Una via d'uscita per Fiume?

Una via d'uscita per Fiume? Una via d'uscita per Fiume? D'Annunzio proclamerebbe il porto-franco - Colloquio dell'ambasciatore inglese con Nitti - L'inasprirsi della letta elettorale a Roma o e o e i e e a i l e e e a n e n a l a e l e l a a o a l o n o a i o n , e i à i e a i e a d e a. e o e i a a a| Ol n , hi d, Roma, 1, notte. Al Consiglio dei ministri che sarà tenuto domani viene attribuita speciale importanza in seguito alle notizie che all'ultima ora vengono diffuse circa la questione di Fiume, la quale starebbe :entrando in una nuova fase. Ciò deriverebbe dal fatto che D'Annunzio metterebbe in esecuzione il progetto da lui indirettamente trasmesso a Cleinenceau. Come i lettori ricorderanno, qualche tempo addietro il D'Annunzio affidò al pubblicista e poeta francese Achille. Richard, perchè lo recasse a uomini politici francesi, un proprio progetto di sistemazione della questione d'i Fiume. Una copia di questo progetto venne consegnata per volere di D'Annunzio al presidente della Camera francese, Deschanel, che a sua volta lo trasmise alla Conferenza della pace. Orbene sarebbe questo progetto che D'Annunzio si appresterebbe a realizzare. La base di questo progetto consisteva nella trasformazione di Fiume in un grande porto franco. Ecco, secondo telegrammi pervenuti stasera da Trieste e pubblicati da giornali politicamente amici del D'Annunzio, quali sarebbero le intenzioni di quest'ultimo. « Il comandante di Fiume — dicono i telegrammi, — avrebbe intenzione di riaffermare in modo preciso la validità del nuovo Governo di Fiume, anche di fronte alla Conferenza, in modo da far prescrivere il cosidetto mandato affidato dagli Alleati ed Associati all'Italia per risolvere la situazione ritenuta illegale di Fiume, e considerata, come si ricorderà, ima questione interna italiana. Prescritto cosi il mandato, che ritornerebbe virtualmente alla Conferenza, Fiume — corno ha chiesto, — sarebbe in condizione di poter rivendicare da sola la sua causa, difendendosi da solo, e difendendosi sino all'estremo ed in un altro modo ancora». Secondo i telegrammi in parola, Fiume vorrebbe prossimamente applicare in pratica il proprio diritto di autodecisione reclamando ed attuando il porto franco. Le navi di tutto il mondo sarebbero nvitate ad entrare liberamente a Fiume, ed ò probabile che non vi sarebbe più in mezzo all'Adriatico qualche torpediniera amica — a scanso di malintesi non italiana — che oserà fermare i piroscafi mercantili, col'.'intimare loro.di non proseguire per Fiume. Queste sono intenzioni attribuite al D'Annunzio, intorno alle quali, nelle sfere autorizzate, non si dà nò una smentita nè una conferma. Però, il solo fatto cho questa notizia viene pubblicata liberamente, senza che la censura abbia creduto opportuno di intervenire, basterebbe a far credere che essa non manca di fondamento. Che delle novità possano avvenire sulla questione di Fiume è da desumersi anche dai fatto die il nuovi ambasciatore d'Inghilterra presso il Quirinale, sir Giorgio Buchanan, si è recito a Palazzo Braselii dove ha avuto un colloquio di oltre un'ora col presidente del Consiglio on. Nitti. Gli amici di D'Annunzio after mano che la risoluzione accennata di D'An nunzio fu da lui ventilata sin dai primi giorni dell'impresa. Sempre secondo i dannunziani, tale progotto sarebbe basato sulla seguente considerazione : dopo l'impresa di D'Annunzio le trattative internazionali ner la soluzione del problema si erano basate eselusivnmentc sulla pregiudiziale, ctie aveva fatto di Fiume una questione politica interna del nostro paese. Ora gli avveni menti avrebbero dimostrato Fimpossihiiità, da parte del Governo italiano di trovare una soluzione sulla base di quella preeiudiziale. Quindi, ne sarebbe determinato un orientamento completamente diverso dr. quello seguito sinorn. L'orientamento si riassumerebbe nella accennata dichiarazione di porto franco. Tutto ciò vi riferiamo per dovere di cronaca e colle dovute riserve. La frase di un ministro La lotta elettorale