Sintomatico articolo dell'"Osservatore romano"

Sintomatico articolo dell'"Osservatore romano" Sintomatico articolo dell'"Osservatore romano" di piena adesione al discorso di Dronero Il programma dell'on. Giolitti e l'atteso manifesto rMGeverno - Manovre di oppositori -1 quattro grandi gruppi elettorali che scendono in campo. noma, 14, notte. Buona parte dei ministri è assente da Roma, a prescindere dall'un. Tittoni ritornato a Parigi. L'on. Dante Ferraris è a .Torino, l'on. Pantano a Catania, l'onorevole Chimienti a Brindisi, l'on. Cesare Nava a Milano, dove consegnerà, per incarico del Governo, al cardinale Ferrari l'alta onorificenza conferitagli dal Re in questi giorni- La maggior parte dei ministri assenti si. sono recati nelle rispettive Provincie per la lotta elettorale, che si manifesta ancora in forma caotica ed imprevista. Nelle sfere ministeriali si dice che la lotta porterà alle urne quattro grandi gruppi in cui si va dividendo tutta la massa elettorale italiana, cioè: i costi tuziònali-demòcratici, che sono indubniamente la maggioranza, i riformisti-repubblicani, i popolari ed i socialisti ufficiali1. Queste quattro forze si contenderanno il terreno della lotta. Un altro punto, che si delinea nella imprecisione attuale, a quello del numero elevatissimo dei deputati nuovi che verranno alla Camera, numero che si. calcola possa superare i trecento. I ministri assenti saranno tutti di ritorno per giovedì, giorno in cui probabilmente sarà convocato il Consiglio dei ministri. In esso prenderà forma definitiva il pensiero elettorale del Governo. Il contenuto del documento ministeriale fu sia stabilito nell'ultimo Consiglio dei ministri. Rimane ora a decidere soltanto una questione di forma, cioè se la manifestazione prenderà forma di una lettera-programma del presidente del Consiglio, oppure di un manifesto collettivo dei ministri al paese. 11 documento è vivamente atteso, specialmente per quanto in esso può significare adesione o meno al discorso Giolitti. L'opposizione na lavorato molto ih questi giorni per tentare un distacco di qualsiasi proporzione tra l'ex-prèsidente del Consiglio ed il presidente del Gonsiglio attuale: il documento imminente rivelerà se ed in quanto i tentativi dell'opposizione abbiano ottenuto qualche risultato. Intanto, viene giudicata notevolissima, r.t fini della lotia elettorale, la piena completa adesione data, non a caso, dall'Osservatorc Romano al discorso deli'on. Giolitti.. Questa adesione non può non avere decisiva influenza sull'atteggiamento del partito popolare nel campo elettorale- Il consenso dei cattolici, già manifestatosi in massima alle direttive del pensiero dell'on. Giolitti, non potrà che diventare esplicito e completo. L'organo vaticano Ecco l'articolo dell'Osservatore Romano: « Il discorso di Dronero segna indubbiamente il primo avvenimento notevole e la prima manifestazione importante dell'attuale campagna elettorale. Della sua importanza, dell'interesse col quale era atteso ed è stato accolto e seguito, se ne ha una prova negli echi molteplici, varii e discordanti che ha subito a: vuto nella stampa italiana di ogni colore, net commenti vivaci nei quali veime l'ìitto segno sin dai primi momenti.. Tra questi commenti vo ne ha di quelli feroci ed astiosi, che non meritano di essere rilevati e di essere presi sul serio. Sono di coloro che per quattro lunghi anni conrirono di insulti e di villanie il deputato di tDroncro, con un accanimento di astio cho-.dava giustamente a sospettale della rettitudine delle intenzioni che Ir ispirava; sono di coloro che all'on. Giolitti imprecarono prima, accusandolo di occulti maneggi e di meno anti-patriottiche e che con uguale rancore gli hanno mosso rimproveri tanto pelle sue parole, quanto per i suoi silenzi, e che si mostrano ora