Berlino-Mosca

Berlino-Mosca Berlino-Mosca (Nostra corrispondenza particolare) j ZURIGO, ottobie. La luce viene da Oriente — qualche mejse fa bì pensava cosi in Germania. Oggi po'chi ancora ci credono. Forse domani ' Il movimento rivoluzionario dei giovani è attualmente tutto rivolto alle democrazie occidentali, alle loro tradizioni, al loro passato dsupremazia spirituale. La Russia bolcevica cv.l suo compito di risolvere il grande problema economico dell'umanità, col fallimento dei suoi tentativi comunisti e socializzatoti, coli ia più rigida applicazione della dittatura del proletariato, ha allontanato da sè gli intellettuali tedeschi, quelli che .della Rivoluzione hanno sopra ogni cosa [intuito il motivo sentimentale della fratellanza universale. Un gruppo è tuttavia rimasto con gli occhi rivolti ad oriente. Non è un gruppo dlettorati ma di agitatori — non di teoretici ma di uomini di azione. Sono gli ereddi Liebknecht, di Levine, della Luxembura'— è la Lega di Spartafcus che unisce con invisibili fila Berlino a Mosca. L'Azione, ilFranz Pfemfort a Berlino e II Rivoluzionario di Moritz Lederer a Mrnnheim sono glorgani di Lenin in Germania, a La rivoluzione non è ancora 'terminata — annuncia ora Lederer —: vi è ancora nel mondo lo sconvolgimento, ancora la distruzione, ancora la lotta, ancora il caos, ancora la pascione, l'attesa : ancora la Rivoluzione ». E Pfemfert trasmette ai tedeschi la parola dMosca. In questi ultimi dieci mesi Lenin e Trotzki' hanno- inondato la Germania dei loro scritti. Lenin vi è rappresentato con Sfato e SivtHìtsione, I prossimi compiti della Repubblica dei Consigli, La costituzione, della repubblica Sovrìct russa, e Trotaki con la sua Settarjlia contro la fame. I giornali dMonaco dell'epoc* dei Consigli hanno dato la più ampia ptAbHrità agli artiroli che Oszmski scriveva imlla Pravda, l'organo ufficiale del Governo fiowiet russo. Da Mosca si annunciava il « Paradiso sulla Terra » : Trotzki così celebrava la meta del comunismo: « I preti ci parlino pure del Paradiso in un altro mondo, noi vogliamo invero recare agli uomini un vero paradiso su questa terra >. Ma in Germania si diffida di questo paradiso. L'episodio di Monaco ha contribuito a far cadere molte illusioni. Il movimento intellettuale tedesco rivolto verso Mosca è or mai isolato — è sul punto di sparire. I comunisti in Germania hanno compreso chdevono rifare ancora tutto il loro lavororinnovarlo dalla baie, trasformarne completamento se non gli scopi almeno la tatticaAll'ultimo congresso generala tornitosi nello scorso mese, essi dovettero riconoscere chdal dicembre 1DIS — da quando il loro partito aveva boicottato le eiezioni all'Assemblea JNTazioBale nella speranza che il proletariato riuscisse ad impedirne ia convocazione — la for*! del proletariato rivshiwonario è andata sorwpre cHmimiendo. E'ni comunisti mancò in- tal modo la possibilità- di agire. E' necessario m-nta-rsistema. Alle prossime elezioni invieranni propri rappresentanti ni Parlamento. Finche il proletariato non abbia la forza d'imborsi su tutti e la probabilità di abbattere l■borghesia fi', una battaglia decisiva devonessere usati tutti i mezzi della lotta politica.Oggi i comunisti sono ritornati alla vecchitattica di Liobfeneaht che al loro primo coni grosso si era dichiarato favorevole alla lorattività parlamentare. , In ogni modo il bolccvisruo tedesco non il boleerifimo russo. Basterebbe l'episodiidi Monaco a dimostrarlo. Tollor o Manne*e con questi molti comunisti bavaresi, si ovano distaccati violentemente dni rossi d.Levine quando questi tendevano ad appli<^^aSà^aim«fòÀré\^WÈl ìlVa; ratiere tedesco non potrebbe sopportarli. H • bolrevismo tedesco era in gtan partp — ed ;t> ancor» rimaste — un vago patriottismo ispetto alla disperazione, La rivoluzione mon|dialo sarebbe per molti l'unica soluzionIpossibile dinanzi allo spaventoso avvenire'Vi sono in Germania anche dei discepol'ardenti di Lenin ma formano un'esigua mionoranza. Gli altri — coloro che combattonper una repubblica d<M Consigli, vi sono ispinti dalla disperazione, dalla tormentosiinoevtez»» del domani, ed anche dille, poliiti*» fiacca ed equivoca dell'attuale Governo; Xs&e scorso novembre la Rivoluzione t?