prende alla capitale una piega che non è decisamente quella auspicata dall'on. Nitri noi vari documenti pubblicati nel periodo delle elezioni. La concordia tra gii elementi affini, invocata dal presidente del Consiglio, appare a Roma una specie di mito. A due settimane dalla giornata del voto, la campagna elettorale appare già impostata sulle ai/Ini corte. Se le violenze sono mezzi polemici e se esse dovessero subire (come non si può escludere) una progressione, si può prevedere un periodo finale di lotta estremamente combattivo. Quali sono le ragioni per cui la materia elettorale è diventata cosi infiammabile? Quali saranno dal punto di vista dei risultati del 16 novembre le conseguenze di una passione elettorale così ardente, se non neVe masse, almeno nelle fila degli organizzatori ? L'origine dell'attuale stato di cose deve ricercarsi nella scissione nel campo costiti! zionale. I risultali delle elezioni si delineano a Roma a favore dei parai., intermedi, La .scissione dell'elemento costituzionale costituisce, come dicevo, la causa essenziale della violenza che la lotta elettorale assu me. La scissione ha diviso gli elementi monarchici in due campi; in quello ministerìa;e ed in quello antiininisieriale. Sono questi due elementi che si battono tra loro per ora a colpi di manifesti, di ordini del giorno e di violenti polemiche, giornalistiche. I ministeriali, che hanno propugnato e rivendicato la loro libertà di aziono verso l'en. Nitti, combattono (avendo a capolista il ministro Alfredo Baccelli) nel campo del fascio liberale-democratico. Gli avversari, aggregatisi ai nazionalisti, combattono nel campo dell'Alleanza nazionale. In soccorso di quest'ultima giunge all'ultimo momento — però soltanto a lini polemici — il partito popolare, che spera di essere tra i due litiganti il terzo che ne approfitta- La lotta è scesa dal terreno delle idee al terreno personale. Siamo alle accuse dirette, che vorrebbero gettare uria fosca luce tanto sui candidati del Fascio come su quelli del l'Alleanza. Sul terreno politico l'uomo più fortemente preso di mira è il ministro della P. I„ on. Alfredo Baccèlli. Egli è folto segno ad un fuoco incrociato dei cattolici e nei 113 zionulisti. Il partito popolare scende in lizza contro il deputato uscente di Tivoli per avere, egli direttamente e indirettamente sollecitato per sè il voto di preferenza e per averlo di più sollecita per sè solo, in una lista che, essendo composta, di 15 candidati, consente tre voti di preferenza. Intorno a ernesto egoistico atteggiamento del ministro della P. I., già venne pubblicata df.i cattolici r.vversari una lettera autografa. Oggi \kne dal «Corriere d'Italia» stampato un altro documento. Si tratta di luna Ietterò scritta su carta iti testata della Camera, non p;ù dui ministro ma dal suo I Comi iato r ìet'ora.'r. La lettera dice- « A lei, faceva ddCscmdlAndfnccsamdcCnvmzsgnqsdagècdvcggsvrThdllfNsgdcutSscèdzzdpelspadrmgtfqencbpgevcsSipstpcennotpnnmrcAZdvpcdmI l- : f»x-C*de<« araito dei ministro non :1 mer-fert che il Comitato rivolgesse alcuna clonazione, ma per meglio a alorare la i di lui rielezione a deputato la preghiamo di prendere accordi con altri cittadini dei Comune e con questi costituire un Comitato senza distinzione di partito, che abbia precisamente lo scopo, ed 6 quanto volevamo mettere in rilievo, di fare cadere sul nome di lui il voto di preferenza che ciascun 0lettore ha diritto di aggiungere alla lista». A questa pubblicazione gli amici del ministro rispondono rivendicando il diritto dell'on. Baccelli di chiedere il voto di preferenza dal momento che tale»ot,o esiste a. norma di legge. L'Alleanza Nazionale fiancheggia, i cattolici rivolgendo nll'on. Baccelli un altro addebito, 0 questo di natura strettamente politica. Un grande manifesto affisso stasera rimprovera aspramente al ministro Baccelli di avere, parlando quale deputato a Soriano del Cimino, in provincia di Roma, e precisamente nella sala, del Consiglio comunale, lanciato un'affermazione dalla quale i nazionalisti