I tentativi di conciliazione a Fiume non sono riusciti

I tentativi di conciliazione a Fiume non sono riusciti I tentativi di conciliazione a Fiume non sono riusciti Due generali assumono \lt comando della "Divisione dannunziana,, - Carico di armi catturato Il Governo confida nel cordiale concorso'degli Alleati Questione nazionale o personale? Roma, 9. notte. ; La questione di Fiume cioè quella :he DTBggiorment»-preoccupa oggi il Governo, è stazionarla. Il cbiarhnento oggi dira mato dal Ministero attraverso Vitgenzìa Stefani annunzia che, per giungere ad una conveniente soluzione della questione di 'Piume, possiamo ancora, sperare nel cordiale concorso di tutti 1 nostri alleati. Tale annunzio è confortante. Esso significa, tra Tanto, che il Governo ha ancora-dei tempo innanzi a sè per realizzare quella solutione che, purtroppo, per ora non-è in vista. I tentativi compiuti dal" Governo per i■ottenere l'adesione di D'Annunzio, oppure ifoL^on^aSvaf^no iaS. Fallila | sembra essere anche l'azione-esercitata dsl generale Grazioli presso D'Annunzio e dal comin- Salata, direttore generale dei sorvizi per le provincie redente presso il Consiglio nazionale di Fiume. ... «• « « • (Quattontfei righe censurate) « « Tutto ciò dimostra, chiaramente che, per il momento alméno, la questione di Fiume non è, dal punto di vista del Governo italiano, sulla via di una soluzione pacifica. (La soluzione entra dunque, dal punto dj vista diplomatico, in uno stato cronico, nel quale il Governo italiano non può lasciarla indefinitamente, senza compromettere, tra l'altro, la sua stessa posizione. .-Quali sono le cause di una così persistente refrattarietà ad una definizione che salvi la dignità dei legionari fiumani e • rispetti le necessità diplomatiche dell'Italia? Da indagini compiute risulta che le trattative pacificatrici rinnovate in varie forme e con mutate persone si infrangono contro una duplice obbiezione formulata da coloro che dovrebbero consentire a trai '.are. Anzitutto, a Fiume non si crede ad «n pericolo diplomatico dell'Italia nel caso del prolungarsi dell'attuale stato di cose. Si ritiene, a Fiume, che il pericolo diplomatico non sia cho uno spauracchio messo innanzi dal Ministero Nitti per. indurre 1 fiumani a cedere. In secondo luogo viene accampata anche in quest'ultima ora una pregiudiziale ormai vecchia: «Non trattiamo con Nitti, non trattiamo con gli inviati di Nitti.-. ». Siamo in presenza di un fatto personale D'Ancunzio-Nitti, che paralizza ogni possibilità di trattative e che, persistendo, minaccia di comprometterò non lievemente gli interessi del no 6tro paese. Una volta di più le questioni personali vengono a sovrapporsi, per un singolare destino del nostro paese, alle questioni nazionali! Il Governo, però, ha voluto abdicare, in tale strana situazione, ad ogni pregiudiziale. I testimoni locali delle trattative attestano infatti che esse sono avvenute nelle ultime fasi e continuano ancora — sebbene con limitate probabilità di successo — al disopra della persona del presidente del Consiglio. Si tratta e si parla in nome di alcunché di più alto, ma le trattative si urtarono e si urtano contro la pregiudiziale dannunziana: la presenza al Governo dell'on. Nitti. A Fiume si crede ancora che, se la Camera disciolta riconobbe 'improponibile la annessione di Fiume, la Camera nuova voterà invece l'annessione. Il Governo non dispera che le difficoltà sinora derivanti dalle questioni personali possano ancora essere superate, pex'ciò si vorrebbe trattare sulle cose, rinviando a più tardi le questioni che si riferiscono alle persone. Naturalmente, è esclusa ogni possibilità che il Governo abdichi, ma si vorrebbe dapprima offrire ai rappresentanti di Fiume