L'evasione del famoso " Giovanin 'l cit" dopo 24 anni di galera

L'evasione del famoso " Giovanin 'l cit" dopo 24 anni di galera L'evasione del famoso " Giovanin 'l cit" dopo 24 anni di galera I fasti delia " banda del 26 „ - Vita di galeotto - A colloquio coll'evaso Di solito è la Questura che dà le notizie di cronaca nera e di solito è la Questura pure che rintraccia, i ladri. Questa volta, per un singolare raso, possiamo dare nof una notizia cho alle nostre Autorità locali,sino a ieri non era pervenuta, e abbiamo rintracciato un uomo contro il quale sono sguinzagliati tutti i carabinieri della Liguria e che sarà oggi ricercato anche nello nostra città. La notizia è questa, ta settimana scorsa dal reclusorio di Oneglia è scomparso un galeotto condannato a 30 anni di reclusione, inaspriti da 8 anni di segregazione cellulare, il famigerato • Gióvanin '1 cit», cioè Ernesto Berrà, uno dei numerosi assoaiati alla famosa banda d'i ladri, che cinque lustri addietro terrorizzò Torino e mise sossopra {ut-tatle Autorità par rintracciarli. Vedremo più sotto come allora si terrorizzasse una città per poco. Il furto non aveva fatto i progressi d'oggidi. Il merito della scoperta di questa banda, composta di numerosi affigliati, tra ladri, compari e ricettatori, spettò al comm. Falzoni, morto da poco e che andò in pensione anni addietro capo della nostra Polizia Giudiziaria. Il Falzoni, funzionario dalla pacata apparenza di fattore di campagna, fu ai suoi tempi un abilissimo segugio e seppe scoprire le file di numerose trame delta delinquenza. Riuscì a ecoprire ed a scompigliare quest'associazione, cosidetta dei 26. arrestando prima alcuni allignati, indagando sulla loro esistetir za e facendoli abilmente ■ cantare ». Cosi si cacciarono da se stessi in un ginepraio dal quale non uscirono più, e ventisei finirono in alerà, qualche altro scomparve e si tenne er sempre lungi da Torino. 11 processo duro motte udienze, e fu il felice debutto di un gruppo vivace di giovani avvocati allora laureati — Garizio, l_evi, Camoletto, Gozzi, Claroni, Villa, Bollati, ecc. — i quali ebbero in erità poca fortuna, perchè t giudici gravatolo con mano severa e il Tribunale potè distribuire il 23 luglio 1897 ben 3Gù anni di relusione. Sette degli affigliati — tra cui il Berrà — furono condannati a :w anni con 8 di segregazione cellulare : una donna — la ninfa Egeria della compagnia — Motti Ester, venne condannata a 24 anni. Tra 1 condannati vi furono delle... personalità della « haute » della delinquenza di quol tempo: Cesar del lìur», cioè certo Cesare Gamba, e - Pin 'l cit, cioè Giuseppe Albertini, liquidati ambedue con 30 anni di galera a testa. Una Ringoiare banda Se si pensa ai... progressi che ha fatto in questi aiuii il defitto, si è indoit-i a pensare che i condannati del 1397 erano dclinque-nti singolari, di molta attività, ma di poca fortuna Oggi i processi a' delinquete sono rarissimi d'Autorità giudiziaria è. in materia, meni rigida d'un tempo. Adesso per qualificare una associazione a delinquere occorre quasi quasi... lo statuto, una ;sógreteriti, un bollettino( la sede sociale dei ladri. -Poi adesso i ladri sorwi più evoluti: una società di h'euUt o qua muta ladri sarebbe, con rispetto parlando, come la Società delle S'azioni-, destinata a sfasciarsi presto. '.Sei mondo dei ladri s| gue l'aurea sentenza: « Poca brigala, vita beata •. IJi^ve < i suini molti adepti, multe don ne, c'è poca sicurezza. .Anche la delinquenza ha le sue vie di Damasco, l.a banda allarmo in quei temili tutta Torino perchè fu realmente di grande attiviti e operava a mezzo dei suoi alftgliuti, simultaneamente con grande can-can in varii punti della città. La