L'Esposizione nazionale di Belle Arti al Valentino

L'Esposizione nazionale di Belle Arti al Valentino L'Esposizione nazionale di Belle Arti al Valentino itratiisti. Ahchò il ritratto subisco una crisi, che por. Li grande pubblico in conspetto delle opere de"1 cosi.letti modernisti, 6 una crisi di bruttezza. Mn all'Esposizione al Valentino non c'è Quasi modo di accorgersene. Non mancano, si, cor-; te facce tumefatte, stralunato, chiazzate di ; viola, di verde, di aziurru; maschere grotte-, sona, che d*po aver divorziato dall'anatomia ■ trescano con una cotal nuova teoria geometri-1 ca. ricca forse di siiTnl.".«.:'.lonl recondite, mai povera Ji contenuto espressivo. -Peraltro, conili Dio vuole, di fronte ai posteri oggi possiamo ù.rei fortunati. Essi non saranno tratti a domandarsi Quale generazione fossn la nostra; se di alcoollcl, o di etici, di contrassegnati dal marchio del vizio, o da quello della Whe ereditaria. Cosi mentre la lolla s'accenIuh in ogni altro ramo dell arte fra chi,forma le falangi di Ieri, capitanate qui da Gfacónfo Grosso, Ai cui già. parlai, e chi vuole essere oggi all'avamfnardta, regna invece nel campo del ritratto una quiete relativa. Larorl come quelli del Sansoni non possono infatti bastare a turbarci l sonni, perchè nel loro ixolM-iei.to hanno più il tono dimesso di aspirazioni solitarie, eh* non di ardimentosi squilli <ll ribellione; e l.i l'anslottl ci concola, delle grevi disuguaglianze del ritratto di signora; rivelante un opera a tratti ricca di bravura, a tratti inutilmente pretensiosa e slegata e squilibrata con là vivace «pantomima", così franca nel pennellegglare, cosi succosa .11 colore, così Indovinata negli azzardati contrasti tonali, e fresca e spiritosa. Il liei faccione roseo di prelato del CadÒrin si trova Invece un po' a disagio fra 1 irrompere del modernismo. E' anzi una pittura tranquilla, una variazione su una sola gamma di colore, troppo uguale, troppo ripetuto ovunque in ogni parte del viso, ma con ricercho gustose di esprassione e di disegno. M.tvtìo I»_«>tì.f{!!or>c' Sarebbe, invece, più a posto tra i giovani di avanguardia Morie. Revfeflione. Artista di :n«ejmo e tutto penetrato di signorilità, egli .•'acritica tal*r* anche troppo Ai desiderio essere consideralo come uno di quegli « artisti di eccezione •. dei quali sono palesi le treccie nella sua pittura, e — assai più — nella concezione dell'opera d'arte. Egli e un rafllnnto, e — nel paesaggio — un sognatore. Ma paesaggi egli non ha qui ed i due ritratti muliebri, che egli espone, ci interessano meno per quanto coatiuiiece l'elemento principale in questo campo dell'arte — <1 viso e le mani — che non per una ricerca s-oltile di altri elementi, di cui la sensibilità, dell'artista largamente si complace. E' vero che. egli sembra aver voluto cercare qualche profondila di valori «f-pressivi nel ritratto in nero ; ma di occhioni celesti su un cornicino, ovo il gioco dei piani e del chiarc-cum è ridotto ad una semplicità lontana dal produrre in noi una qualche emozione, oramai s:.tmo stanchi. Piuttosto si direbbe, cho il Uovi elioni? tonda a da-, rivare una espressione psicologica dall'ambiente, dai particolari. ::-.! 