le garanzie che possono desiderare, particolarmente in rapporto alla sistemazione del problema di Fiume, che il Governo tratta attualmente cogli alleati. Si vuole cioè offrire ai Fiumani una soluzione che anche ad essi possa sembrare soddisfacente. Parlo delle questioni terriitoriali, dell'assetto del porto, ecc. Per ora, la so/.uzione appare ancora lontana, essendo escluso che la situazione possa essere dal Governo italiano risolta con un atto d'imperio. D'altra parte, le notizie giungenti da Fiume all'ultimissima ora recano che le difficoltà economiche non 6ono gravi e che si può agevolmente provvedere ai settemila disoccupati attualmente esistenti nella città. Riassumendo : la situazione è sostanzialmente immobile, aggrovigliata, delicatissima e di essa non si può vedere con preci eione la via di uscita, mentre le necessità diplomatiche imporrebbero di trovarla rapidamente^ _ ,_ S. 1 serbi occuperebbero Klagenfurt quale pegno contro Fiume {Servizio (pedale della Stampa) Zurigo, 9, notte. Secondo i giornali jugoslavi, si preparerebbe a Belgrado un piano per l'occupazione di Klagenfurt. I jugoslavi spiegano questa loro intenzione con il fatto di essere necessario avere in mano un pegno da contrapporre a Fiume: Klagenfurt verrebbe evacuata dopo che Fiume fosse completamente abbandonata dagli italiani. F. R. Un comunicato officioso solla missione a Fiume dell'ammiraglio Casanova Roma, 9. mattino. . I giornali del mattino recano il seguente ocra unicato : < pai rapporti sulla missione del ; vice-ammiraglio Casanova a Fiume, risulta <tihe egli si è confporta*> da buon soldato e SA il» iiiiiu^l SgaHgfeffjPtert pad opportuni, ■Sa »wi*»»n»1i CBe-4rev6 al eu«> jarmo. . L'Inghilterra chiarisce il suo atteggiamento pei* Fiume VAgenzia Stefani comunica il seguente dispaccio da Londra, in data 7 ottobre {ritardato) : « Un'informazione dell'Agenzia Reuter 'lice : Contrariamente alle notizie di fonte estera, la Gran Bretagna non si è permessa alcuna azione personale relativa a Fiume. ■Si afferma che i Governi alleati ed associati abbiano inviato una settimana fa, a causa della tensione che esisteva allora, una domando ufficiosa così agli Jugoslavi come agli Italiani, pregandoli di astenersi da qualsiasi provocazione che potesse aggra- i-^ la siluazionc 0ccorre ìar nolare che | * <% Bretagna ha fin Oal principio fatto i a n i a e l a l a e o e o , a n e à t o o e e l a e , . tutto il possibile per evitare qualunque fatto che rendesse la soluzione dell'arduo problema di Fiume anche più difficile, e che ess i non ha assolutamente preso alcuna misura all'infuori dei Governi alleati ed associati. La incresciosa malattia del presidente Wilson ritarda, inoltre, la risposta di Washington. La questione di Fiume fu pure argomento di una conversazione amichevole tra il Governo inglese e l'Ambasciatore d'Italia, uno o due giorni or sono. In tale conversazione furono messi in evidenza i ■pericoli della situazione ». E comunica pure questa Nota ufficiosa italiana, in data 9, da Roma: « Il telegramma della Reuter deve certamente rispecchiare il pensiero del Governo-inglese, e poiché il primo e l'ultimo periodo implicitamente chiariscono e rettificano qualunque sia precedente manifestazione, l'opinione pubblica italiana non può che prenderne etto con soddisfazione, apprendendo che per giungere ad una conveniente soluzione della que stione di Fiume possiamo ancora sperare sul cordiale concorso di tutti i nostri al leati ». . • L'opinione pubblica inglese tServliio speciale della Stampa) Londra, S, notte. Negli ultimi dicci giorni il pubblico inglees si è disinteressato ui ogni cosa al mondo, fuorché dello sciopero ferroviario. Ha quindi dimenticato anche Fiume. Ma ieri