La battaglia di Vittorio Veneto rievocata a Torino dal generale Caviglia con una esaltazione dell' esercito

La battaglia di Vittorio Veneto rievocata a Torino dal generale Caviglia con una esaltazione dell' esercito La battaglia di Vittorio Veneto rievocata a Torino dal generale Caviglia con una esaltazione dell' esercito Nel «Politeama Chiarella », dinanzi ad uutmagnifico uditorio, che affollavo, ogni ordinej di posti, ed in presenza dei Duchi di Genova, | delia Principessa Maria Mona, .del litica di iPistoia e del -Duca di Bergamo, del Prefetto ! del Sindaco, di uno stuolo di generali tri ; ui erano il Comandante del Como d'Armari ed il Comandante della Divisione, il generale Caviglia ha rievocato m una lucida sintesi la- lorlòsa battaglia di Vittorio Veneto, nella qualc egli Pi il condottiero della magnifica ottava Armata, clilcbbe parte preponderante di azione. L'ex ministro della Guerra, simpatica ligula di soldato, lui parlato con Riandò ed avvinente sobrietà di fras'o, con lucidezza mirabile di improvvisazione, mantenendo alla sua conferenza una linea piana e pur elevata, che raggiunse un eflotto anche piò completo. Lo dove la sua parola poteva èssere Interpretata da qualcuno conio volutamente polemica, egli avvertì che intendeva. non ossero frainteso, ua considerarsi al di sópra dello competizioni politiche: non fu mai rettorico e lo stesso moivo dilla commozione egli lo sfiorò con tocco eggero, come quando accennò al suo incontro con la giovane vedetta, che — ignara di parare- al Comandante dell'Armata - rinfacciava j ai vecchi combatterò di non avere avuto.suf-' iciente fede nelle, virtù del soldato italiano. Il generale Caviglia ha parlalo "er quasi due oro, eppure l'uditorio non s'avvide che il tempo trascorresse, tanto la sua attenzione eva ncatenata all'esposizione che della preparazione e dello svolgimento della vittoriosa azlòrie l'oratore andava- facendo col tono 'li una semplice conversazione. La sua. conferenza piacque appunto per quella Impronta di,suggestiva semplicità, che valse al generale, una calorosissima dimostrazione,, rinnovatasi più volto ancora con viva spon-1taneità quando il generalo Caviglia, ossequiati J i Principi, s'allontanò in automobile. | Il generale Caviglia ha preso le ria un accenno" alla battaglia della, Marna, che fu realmente una granilo vittoria francése, per faro Un raffronto con quella di Vittorio Veneto che ha messo fino alla guerra e travolto nella rovina' un grande impero. [.'Italia e l'Austria nella nrima.vera 1018 ficcavano, sullo linee del Piave,'4l'ultima poste, pronte a darsi! a vicenda il colpo decisivo dei tracollo', u -ui-1 stria tentò il suo colpo nel giugno e ne uscì con l'esercito o la compagine dell'Imncro scos- si. N'oi nel frattempo avevamo perfezionati i nostri metodi di guerra, ammaestrati dalla esperienza nostra, dogli alleati e dei nemici, A noi si presentava le pi : ■ ilbllltà, di un'azione lincisi,,! sul saltante 'he il Piave fa a monte di Nervosa Sulla direzione della bisettrice1 dt quel saliente gli austriaci non avevano coi- struitn che una sola zona di difesa, larga pò- chi chilometri. Molla, quella non vi orano più'dlfess. Errore gravo inquantochi» quella -linea.ch minor insistenza era anche la-linea di mag- gioì- rendimento per una nostra aziono, per-iche ci permetteva di separare hi forzo aiistria-qche della pianura da quelle rtelte montagna é, di manovrare poi por aggirarle da ogni parie. ; «Era la. vera manovra strategica centrale ua-1poleoni'ca. insognava perciò non attirare l'at-, lenzione degli austriaci su quel nunto lino ali niouiento decisivi- non farvi azioni per scopi!