1 bene. So infatti un ritratto d'uomo deve far pensare, od esisto essenzialmente per il carattere impresso dall'artista ne! viso, nalle mani, orde sembra quasi ehe e-rrli vonja a noi r'r dirci la siia vita, per imporci la sua volontà., nella donna Piovane noi vediamo invece qualche cosa di impersonale, un tema su cui chi la ritrae può tessere tutto quelle variazioni, ohe l'eleganza, il gusto, il sorriso della bellezza e dell'arte passone suggerirgli. Il carattere 'fisionomico dlvnnta una cosa sola con l'ambiento, poiché l'smhjente ^ tanta parte nella femminilità. E la donna, resa cosi più «seducente da tutto quanto intorno può, farla più bella, attende quasi ohe noi si vada ad incontrarla. Ora ;nest'arte possiede Mario P,evi2li'ine, e sa faria valere anche quando in apparenza il accontenta dalle c»ae più semplici: ad esempio nel ritratto in nero. Ma anche nella semplicità egli è un raffinato. Guardando la sua pittura mi accadde di sentire vibrare in me un'eco lontana della poesia di Paul Vorlalne. Qualchacosa di sensuale. • di cantanuto ad un tempo aarnbra correre eon brividi leggeri la tei». Il flore pomposo, che campeggia sulla cinturi delia veste del ritratto di sienera In rledl. sarebbe ferse uno di quel fleurs du mal. di cui tra 1 profumi sembra vivere l'arte di Mario Revlgllone? Del resto una pittura abile: ricercatrice accurati di forme di un disegno elegante e preciso: evidento: armonica. Ma dominata da reminiscenze troppo palesi. Ah! anello biennali veneziane! ** _ poehUalmi l nomi di dopm. clie appartono tn ernesta l-.spomzlone. Qualche arK»« a tenne in diafane. Altre n«n trovarono irs aia nressn la iwrla, di nna severità In «n.il?1»8 caso, persino eccessiva. In «.stanza l'arte femminile è nru rappresentata soltanto da Em- ma eìftrd, dl[ Adrlyna Miani-Peltl. da Italina Santini, ehe appunto si fa innanzi con un ,-i tratto «mia madre», nn po' tormentato, neraslro, ma di una dipnità di sentimrmto nore- vo]Ci dft Em|1!a Ferrettlni-nossotti. dalla soul- trice Gemma Pero, da Antonietta Popliani - ■ Paoli, di cui è apprezzatole un ritratto in cera: da Pia Fracassi-Rossano, da Maria ne Matieis. da Gilda Pansiotti, di cui eia scrissi: da Ottilia Tersagli): da Ad/i Rocohl-Vlcl: da Ulna Romolt: da Teresa Torello: da Carola Travaglio, che ha anch'essa un ritratto di una sobrietà uotevole: da Nlna Ferrari: o fra le mlniaturiste da Pia Galli, da Giuseppina Clava, e da Antonietta Rocchi-Cantucci. Ma della miniatura, compresi l ritratti, parleremo .»uù tatui. 1 ) Con queste artiste ecco, F.%an^elina Alnlati, coa^niattro ritratti vari di .memo, diversi nei inKfì.Ilmonti, ma nel loro insieme toll do «m statare il gran discorrere, cho si U d essi. _ infatti l'Alclati, dono un periodo di incer lezza. Illuminato di nuanrlo in nuanao o» sprazzi di luce intensa, che a noi mostravano ir fiorane artista ogni volta più sicura verso [a meta, ci «1 presenta oggi vigorosa, cquilt .irata osservatrice coinè forse non ci apparve .:nai Allieva di Òlàconio Grosso essa del rnac-1 .N-o attinse il seereto, che fa dell'arte, una fioia. Cioè quella sensualità magnifica dei nostri veneti del DW, per cui la pittura fu un miia al colore, alla sontuosità dell'ambiente, al vigore del chiaroscuro, all'ebbrezza delle luci d'oro pioventi su Venezàa, prosperosa, ricca, maestra di civiltà. Il sua temperamento parve rendere la giovino pittrice refrattaria a quanto nell'urt» e sensibilità squisrtta, 6 serenità, * .alma. Essa sarebbe stata cosi la contlnuatrice più degna dell'opera dell'Illustre suo ma.es.tro. Ma così non lu. DI lui conservò preziosi gli insegnamenti, b ne dà prova oggi con una tècnica larga, sicura, spontanea; con una giusta vi*iene ffi' ciò che deve essere un ritratto, re.