La "propaganda pacifista e disfattista"

La "propaganda pacifista e disfattista" La "propaganda pacifista e disfattista" Nella Relaaione della Commissióne d'ibchte■ta un capitolo dvì più interessanti per ciò 'che rtguarfla Caporetto è dedicalo alle « cause estranee alla milizia. ». Abbiamo già. pubhlioato te prime duo parti del capitolo, intitolate rispettivamente « Stanchezza, deboleziztv, affetti » e « Fattori politici e sociali » : riportiamo ora integralmente la terza parte, che s'intitola: ° Propaganda pacifista e dtI slattisi* ' «Esaminati nel capitolo precedente 1 latitai politici e sociali che hanno o possono «v«r esercitato influenza depressiva sul mairtle dell'esercito, senza che a ciò preetsamenjte si mirasse e senza che potesse talvolta 'nemmeno prevedersi tale effetto, si esporrà nel presente capitolo tutto quanto risulta degli :alfl dn. in buona fede e-con Miteni! idealittrtjci, ò con perfida malafede e con coscienza '.delittuosa, hanno esercitato — o si affanna -abkrano esercitato — influenza depressiva sul inorale del Paese e dell'esercito, " ben renrten;«o»i conto peri, gii autori di tali atti, delio Iacopo antebellico che vol'evano.raggiungere, per quanto talvolta errando circa la specie o 'la misura del Jrisul^aMÌ concreti cui andavano {Incontro^La .Commissione si indugerà, notevolmente 'nella trattazione di questo punto '.neìlo stesse modo che vS portò indagini parItitolarissimamente accurate perchè è noto icome-vi a riassuma l'argomento piti forte di r4BuM Danno voluto vedere nel mostro dt; sastro fe. decisa prevalenza di eause attinenti itUla politica, cosi da giungere perfino ad afi fermare «he «sso non possa nemmeno chiatmarai una «Jbnntta militare. (Il generale Cor doma disse: . il l>; ottobre mapdai un telegramma al presidente del .Consiglio, nel quale constatavo che 10 reggimenti tateri avevano dafazionato, senza combattere e si erano .•itesi al nemico ad Auzza. e soggiungevoche, se l'infezione si fosse propagata alla 3.a ÌAnnata, il disastro sarebbe stato completo. E ;terminavo presso a poco con queste parole: «Còsi l'esercito cade, non sotto i colpi del 'Remico esterno, ma sotto i colpi del nemico Interno, per combattere il quale ho-.inviato al Co verno quattro lettere che non hanno 'ricevuto risposta-»). 1 ' Ma prima dì entrare nella trattazione, gioiverù. noTare come assai varia sia stata la noj mene!atura adoperata dallo stesso Coniando 'Supremo per designare i fenomeni' suaccennati,, ci» che farebbe credette alla mutevo• lezza dei suoi concetti fontìame/ritali intorno •Ila loro origine, al loro sviluppo, al loro contenuto e al loro scopo ultimo, i «E cosi solo osservando i principali docujpenti, sì scorge, ad esempio: che nel giugno jIW5 si trattava di « propaganda sovversiva ed anarchica » ; nel dicembre 1916 M « propaganda anarchica » : nel gennaio 1917 di « propaganda contro la guerra », riferendosi! a quella attribuita ai partiti avanzati, e di « propaganda pacifista-* per quella attribuita ai' partiti cattolici; nel febbraio 1917 di « propaganda contro la guerra.»; nel maggio di «propaganda sovversiva e antimilitarista»: e nelle note quattro lettere ai'.parìa infime-dii «propaganda antipatriottica, di propaganda contro la disciplina e la resistenza dell'esercito », ecc. ! «iLa a propaganda- disfattista » e il « disfattismo » sono termini di cui l'uso — per designare il complesso delie tendenze^egli atti le dei tSflatìvi di diffusione di sentimenti ertttbelltci — penetrò nel linguaggio comune e poi sf generalizzò verso-- la seconda metà del W17, e specialmente dopo il disastro dell'ottobre. Ile una dottrina, né un» tendenza, nò un > partito disfamata i «Seguendo l'uso ormai invalso di accomuI nere sotto il titolo di disfattismo anche il pa l et/Umo, ili questa relazione si adopererà, freIquentemenle la detta terminologia, per quan!to giovi Insistete nel notare come essa spes;so non corrisponda nò a quella in uso al' tempo' In cui i fatti e il fenomeno si delineaxorto, uè al contenuto di1 taluni' atti' che, pur costituendo illecita. manifestazione ed aspiraj itone verso la pace, non furono affatto colle!gati all'idea enti a questa si dovesse emiv igere attraverso la disfatta nostra. Va ancora i notaio come, casi raggruppando per semplicità di trattatine gli accennati fenomeni, 'non intenda affatto la Commissione asserire •e nemmeno ammettere. Inesistenza d% una dot prftsndvcdtdvstrstcifapvuggtceitnldbpsnmvlutdmrsnplrcdssc.