- secondari; non mostraro molta attività con< pattuglie, con l'artiglieria: costruire lavori di- fonsivi estensibili. Intento si dovevo studiare! bone il Piave, ed addestrare la truppa al pas- saggio di un llinno con tutti i mozzi, sotto l'àrco della traiettoria: così fu fatto sul Pien-ite. Meritie l'S.a Annata si proparava cosi adiuna inevitabile offensiva, le notizie dèlia di-Isintègrazione interna dell'impero austro-un- ' garicò si andavano precisando, mentre i tele- ; grammi da tutto il teatro di guerra mondialei mostravano elio i nemici facevano gli ultimi '■■ sforzi. Sulla, nostra fronte però lo truppe; im-itrite da odio per noi, non mostravano segno ' alcuno di indisciplina, o di minore resistenza, 1 disertori non erano in numero maggioro del Isolito. nò davano notizie di speciale interessa, Oliando verso la lino di settembre, il Comandò Sunremo dotte l'ordino di preparare l'azione definttiva al più presto possibile, occorrevano , da tre a quattro settimane per raccogliere e Iportare a posto il materiale da ponte. Il ne- niie.o vigilava sul Piave dappertutto: per es- serò sicuri di riuscirò bisognava tentale il nals- saggio dappertutto dove era possibile gettare'n poche oro un ponto d'equipaggiò, il Co-1 mandarite della 8.a Armata aveva la certezza della riuscita; Il solo dubbio proveniva rial Piavo. Infatti il mese scelto per l'operazióne, ttobre, è il mese dello pieno che durano duo o tre giorni, trio sono impetuose, capaci di rovi; ■ ara qualsiasi operazione attravèrso a quel lume. Da una breve e rapida descrizione del corso dèi Piavo si rileva'come i punti adatti al gottainonto dei ponti, tra Pederobba e le.Grave di Papadopoli comprese, l'ossero otte, dei ' quali due erano tàtticamente troppo favorevoli ial nemico per tentarli. Si potevo tentare il passaggio in sei punti. , «Si comincio subito il trasporto del materiale con ritòlte precauzioni, di notte, nor non essere . nuco m errore circa le nostro intenzioni, (ili leroplani mantenevano il donili,io dell'ari:., e j non permettevano agli aeroplani austriaci di levarsi sul nostro cielo, lo divisioni di fante ria si avvicinavano con maree notturne nello : concavità, dietro il Montello e gli Asolai) «L'S.a Armata aveva tre cupi d Armata i Iduali erano dislocati sul linaio così: il 87,0Ucorpo fra Pederobba e le Grave di Ciano; tlìvisti, traendo grande partito dall'esperienza fatta allorché il 2-1.0 corpo d'armata passò l'Isonzo sotto il mio comando nell'azione che portò alla conquista della Bainsizza. Si prò-: pararono le strado d'accesso ai poni: attravèrso il Montello, al colli Asolani: si portarono ubatterio d'attacco, da posizione e lo mimi-1 ztoni, si inquadrò il tiro così da indurlo il no-' ! |22.0 ira Ciano e Nervosa: di -pri alle Gravo di Papadopoh 18.0 Sullo Grave di Papadopoh icominciava, la .ì.a Armata, ma por ^Opera- zione da compiersi Ul.o Corpo d'Armata, che|era sullo Grave passava ai miei ordini. Ogni Corpo d'Armala aveva una divisiono in linea ed una di riserva. « L'Armata doveva ricovero un rinforzo di A Corpi d'armata e sette Divisioni autonomo. Più alcune Divisioni di cavalleria e alci'me centinaia di batterie. Le batterie andavano gradatamente a posto a. stabilire l'Ossatura italia battaglia ; le Divisioni c i Corpi d'armata si dovevano concentrare nella concavità, dell'arco che il Piave fa intorno al Montello.' Si erano divise in truppe di rottura e truppe di manovra. La rottura era ufficiata ai corpi d'annata originari, rinforzali ognuno -.la una divisione, che doveva rimanere in riserva. Data la forma od arco dei Piave, le truppe di manovra potevano in pari tonino portarsi sopra nualsia.