|d«e*a era umicamente un movimento poJi|tico preparato e compiuto da un gruppo djsocialisti e d'intellettuali. A poco a pocila Kivoltrzieue e penetrata nelle masse. Mai monta-C i capi rimanevano fermi al punt;di partenza, — talvolt-n. inizi perdevano ter:reno nefc'applicazione pratica dei princip'che avevano provocete il moviménto, — limass» seguivano il lem corso, trasformanjciosi in un fattore importantissimo della K;Vohizkme. Ma quando queste masse credabiterò giunto il loro momento di maturazionipolitica, — esperimento di Monaco. —•- lirealtà diede loro la pi« feroce smentite. 'comunisti volevano la distruzione delle OrjganTzzaztoni operaie, sostituendole coi Conjsigli operai, conformemente al principio sinjdaealista. Gli operai reagirono. Si fece uIpasso indietro. La ì ivoluzione seriale non erimminente. Era anzi piuttosto lontana. jconti non tornavano. Si aveva avuto tropp: fratta. Ma questo errore di calcolo è costat'la vita al comunismo tedesco. Sono allora sorti gli intellettuali a saivare qualcosa da] naufragio. Qualcosa? Tut!to era da. salvare. Carlo Marx, il socialismoE' storia di onesti ultimi giorni. I più notscrittori socialista dell'ala estrema hannavvertito le masse di non lasciarsi trarre iinganno. Boleevismo non è socialismoiGawronslta, un vecchio rivoluzionario, ne[suo a Bilane» del bbleovismo rvwso » comi batte nell'interesse del popolo tutto il s! stema di Lenin, « il cui unico scopo è l'op: pressione di ogni movimento di libertà »Anche l'ir Appello al socialismo » di GuIstavo Landauer è pieno di- umanità e dbontà. La sua lotta contro il capitalismo anche lotte contro ogni forma di violenzaMa sopra ogni altro è entrata in canipo contro il boleevismo una delle più nc! te personalità del socialismo tedesco: Caiilo 'Kaiìtzfey, il grande teoretico di Marx, '*ero rappresentante del movimento rivolurionerio fn Germania. Il suo ultimo libr— Terrorismo e comunismo, un saaain pe\la Storia della Rivoluzione — pubblicato i; onesti giorni dalla Casa editrice « l*euc.vaterlaod -», ha già provocate un vivac'dibattito in tutta la Germania. Sopratuttifia gli indipendenti, del cui partito 'Kautzkh il pontefice miassimo. Egli ha decisamentaffermato che per lo svolgimento dell'ide: socialista non è necessaria le. dittatura deproletariato, ma basta una vera democraziaLa coneluaione alla quale giunge Kautzk-non è forse in contraddizione coi princip;|>rofesflatj dalla maggioranza del suo par i ; i a o E i e o a a i o e o a e , . o e ! a e o a o . a o * o , i - "Jtito. Ma per giungere a queste conclusione egli ha- dovuto combattere molte illusioni, mandare in frantumi troppi idoli! Ha dovuto dire troppe verità. Nell'ultimo Congresso degli indipendenti gK fu data battaglia. E contrasto fra. lo studioso, lo storico, il filosofo e gli uomini d'azione, i condottieri deile masse proletarie era inevitabile. Un oratore aveva chiesto che il partito avesse il diritto d- censura s-u tutti gli scritti di Kautzky prima di licenziarli alla stampa. Un altro voleva la sua espulsione del partito. Ma anche fra gli indipmdenti tedeschi non esiste oggi un accordo perfetto. Varie correnti ne travagliano l'esistenza. Democrazia o Dittatura? Kautzky anche quale socialista indipendente è rimasto sul terreno della democrazia ed in ogni suo scritto ha difeso tale principio contro il boleevismo russo. Qualche compagno lo ha seguito. Molti sostengono invece la necessità della dittatura del proletariato. Ed anche questi non sono d'accordo. Alcuni vorrebbero la dittatura a traverso il parlamentarismo; altri senza parlamentarismo. E poi: dittetura della maggioranza o della minoranza? « Noi cadiamo nell'errore d«i bolceviofci • ci aggrappiamo ad alcune formalità o dimentichiamo l'evoluzione socialista » diceva, al Congresso degli indipendenti un altro leader ben noto — il deputilo Haase, parlamentarista. Kautsky non si c difeso. Egli rifugge dai tumulti delle «sse-nbtee. Il suo lavoro si svolge nel silenzio; la sua attività è cerebrale, non segue la passione delle