^edrmrflluccnsdsgdtnfbacbp, trota, ne di una tendenza, nè di un parMo ; fìdisfattista (identificantcsi e no con un parino , pipotittco, poco importa' guidato da unità df | m'■»"«•*«».. d} «nienti, di azione, che anzi vena jt\&3&*S&^ £$*S!Z£J& ££le■unità costituisca uno dei pia profondi malintesi, c come tondamentalmente diversa fossi la concezione dei- fenomeno tra le varie personalità che avrebbero dovuto considerarlo è combatterlo, ma di cui taluna non seppe ìtornami tutto-identificarlo, circoscriverio e de- ! Unirlo. « E' doveroso però ricordare come il primo ! carattere dalla Commissione riconosciuto alia -I maatfestazione aia stato quello della dirliI colta di circoscrizione e di determinazione; i «d appunto perciò un cadine le un. metodo an;*Mra maggiori di quellii fin qui seguiti nella 'relazione si sono imposti: all'uopo saranno («riassùnti ì risultati, delle .ita du gini, suddividendoli nel modo seguente: i , «— affermazioni generiche e deduzioni (arbitrarie'' circa l'esistenza della propaganda i disfattista; . , «—sue manifestazioni nell'esercito;j «—sue manifestazioni nel Paese; J - « — affermazioni e giudizi circa le corjrenti disfattiste dal Paese influenti sull'eserjotto; «.>— affermazioni d igludUzii '(optacteli ai suddetti) circa le correnti dirafattiste dall'esercito influenti sul Paese; , «— misura della diffusorae della propar i gaoda disfattista interna: « — propaganda disfattista del nemeo ! verso il nostro esercito-. '. provvedSmentii ado*tatfi led, invocati I dall'Autorità militare aidmsmq«»- provved^ituentii, del Governo e delle iAutorità politiche- i « — cooclusionl della Commissione circa [1-enWtà. e" l'influenza della ipropaganda di- j . sfattista, quale asserita causa degli' aweniI meriti aell'ottobre 1917. : Affermazioni generiche sul disfattismo «Le affermazioni generiche, non fondate cioè su faUi concreti, sono state assai numerose, ma. per quanto fatte talvolta da testi.morfi autórevcUi, non sono iseimbraVe alla Commissione probatorie. E cosi: «— taluno ha affermato che la persisten( za del partiti socialista ufficiale e. cattolico pur di' fronte alla guerra nazionale, in talune\*«m>J..Ì>ÌUU ; V, ~l 1 ; .. U , .l/,,..!,./!,!,! pregiudiziali antibelllche dovevano necessariamente esercitare negli affiliati, e per via degli affiliati' nell'esercito, un'azione depressive* : « — taluno ha affermato che in qualche cordato, o gruppo di soldati fosse penetrato •il convincimento che bastasse (sull'esempio recentissinjp cusso)' non resistere sulle prime linee per far cessare la guerra; .e ne ha dedtotvo cnq l'esempio contagioso di pochi poteva bastare a far si che una massa stanca e malcontenta si -inducesse facilmente a gettare le armi, senza che occorresse all'uopo tana vasta preventiva congiura (congiura della, cui esistenza e diffusione mancano le prove dirette); « — taluno,- constatato che U Paese, per ; l'andamento generate della guerra, non credeva più alla vittoria e molto parlava di paioe, ne deduce che simile pensiero avesse l'esercito, che del Paese era diretta emanazione* te che, pur non maturando alcun proposito Idi atti criminosi per accelerare l'avvento del;la pace, non dovesse essere in condizioni di : «.pirite, atte a reagire contro qualùnque avvejnlmento, anche nefasto, che la pace sembrasiee comunque avvicinare; ; - - « — taluno, dopo avere durante 11 ripiegamento acquistato la sicurezza che lo spirito (ielle truppe era affievolito e dopo aver constatato chi' queste non avevano fatto bene il loro dovere, ne deduce che-dovesse estere stata la propaganda disfattista quellache aweva prodotte in loto l'abbassamento morale, dimenticando le molteplici altre caute non meno capaci ed efficaci a generare lo «ftltreo effetto^ • £d indile a tale categoria di deduzioni «■Mudate/ed arUtrade, che la CorriiBjG&icno he voluto preliminarmente scartare, si poseono Tdcoedurre talune affermazioni dello-steste generale Cadorna, troppo dogmaUcamente a raffigurare — senza