si sentono gravemente colpiti. L'on. Baccelli, secondo il manifesto, avrebbe detto: «L'Alleanza Nazionale vuole e prepara una. nuova guera che l'Italia non è in condizione eli sostenere: votare la lista dell'Alleanza significa volere una nuova guerra». Oro, 1 nazionalisti sfidano l'ori. Alfredo Baccelli sostenere in un pubblico contraddittorio, a propria affermazione. Inutile dire essere questo un contraddittorio al quale, mai assisteremo; poiché, per quanto i tempi .siano democratici, i ministri non hanno ancora adottato il sistema di parlare sulle piazze lall'alto di un tavolo di osteria, magari otto la pioggia ed il vento che da vari giorni ci deliziano. La frase del ministro è però, per la portata elio può avere, anche fuori dell'ambiente elettorale romano, destinata a sollevare discussioni assai vivaci. Esse però impallidiranno in confrono ai metodi polemici già in applicazione, cho feriscono personalmente nella loro dignità e nel loro onore i candidati. Roma è già tappezzata di manifesti e mediante questa forma anonima le più gravi accuse vengono lanciate alla lista del Fascio liberale, cioè alla lista ministeriale, quella che T popolo, a motivo della sua composizione, ha definito «fritto misto», c che è la più duramente colpita. La lista reca in calce la scritta: «Votiamola al grido di Viva l'Italia ! ». Sotto questa lista sono state affìsse altre strisele recanti: a Evviva F. G. Nitti»... e poi ingiurie sanguinose. Razzi elettorali Questo per la lista nel suo complesso. I singoli candidali sono trattati molto peggio. Un manifesto chiede ad un candidato del Fascio perchè sia uscito da una ditta commerciale, 0 lo accusa di avere, essendo ufficiale durante la guerra, assunto forniture militari a condizioni onerose per lo Stato; un altro manifesto tratta come tedesco (e ne stampa in tedesco il nome) un candidato che da sette anni da svizzero* si è naturalizzato italiano ed è oggi candidato dogli agricoltori dell'Agro romano; un terzo manifesto rievoca le imprese dell'esposi ziono del 1911 a proposito di alcuni candidati che affermano di non avervi avuto parte. I! Fascio e le altre Organizzazioni elettorali reagiscono a loro volta contro l'Alleanza nazionale e contro i loro avversari in genero .Così, i manifesti sono coperti appena affissi, da altri che affermano avere un candidato nazionalista giurato fe deità a Francesco Giuseppe. Si tratta di un ricco signore, clic per divorziare ha momentaneamente assillilo la cittadinanza ungherese. Siamo appena all'inizio. Altri razzi elettorali vengono tenuti in serbo per la scena finale detla lotta. Intanto vi sono già due querele: una dei nazionalisti all'«Avaritit» e una d'un candidato socialista al giornale nazionalista. A questa intensa battaglia di carta stampata, che ha reso policrome le basi dei monumenti antichi e dei palazzi principeschi, non corrispondo ancora una grande animazione della massa. La città eterna, che ha visto tra le sue mura più volte millenarie svolgersi tanti aspetti della commedia umana, non si appassiona eccessivamente, per ora, alla lotta elettorale. Sono elementi importanti, sono sopratutto i «buzzurri» che scatenano la tempesta. La propaganda elettorale presenta per ora questa caratteristica: soltanto i cosidetti partifi di avanguardia parlano sulle piazze in pubblici comizi. Il Fascio non espone i suoi candidati alle incognite dei contraddittori e fa parlare dinanzi ad un pubblico selezionato, nei saloni delle accademia filarino nicìie. Uri elemento nuovo interviene a spostare ogni pronostico basato sull'esperienza delle precedenti elezioni: la provincia. Peraltro .i più esperti manipolatori di elezioni, pur essendo restii nel formulare previsioni che non siano approssimative, affermano clic, salvo non impossibili sconvolgimenti dell'attuale situazione, si può ritenere probabile la riuscita.'dei deputali uscenti compresi nella lista del Fascio liberale, cioè Alfredo Baccelli, Giorgio Guglielmi, Veroni, Zegr'etti, Carboni, nonché di qualche candidato nuovo dol Fascio. Il secondo posto verrebbe conquistato dai cattolici, cioè da' partito popolare, fortissimo in provincia, g che metterebbe al sicuro II 0 -l suoi candidati. 