masse, varia, incostante come ogni passione umana. Il suo ultimo libro deve essere meditato. Ciò che egli scrive non e retorica. Quando ci afferma che il boleevismo significa la distruzione del movimento socialista operaio, ha l'unico scopo di contrastare ai bolceviehi ed ai comunisti il vanto, di chiamarsi gli1 wnici e veri eredi del marxismo. E ne chiede la conforma alla storia. Il boleevismo ha. punti di contatto col regime del terrore, al quale dovette logicamente seguire la dittatura militare, la reazione. « Ogni politica di oppressione, rivolta contro manifestazioni ben fondate e perciò durevoli, è costretta più o mono presto a sciogliersi dai legami delle leggi che essa stessa ha ereato ed a passare alla oppressione illegale, alla dittatura... Quanto più Mpotentati della Bivolusione sentirono la precarietà della loro situazione, tanto più acerbamente fi coml-mfctr.rono fra loro le varie tendenze tattiche, e tanto più urgente appariva ad ognuno di essi opprimerò con la violenza l'altro, onde salvare la Rivolli zkrae ». Il nuovo comunismo non ha invece nulla a che fare con la Comune del 1871, la quale si lardò guidare daTlo spirito della «1»mocrazia e della umanità. Essa presentava tutt'attro aspetto, ^on ha mai preteso che tutto il potere cadesse nelle mani dei Cou- S^™^, Vr;Uo! SjKautzky, «va proprio il contrario della Repubblica rVl :7owtef. Friedrich Engels p>osentww», più tardi la Comune del 1S71 come la v«ra dittatura de>l proletariato. EnSTjols v»«i#va rrtrindi in tale dittatura una base d'emoeratica. Essa ebbe una fine ben diversa da quella del regime del terrore : questo cadde senzx che gli operai di Parigi vi facessero resistenza ; la sua caduta venne anzi salutata con gioia. Per dominare invece la. seeonda Comune di Parigi fu necessaria ima settimana di combattimenti .per le strada della città. E K«*tzky, ;;bkr.udnnando il terreno storico, dedica fcntta l'ultima parte del suo li-1 tettate stadio óV'artnale regime bolcevico]H d o e . i o o a . i o . o i e be a I n i I a a t. i o n . l . i è . l o r n s e o y e a l a. y pi r¬ ili Russia, ch'egli definisce come un disgr* -.iato esperimento di socializzazione, il quale deve condurre iin^itabilmente alla reazioni;. I bolceviehi hanno taggiunto sempre il contrario di quanto essi si erano imposti corno loro scopo fondamentale. E«si hanno quindi dovuto in pratìea rinunciare a tutti i loro principi. Erano in principio propugnatori di un'Assemblea Nazionale eletta con suffragio, generale ed eguale, e l'hanno eliminata appena essa fu loro d'imbarazzo- Erano assolutamente avversari della pena di morte, ed hanno istituito una dominazione sanguinosa, ©opo avere combattete la democrazia nello Steto, si fecero difensori della democrazia nel proletariato. Ed ora l'allontanano ssmpre più con la dittatura personale. Hanno abolito il sistema del lavoro a cottimo per introdurlo subito dopo. All'inizio del loro regime hanno designato come loro compito spezzare il vecchio apparecchio burocratico e l'hanno sostituito con uno nuovo. Sono i giunti ai potere spezzando la disciplina nel' l'esercito, eci hanno creato un nuovo esercito fortemente organizzato. Volevano l'eguaglianza delle classi, ed hanno provocato "nuove divisioni di classi, hanno formato una classe sottoposte al proletariato, elevato questo ad una classe privilegiata, e sopra questa hanno istituito una nuova classe con granii entrate ^ privilegi. Nei villaggi volevano ridurre all'impotenza i contadini piccoli proprietari, riservando i diritti politici unicamente ai contadini più poveri. Poi hanno concesso una rappresentanza anche ai contadini proprietari. Hanno cominciato con una sfrenata espropriazione del capitale, ed oggi sono prorti a consegnare ai capitalisti americani i tesori terrieri di mezza Russia, per ottenere il loro aiuto e per favorire in qualsiasi modo il capitalo estero Così Kautzky. Egli non crede poi che il boleevismo possa provocare la rivoluzione mondiale nel vero senso umar/iterio della parola. Se esso varcasse i confini della Russi.i, ciò significhfirebbe soltanto lo scotenarsi di guerre civili in tutto il inondo per