portarne prove "« — come fenomeno urtrtario ed-.orhirte le multiformi manifesta zwni di iBdisrapAùia, db svogliatezza sacrrfiri che erano awe- neflteswtcito - a,-nei Pane: la- tendenza di posilo di non resistere per far iin-ire la guerra. nUiceil generale Cadorna: « Quando la fronte si spezzò a iCaporeito per un cedimento materiale e inorale, la massa dei soldati si polarizzò istantaneamente in questo senso: non resistere per iaa- Unire la guerra»). Manifestazioni disfattiste nell'esercito »jLe Risultanze dell'in.ernesta riguardo al disfattismo in zona di guerra possono' suddividersi in sintomi premonitori e fatti concreti manifestatisi prima-dei disastro* e in deduzioni tratte dalie testUnoiiiuxi^e sul cuiitegno degli sbandati e det prigionieri, atte a dimostrare le cause che anaggiormenfa influivano sul loro stato d'animo. i « Quali sintomi premonitori! ed al tempo stesso fattori dì un'opera disfattista, sono stati citato: « — 4 malanimo di molti ufficiali silurati, per effetto dell'Ingiustizia ricevuta o presunta, e l'acrimoniia contro la guerra di molti che godevano di cariche speciali ben sicure e che prevedevano di doverle lasciare in seguito al progressivo trasferimento in fanteria degli addetti ai servizi, appartenenti a classi giovani; « *- fri rieentiimento di molti fra coloro per cui tale passaggio contro volontà era avvenuto; fra essi non sarebbero mancati taluni ufficiali provenienti dai cosldetfii corsi obbligatori, elementi tutti assai tepidi per la guerra; « — il non sopito dispetto di taluni neutralisti:, divenuti militari, verso la guerra, che era stata, secondo loro, imposta al Paese e cho ora si prolungava con danno dei loro interessi. (Narra . ugi deputato : « Come sottotenente, mio tìglio si trovava in Val Lagarina, a M. Altissimo. Un giorno si sentiva inalo, aveva la febbre. Andò dall'ufficiale medico, e questìi gli disse : « E' vero, hai la febbre e anche im po' di mal di gola, ma In riposo all'ospedale non ti ci mando, perchè tu sei figlilo di colui che ha voluto la guerra»).«—la spossatezza tìsica e morale di taluni ufficiali superiori, sottoposti al duro tormento del regime della 3.a Armata e che tal volta perdevano perciò il dominio del proprio linguaggio. Dice un cappellamo- militare: «Oli ufficiali erano-slancili e ricordo che una volta un colonnello usci in questa frase: «Ma darebbe ora di finirla: siamo stanchi, veramente stanchi di stare quassù »). «—lo sperpero di materiali' dJ ogni genere e specialmente di indumenti che, sorpassando ogni limite di incuria, lasciava persino sospettare una manovra disfattista, tanto più quando lo si poneva in relazione con taluni '.incitamenti fatti ad operai ed agricoltori in Paese di non lavorare allo scopo di far cessare la guerra per difello di produzione; • « — le icsagerazioni, oltre ogni possibilità di errore commesso in buona fede, circa le sperequazioni nella riparazione dei pesi e dei sacriiftoi della guerra, esagerazioni volute o compiute — secondò" taluno — allo scopo di ^esacerbare gli annui dei combattenti e ren> derli inclini, in concorso di altri fattori, alla ribellione ; «— la circolazione dell'idea, artificiosamente gonfiata, che 1 socialisti, per far cessare la guerra disponessero di progetti e di influenze internazionali assai valide e di cui la" frase dell'on. Treves non sarebbe stata che una parola di ammonimento ; « — la diffusione di cifre strabilianti circa le forze nemiche, te specialmente germaniche, che si andavano concentrando contro di noi (si disse fossero fio o 70 Divisioni sulla sola fronte dell'Isonzo) ; «— il sapiente piano svolto dai rivoltosi della brigata Catanzaro, che si disse mirassero a marciare su Udine : tale rivolta (16 luglio 19T7) aveva avuto caratteri ben diversi dalle solite proteste al momento di andare in trincea e. fece a taluno sospettare una organizzazione direttiva ; «— l'attitudine guardinga, che taluno affermò avessero nei mesi di agosto e settembre i soldati, i quali erano per giunta meno allegri, parlavano fra loro con mezze frasi,cosi da destare.sospetti; • Gli episodi narrati ria tre deputati « Rispetto ai suddetti sintomi — che sembrano in complesso rappresentare in gran parte aspetti 5iv?rsi, per