11 resto (cioè ì o 5 posti) verrebbe diviso tra socialisti, alleanza naziono fascio di avanguardia. Ma queste non sono previsioni: sono calcoli di probabilità clic gli esperti fanno in un momento relativa mente ancora primordiale della lotta. L'agitazione delle Cooperative e la questione alimentare Roma, 1. ' notte. L'agitazione delle Cooperative contro il caro viveri e per l'immediata esecutorietà del Decreto Murialcti, ò entrata nella sua fase acuta. Alia Lega nazionale delle Cooperative è pervenuta la notizia che numerosi Enti federati hanno già tenuto adunanze che erano state indette per il 3 Novembre, votando l'ordine de! giorno prestabilito di Invito al Governo a risolvere la questione della distribuzione alimentale. Alio stesso scopo le cooperative hanno già iniziato una campagna fra le masse I elettorali e molti candidati, specialmente quelli del Partito socialista, svolgono il programma delle cooperative affermando la necessità che il Governo riconosca il valore delle cooperative dal momento in cui il riconoscimento avrebbe una vasta ed Immediata applicazione, quale è la distribuzione al iman tare. Notevole il fatto che anche le Cooperative cattoliche, pur non dichiarando !a loro solidarietà, concordano nel. concetto fondamentale della pretesta: e aspre censure si sono già avuie ai comizi cattolici Le otto ore di lavoro in Olanda L'flja. 81 La mime fumerà ha approvalo .all'unanimità Il progetto di legge relativo alla giornata idi lavoro di otto ore e" alla settimana di 45 ore. « Fili! e in inizio Sintomatico commento della "Vedetta,, (Servizio speciale della scampa) Fluii», 80. !j Con altre parole, commemorando l'annive*» sario del 30 ottobre, la Vedetta. d'Italia ripeta le dichiarazioni fatte ieri l'altro dal maggjo» re Reina, e che vi ho segnalato. Xè t legiò. nari, irò i fiumani pensano a portare la rivoluzione in Italia. Non spirito di fazione li ha animati a compiere la loro impresa, mai il desiderio di salvare la città, «L'uomo venerando che oggi ha presieduto la seduta del nuovo Consiglio — scrive — ha : inaugurato l'adunanza col grido fatidico:! . « Viva il nostro re Vittorio Emanuele III ». Questo grido è ancor oggi il grido dei flumaf ni, di quei fiumani cui la torbida fantasia di qualcuno ha voluto attribuire biechi disegni militaristici o rivoluzionari. Questo gridò d'a' more viene dalla più alta autorità, civile di Fiume, cui la -calunnia dei nemici e dei demagoghi attribuisce la volontà- di scatenare in Italia la guerra civile. E' questo dal XXX ottobre fatidico il nostro più pungente rio-loro: questa incomprensione che non sa va» doro la purezza del nostro palpito, che non sai raccogliere se non le più strane insinuazioni contro Fiume, e i suoi difensori. (Ventisette righe censurate) E conclude: «Non sappiamo. Sappiamocha puro è il nostro animo, che nessun fucile no» atro è imbracciato contro i fratelli, che l'a« niino nostro è deciso non a chiedere il sa* orifizio dell'Italia, ma ad offrire all'Italia i'I nostro sacrifizio. Se in ernesta torbida vigilia elettorale c'è ancora qualcuno capace di ra'tonare in buona fede, deve pure comprendere questa nostra parola, che noi ripetiamo) ancora una volta da Fiume d'Italia, in serizio di Fiume 0 in servizio dell'Italia. Siamo! alla guerra di trincea, o fiumani. Resistere il nostro dovere ». ' Simpatici conienti inglesi j alla questione fiumana ; Parigi, 1, notti. ; La Stefani ha da Parigi: Il Dai!u Mail, a proposito della questione di Fiume, scrive che l'Italia è giunta al limita delle concessioni possibili e che essa non fari alcun nuovo passo per un accordo. Il giornale afferma che la stampa italiana del vari partiti dichiara che il risultato delle elezioni su tale questione sarà infallibilmente favorevole al Governo. Il New York Herald si- domanda che cosai Wilson guadagna con la sua opposizione aliai questione di Fiume, e su quali ragioni