Ancora del "disfattismo,, dell'Esercito

Ancora del "disfattismo,, dell'Esercito L'inchiesta su Capo retto Ancora del "disfattismo,, dell'Esercito La RoIar.ioTw; fleJla Coimiìissionc (l'i-richiesta, sempre vft capitolo intitolalo «iCauso cstiijanec allii iriflizia», ciopo i paragrafi dedicati alla •tstanchezza., debolezza, affetti», e dopo tinelli, dautettl a; « fattori politici e suolali », elio noi abbiamo già riferito, viene ad esaminare la. « p-.'opifranrla pacifista e disfattista». Ieri noi Tipromicovurno i paragrafi, raggruppati «otto il titolo « Affermazioni generiche sili disfattiBuio » e i primi di (incili raggruppati sotto i.l titolo « Man-freG«tw,ron.i disfa Viste nell'esercito »: continuiamo «jrgi la, riproduzione integrate di «luostai parte della Relazione: la. quale cesi procede nel suo «sme: « Tentativi di intimidazione c ili -pressione sul Governo, da parte di elementi clic volevamo la pronta line della guerra, non mancarótto; come esempio tipico tiare opportuno 1 ipoHare il seguente scritto, pervenuto, s?uibra :i fine agosto 1917, ma senza data, al Ministro <lec"li esteri e da questo comunicato al Oomando aiipremn: esso, so non proviene, si dà l'aria di provenire dall'esercito mobilitato, essendo firmalo « Comitato di rivendi'.castóne 'alli fronte » : Lottare di presunti combattenti al Mlcistro degli E6tori « Eccellenza! « Per l'onore e la salvezza della Pàtria, per scongiurare una line catastrofica dell'amata Italia, dalla trincea n nome d.i un mimerò infinito d.i combuttftliti inviamo a mezzo di un nostro compagno onesto avverti mento. « ©all'inizio dì questa tragica ed inutile, lòtta per la conquista di una citili, die non si potrà ottenere che col sacrifizio di milioni dt uomini e che. anche ottenuta, non si potrà mantenere rappresentando ?ssa l'unica-porto di una grande potenza che Iutiera quindi perennemente per la sua giusta riconquista, la più forte ed intelligente gioventù d'Italia è stata portola, al macello a viva forza, altri hanno perso ogni loro sostanza, lasciando nella più completa indigenza la propria moglie, i propri fluii, i vecchi genitori e tutto ciò per il voler* d.i poche centinaia di perversi o pazzoidi o intnpcssali e corrotti, che, imboscati nello prandi citlà, ne.i famigerati comitati interventisti. coTrtihuano la lc-ro opera barbara ■f. nefanda. Sinirte in possesso delle prove tnngib'i.ti che. questa guerra fu voluta esclu«ivnnienre dalla stampa corrotta, sovvenzionata doilla Francia e dall'Inghilterra, e da ■ìnestaiìswri Ja cui degenerdSìione era prima della guerra eli faina mondiale. . « Considerato ciie questa guerra non potrà oggi arare uria. fine, e clic ogni più equa: offerta di pace siwà oonliinuaineiite frustrata a priori pithia di ogni uccisione- governativa dalla. st*r.ipii SQWenEioMata e dai comitati inierveiitisK, riuniti per difendere i loro interessi privati e industtiali; «ConsMérate lo infami* e le ingiustizie che continuamente i|ui alia fronta succedono, sia nella-distr/tiuziotie dei premi, nei favoritismi, ■negli imboscamenti coiranui di persone paccomandata, gli .iniitnSf sacr.iflxi riti intere pattuglie e, taloim di interi plotoni per l'occórrente nvari*atnento di grado ili ufficiali inetti, ma favoriti, per ?1 .che la camorra più vile e sporca alimentata dalla Massoneria e dalle altre associazioni interessate in ogni luogo ed in ogni tempo si manifesta; tCoiL'>:d«ra,To tallo ciò, invitiamo v. E. a persuadersi par.