D'aula in aula

D'aula in aula D'aula in aula e o runaeenaee Tribunale Militare di Torino). Dopo II comizio socialista dell'altra sera «Vola l'aeroplano» - Il processo dei nove ufficiali. Faceva parte di quella solita ragazzaglia, più facinorosa e più scioperata, die suole ingrossare tutte le dimostrazioni al solo scopo di far de.l chiasso e dar sfogo ai mali isiinu di violenza e di vandalismo. E' stato arrestato n piazza Castello da un carabiniere che. aveva già da parecchio tempo tenuto d'occhio perchè, dopo il comizio socialista, incolonnatosi con un nucleo di dimostranti, si diede a anciare sassi contro la forza pubblica. Invitato dal carabiniere stesso ad allontanarsi, gii rispose con un turpissimo gesto ed oscene» parole, rifiutandosi di andarsene. Il giovanetto, certo Ca.s*li« Giuseppe, al processo, clic pero in suo confronto fu tenuto a porte, chiuso, ammise l'oltraggio, che gli parve una bolla bravata. ma negò il lancio delle pietre. Il tribunale lo' condannò a 2 mesi di reclusione e ad ottanta lire di multa. Presidente cav. Monti. — P. M. avv. Adami — Difesa avv. Cazzola. Al ' Rat Mort b una sera il gentilhonrme cubarcticr annunciando I-entrata di due avventori, una vezzosa mondana alle sue primo armi con ricca pelliccia e cappellone, maravigliosamente ardilo, ed un giovanotto tutto azzimato, con un ciuffo di capelli inverosimile, le. scarpe, di copale, ed una cravattina chiara di raso, gridava: ■r- Iffam'seUe ci san aviateur... E (ulto il pubblico, alla caustica satira, rideva e l duo protagonisti badavano bene dall'impermalirsene, prendendo pai-te alla ilarità generarle. Alla Gelateria licrgcra, il buon Vittore Pagliano, etti n vino ha messo nel cervello un rullio d'idee scompiglialo, vedendo entrare una lucerna e sotto la lucerna un maresciallo del carabinieri, annuncia con voce stentorea: — Ecco l'aeroplano: si vola, signori!... Nessuno ride perchè veramente non c'è materia di riso, ma il bravo maresciallo s'impermalisce, affcira por il bavero il Vittore, die ha le gambo floscie per il troppo vino, c lo trascina dinnanzi ai giudici. Vittore si scusa dicendo che egli quando bevo fuori dell'usato sento fiorirgli nel cervello delle Idee bizzarre e delle frasi sconclusionato che gli tornano e ritornano, come fa l'onda del maro. Quella volta gli s'era ficcato in capo il pensiero dell'aeroplano e tutto il giorno, ci fossero o non ci fossero carabinieri, non fece che diro o ridiro: ecco l'aeroplano, si vola, signori! E ci furono dei testimoni che accertarono esser pura verità quanto Pagliano ha detto. Ma il tribunale, diffidente parecchio, non lo volle credere. Ricordò che con quel grido la teppa vuol fare canzonatura alla Benemerita, ma benignamente, considerando lo circostanze speciali in cui versava il buon Vittore, lo condannò al carcere sofferto: otto giorni di reclusione. Presidente cav. Monti — P. M. avv. Adami — Difesa avv. Bercettt. Solo nell'udienza antimeridiana del processo dei nove ufficiali,' ieri, si ebbero alcune battute di qualche rilievo : conducendosi ormai lo svolgimento dell'istruttoria attraverso le numerose testimonianze, con monotonia per l'esuberante ripetersi delle stesse circostanze di fatto. La deposizione del colonnello Pcluso, dei bersaglieri, non recò clementi nuovi alla causa. Sulla condotta dei reparti dei bersaglieri, nelle azioni del.. Mi e il" novembre, le informazioni collimano con quelle date dal maggiore Bellucci, il quale allenila che non ci fu defezione da pai-te di essi nò gravi sbandamenti, mentre qualche reparto del 14'J.o ce-' dette, impressionato, è vero però, dal grido avventatamente gettato da un aspirante dei bersaglieri: » Si salvi chi può!». La deposizione, invece, del capitano Mannu. comandante il Lo battaglione del 149.0, fu più viva e. movimentata. Il capitano Mannu parlò con calore, affermando egli di trovarsi dinanzi alla maestà del tribunale quasi come un imputato. P. M.: — No, ella è qui testimone: qui non ci sono che gli imputati, che sono là (indicando i nove ufficiali die siedono al banco d'accusa), ed i testimoni... — I testimoni — interrompe l'avvocato C. F. Roggeri — che sono e devono essere tutti i> guali qui di fronte alla giustizia... Il capitano Mannu rammenta con angoscia, le umiliazioni ed i dolori sofferti, che ebbero tragiche conseguenze nella sua famiglia per accusio che furono avventatamente ed ingiustamente lanciate sulla sua condotta come comandante il l.o battaglione del 149.0 nello famose giornate di novembre. Proposto por una medaglia d'argento al valore, por una promozione por merito di guerra, si vide ad un tratto negato il riconoscimento dei suoi meriti per appunti che. non hanno alcun fondaiwnt-o. 11 presidente, poiché il testimone si accalora nel ricordar.