ponga] la sua opposizione, dopo che egli ha ceduto) sulla questione dello Sciang-Tung. Il giornale esorta Wilson a non abusare della meraviglio* sa pazienza del popolo Italiano, tanto più cM Wilson non ha l'appoggio del popolo america.! no per il quale 11 problema di Fiume non ha interesse. L'America invece comprende t sacrifìci! ed i 'rischi dell'Italia per una sollecita sistemazioaie di tale gravissima situazione, conformemente al principio di autodecisione del popolo fiumano. _^ Altre informazioni! sai nuovi provvedimenti finanziari Roma, 1, mattino. Il Temvo pubblica sul nuovi provvedimenti finanziari annunziati nella lettera dell'on. Nitti, ai suoi elettori, i seguenti particolari : « Al pagamento della nuova imposta sul pati-imo* nio destinata a sosiituiire il prestito forzoso* non sarebbero soltanto obbligati 1 patrimoni esistenti al 31 dicembre 1919, ma anche i patrimoni che si formeranno in seguito, e ciò int omaggio al principio della giustizia distribuì tlva, tanto più clic l'accertamento e l'applica* 1 ziono dell'imposta si estenderanno per un lun-i go periodo d'anni. Il .nuovo progetto di impo-i sta manterrebbe il carattere di progressività! del primitivo progetto, mentre le aliquote nel verrebbero ridotte in modo che si aggireranno] intorno al mezzo por cento, che equivale aduni decimo del reddito in media. Sarebbe inoltre) mantenuto l'òhbligo del giuramento da parte del contribuente al momento della dichiara* ziono del patrimonio. Quanto al prestito- volontario, esso sarebbe emesso sotto la pari all tasso del 3.V per cento. I titoli del nuovo prestito sarebbero esenti dall'imposta sul patrimonio, ma concorreranno però a stabilire l'ali* quota, e, si Istituirà una cassa di ammortameli* 10 per l'estinzione del prestito In trent'anniJ 11 gettito del nuovo prestito sarebbe destinato) a provvedere alla riduzione del- debito fluttuante e alla riduzione della circolazione carta-, cea e a far fronte alle esigenze di cassa. \i pagamento degli interessi e degli ammortamen* ti si provvederebbe con il provento dell'imposta sul patrimonio, la quale verrebbe così ad assorbire l'imposta globale del progotto Meda»* Quanto alle altre tasse 'ed ai ritocchi ai quello esistenti, il Tempo aggiunge: « L'imposta sul vino, già approvata rial Governo e) stabilita in L. l» all'ettolitro, tenuto conto] dello esenzioni accordate ai produttori di*, retti, può essere suscettibile di un gettito airi imo non inferiore ai 300 milioni di lire. Impossibile è poter stabilire anche approssimai tivamente il gettito annuo di cui potranno] essere) suscettibili i nuovi monopoli! fiscali at* tuati e (Iti. attuarsi ila! Governo, tanto più che. eccettualo il monopolio delle lampadine elett triche (già attuato) e del caffè, non si sa ancor.-] con precisione quali altri monopolii fti scali verranno attuati. Dai ritocchi alle tassai sugli affari e dallo imposte saltuarie sulle manifestazioni esteriori della ricchezza, enei completerebbero i provvedimenti governativi di carattere ordinario e duraturo, si potrà sperare un gettito di 400 milioni. Così da questo! calcolo approssimativo si può ritenore che ili gettito complessivo annuo dell'imposta sul vino, «lei monopolii fiscali, delle tasse sugli afri.-' fari e degli altri cespiti minori, potrà rail-'giungere un miliardo circa all'anno. Tua gettito, aggiunto al miliardo che potrebbe «fi sere suscettibile di dare una corretta applica» zinne ilelhi riforma Meda, elevorebbe il -geti tit-i amino dei nuovi provvedimene a dlM miliardi. Saremo ancora lontani dai tré'miliardi a cui abbiamo calcolato ammontare il 1 ».^. *• Le eiezioni per il Consiglio Nazionale elvetica Santa, 1, sera. Nelle .-lezioni per il Consiglio nazionale neT cantone di Berna, il nuovo partito dei contadini e degli artigiani borghesi ha ottenuto 16 seggi; mentre il partito socialista ne ha ottenuti 9. Robert Grimm, promotore dello sciopero generale, e Retnhard. presidente del Comitato centrale del partito socialista, non som* stati eletti, anche Hirmer non è riuscite eletto^'