-:i punto di passaggio. Gli austriaci avevano davanti a noi sei Divisioni!fra. Vidor e •Nervesa, più uno Divisione in ri-serva d'armata in Valmarano: altre due Divisioni in riserva geuerale vèrso Sacilo e due Divisioni tra Feltre e Belluno. Se l'ottava armata fossa arrivata in un pillilo qualsiasi di Valmarano fra Cison e Vittorio, tagliava via le sei Divisioni di prima linea aushiaohe e tutte le batterie postata fra Virinr o Falzè. 11 concetto Idelk'attoeeo doveva essere questa: passare il Piave sui maggior numerò possibile di pùnti ed avanzare iino ad impadronirsi dello batterie nemiche ■ attaccare od occupare, por subilo separare te truppe austriache della pianura da quelle della montagna, le colline di S. Salvatore e di Conogliaiio. Se un Corpo d'armata non riusciva a gettare i ' Cilici d'aiuola laterali doxcv&uo iwt- eiaro .--libito delle truppe da quella parte per sgombrargli il passaggio: appena in forzi.' ufficienti marciare sulla strada (lison di \ aina ratio-Vittorio ; Impadronirsi delle prealpl bellunesi. «L'artiglieria austriaca era divisa in tre maso. sulle colline di Vidor, di S. Salvatore, ed n pianura a sud di Collegllano. I loto liti erario bone inquadrati, pero l'artiglieria ausiriaca che al principio della guerra per ma- eriiili e tattica di tiro era superiore alla no- VvVriti-nlo francese Graziani 11 nncRf] cno co" mu comUat-tuto; man. lu,0r'" riva che 1 Armala: doveva attaccare off et- ivamento. 11 Piave ira. Pedembba e Nervesa tei una forte inclinazione, la sua velocita rnodia è pure l'orto; a valle di Nervesa rallenta e prende raspollo ai. nume. Nello pione il Piavo supera presto, nel primo tratto indicato, la. velocità ili metri S,o0 olire la quale, col suo fonilo ghiaioso, min è possibile gettare dei ponti d'equipaggio perchè lo àncore arano il fondò •• il pónte ai sfascia, «Coserò d(d 2.1 doveva aver luogo l'inizio dell'attacco. Tutto era pronto. I soldati — che in trincea hanno una sensibilità squisita — frei iterano d'impazienza, lo ricordo elio un mattrpò. ni crepuscolo, mi ero recato a trovare stilla linea del Piave una vedetta, perchè, mi piaceva sentire direttamente'quello che i soldati pensavano. Ero imhaccuccàto net mio capRotto. « — Ebbène, domandai alla, vedetta che non mi riconosceva — che cosa ne dici?» « — Pico — mi rispose il solatelo — clic curia vergogna star da questa parte del (lume! Dovremmo essere dall altra. Voi altri vecchi non avete fedo nello spirito di sacritelo dei soldati ». « — Tu Ina ragione — risposi a una volta — lo sono il tuo comandante d Armata o quello elio mi dici mi fa piacere. Vedrai che W fede l'abbiamo. Come tt chiami?». La vodetta mi mormoro il suo nome. « Di che paese sci?'» — domandai ancora. « Di Brescia ». « DI che classe?» « — IraM»- «Sta in buon animo ! Domain saremo di la dal nume. Addio, piccolo 1 ». «La sera del 2-1 — riprende il generale Caviglia — doveva aver luogo l inizio dell attacco. Tutto ora pronto, gli uomini, io armi e i materiali, ma le pioggie avevano portato la temuta piena, cosicché non fu possibile gettare I ponti e si dovette.rimandare l'aziono al giorho 2(1. «Però la decima Armata setto alcuni battagitani sulla Gravo ili Papadòpoli e catturò alcune ceritiniiia di austriaci. La 4.0. Annata ovava invece cominciato i suoi vigorosi attacchi sul Grappa, dlmosira-ndo una tenace resisteriza. Passo il 25 con ilSgbive alio od il 2(i pulessendo la velocità deft'iìunie vicina, a metri s,::0, poiché non pioveva, decisi di passare. Si gettò uri:'pontea Petlérobbìt: due se neget- sira-, alla battagliò del Piavo sì era mostrata iserisibiìmentc