*onulmente, del vero stato d'animo od remo del soldato italiano, non però leggendo Te descrizioni dei giornalis'ii o di persone die hanno interesse personale alla continuità della ualaniiu, come per gli alti ufficiali che per l'inspetatai rapida carriera coi conscguenti benefizi, mai si aapeiiiivnno tanta foiKuna, ma con l'invio al fronte di persone fidate che vivano fra la truppa. Invìi queste persane vestile du semplici soldati nelle trincee, nei Ciampi di riposo, sulle tradotte e allora V. E. potrà -sapere oo.»a si sta preparando o che avrà elfo'lo, se la pace noti sarà più die sollecita. «Credete, Eccellenza, credete die malgrado le belle parole dei giornali una sola, scintilla può far scoppiarli il calastrofloo incendio^ necog'iet:1 l'invin>, le nostre parole possono avere nessun valine .sa non sono comprovate nel la loro santa verità. 11 nostro granile Cotuitato «egrcuo non desidera la j-ovirin completai dell'Italia, ad esempio tir lincila, die fu e In sarà ancor più per la Russia; o nel mentre per ora sconsigliamo i casi isolali di yivollai già qui accaduti in numerosi nostri reggimenti, affidiamo però alla E. V. quésto avvcriiniento. Noi esigiamo che nel minor innipo possibile, pur cercando di salvare alla meno peggio gli interessi d'Italia, senza prrò iimiendeie cose impassibili, sia conclusa la pace, anche separata. Attendiamo fino alla fìti». ili novembre, trascorso il qua! termiTie in massai abloindo■nerema lo armi, abbatteremo l'attuali"' fìover'no, lapideremo tinti i responsabili di questo 'inutile macello e tra ite rei un iq poco col nemico. Eccellenza, infOMaameri, tulli noi vi d.ircnw: «Pasta, basta, has'a, non è possibile più. I nostri figli, le nostre motti! muoiono 'li fame, non rendeteci pazzi e d.sperati più di quanto lo Piamo ». «A qualsiasi cisto non vogliamo passare il terzo anno in trincea: la data è improiogabile: «') pace entri) Ire mesi e rivoluzione! ». Fatti e impressioni del ripiegamento « Tra i fatiti e le impressioni ilei ripiegamento, che condussero taluni testimoni a dedurre Ja imn .•inhìii.-i efficacia avuta italia propaganda disfait sta ed a. convincersi die in irìassa dei soida'.i avesse intenzione ili aiutare gli aventi se non .1; essere artefice prima e diretta della dislalia, sembra mite riportate téstuolinen.'.e le seguenti dichianaaioni di alcuni uffici».',!: Hue colonnelli narrano: «Gioiti reggimenti lanciavano ingiurie e mot*,! alle mie pattuglie di cavalleria., dicendo li-uo: «Brutti imboscati, che cosa venite a fare? Andate via! La pace l'abbiaiiid fatta noi e di guerra non si parla più: ». «... si giunse a Porcla di l'ordi-none. l.a prima impressione de provati!tuo tu di i levarci di fron» non a d«i ribelli, uè a genie che fuggiva, ma a gente die avesse fattoi uno sciopero, una festa campestre, e die ritornava verso le sue case con quella confusione die viene dallo loglunefitó lii una gran lolla Due capitani narrai»-: « Durante le. ritirata vidi ni! 'jensi numero ih sbanoVni. i opali mi produssero iiafirrafciien*' una deplorevole itnpressi>ne. Udii un ufficiale gridare: « l'orca Italia!". Gli ruppi il iiKfsPIie.tto sulla test». «A me sembrava die i soldati ri'ipne&wro di aver Unito la guerra e di andai e alle proprie ca5"; ira tutta genie che andava via allegra, o,criiasi, come se ayess» irovato In: soluzione di un diifi.'ile prolijGiha. Era tutta geme die non si lanrentava dei sacrifizi e d minava, a usuici li, contenta ». Un tenente narra:; <t Ricordo i soldati din: «Ma die vadano Milano, purché la «iiorra finiscn troppo eia ii litorale di alcuni Uri Ministro del tempo, di • Ufmdmepcrdigiuni e Clini ili aver sentito ; a Torino, •:. Questo piircomba'tteriti ». ni unai frase qui contenuta few grande impressioni0 ha detto: « Quando iJ disastro avvenne, io non mi trovavo «mi posto, ma vf giunsi poco dopo, ii SB ottobre, Andai olire il 'ragliamento e vidi (india tìimiana, enorme, impressionante che vomiva giù disarmate. Gibbi l'impressione ehr si fosse davanti mi uno sciopero mlHtore. Confesso d>e in quei gianti, di fronte a quella turba di gente m<.trtttaieute e materialmente diiannata che veniva giù dalle perdei ti in fede». ] Ed «Rum eminenti personalità, profughe dai pae.