i giornali ricuperavano il loro spessore ordinario e trovarono lo spazio per riferire ceni commenti della, stampa romana intorno all'attitudine dell'Inghilterra e delle altre Potenze alleale sulia questione fiumana. Il pubblico scorrendoli si e accorto con una coi ta impazienza che Ha controversia sussisto ancora tale e quale con qualche nuova acredine sopra il conto. So i commenci romani sono stati scritti per essere letti anche quassù, era meglio che si economizzasse l'inchiostro, specialmente laddove si fanno variazioni personali sopra un uomo che adesso è abbastanza malato. I suoi avversari politici in America hanno cessalo di attaccarlo e La stessa battaglia contro la ratifica del Trattato di Versailles si è raddolcita di colpo nell'aula: del Senato e fuori. Qui tutta la stampa invia l'augurio di guarigione, mentre il He e Lloyd George fra gli altri telegrafano i propri direttamente alla Casa Bianca. L'accenno del logli romani all'equilibrio nervoso deill'uomo ora ammalato (cho per giunta comincia ormai a migliorare velocemente) si riempiono di gioia i nostri particolari nemici. Per compir l'opera un foglio popolarissimo, il Daily Express, che ultimamente ha scritto cose alquanto secche intomo all'impresa dannunziana, reca un'intervista avuta da un suo inviato a Fiume col poeta. D'Annunzio ha detto: ■ Se volessi, potrei marciare domanistesso su Roma con seicentomila uomini ». 11 corrispondente, che e. tiglio d'un autore drammatico ed ama notoriamente il vaudeville, gli ha al|jra chiesto: « E perchè non lo fate? ». U poeta ha risposto che marniera quando si sentirà di marciare ma che pel momento ha faccende più urgenti. Tuttavia non prevede alcun immediato attacco jugoslavo, tanto che ha fatto una scommessa in questo senso col capo del suo Stato Maggiore. E' senza dubbio un dispaccio ameno. Il fatto è che, ad onta delle sue sensazioni "di onnipotenza, D'Annup/io ò considerato qui niente piti che.un privato qualsiasi, sia pure con grandi ineriti letterari. Ora i iugoslavofili ne approfittano per diffondere l'idea cho le grandi potenze e tutta la Conferenza della pace non possono lasciarsi sfidare da un privato qualunque come essi descrivono D'Annunzio. TI gioco che essi ripetono è durato anche troppo e l'incidente va liquidato. Ciò suscita anche in ambienti che si sono sempre manifestati amichevoli verso l'Italia delle correnti di adesinne. Queste hanno incominciato già a premere sul Governo perchè rappresentano le più serip manifestazioni dell'opinione publica inglese che. siano avvenute sinora intorno alla questione di Fiume. Per csempio gli ultimi numeri dei tre maggiori settimanali politici del Regno Unito, benché rappresentino tre partiti diversi, recano giudizi quasi identici sulla impresa dannunziana e- sull'indirizzo da seguire di fronte ad essa. Dicono che la gente per le strade di Londra, di Parigi e di New York può ridere della scappata di D'Annunzio, la quale ha certamente degli aspetti umoristici (lo stile dei suoi editti por esempio è tale da far sbellicare dalle risa ogni paese settentrionale) ma è ormai tempo che gli statisti alleati si muovano. Per ora essi continuano ad andare alla, deriva anche per la faccenda di Fiume. Occorre invece senza ritardo da parte dell'Europa e dell'America un'azione risoluta e risolutiva. D'Annunzio sta sfidando l'Europa, l'America, la Jugoslavia, il Governo italiano ed almeno una metà del suo paese. Questo cessa di essere poesia e diventa guerra. Egli dovrebbe abbandonare la impresa che fa del male all'Italia ed alla causa alleata, rendendo enormemente più difficili tutti i tentativi di accordo per l'Adriatico. In caso diverso gli statisti alleati non possono restare più oltre inattivi. Questo in succinto scrivono le tre maggiori riviste politiche settimanali inglesi, una delle quali afferma che D'Annunzio « rappresenta una sezione italiana composta in parte di interessi finanziari 'e commerciali ed in parte di militaristi, la quale è accesa di ambizioni imperialistiche ». Se tutto questo sìa vero o no ormai importa meno del fatto che tutto questo qui viene -scritto. E''bene saperlo a scanso di sopreso. M.