Giudichi il Parlamento

Giudichi il Parlamento Giudichi il Parlamento e e i a l i l l - ma fsempre pensato-che ■ il' Parlamento nulla deve perdere dei suoi diritti. Esso, quindi, sarà giudice.- esso dira l'ultima parola.- esso sarà interprete, del pensiero e del sentimento del paese Una sola cosa io raccomando — e se non la raccomandassi crederei di compiere un vero tradimento verso il mio paese — e cioè che la manifestazione del Parlamento, pur affermando, come lutti affermiamo, l'italianità, di F^ume. non determini la nostra uscita dalla Conferenza, poiché, quando ciò avvenisse, la conseguenza per noi sarebbe la perdita, dì tulli i vantaggi, che ci derivano dai trattati, alla cui esecuzione non verremo più chiamati, sarebbe l'isolamento, sarebbe la rinuncia a quella posizione di grande Potenza che la nostra presenza alla Conferenza ci assicura, sarebbe un grave errore del quale ben presto dovremmo penurej (vive approvazioni). Non aggiungo altre parole perchè già so che in questo concetto consentono pienamente gli uomini più autorevoli di tulli Partiti ed ho salda fiducia che esso troverà piena adesione nel patriottismo illuminato del la Camera e del Paese. Ad ogni modo, dovremo tener presente che non siamo i soli cui fu conleso di conseguire tutte le aspirazioni rivendicazioni. Scarsamente ricompensato del suo martirio tu l'eroico Belgio (commenti) che, trattenendo vari giorni l'irrompente eserU> ledeteti, salvò l'Europa <: per grandezza morale prese il primo posto tra. le Nazioni (vi vissimi applausi). La Romania entrò aJiche essa in guerra con un trattato tra te cui stipulazioni ve ne era una. che assegnava, ad essa tutto il Sanato. Ebbene, una parte del Banato, in ispregio al trattato, tu assegnato alla Serbia. La Francia aveva, do vuto difendersi dall'aggressione germanica e quindi non aveva fissato in un trattato i suoi finì di guerra, però è noto che essa desiderava le- front^are^de\ 1814 (commenti). Il'VI W«intìò*T9l7. la Francia, per la prima volta, si pose il problema delle rivendicazioni che avrebbe dovuto chiedere nella ipotesi di una pace vittoriosa, ed in seguito a deliberatine del Consiglio dei ministri notificò all'Inghilterra die avrebbe reclamalo l'Alsazia Lorena non già colle frontiere del frollalo 1814. ma con quelle anterio- al 1799. Più tardi, nella seduta del. 2 dicembre 1918 la Commissione degli Affari esteri della Camera dei ■deputati deliberò che solo ripristinando tra la Francia e Germania le frontiere del IS14 la pace sarebbe stata giusta. Il 25 febbraio 1919 il Governo francese presentava alla Conferenza una Nòta, nella quale chiedeva formalmente che la frontiera tra la Francia e la Germania fosse fissata al Reno. Ebbene, a questa frontiera la Francia, malgrado le proteste del maresciallo Pachila dovuto rinunciare. E' interessante leggere nel discorso di Tardieu alla Camera francese l'esposizione delle trattative tra Wilson ed i delegali francesi, perchè rassomigliano come due goccic di acqua a quelle tra Wilson, e i delegati italiani (Commenti). Tardieu le riassume così: noi abbiamo discusso, abbiamo fatto valere ripetutamente tutte le nòstre ragioni, abbiamo abbandonato tutte le modalità, ma inutilmente; il negoziato non faceva un passo perchè ciascuno restava nelle sue posizioni e Tardieu cedette-a Wilson e coneluse dijiver dovuto cedere perchè la Ftancla. aveva'assoluto bisogno della solidarietà e appoggio dell'America e dell'Inghilterra, che agiva di concerto coll'America, nè potè in tutte le sue parti essere applicato il trattato segreto concluso dalla Francia colla Russia e coll'Inghilterra per la spartizione dell'impero ottomano. E dissenso vi fu circa i confini della Siria quali quel trattato li descrisse e circa la Cilìcia. che l'America sostiene dover far parie dell'Armenia. Pertanto, se è vero che il patto di Londra rischia di uscire dalla Conferenza protondamente modificato, deve riconoscersi che nessuno del patti stipulati tra gli alleati per la guerra 0 durante la guerra è rimasw illeso, poiché successive transazioni e compromessi li modificarono lutti (commenti). La vostra Delegazione si lusinga di aver tratto tutta il partito possibile dalla situazione, di aver tratto la maggior percentuale che poteva sperarsi da una difficile li quidazione, ma lo spero che voi mi crederete se vi dirà che. in questo momento, il mio più ardente desiderio sarebbe che qualcuno si levasse e dicesse di aver fiducia di ottenere di più (Commenti). lo non solo sentirci il dovere di lasciarvi immediatamente il mio posto affinchè potesse compiere questo nuovo tentativo nell'Interesse del paese, ma vi sarei grato di aver allontanato da me cosi grave peso. Quale era la olteazlone travata Afa quale era veramente la situazione che abbiamo trovata? A questo punto ia devo fare una dichiarazione, che torse TMlrebhe parere supeiflua. Nulla è Più lontana daU-'a- Rimo mio dai muovere ci'in&ì^-m-iDisttk