-: invasi, narrarono e riportarono Impressioni analoghe. 1,;^ ,,,, rjejiuifate-; «A me posizioni, io [i-l: In pò* quale simuiio uio la stri vari". Qui Schumi ivisacci, la S'i'e? ». In vano non ti di aver 1:0 nrii.il )rf:!ll iltt'i 1 il noni trpvnro ilnlamsa ili iljltSSJIl li a riti iltsieui solduti èli iiisullarc . iiena è lini!a generalo qui .'.j'.avi-uuili, compiuto 1 ai t non 1.11 carretto sul parrtnzii. Pasla e coritiniiBinle i\ ritirar > altre ebe : . ftOI-Rho. qui 11 'i'rie. si mosii'a- idandd va ih soldati ma anzi coititi sodd, ■a hella Improsn... I riit-d.'iti avevano dello prima i|ii'ili> ctie aievraiu fatto poi, ]>cr'cui non era a'uiniissihile ih- jj loro c<jnieyno dipendesse da un rovesciamento df seniimenti, ma dipendeva da predisposizioni d'animo già concopile e che non trovarono reazione in molti uftlcioli ». Un altro deputato: «II contegno delle truppe nella ritirata -era veramente) bestiole; dappertutto fera voce unanime; erano stato compiuti Riecheggi; i borghesi venivano irrisi; si san¬ Udine comanda Carlino? adesso la guerra è finita: si faceva per i signori; si volevano ammazzare lutti i contadini ». Un assessore di una dna invasa: « ilo inteso cantare dai soldati che passavano per Pordenone, completa mente disarmati: t Addio, mia bella, addio, la pace la faccio io ». Il contegno dei prigionieri « Più univi, deduzioni sono siate traile, dal contegno dei nostri prigionieri, sia itnimediataniente all'aito della cattura, sia al loro arrivo ai campi di concenti-amento nemici. .Secondo le tesi intoni!,m/e raccolte, essi si abbandonarono a manifestazioni' delle quali taluno equivarrebbero a vere confessioni circa una infamante debolezza di fronte al nemico, die lascerebbe credere, altresì all'esistenza di una. premeditazione, per quiuito non si po?sa dire quali fattori — militari o non — abbiano potuto determinare lo stato d'animo da cui il contegno derivava. Richiamando pertanto ciò die, nei capitoli relativi al .governo degli uomini, si disse circa 'lo scadimento dello spirito combattivo, si riportano qui alcuni brani di deposizioni di ex-prigionieri, che valgono ad illustrare le deduzioni da taluno fatte relativamente alla preesistenza, ed agli effetti di una propaganda disfattista. ... «fili fu riferito che taluni, appena videro gli austriaci, gridarono: «viva l'Austria», e ciò narra vasi, in special modo per la brigata Vide giungere ufflciaili un po' troppo allegri. 'Narra che un ufficiale gli affermò aver un soldato ucciso il proprio uffldiale perchè si opponeva ai loro voleri. Un altro soldato avrebbe colpito con una rasoiata: ed un calcio un altro ufficiale), dicendo che ormai erano lutti ugnali ed avevano un solo padrone». n.ajCgJa'd.l'itrsarVccpvfatrqI vineddic.o.urdprsf■mal• I prigionieri di Oiporetto avevano fo ghetti d'invito alla diserzione, steli loro di-lostribtiiti in linea — non sa da chi — prima ddell'attacco. Molti giunsero a. Mathausen coni catene ed orologi d'oro; uno arrivò con UT mi- ola lire die gli furono sequestrate dal comando'caustriaco od campo. Dell'ultima offensiva | egiunsero a Mathausen forse 3000 prigionieri;|«alcuni dicevano aper'iamentei di aver gettato . oil fucile per far cessare la