un'intera generazione — non lo svolgersi di nn'a vera lotta di classe, mn di una lotta fraterna fri proletari. Esso ha trasformato la battaglia socialista per la libertà e per la elevazione di tutta l'umanità ad un grado superiore, in una esplosione di rancori e di vendetta verso i singoli che furono abbandonati alle più basse persecuzioni, o Non ha elevato il proletariato ad un grado superiore della Morale ma lo ha demoralizzato ». l'I socialismo ha sempre cercato la colla boi-azione degli .1 tcllettual. Kautzky rifaccia ai bolceviehi di avere voluto d." , •cipio governare senza intellettuali, senza tvc mei. Lo zarismo credeva che un genera e potesse coprire una carica nello Stato sen-,;: mi;', speciale preparazione. La repubblica del Sowiet copiò dallo aarismo anche questo concetto — - al posto ;lol generate essa ha raeusi il proletariato. I teoretici del bolcevismc Hanno chiamato questo processo < l'evoln zione del socialismo dalla scienza all'azione ». Kautzky lo chiama i l'evoluzione del socialismo dalla scienza ai dilettantismo » Lo stesso Liebknecht spiegando alla fine del dicembre dello scorso anno in una assemblea berlinese quale fosso il programma dello Spartacusbtmid, dichiarava necessaria alla socializzazione delta vita economica la collaborazione della intelligenza borghese. H compito del socialismo europeo di fronte' al comunismo, secondo Kautsky, è : procurare che la catastrofe morale d'un certo metodo del socialismo non conduca alla catastrofe di tutto il socialismo, che questo metodo sia ben distinto da quello marxista, e ohe tale distrazione venga fatta conoscere alle masse. <r Poiché noi abbiamo soltanto l'alternativa: democrazia o guerra civile — io ne conchiudo che colà dove il socialismo non è ancora possibile si: base democratica, non è ancora giunto il suo tempo ; mentre il bolcevismo ritiene che il sooialismo deve esse-e dovunque trasformato da una minoranza ;n una maggioranza, e che ciò può soltanto avvenire con la dittatura e la guerra civile ». Una conclusione? Kautzky la precisa in pochi periodi e così fissa anche i compiti del socialismo. <r La guerra mondiale significa un'epoca — la fine dell'evoluzione capitalista e l'inizio di quella socialista. Ma non si passa ad un tratto dal mondo capitaliste a quello socialiste. Il socialismo non è '-e meccanismo che si costruisce secondo un piano prestabilito e che una volte, me* so in movimento procede sempre con uniformità — ma è un processo di collaborazione soeiale, che ha le sue leggi fisse, come ogni sorta di attività sociale, ma che neN l'ambito di queste leggi può assumere le forme più varie ed ò capace ,di uno svolgimento il cui corso non si può ancora oggi prevedere ». Solo in tal senso secondo Kautzky ci tro riamo dinanzi alla rivoluzione sociale. « Ma essa non si compirà per mezzo della dittatura, non coi cannoni o le mitragliatrici, non con l'annientamento degli avversari politici e sociali, ma per mezzo della democrazia e della umanità. Soltanto in tal molo possiamo giungere ad una più elevata forma di vita, la cui preparazione è il compito storico del proletariato ». Fino a qual punto si comprenderà in Ger mania l'avvertimento del fedele discepolo di Carlo Marx? Le masse sono stanche, indif ferenti, disilluse — il trattato di paro non ha dato loro la tranquillità, non le ha persuase al lavoro. Perchè e per chi lavorar1 Una fatale lisorganizzazione rogna attualmente in tutta la Germania. Sopratutto di sorgaiiizzazione spirituale. E' il terreno più adatto sul quale può germinare il seme della rivolta. Ma è anche favorevole ad un complete rinnovamento democratico. KautJaky tea eetfnpreso appunto la minaccia ed e1 MO^rTeMl»' Le masse non sono comuniste — forse non sono più neppure socialiste, come lo erano prima della guerra. Il pugno di Noske ba allontanato in pochi giorni dal partito maggioritario centinaia di migliaia di eomor.gni. Un nomo può capovolgere in breve tempo taffete una situazione. Non mai come oggi l'avvenire della Germania è dipeso dalla volontà dei capi, di un capo. Chi lo troverà? I monarchici, i comunisti o i democratici? FELICE ROSINA.