Polizia a.iriinliMiiaiii. si doveva dividere, spar pagliare. Perù quella banda sudò molto, ma fece pochi affari. Si era specializzata nei furti agli uffici «ostali con tanto amore che, fatto un colpo, malgrado il magro bottino, lo ripeteva poco dopo. Sentivano quei soci la nostalgia del mestiere! Cosi furono padroni una notte del IT'ffio io postale *di piazza .Statuto, riuscendo a rubare poco più di 400 lire. Ritornarono una seconda volta e ne rubarono 700. Assaltarono l'itfllcio postale di via Mazzini con [trolllto zero: ritentarono il colpo nello stesso ufficio e furono disturbati. Uuin di, zeio più zero, f.a stessa perseveranza pollò la banda due volte a tentare 1111 .furto al Collegio deiTli Artigianelli, con nessun risili tato, e due volte al Romano, dove ruba rono Wo lire, il succedersi di questj furti de stava clamore ed aHanne; ma all'associ azione profitto insignificante. L'assalto alla 'Banca Pugliesi e Negro, con rottura della cassaforte dava ano franchi: I'.o franchi la cassaforte dol banchiere De la Pierre; 142 franchi l'orefice ria Marchisio; 30 fazzoletti un gran negozio del centro. Molto fumo, molta coreografia, moiro rumore. Ha — oseremo dire — fatto, del bene. Ha ingenerato net oittadini un ben inteso senso di-miglior eir-todia delle loro proprietà. Ila dato impulsò aria fabbricazione delle sei-rande di ferro, ihe però'nell'anno di grafia 19111 non sapranno resistere alle « sei-pentine ». Ha fatto vendere molti giornali E' stala l'argomento di tutti gli sfaccendati del fenico, 'la tremarella di tolte le anime pavide. E' sfata la carriera d'un firn zionario di P. s.. Anito omisi vice-questore Ila lanciato nel'.'nrringo un rispettabile numero di avvocati esordienti Ernesto Berrà, arrestato l'I 1 maggio lSiKÀ condannato a 30 anni il 'iS luglio 1S07, evaso in questi giorni, ci ha raccontato in persoli i casi defla, sua vita e della sua prigionia perche è evaso. Come ali abbiamo parlato? Una notte buia, d ora tarda, . rincasando dopo l'iiscita del giornale, un uomo nascosto nell'ombra d'un iale fermò la nostra attenzione. Tra un ero nista e un nomo qualunque c'è questa differenza »JL'\iomo quali nnque » segue l'aureo detto: Fwgc rumores. Se un'ombra si profila lungo il suo carranino. in un viale tenebroso deserto, l'uomo di criterio cambia rotto. E' suo dovere. L'uomo della cronaca invece va verso l'ombra. E' il suo dovere,, anzi il suo istinto. 'L'individuo sorpreso scantonò allungò il passo, tentò scomparire. Fatica imitile! m Il racconto (Scll't'v.wo Un uomo che fuggo a quell'ora è un uomo... che ha, per lo meno, delle coso da raccontare. Un'intervista, dunque? Si. Nom c.n° pita tutti i giorni il lusso di dovor intervistare un ministro. 11 che è sempre seccante, perchè nn ministro può smentirci, audio se abbiamo riferito la verità. Anzi! Lo sconosciuto scoppiò in un pianto convulso. Fu non senza insistenza nostra e appalli di pietà, da parte sua perchè non lo tradissimo che si appalesò: — Sono un galeotto.. Sono un evaso. Ilo fatto anni di galera. Scappai lunedi perchè non»ne potevo più... Ahi... è terribile!.^ Sono Edoardo Berrà, delja. «banda dei 26». Ho sofferto otto anni di segregazione cellulare nel mastio di Volterra^ mentre i condannati un'ergastolo ne f:umo solo sette. Un tormento. Ho sofferto da impazzire. Quanta Lime in'quegli otto anni e quanti pianti! Un solo gesto, una sola parola rivolta a qualcli.i compagno di cella attigua, un lamento, volevano dire: digiuno. 