guerra: lo dicevano psoldati, caporali e sergenti». ! m... «Non mancò pero chi narrava spavalda-; tniente di essersi arreso dopo over ordinate aljzsnoi soldati di abbandonare le armi; tra que-;dsii è compreso un ufficiale dei bersaglieri (del jvquale non seppe il nome! che si abbandonava:dvolentieri a commenti disfattisti anche con sol-1ndati ». : psIsiszRisso tra vecchi c nuovi prigionieri ... «Gli ufficiali prigionieri della rotta di CaporeMo fecero cattiva impressione. Un capttano degli alpini diceva forte: «Cadorna ci voleva far fare un altro inverno in trincea». Ciò fece piangere dalla vergogna un altro capitano degli «Spini ». ... « Si diceva che le nostre truppe erano slancile e che non avevano combattuto (ed è. quest'ultima l'impressione doininan,le). Corse voce che taluni prigionieri giunti a Mauthausen avessero in tasca biglietti ricevuti in trincea, cosi concepiti: «Avete dato piombo alle nostre famiglie, noi diamo le nostre armi al nemico ». , «Potè anche assistere all'arrivo a Mauthausen degli italiani catturati nel disastro di «da|r! f: |ti ndIsl'dCaporctto; circa 25 o 30 si presentarono al campo di coiicentramento gridando: «viva l'Au- jstria » e facendo formale dichiarazione di es- sersi arresi perche unico inez.7.0 era questo perlottenere la pace. Avvennero risse con i vecchi prigionieri del campo, i quali si rifluirono d.i prestar loro soccorso nei primi bisogni. Gli ;stessi austriaci respingevano i prigionieri di Caporctto, dichiarando che la loro vittoria erajfrutto di tradimento». I soldati fatti prigionieri nella rotta di Cnporolto, coi quali parlò, coni'ermavauo di essersi arresi per fare cessare la guerra». ... «Gli ultimi prigionieri giunsero a Mauthauseu schiamazzando ed annunziando che il nemico era aitrìvato a Treviso. Furono da noi fischiati e presi a sputi ». ... «Arrivarono i prigionieri, beili, ben vestili, muniti di ogni sorta di ben di Dio. con zaino affardellato e gli iifflcia.lt con valigie e ini, allegri e contenti. «Vi abbiamo porio-ta la pace», ci dicevano. Questo loro contegno provocò in noi la più grande indignazione., ed me un alpino rispose: «O che credete voi che continuassimo la guerra per gli imboscati e per quelle quattro puttane uni si perdoni la. t parlila- die d sono in Italia? ... « Qrtierie, sembra che in quei giorni avvenisse nel lampo dei prigionieri una speciale rivoluzione, perche i prigionieri non volevano saperne di avere con loio i compagni tradii.or'l della patria. Quando essi giunsero furono presi a fischi e a urli tanto che furono dovuti mandare nel campo di Tlieres.insladt. in UnL'Iinria. dove furono ricevuti i presunti disertori di Cuporotto; e questo campo venne chiamato • il campo del rimorso ». perché niobi di questi $ «graziati, dopo le prime 24 ore rompi-? scr. |! Iii;tal soi'ie fosse loro toccala e co-1'- u j o o e i ¬ ine avessero gettalo la pania in una profonda rovina, e cotiiiriclarono ad essere amareggiati da un crudele pentimento che traspariva: sia dalie lecere che mandavano alle loro famiglie, sia da (pieWe che clanilrst.iria.iiialite potevano inviare ai loro ufficiali ricoverati In altri campi e nelle quali essi dicevano Binarissime parole di pentiménto per la: loro turpe azione ». u Ogni vincolo (ti disciplina rotto » « Finalmente .un colonnello ex prigioniero, oltre :i ricordare fatti simili, aggiunge talune utiK considerazioni ciren coloro clic incerano le peuuior. manifestazioni- ■■■ l'ui'troppo devo dire che in linei poco tempo mi feci uh concetto doloroso d'iìe cause principali clic avevano prodotto la disfatta di Caporetto. l.a propaganda «neutralista e più ancora