~0CMi. TmutrrcFzpssplrbcdcmdesFgvmupèppan e a o l a a . o o e i a . a e Tlttonl cercherebbe di far modificare il compromesso di Claire-Foiifaine Roma. 9, notte. Il Giornale d'Italia, intorno alla nuova formula di Tittoni per Fiume pubblica nella sua ultima edizione: «Sembra realmente che Tittoni, stretto fra i pertinaci dinieghi dell'America e le eroiche intimazioni di Piume, abbia richiamato l'attenzione degli alleati sulla necessità di rivedere j compromessi di ClaireFontaine per giungere ad una nuova transazione, talo da venire accettata dai fiumani, per porre termine alla irregolare e pericolosa situazione presente. L'on. Tittoni avrebbe insistito per rivedere talune clausole del compromesso di Claire-Fontaine, che riguardano lo Stato cuscinetto, previo consenso dell'America. Tali clausole concernerebbero presumi-i bilmcnte i confini dell'Istria, una maggiora contiguità di territorio del {legno con quello delja città, maggiori garanzie per il regimo civico ed il pono. Se non siamo male informati, questi punti avrebbero formato oggetto delle ultime discussioni e dell'ultimo tentativo effettuato, che sembra ormai fallito, fra personalità inviate dal Governo ed i .fiduciari di Fiume». Lo stesso foglio pubblica: «Da varii giorni sono corsi negli ambienti giornalistici voci diverso riguardanti l'occupazione di Fiume in nome del Re. Nulla è stato deciso circa una occupazione eventuale da parte dalle truppe comandolo dal generale Badoglio. Fiume è chiusa, come si sa, dal blocco per mare 0 per terra, e ciò è ragione d' non lieve disagio por i cittadini fiumani, i quali non possono attendere ai loro abituali lavori e sono costretti alla inerzia. La città, dono l'arrivo di D'Artnunzio, ha avuto paralizzato d'un tratto ogni commercio, sia col suo vasto hinterland, -che colle Nazioni vicine. Non è vero che il Re ayrebbe inviato una lettera a D'Annunzio per indurlo a desistere dalla sua resistenza. Non e venuto in mente ad alcuno di consigliare il Sovrano a fare un tale passo, che uscirebbe da-ogni norma costituzionale. Il Governo continua a studiare alacremente la soluzione più conveniente e più dignitosa della questione di r lume ». Io. «Tribuna» dedica un articolo editoriale alla questione di Ajdin. Sostione che la situazione dell'Italia in Asia Minore oggi non è allarmante, ma potrebbe esserlo in seguito «Dal punto di vista letterale — dice la «Tribuna» — la decisiono della Conferenza non lede per nulla la nostra posizione della vigilia. Nel luglio scorso è infatti avvenuto un compromesso in forza del quale l'occupazione italiana si sarebbe mantenuta alila: sinistra del corso del Meandro e quella greca si sarebbe ridotta allo, riva destra:. Aidin rimane sulla destra e, come tale, al di fuori della nostra ptttowisorfct zona di occupazione;, e non meno provvisoriamente del-'resto entro la zona di occupazione greca. Ma non possiamo essere ■tranquilli nei riguardi del corso che in sèguito le cose possono avere. La nostra preoccupazione è determinata:, sia dal modo come avviene la decisione, sia dal momento: rial momento in guanto cho la simultaneità dell'occupazione ingicso con Rinvio al Governo italiano di un monito su Fiume conferisce ai nostri occhi'3 quést« occupazione 11 carotttero cooicoinitanto di una grave pressione; dal modo, in quanto, avendo noi un'intesa colla Grecia, è evidente che so una rappresentanza di occupazione non doveva essere esclusa: dal rimaneggiamento avvenuto, anzi ss una Potenza era indicata ad assumere la principale rappresentanza di occupiuzfone, questa nazione era certamente la nostra. Non ci lascia, non può lasciarci quindi tranquilli l'intervento di una terza Poter.