inferiore. Noi avevan- - dispo1 sto lo nostre batterie in modo da ricol >tiz: /.au- .lo mosse nérniche, od avevamo ripartiti | ulli gli altri compiti speciali dell'artiglieria n quella battàglia. Tutto'andava a. posto com'era, stabilito e si calcolava che- il 22 ottobre tutto sarebbe stato a posto so il tempo ci avesse favorito; il 25 so l ternoo rosea stato cattivo. Il 13 ottobre il Cornando Supremo, modificando alquanto gli ordini nracedonti, costituiva duo nuovo Armate, la decima sotto il comando di lord Lavori composta del 1-i.o Corpo d'armata britannico o dell'Ilio italiano, davanti olla Gravo li •Pànàdopoll; la 12 a. Armata sotto il comando ' compósta di una Divisiono francese e due italiane. Per farlo poslo restringeva alquanto la f'.-onto dal 2".o Corpo d'armata. La decima Armata dipdlidova 'la me. Nel mio primitivo ordino di alterazione avevo deciso di non impiegare te Divisioni francese e britanniche come truppe di rottura, ma fra lo truppe di manovra. Dovendo ora css" entrare in lino:!, si n-nsn di vestire di grigio-verde lo truppe di prima linea perchè il nemico non notasse nessun cambiaoculo Alle truppe britànniche, allo truppe '■ hanno valorosamente ordiate commosso sagriti d'arme. « L'ci'iliuo "d'operazione del Comando Supremo attillava pure un compito datiacoo alia 4.a Vrmafà sul Grappa. Si riteneva pi-itna che dovesse ossero soltanto dimostrativo por fissare le truppe austriache elio fronteggiavano là V.a Armata e Specialmente le due Divisioni accampate tra t'cltre e Belluno, ma ora appa- , bilito una iiesta di raggio nel villàggi tarano a fontana dèi Buoro o due olia tiravo di Papadopoll. L'S.o Corpo non riuscì a getare i ponti. Alla mattina del 2i la situazione ora questa: il T.o Corpo aveva passato al piante di Pederobba alcuni battaglioni della Bri gaia Campania ed a Fontana dèi Buoro .la Brigata Cuneo. Il 22.0 Corpo a Fontana del Cuòio aveva passato la Divisioni.' d'assalto e a à7.a Divisione. Questo truppe avevano staponto di circi i km. di ,. di Filze, Sernàglia, Mó- naco, Foritlgo. La lu.u Armala aveva passato due Divisioni britanniche e due italiane od de aveva anch'essa una tosta di ponto ili circa 4 chilometri di raggio. Il nemico intanto, passato lo brlmii oro della sorpresa-, contrattaccava violentemente la Brigata Cuneo e la prima Divisione d'assalta elio resistevano. Tutti i contrattacchi furono respinti col concorso dela vigilo protezióne dell'artiglieria. Pioveva violentemente, il fluiriè cresceva, cosicché si dovettero ritirare i uti. fa parte principale spètitavti all'8.o Corpo, quello che doveva im- „'.,,,,.,,„,,.<.: rinnn -.itiir» ili «fòlvntra ,'i •' taT.i., ^' 4e non or, rtrWdto i te t-i • K^gy&ViSreMiTtoW ,,',,',, ; . ' ' . ' ,. ri ' i „ . - .-^-.r p !,rcn eiIu,il' fói c-loe da,1C l"ave " pò7 "le1'condizioni del fiume, durante ti Uy c nella notte del 5R. non poti passare, nò eUri ponti si poterono gettare. Comtncfc 18.0 Corpo d'armata, farlo marciare su Suso gatta por aprire la -"'rada all'S.o Corpo. Ma passare al mattino ti al 2* "cosicché verso mez , rim.no aveva passato la Brigata/Como e-la Brigato Bisagnò. Queste due Brigate, con una pQtento preparazione dì artiglieria che le precedeva, d'ano giunto \crso sera ai ponti delia gtriaco di non avere fortificato'le alto negliano o ài Vittorio, cosicché li lini Priula. Al primo soldato d'Italia, a S. Mi il Ho che ogni giorno passava alcuno oro nelle trincee dei Mouteilo e verso sera passava al Coniando dell'S.a Annoia a prendere le notizie di tutta la fronte, potei annunciare la lieta novella, preludio di vittoria. «Intanto il tempo si metteva al bello ed iì