il boicottaggio morale della guerra promesse (lui socialisti ufficiali, avevano determinili') uno sgretolamento morale non solo nelle truppe, ma negli sìessj ufficiali, non risparmiando neppure uffii iulftii grado elevato e perfino comandanti di corpo (tra i prigionierii. Si udivano discorsi e disctr-isioni |n>liticlie da meravigliare assai dolorosamente elliunuue. avesse cuore e mente ili ufficiale italiano, i.a pace doveva essere fatta ad ogni • osti: l'Italia non era più in grado di sostenere 'ii lolita; gli uomini poi-ilici clic avevano retta l'Italia L'avevano tradita: «ilo Oioliki ìv.l segnalato come nomo oiiestu e cosciente; gii altri ambiziosi, bni-apiaci, iradiik.iii; téli eruiio i terni ohe, purtroppo, si senza, che l'auloiiUi del grado 0 delia anziiiiiiiii potesse fai' taoere coloro rbe facevano paladini di tuli idee. » Questo dal lato morale civile: peggio era dal luto morale .milWare. Ogni vtncol'o di dl*•:.])!imi rutilo, nessun rispetto nò per il grado, né per l'auzianiià. in- per l'étA: gli ufllc'.uli più giovani si permettevano di afte-mare «he, priliioineri.' nr'-ti si era eguali e che nei nostri regolamenti nessuna tiwma disciplinare vigeva in merito. a .Nolo a tuie ipi'oposi-Uj che. con grande mia meraviglia, dovetti constatare fu «ignito che buona parie degli ulhciali prigionieri rtuniti tanto iti blocco del campo dei russi, coirne nel campo dii Augiis"tabad, o non avevano preso pairte alla guerva che negli ultimi giorni prima della cattura, od avevano preso parte ad essa per minor tempo « solo per aual tanto da aedicunirai la carriera: inolili provenivano dalle ■Colonie, motti dai iComandi ierrUtoiiiuli ed ailtrt dagli ospedali e dai convwlesoenzlari »■ « Dai brojd riportati escono in complesso ImneuflMè — di fosca luce, purtroppo — le condizioni d'animo di molti fra coloro eìic end. dcro prì'jionieri, piuttosto che ne caleranno — ripetcsi — specifiche riprove, che tali condizioni de ri e a stero dalln propnaantUi disfailista e non dm Molteplici naturali- [ultori depressivi, ovvero du cause inerenti al noverilo degli uomini. t-'opinioue di un gaBBrale yià Ministro della oi:nrri» » Ma vh.j r!.i tifi Iti pfopagnda disfattista attrìliiii-■"•)■ appunto hi funzilMie e l'òpeiu di ?c/«>''•« cemento di i.ijni sentimento contrario alia auerra, uitulumiue. ne fosse l'origine, c Ut tendenza varicolore. Tu.le oipinionie è in niodb aspi cimarti esposta da un generale che fu Ministro della tluerra: ^.V^dn no mai creduto ohe la propaganda dtefattiata abbia oreaito fra noi IE sentimento contrario alla guerra. Nelle grandi commozioni stortone sono, secondo me, gli awent ;'■,!j ! I|';I masse. Gli uomini .non creano niente. Uno-6 ■più od ancne molti uomini, nulla o poco possono condro gH avvenimenti, anche svitante eìil'-anginare e dominane «ruotle correiifti. Per ontro pochi uomini, anche uno solo, elio quek . coerenti, esattamente intuite, secondi «ti alli, può aissumeiw sulle aitasse influenza dooiiva; e p'iù, naturalmente, nei caso di guerra, u quelle mosse -che, cornbaittendo personalente la guerra, sono ,!o più sensibili, e cioè ugli eserciti. « la propaganda disfattista ha trovato fra noi una corrente contraria alla guerra; l'ha agitata, allargata, inaspriti, a guerra aperta, Con facilità, e quindi con peggiore fellonia. 