-zn. Non è possibile cho una terza Potenza detenga il controllo dell'» hinterland », che ci apparterrebbe o ci tolga gli unici sbocchi possibili che ancora! ci rimarrebbero ». dgPcc6sstetpmeDopo il voto del Congresso Deputati socialisti propensi a rinunziare alla candidatura Lazzari non accetta di entrare nella Direzione Bologna, 9, notte. .Dopo la chiusura del Congresso, il gruppo parlamentare socialista si è riunito a più riprese per discutere l'opportunità o meno — per i deputati che non aderiscono alla tendenza massimalista che è riuscita trionfante al Congresso stesso — di accettala nuovamente la candidatura del partito. L'idea di rinunciarvi è dell'on. Turati, il quale non vuole uscire dal parttto, ma ritiene illogico pei non massimalisti di assumere un\mandato parlamentare, che essi dovrebbero esercitare sotto il controllo dì una Direzione intrasigentissima. Col Turati, gli onorevoli Treves, Modigliani e Maffi avevano raccolto il concorso si può dire di tre quarti dei componenti il Crup po parlamentare per questa soluzione. Ma all'impulso del primo momento pare sia subentrata la preoccupazione di non dare al gesto il carattere di una levata di scudi, e il Gruppo, che ha discusso tutto ieri sera fino al tocco e cho si è ancora riunito stamane, pare che nnirà per concretare la sua linea di condotta in una deliberazione che sarà rappresentata da una dichiarazione che verrà fatta alla nuova Direzione del partito. In essa il Gruppo mentre confermerebbe la propria condotta, si dichiarerebbe preoccupato della compagine del partito e di non creare clementi di debolezza. Quanto alla pratica delle cose, prevarrà il criterio di lasciare ad ognuno di regolarsi secondo coscienza. Ciò non esclude che diversi deputati, e dei non meno in vista, insisteranno nel loro proposito di rifiutare la candidatura. Costantino Lazzari, com'è noto, incluso nella nuova Direzione del Partito, non vuole accettare il mandato, ritenendo che la nuova Direzione debba costituire un organo unitario fedele interprete della maggioranza del Congresso. Altre incognite dopo il voto del Congresso, riguardano l'atteggiamento della Confederazione del Lavoro, circa i suoi rapporti col Partito. Bombe, armi, munizioni scoperte a Napoli Napoli, 9, notte. Poco dopo le f> di stamane, per motivi non bene assodati, ma sembra per combustione spontaneo, si 6 manifestato improvvisamente un incendio nella contrada Trivio. Il fuoco si è sprigionato violentemente da alcuni cumuli di paglia. I contadini si diedero subito •ill'opera di spegnimento e riuscirono ad isolare i cumuli di paglia divampanti. Spente le nomine, furono trasportale lontane alcune balle di fieno rimaste immuni dal fuoco Con grande sorpresa fu rinvenuta entro le medesime, nascoste, ingente quantità di bombe, armi, munizioni, moschetti fucili. E' stata disposta una severa inchiesta. I marinai della classe 1896 congedati e richiamati Roma, 9, notte. II foglio d'ordini della R. Marina reca : « I militari della classe 1896, che ultimeranno la ferma, debbono essere considerati congedati e contemporaneamente richiamati. Le famiglie dei militari di leva dello classe 1896 cho hanno ultimato la ferma, le quali si trovino nelle condizioni previste dal R. Decreto \. irò in data 3Q moggio 1915 godono del soccorso giornaliero nella misura stabilita dal 11. Decreto-stesso v_ -