-» le suo traversie, lo esona a calmarsi. Egli, allora, rammenta tutti gli elogi numerosi che dallo superiori autorità riportava e rivendica, con fuoco. 1 onore della sua truppa e del U'J.o cosi vituperosamente calunniato. E' minutissimo, circostanziato, nella descrizione dei fatti d'armi cui il suo battaglione preso parte. Avvalora con la lettura di documenti lo sue affermazioni. Nell'azione del Iti il suo battaglione resistono ga-gliardamente. nonostante che i bersaglieri a.-vesserò ceduto e lasciato un vai-co ardi au-striaci. 'Nell'inchiesta si afferma che quel bat-taglione, dal iti ai 22 novembre, non ebbe asubirò attacchi: il capitano Mannu protesta che questo non. è es-itlo e leggo brani dei boi-lettini Biaz. dai quali apparo che proprio in quei giorni vittoriosamente si erano respinti,con erravi perdite pel nemico, forti e reiterati attacchi sul Monte Pertica, dove appunto si trovava il l.o battaglione del 140.o. — Ma le perdile? — domanda acutamente il president?. Lo Crmipasnie, iì friorno 17. avevano una forza di 110 uomini; al giorno '2i erano ridotto a mono di 103'uomini. Il capitano Mannu fa rilevare lo condizioni sfavorevoli in cui si trovava la sua truppa: mancanza assoluta di uomini per rinforzi;scarse .munizioni, senza viveri, bombardameli-li continui e ostinati; il nemico sempre di fronte... — Eh, si ora in guerra — osserva il presidente — od in guerra è la condizione normale avere il nemico di fronte !... Descrivendo ampiamente l'episodio del 22 novembre, il capitano Mannu assiema olio la l.a o la S.a Compagnia, furono per il cedimento di altri reparti, presi improvvisumenta tra due fuochi, allo spalle, di fronte e di ilaneo. Resistettero riuanto umanamente era possibile. 11 presidente, ricorda die il capitano Muttoue, morto poi sul campo (loli'onùio, affermò — e l'inchiesta del generale Pugliese fece tesoro di tali affermazioni — che la resistenza <ìi alcuni reparti del 149.0 non era stata molto salda. — A ino — dico il capitano Mannu — il collesa Mintone parlò di reparli di mitragliatriciAd ogni modo, narra il testimonio, clic egli ordinò e diresse un vigoroso contrattacco e le posizioni moiiieniancumeute perdute dalla l.a e 3.a Compagnia furono riprese. — li che dimostra — dice il presidente — che gli attaccanti non dovevano essere numerosissimi, se ella con pochi avanzi del suo battaglione poi*» riprendere, con valoroso slancio, lo posizioni. E che vi trovò? Quanti morti, nuanli feriti? — Certo non ho avuto il tempo ed il modo di contarli, ma erano parecchi. A domanda dell'avv. Muccari il teste conferma la brillanto condotta della l.a e 3.a Compagnia. Dal tenente Agr:gente gli era stalo riferito che meno bene si era portato il reparto mitraglieri comandato dal capitano Lanza, ohe si ■'» ucciso durante le moro della istruttoria, e il reparto zappatori, comandato dal lenente Cervino ; ma ulteriori informazioni di altri testimoni oculari gli assicurarono elio aiiolie questi ufficiali avevano compiuto intero il loro dovere. E gli avvocati Barciocco, Federici e Calderara fanno prendere atto dì tali circostanze. 11 capitano Mele, che pure era stato imputato, ma poi assolto perchè non aveva uè il giorno 16, ab il tu novembre, cornando di reparti, assistette colla tì.a Compagnia'del 140 o agli attacchi del giorno io. I bersaglieri avevano ceduto. Presidente: — Ritornarono però in Unea — Ma ricedettero tosto. La C.a Compagnia si trovo scoperta: si difese Ano all'ultima cartuccia, ebbe parecchi morti e feriti, aia. fu sopraffatta dalla valanga dei nemici che avevano forzato la falla lasciata aperta dai bersaglieri. Erano del 3.o reggimento fanteria tote, il capitano austriaco strinse te mano come ad un vaKcrroso, al canitano Paoli elici aveva diretta la .resistenza della 6.a Compagnia. Testimonianze di minor importanza furono quelle dei capitani Alocco e Di Clemente, e' nel pomeriggio quelite dei tenenti Salvettì Manenti, Gfovaiielli. Argenta, Borettini Gavioli,, Uva, Bianchini, i quali lutti descrissero i vari episodi a cui assistettero, rilevando concor-' demente, la tenacia-e la potenza degli, attaochi nemici, preceduti da bomba.rdaineri.tt jn-' fernali, le improvvise irruzioni austriache neliip linee del lin.o, che si trovò cosi, per pa-: rocchi reparti, accerchiato con fuochi allo: spalle dal Col della Martina, di fronte e di Itanco. e la resistenza non 'di meno gagliarda che buona parie di quella truppa seppe fare pur trovandosi nello più sfavorevoli condizioni. L'istruttoria orale si avvia ora celermente» alla sua conclusione.

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