1,1 grado d'influenza, e cioè di respousamlta.. che Ja propaganda disfattista ebbe nel disastrò va dunque giudicato, a mio avviso, e. come io l'ho giudicato e lo giudico,, dal gimdo di fertili itì. del terreno sul quale'eoiisdianvente lavorava a coltivare la disfatta... Per noi le circostanze di fatto che orearono e poi servirono ad agitare ed avvelenare la eorreirte contraria alla guerra, delln. quale erano visìbili nelVesentilo le ìnaniiestaaionr. esteriori, orano chinre. e palesi. La neca-Kita. di conquistare couifìni idonei alla sicurezza della Patria era, por la massa, idea poro accessibile e paco conviiicente, ipeirche non sostii.nziahi chi ailcun fatto concreto. E:i. redenzione dèi fialedili era anch'essa idea che appariva aiitraitta; e soptratntlo e inauzii tutto, •non era linvece un fatilo reale ed accertato dio l'Austria ci aveva offerta questa redenzione senza guerra, e che noi l'aI vessino nlfiutata? La guerra, da tutt'.i precoinizzata fucile, e brève, comandava in [fatto ad essere lunga, oltre che dura, e non. so ne vedeva la line. Trieste poteva essere un ohieiHivo di conquista attraente fin che si volesse, ma il faiMo era che per andarvi bisognava attaccare ivi ati'.aoeare, ed ,i passi erano brevi, ed .ogni passo era. duro e costoso. .Finalmente era .un altro fallo reale, e tangibile a tutti durante in licenze, che i confini dfiienf.h'i. la redenzione dei fraitnili, Trieste ed il resto, non preoccupavano affatto la Nazione, corno a parole gif. ulPcinlli pretendevano per sipiiogeire i soldnitl agli attacchi san-iTuinosi: nelle ciiWA si faceva la vita .gaila, e se >h godevano anche ■mi rWssiiiiR gloviinoti'i assai idonei per andare all'assalto: ì'«ScMcito ora mobilitato, ma non lo Nazione: e dalle licenze si tornava furiosi collo sguardo e còl1 pensiero i»- lolle trincee dietro. i „ Queste erano le. citreosfanze di fatto, reali o credute reafli. che creavano il senitimento, e 'come qunsto potasse concordare collo slancio | e tenacia uTSceissai'i neìl'la necessaria offen|«iva, ognuno vede e, quel che più importa, . ognuno vedeva, facilmente. E lo vide la prò. pagando disfattista, e ne profittò. Ne profittò, ! mentre era ehnaro «he a combatterla, e sopea- ; tutto ad eliminare il senilwiiento che essa aizjzava, paco potevo, vsilere qualsiasi propaigan;da alla .fron'te ed aiiil'imitemo: e, avesse pur jvalso molto, avrabbe valso infinitamente mano :di quella che il sentimento secondava ed esa1nerbava, Patrsiilio dei .fatiti, o almeno della, : parte più tangihiite dei ftuSK-i. e di mnllo fortss- sltno. perchè naturale ed umano, della proIspptliva di 'finir pTesto la. guerra, ed i suoli riischi mortali, Ne prailttò adunque, nelle condizioni di più famile ed ìincontrastabile esecu- «ione, di più sicura efficacia, di màssimo rendémente per la nostra, disfatta. Ecco delincato, a mio gi.ud'izio, il delitto. Ed ecco pereti^ io |ritenne sempre che fin propaganda disfaittisrta ! fesse esiziale e perei» da impedire con ogni : mezzo par la salute della iPatria. Ed ecco por|tshiì io ritenni, e ritengo oggi, che la peo.pai gair.da (Msfalrt.istn. abbia, avuta influenza preminerete, e forse decisiva nel disastro di Caporfitto. ' « iNè questa mia convinzione si sente, scorsodalla considerazione che gli effetti di una caliIsa cosi generale si siano in realtà, manti estati, l'in misura disastrosn, soltanto .in una parte degl'esercito. Ancha nu.i gli avven.intenti con- jisno più d.eigH nomini : ed a molti atti uanainii, p specialmente ai collettivi (come ben sanno lKn atiMatori (li 'Tnai?s>e\, occorre la situazione favorovole, l'occasione. >r,'eff-»y,o si manifestò la dove il nemico, attaccando, creò l'occaBin ;n«? : e che là. sia ebraista fertnnataimente *b bastanza rìwc*rritf* * nn'egablOri coll* imimir ajniaitfi del disastro e col fatto che non ita pan», ma Vilnvasione e la. guerra più dura .faceva il nemico irrompente ».

Persone citate: Cadorna, Ciampi, Clini, Potè