15' atroce la segregatone, tanto che non so cune potei viver; quagli otto anni. Poi l'esistenza mutò. Fui messo ad esercitare il mio mestiere di tipografo. S'ampavo la Gazzetta Uflt-cialc, quella he pubblica le Iccgi. «Ho sempre fatto il tipografo e il meccanico. Un decreto del marzo 1917, che ho stampato io ed Ilo ben lis^-o nella mia mente, concedeva a'i reclusi che aevano espiato mela, pena e tenuto buona ondolia di poter lavorare fuori, cosicché fui mandato al reclusorio di Oneglia da dove, a Piedi; ogni mattina, indrappellati eravamo 011 dotti a Porto Maurizio ad attendere a laori ferroviari. Fu qui che attuai' la mia fuga ». Rena ci racconta che potè eludere la vigilanza delle guardie carcerarie, le quali dovevano sorvegliare il gruppo dei reclusi ciio lavoravano all'aperto, (mentre cigli lavorava in olllrina. « Mi spiace — ci dice — perche incorreranno in qualche guaio. Non.ne hanno proprio colpa. Seno poveri diavoli miche tor ro!..."». Rena è fuggito lunedi mattina, '22, 0 i diede subito alla campagna, rimanendo tutto jl giorno nascosto sugli Auiicnnini, proprio sopra la galleria di Diano Marina, mentre abbasso, carabinieri e soldati Jo ricercavano. Dall'alto, lume, da ini osservatorio, poteva scorgere l'approssiuiarsi della forca. Dopo ore ed ore di vedetta, cit fanne e di sete, discesa 1 sera :i Diano .Manna e a piedi valicò l'Appennino iù mezzo il pioggia ed a vento giungendo di sera ad Albenga proseguendo per nova dove potè salire camuffato, da ferroviere, su 1111 treno merci diretto a Torino, giungendo mercoledì notte. Discese al bivio lei Vallino, traversò la Crocetta ed a natte >ra in prorsimitù di piazza d'Armi, dove con ingoftfii.it credette — coinè abbiamo detto — li pone fine, alla sua avventura. Ernesto Berrà, al racconto dolio sue peripezie e delle sue lunghe sofferenze si commuove giura di essere stalo condannato innocenteiiiénte: « Iriii inimitato in blu.-ro cogli altri per una filza di reati. Erti colpevole solo di in furto. Le cattive compagnie mi trasclnaono una sera con docili :-cciiiu;:ei'it;. Fui coinynlto senza mio volere in una Impresa sola. «lucinio fui arrestato possedevo in tutto polii franchi che aveva guadagnato onestamente, perchè facevo il tipografo e lavoravo. Ho sofferto. La -legwv mi lue punito:; è stata severa, è stata atroce. Trent'annj con otto di se. gregazione! Ho atteso ifi questi tempi, dopo m anni di espiazione, anfeh'io ranmistia. Nessuna piata, per me. Genie lieo più colpevole è uscita, è slata perdonali... Nessune si muoverà a compassione dj me ? Non potrò chiedere grazia? Voglio ritornare fra la gente one.sta. Mi aititi, mi cerchi un avvocato, mi, salvi. Starò nascosto fin che sarà inoltrata lamia domanda di grazia, senza casa, senza mangiare. Dormirò sotto gli alberi, all'aperto, alla pioggia, come, stasera. Ma sono libero I ». " In Tinta «ln'5 ravabiuìeri Oìsì narrando tra uu singulto e l'altro, ed a poco a poco rinfrancalo seguendomi come in cerea di protezióne, dal luogo-deserto clcj, olloquio eravamo uiuni-i pian in'11110 sul viale. Sotto la ìxico di un fanale, vche sbadigliava la sua scialba luce nella notte pioviggmosa,: due carabinieri passeggiavano cadenzati, silenziosi. ; Gioranin 'I cit, oggi coi capelli bianchi a sbarbato, laggermenle obeso, dall'aria dj un' domestico, sì strinse pallidissimo vicino a noi. Una vocevinterna ci suggeriva: « Fa un atto, un gesto solo. Consegnalo a cruci dna carabinieri. Sono i rappnwsntenli dalla legge. K' il Ino dovere». K un'altra voce sopraggiimgeva : « Ila sofferto, ha espiato. Il furto maggiore di quella banda fu di 700 lire... Banda slracciona ! IBera-a aveva salte tranelli quando fu arrostato: ougi è- voor.hjo, affamalo, dtieclo pietà. Sii umano. Ce fuori tanta gonio che ha commesso ben peggio ! Lui. almeno, Si anni di t'alerà ìi ha fatti... ».

Luoghi citati: Albenga, Damasco, Diano Marina, Liguria, Perù, Piedi, Torino