=l nei rapporti con la figura, come con quelli con l'ambiente. Ma certe qualità vennei-o in lei affinandosi una più grande semplicità, una ricerca minoro dell'effetto, una sobrietà maggiore, uno studio più profondo del carattere subentrarono a certe doti primitive, delle quali per altro Evangelina Alciatj conservò in parte, sia pure evolvendosi, la purezza e la freschezza. Tanfo che essa dinanzi a! vero non ha dubl tormentosi, non ha esitazioni. L'affronta con la sicurezza di chi è tutto nutrito del succo vigoroso d'un'arte abituata alla sincerità. E di gagliarda sincerità è un ottimo segno 11 ritratto della madre. Non ^entlmentalisml vani; non atlegglarnontt poetici. Un pozzo ili pittura solldn;, sana, come ha l'aspetto dalla sanità la figura ohe ci sta traianzL Nessun loncciolo di forma, ma ovunque, a Etovratu&o n>--!le mani, bellissime, una rleerrra sino all'umiltà di quanto può caratterizzare un ''tratto. In**.rc quanta semplicità gustosa lidia tecnica l Siamo lontani, conio vedere, dal modo di sentire di Mario Iìevlglione! E cho dire del ritratto d' giovine pallido, snllo sfondo pallido, chiuso" nel vestito nero cerna in una guaina, le gambe allargato, i piedi rientranti, in una posa, che non può più chiamarsi talo, perchè se mai. sarebbe una brutta posa? L'Alciati sembra sfidare qui ogni convenzionalismo. E se anche t;« lecito il dubitare delia opportunità dell'audacia — tranne il caso cho essa sia. una trècessitA dovuta ai desiderio di caratterizzare una figura attraverso un atteggiamento abituale — come non sentire tutta la finezza della ricerca dei piani o del chiaroscuro nel viso, }n appareiv ra scolorito: come non apprezzare certo armonie tonali, come non lodare la larghezza e la sobrietà de! pc-nrieìlegir'are? Gli altri due ritratti, belli in se. no rimangono offuscati. \%S^!T^^r^^ non^ba:stanza condotto innanzi quello di vecchio .Altri ritrattisti Ma altri urgono alla memoria, e vogliono essere ricorda!]. Cesare Ferro, signorile somprò, anch'alt — a quanto sombra — alla ricorca di altaiche nota nuova, che intravediamo qui. ma non sentiamo ancora decisa e innillante ; Alberto Palchetti, che ritrae con rìfore r.rnale all'amore i> povero padre suo, *fX\. pur troppo, soltanto nella memoria di quanti erano usi a trovare ailn Promotrlce qualche sua opera: Luisi Ometti, onesto e forte rivendicatore dei diritti del ritratto, in ijuanto esso deve e.«sere probi* di disegno, riserca concentrata, del colore, somiglianza e nen vanegf lamento : jl Panerai, vivo e sicuro in un ritratto ludo spirante la serena, letizia de! galantuomo : il Manzone, oggi inferiore ad altre belle prove «ue nerohB trito e neras»r», pure fra qualità ri; disegno concettoso e sienre; il BocealaHe, arwh'eeso «uro ma con quale-ri» gustosa, ricerca di eclor* nella oarnl ; l'Amlsani, che ricorda 1» boemo composizioni fi*' grandi maestri rairgruppando varie ligure intorno ad un tavolo con armonico equilibrio di composizione, con fini ricerche di riflessi all'aria libera in un giardino, ma nell'insie* me hiaccoso, freddo o poco convincente. Altri nomi? Quello del Siviere, signorile, ma ricercato: del W'ostry, che coll'accurniezza ci fa Indulgenti verso certi convenzionalismi: del Nardi, dignitosamente semplice: dello ZanettiTassi, abbastanza caratteristico: di Alessandro Pomi, notp.vélo per semplicità e por una corta larghezza di esecuzione. Conclusione Dunque, in complesso, un risultato medincrc. Eppure suanto e quanto può insegnare il passate In questo eampc! Non mi rivolgo ai modernisti. Probabilmente se io, anche tra solaro die stanno all'avanguardia, nominassi artisti come lo Khnopff e l'Hodler, il Klimt o l'Anslada, i modernisti potrebbero rispóndermi che 03sl nou sanno che farsene. Ma l'arte del ritratto e intimamente arte nostra, da Giotto In poi. E sono di ieri il Carnovali, il Ranzonl, il Cremona, 11 Gordlglanl. E' vero Elie 1 comltte-iti troppo volte s'accontentano di ritratti, che sono fotografìe dipinte, o modellate. E li vogliono proprio cosi! Ora quando è contento chi fa vivere l'artista, quali diritti ha la critica di offuscare la bella serenità di rapporti tra U citare, o lo scultore, e il committentet