fiume calava. La vittoria sorrideva finitime .te alle armi italiane. Nella notte dal 28 al 21) tutti i ponti furono gettati e le nostre truppe passarono dappertutto. Gli austriaci resi levano sempre funaiuente sul Grappa, intorno a Vidor, nella pianura di Sernàglia e nella pianura a sud di Susegana verso il Monticano. Minoro resistenza sulle altura di Còriegliano, così che allo sera del ìS> la linea del Monti cimo ora già superate alle origini. L'errore au ì di Codi ma simo rendimento strategico era anche Ialino: ii minor resistenza, cominciava a doh'uea, si dall'i " 29 gravità delie sue conseguenze. !.. sera del furono emanali gli ordini perchè'per tutte la strado si marciasse su Vittorio è sulla stradi! Vidor-Clsoti-Vlttòrio per poi muovere all'atte :co delle Prealpl r.ol!unc-;i e prevenirvi P austriaci. Alla mattina dèi 30 alcuno pattuglio del rocrcirn- atti lancieri di Firenze elio il co mandante dell'Armata aveva lanciati- per la strana di Vaiolarono giungevano in Vittorio insieme con pattuglie ctall'S.o Corpo o lioco dopo Vittorio era liberata. Le nostre truppe salivan "alilo Proalpi Fìe'.btnesi, in pianar superavano il Monticano è si dirigevano vei'sol « La prima divisione di cavalleria che aveva passato il Piave presso le tiravo di Papadopult, si trovava fra Piavo e Monticano; il .comandante dell'Armata lo ordinò di dirigersi per Gonégliano o Vittorio verso Polcenigo, per guadare la Livcriza alle origini e girare cosi ulle le difese austriache su quel fiume. Sulle Preàlpi Bellunesi il nemico slava organizzando delle resistenze, ma alla sera del 30 il 7.o Corpo d'armata ne aveva già occupato a .cresta al Monte Cesan e scendeva verso la onvàlle bellunese.'girando il'Passo di-Sati Boldo, contro ii quale si era arrestato il-22o Corpo: L'S.o Corpo aveva mandalo ima colonna apida a. girare per il Cansiglio il Passo di Fadalto. ti :Vl.ta Proalpi Bellunesi erano superate, conio pure lo ora la l.ivonza allo origini. Ormai il nemico ora in rotta su (ulta, la ronte, o la via di Vienna ora aperta ed il ompitò deirs.n Armata era fluito. Non restava dio raccoglierò dappertutto i frutti della vittoria, inseguire, incalzare, non dar tregua, penetrare noi territorio nemicò o dottare, la paco da Vienna. Ma l'armistizio arrostò le nostro truppe vittorióse. « La battaglia invocata era stata analmente òmbatlùta,,senza tregua, por oltre una settimana, " la vittoria si ora data, a noi pionanii :;'o. colpe noi avevamo voluto, corno noi avevamo fortemente voluto. Per i colpi del'oliava e della decima Armata fra monte e pian.) nella direzione della bisettrice del sa Monte di Falzè, avvenne la rottura del fronte austriaco in due parli; lo forze della pianura urono violentemente separate da anello della montagna, e poi l'aggiramento, la demoralizazione compirono la rotta definitiva irrime iàbils noi spcoli. L'esercita austro-ungarico rollava e seppelliva rielle suo rovino l'Impero degli Absburgo. «Mentre l'entrare in una pace dopo una lunga guerra presenta lo stesse inevitabili incognite dell'entrare in una guerra dopo una lunga pace. Gravi problemi si addensano intorno a oi che si possono cosi sintetizzare: redimerci conomicamente dal passato; costruire più salamente la vite, morale del popolo, cosi da endoiìa più omogenea e perchè tutte lo sue manifestazioni politiche, sociali, economiche iano più elevate, il rendimento del suo laoro sin maggioro, la sua. paco più sicura pecialmente la paco interna. « Problemii gravi. 'Ma l'Italia ha ora ima cocienza di sè, che prima non aveva, e quéste potrà ossore la forza principale che la spin gerii verso i suoi alti destini ».