implacabili verso di lui perchè è tornato a cariare. Di questi commenti partigiani e settari, nei quali sono a larga mano profusi tutti i fiori della gentilezza del vocabolario nazionalista, non vale la pena — ripetiamo — di occuparci sul serio, se non fosse per rilevare che l'acredine, che da essi traspira, rivela come eli autori dei medesimi sentono della manifestazione di Dronero, a lai© riguardo e per lo sue possibili ripercussioni nella campagna elettorale, tutta l'importanza e gravità. « Per fermarci, dunque, soltanto a quelli che possono dirsi commenti e giudizi sereni ed equanimi, troviamo in questi distinte- nettamente due parti del discorso Giolitti : l'una riguardante il passato, l'altra il presente e l'avvenire, e. mentre per questa il consenso è pressoché unanime, sebbene espresso in forma più o meno cortese, per la prima, invece, non mancano le critiche -e le censure. Si osserva, inflitti, da taluni, che l'on. Giolitti avrebbe fatto assai meglio a non rinvarigare nel passato, a non impostare la lotta elettorale sulle polemiche appassionate e sul terreno delle antiche responsabilità della guerra. Ora, questa che in tesi generale sarebbe una osservazione giusta, ci sembra possa rimanere infirmata dal fatto della posizione tutta, speciale in cui veniva a trovarsi l'oratore di Drenerò. Dopo essere stato, per tanto tempo denunziato al paese comie colpevole di aver tentato dì attraversare \ nuovi destini della Patria, dopo essere stato conclamato disertore, fellone, traditore del proprio paese e colpito dall'ostracismo dalla vita politica, come mai avrebbo egli potuto nei primi comizi elettorali indetti dopo la guerra, ripresentarsi ai, suoi elettori ed al Paese ste&so senza fare prima precedere quefta sua autodifesa? senza avere prima giustificata la propria condotta, sfatar te le accuse rivolte contro dt lui? Como poteva, di fronte a chi gli addebita delle colpe ipotetiche, tacere di quelle altrui, indiscutibili e manifeste? Che se del resto è legittimo e '-.'insto il desiderio di vedere sottratti- dalla contesa della prossima lotta elettorale le questioni Pili delicate ed ardenti. Tuttora insoluto (lj politica estera, non ugualmente giusto ci sembra, né possibile, nè ragionevole, che della passate responsabilità non si deliba tenere assolutamente alcun conto per vedere in quali mani, più o meno sicure, convenga affidare il timone di una nave già sbattuta da-tanti mairosi, per farle scansale gli scogli che tuttora rimangono a superarsi. Dalle passato responsabilità, infatti, si mostra di non sapere ne volere proscindere contro coloro che vengono ancora fatti segno ja vecchie accuse di neutralità e di ostilità alla guerra: perché di esse non si dovrebbe fare alcun conto per quelli che della guerra compromisero e svalutarono i risultati? E qui non possiamo a meno di rilevare due passi del discorso di Dronero nei quali abbiamo trovata perfetta corrispondenza con quanto scrivevamo sin dai nostri numeri del 15 maggio e del ?i> giugno scorso, cioè sulle manchevolezze ed errori del famo> so patto di Londra ». UÒssvrvatorc riporta a questo punto il brano del discorso che si riferisce al Patto di Loneira; poscia il giornale prosegue ricordando quanto esso ha scritto .sulla questione adriatica ed osservando che le osservazioni fatte in addietro dall'Osservatore coincidono con quanto l'on. Giolitti disse a Drenerò sulla questione di Fiume. Quindi il giornale conclude scrivendo : « Riassumendo, pertanto, la nostra tesi, ci sembra che anche la prima parte dell'importatile discorso di Giolitti non meriti le censure che da taluni anche più benevoli gli vengono mosse, sia perchè era troppo naturale che egli sentisse il bisogno delia sua autodifesa, sia perchè non ci sembra die la questione delle responsabilità iniziali o