mddorctrc a ù i o o e - menti, al miei predecessori e disconóscere le difficoltà inerenti alla situazione nella quale dovette svolgersi l'opera, loro. Non lo, che non pretendo affatto che il mìo operato non possa essere criticato, vorrò essere tacciato di fare dibattili di carattere personale wivora grave in cui lutti dobbiamo levare l'animo all'altezza dei pia. grandi sacrifici (benissimo). E vengo cosi a trattare il ■ terzo punto-, quello dei nostri rapporti colla ■ Francia e Inghilterra. Quali fossero questi rapporti alla fine dello scorso giugno, si incaricarono di farcelo comprendere Clemenceau llóqd George con una Nota da loro firmata che ci fu consegnata appena giunti ta Parigi. In essa si diceva che il cambiamento della Delegazione italiana era avvenuto in un momento in cui gli associati dell'Italia provavano una viva ansietà circa il contegno dell'Italia nella càusa comune. Dopo una siri»di considerazioni sulla nuova situazione ' creata dall'intervento dell'America e sulla perenzione dei fatti stipulali per la guerra e la impossibilità di eseguirli integralmente, concludeva essere necessario esaminarli insieme, ma affermava essere impossibile discuterli coni l'Italia se questa- avesse persistito a svolgere un'azione opposta a quella degli alleati (commenti). Dopo vive recriminazioni per lo sbarco di truppe italiane in Asia Minor,-, senza che la Conferenza uè /osse intorniata ed un im;Vo a ritirarle, concludeva, cosi-. Questo modo di agire è assolutamente contrario ad una alleanza sincera : il risultato inevitabile sarebbe l'isolamento completo dell'Italia. Tocca agli uomini di Stato italiani decidere se questo sarebbe nell'interesse dei loro paese. Per noi e pel mondo sarebbe una perdita inir mensa, perchè il tributo che può dare l'Italia all'umanità partecipando ulla collaborazione internazionale per una pace durevole ha un valore inestimabile, ma per l'Italia sarebbe la perdita di ogni diritto ad ulteriore accordo o aiuto da parte di coloro che sono stati Meri di' essere suoi alleati. Questa line sarebbe da noi considerata per noi come disastrosa e se la politica italiana continua negli stessi metodi, questa fine ci sembra inevitabile (commenti). A questa vera e propria messa in mora noi rispondemmo manifestando la penosa sorpresa chi: ci aveva cagionato. Facemmo rilevare che gli i-svenimenti politici c militari, che si erano svolti dopò 111915, lungi dal di-, mimare i diritti che i trattati avevano rico-\ nasciuto all'Italia (benissimo) giustificavano, al contrario, una più larga ed equa considerazione dei diritti stessi, e dopo una lunga dimostrazione della giustizia e della validità della stipulazione del nostri trattali, concia-, devamu cosi: dobbiamo respingere la minaccia della perdita del diritto dell'Italia ad ogniappoggio ed aiuto da parte degli alleati. Sé' si dovesse giunsero ad una simile estremità': dopo che l'Italia, gettatasi volontariamente in 1 questa asp'rissima guerra, ha sacrificato aliai causa comune il flore della sua gioventù e] tutta la ricchezaa nazionale, la stòria do-; vretobe portare un severo giudizio sull'ingiii-.; stvzia della quale il nostro paese sarebbe stato vittima (Vivissimi, generali, prolungati applausi). La conversazione, a mezzo di note di intonazione così aspra, non poteva continuare: avrebbe condotto alla, rottura. Fu quindi ri.presa verbalmente ed in. tono più amichevole, in una serie ai colloqui molte cose furono chiarite; tornò la cordialità e la fi-, ciucia e le ragioni dell'Italia furono meglio comprese ed apprezzate. E non solo nelle conversazioni private, ma in tutte le sedutedelia Conferenza noi le facemmo valere. Il primo risultato fu che non solo dell'intimazione del ritiro delle nòstre truppe dall'Asia Minore nessuno parlò più, ma la presenza delle nostre truppe fu ratificata dalla Conferenza beninteso allo stesso titolo provvisorio di quelle degli alleati. Nella Conferenza stessa-, molte nostre proposte furono approvate, moU. te, da noi combattute, furono respinte e nelle r singole Commissioni l nostri funzionari si"trovarono circondati da simpatia e deferenza, 3 Di ciò tutti gli italiani, che sono o sono stati a -Parigi in questi mesi, possono fare' testi» manianza (L'onorevole ministro si riposa. Commenti, prolungati. La seduta è sospesa e ripresa alle 1645). Il riferalmanta del carbone Riprendendo il suo discorso, l'on. Ministra degli Affari Esteri dice : ' Migliorati i rapporti politici, la trattazione di tutte le questioni economiche e finanziarie divenne più facile ed il Ministro dei Tesoro, venuto a Parigi e Londra per la definizione di taluni urgenti problemi, potè subito cansutarlo. Non devo entrare in deitagli tecnici cir. ca le due questioni economiche che hanno. maggiore importanza per noi: quella del tonnellaggio e quella del carbone. Esse formarono oggetto di assidue cure per parte della vostra.

Persone citate: Clemenceau, Tardieu