculoLsaesl'vvir|jo inteI egcc|ce PilsapEmnrpn1pnno | ncoloro ohe:tingiurie e I usi fa sull'uscio per rendersi conto di ciò che'tcptadFdatatucpcfqrtci ] d£ | ancqtgp ccado, ed e abbattuto bon una legnata fraT apo e collo ! Gli altri secondini subiscono, hi più, eh' meno, la stessa sorte. Il carcere è invaso. Le chiavi delle celle si ono trovato facilmente. Di fuori si sentono rida vittorioso, fragori di catenacci, sbattiti 'usci c rumori rli roba che si frantuma. Ed cco di li a poco, i liberati che escono I Venono fuori alla spicciolata, mescolati alla fòla elio li applaude. Si distinguono per i loro biti a strisci*. Vestono tutti la divisa della asa di pena. Sono tutti condannati per reati omuni. Taluno appare stralunato, non capisce, aro, obesi vergogni quasi... Allora c'è chi forisce loro spiegazioni e tncoramentf. « La rivo-, uzionelC'è la rivoluziono! Siete liberi... vi daremo i fucili... verrete con noi... correte a spoliarvi !... ». E i galeotti corrono negli usci ello case vicine e cercano di cambiar costume alki meglio. Qualcuno si rovescia i pantaoni, qualche altro ricevo da premurose mani antaloni e giacchetta. Qualcuno fugge e non a dove vada. Mentre quésto accade, passa un amion, sul quale si trovano il funzionario di P. S. dott. Meneghini ed il capitano dei RR. CC. Mazzoni. Ili camion è assalito e i due unzionari riescono a stento a riparare nel ricino palazzo di Giustizia. Il camion viene ncendiato.. Il saccheggio od il fuoco . Frattanto si è deciso d'incendiare il carere. La legnaia che è in un locale terreno oive ottimamente; E vi si appicca il fuoco. Poi il carcero si sfolla e viene qualche pietoo a. soccorrerò i secondini, che vengono traportati all'Ospedale. Ma c'è anche un ondavero la dentro. E' la povera moglie del capoustode. Ella e morta di spavento e di doore. E la forza pubblica non interri ere ancora. La canàglia è ancora padrona della città. SI a che gli elementi responsabili, anche i più estremi, gli stessi anarchici, sconfessano miei'onda rli criminalità: e la repressione non viene. Per ttitta Mantova, si rinnovano episodi di' violenza rlie è impossibile allineare sul Tlo |; una narrazione. Violenze contro persone o contro le c se. Si sopraffanno, e si disarmar no piccoli drappelli di soldati messi imprudenemente 'ri circolazione senza, la necessaria efficienza ri; difesa. Si saccheggiano altri negozi. Si torna allo carceri e sj noria via tutto ciò elio vi ò da. portar via, finché non cominciano a precipitare le travi raggiunte dal fuoco e carbonizzato. . ' ' i-I In repressione non viene. C'è soltanto mia e la qualche cordone teso, a protezione della Prefettura c del Municipio. Non altro» Presso l Municipio appunto accado un episodio di sangue. Passa un camion carico di rivoltosi: armati e uri-tenente intima di formare. Ma poiché rinfilo non si forma i soldati fnn fuoco. Ed uno che è a Iato dolio ehauffour » cade morto. Ferii è erto Ferruccio Penitenti di anni 27. I! camion si forme; e ohi v'ora-sopra rugge. Ma. duo debbono fermarsi di li a poco perchè sono foriti. All'Ospedale si identificano por certi Ferdinando Cremonini di anni 17 o Luigi Rocchetti di anni ,26. Un episodio selvaggio E' quello del negozio d'armi dove mori il pronriotario signor Fretta. La folla assalì il negozio o fece man bassa su armi e munizioni. Il signor Froda, impaurito, dopo avere tentato invano di placare i malvagi si rifugiò in una specie ri! stanzino adibito ad uso di soritfolh una cinquantina. toìq. E la folla, compiuto il sacchéggio, appiccò il fuoco al negozio. La sera, alle 10. il corpo dell'infelice Frotta fu rinvenuto completamento .'■..■imbusto! Un assalti fo anche fatto contro il negozio d'armatalo del signor Bemòlli, in via. Pieri Fortunato Calvi. Ma il Bernoril potè salvarsi dalla devastazione cedendo rli propria, mano alla folla una quantità ili fucili e di rivo.lt.elie. E le armi cosi conquistato, insieme a quelle tolte alla truppa che presidiava il carcero eri. ai soldati disarmati per via, servirono por tenero la i-i-•:;'•.. durante tutta la notte, sotto un incubo di terrore. Di dentro gli usci, rli dietro le colonne, da conto appostamenti invisibili, si tirava al pnssant": al militare e al borghese. La vera caccia all'uomo. Così, all'alba, si contavano oltre quaranta feriti, alcuni del quali gravissimi. , l conflitti* di mercoledì La prima mozza giornata di mercoledì passò quasi tranquilla. Nella notte orano arrivati rinfòrzi e lo vie apparvero più guerhitfi di truppa e di carabinieri. In qualche punto comparvero le mitragliatrici. Nel pomeriggio, dopo un comizio nel quale invano gli elementi più s;mi tentarono nenn durre i bassifondi alla, ragione, altri conflitti avvennero. E in Piazza, dello Erbe caddero il noto aarltaioro socialista Bcrtani e il giovanotto Silvio Accorsi, ,-ho era con lui Altri cinque o sei rimasero feriti. Le versioni su questo incidente sono varie ed avverse. Set'ondo le autori'à il Berrani capeggiava un gruppo di giovinastri che tentavanouccidereuh mario, e furono investiti dal fuoco di un drappello di carabinieri che seguivano il funzionario n breve distanza. Secondo altropersone il Bertoni si sarebbe trovato tra quella folla per indurla alla calma. Verso sera altra truppa 'arrivava : e la città veniva Occupata militarmente. Il Prefetto ordinava ai possessori rli armi di restituirle entro le ventiquattro ore e vietava ogni assembra me rito. I morti, in complesso, sono, sette; i feriti

Persone citate: Bertoni, Bini, Ferdinando Cremonini, Intani, Luigi Rocchetti, Mazzoni, Meneghini, Pieri, Silvio Accorsi

Luoghi citati: Bologna, Mantova, Torino