postume della gueira possa ragionevolmente esulare del tutto dal campo della prossima lotta elettorale. Quanto alla seconda parte del discorso Giolitti, crediamo superfluo fermarci a commentarla, sia perché su di essa, lo ripetiamo, è quasi unanime, per quanto più o meno spontaneo, consenso, sia perchè il radioso programma che in esso è tracciato non può non riscuotere, nello, sue grandi linee, la nostra adesione». i " popolari ,, di Cuneo e Giolitti Sotto il titolo: « Giolitti, la libertà di insegnamento ed il partito popolare » il Corriere d'Italia pubblica: « Il » Giornale d'Italia » vuole dare rilievo al fatto che il partito popolare nel collegio di Cuneo ha deciso di presentare lista aperta per dare modo, dice, a tutu gli aderenti di aggiungere il nome dell'on. Giolitti. L'intransigenza votata a Bologna troverà cosi una prima ap. plicazione col connubio tipico, tradizionale dei clericali e del giolittiani. Osserviamo che ciò che il partito popolare ha deciso per il collegio di Cuneo, lo ha ugualmente deciso per moltissimi altri collegi, anzi, per la grande maggioranza di tutti i collegi dove presenterà lista aperta. Nessun speciale trattamento quin di per l'on. Giolitti e, tanto meno, per il preteso scambio di do ut des, immaginato dalla fantasia del « Giornale d'Italia ». L'on. Giolitti, sincero o no, per opportunismo o per convinzione, ha elencato un programma di rifor. me che coincidono in buona parte con quelle che noi invochiamo, e tra esse ha collocato, primo tra gli uomini dal nartfto liberale italiano, la libertà di insegnamento. Noi non po. tevamo non prendere volentieri' atto di etò, nel tempo stesso in cui non tacevamo la nostra disapprovazione per tutta la parte del discorso di Dronero diretta a versare olio sul fuoco di polemiche dannose. Non per questo, però, pos. siamo meritare l'epiteto di giolittiani ed è Sem plicemente ridicolo supporre che il partito popolare abbia mercanteggiato col deputato di Dronero un appoggio elettorale del quale, oltre a tutto, l'on. Giolitti non ha nemmeno bi sogno. Quanto alla libertà di insegnamento abbia pazienza il « Giornale d'Italia » e vedrà cho anche questo problema si imporrà allupi nione pubblica, come già quello della riforma elettorale e tanti altri, nonostante la sua op. posizione, la quale opposizione dimostra ancora una volta che vi sono molti liderali In ItaIla che non vogliono nulla vedere e nulla ca pire dei tempi nuovi ». Nitti e Giolitti.. L'« Epoca», in un articolo intitolato «Nitti contro Giolitti», scrive: «li <Messaggero » di stamane osservava che fra le due esasperazioni, quella giolittiana e quella nittiana, fra le due minacce (dell'unità nazionale, la verità non può trovarsi che in un programma di pacificazione nazionale. Ora si può essere anche d'accordo quando si voglia affermare che l'onorevole Nitti è figura transazionale politicamente, e che egli e gli uomini .che gli sono a lato rappresentano un momento di "passaggio dalla fine della guerra all rassodamento delle opere di pace. Ala indicare l'on. Nitti come adatto a coronare l'opera della guerra è fargli ingiuria, in quanto l'indicazione mostra riigncvra-nza supina di ciò che egli è andato dicendo e sostenendo, variamente nella forma, ma uniformemente nella sostanza, dal giorno dcil'ia sua assunzione al potere, prima e dopo la « gaffe » fiumana, prima e dopo il Consiglio della Corona, in cui egli apparve quella figura di sfondo di una film aiiti-costjtuzioaale,' dominato in pruno piano dall'on. GioliUi. con la sua tesi dello scioglimento della Camera. E d'aiu-onde, se non fosse intervenuto questo, con quale maggioranza avrebbe governato l'on Nitti, quali risultati darebbe, anzi ha già dato, l'onailisi dei sessanta nomi, membri del Governo compresi, raccolta il 20 settembre dal Gabinetto Nitti?