quanto più gravi, di fluori in altri capitoli esaminati — alquanto piu probatori apparirebbero alcuni talli, cu me, ad e&smpio i seguenti episodi sintomatloi narmti alia Comniifesiòue da'ire deputati e risentisi a circostanze di tempo e di luogoassai diverse «'Racconta un deputato: « lo fu a dividaleil 6 e 7 ottobre 1917. molto vicino cioè al lattodi Caporetto. .Nel ritornare alla stazione dUdine, fui riconosciuto da un soldato ed immediatament'3, per la notorietà dei imo nomesi raccolsero miiornó a me pareeclii, ufficiali e moltissimi soldati e graduati. L'inierroisazioneche mi fecero tutti costoro, in coro, fu la seguente: « Onorevole, perchè non levate la voce in Parlamento perche si concluda la pace, ora che il Papa ed 1 socialisti hanno giù sicuramente annunziato che l'Austria cda tutto quello che ci spetta? ». Questa domanda, che mi veniva rivolta contemporaneamente da tutti quelli che mi circondavano e che erano sicuramente una ventina di persone, mi fece una profonda impressione, e questa Impressione la riattaccai' con tutti precedenti ». « Narra il secondo:' « Ricordo che nel maggio 1917 al Pasubio, mentre parlava il colonnello, io giravo fra gruppi di soldati: il colonnello diceva che, quando si deve andare all'assalto notturno, unico mezzo perchè la sorpresa riesca è di sopprimere Ile vedettesentii mia voce quasi evangelica esclamare e ripetere: « Ma pure sono nostri fratelli! •. « Ricorda il terzo, per notizia avutane da altra persona: * Due soldati che tornavano ili licenz-i dichiaravano (tnaggFo 1917J in terimLni recisi che. se i governanti non avessero i r-tnsato a far finire la guerra, l'avrebbero[fatta finire loro, buttando i fucili ed arrenj dendosl • « Fatto sintomdiico era l'aumentare nelle trincee e nelle baracche delle scritte contenenti invocazioni alla pace -e minacele pecaso di prolungamento della guerra; è stato riferito che in una delle trincee fra Cividaile. Caporetto. due giorni prima della battagliafu trovato un cartello.con la scritta: « A novembre affittasi agli austriaci ». Diffusa sembra fosse tra i soldati, come parola d'ordinel'affermazione : « Fino al 28 ottobre comandCadorna, e voi comandiamo noi; dopo noi c\rVircremo di qua e loro di là ». La Commis ctìtrtA v»-q LO'fiiìti ollanficc4mnm/<nÌA .. e a - : i Rione ha seguito attentissimamente anchqualche tenne traccia di militari indiziati daver fatta una simile previsione in settembrnelle retrovie, ma senza risultato positevosicché dovette convincersi trattarsi forse delltraduzione della frase Treyes, assai diffusacornei si dHse, fra i soldati, e non dell'indizidi un complotto. «Furono altresì sequestrati dei manifestindei foglietti Volanti e qualche canzonetta stampata contrarla alla guerra; ma nemmenin questi si potrebbe riconoscere più che tentativi .assai rudimentali di proselitismo. Manifestazioni individuali di "stanchezza, comfu in altro capitolo rilevato, non maucaroae talvolta assunsero da pa.rte di alcuni malato feriti la forma di sfuriate, alle quali - perèra opportuno indulgere, In vista della partcolare condizione di dolore e di disagio in cui trovavansi gli autori di esse. (Una daminfermiera della C. R. I. ha narrato: « Unvolta sola, a Pieris, ebbi occasione d'imbatermi hi un soldato che soleva uscire in escandescenze contro la guerra. To — che so dessere molto sevsra — gli dissi che per megli.Vrima di essere un ferito, era un sodato -e\fhe quindi doveva comportarsi in conseguemsa. li soldato comprese e tacque. HniBwyssione-iChe si trattasse, di un socialistaRir.orah pero che, essendo un paio di storndopo venuto-S. M. a fare una vìsita al nostrospedale a Pieris, questo stesso individuo, arnena partito il" He. si mostrava entusiastal>obabiilrD»?nte quando avvenne l'incidente egll trcvavBsi In- un momento dr sconforto » Documenti SU processo di Pradamano « Notevole assortimento di manifestali, letere, canzonette contrarie alla nostra guerre prepugnanti le idee dal Partito, socialista espresse nel convegno internazionale di Zirrmerwald, venne alla luce dafl processi» svoltosnel 1917 innanzi al Tribunale di guerra deXXIV Corpo d'armata (noto sotto il nome dprocesso di l'radaniano, dalla sede del Tribunale) a carico di 43 persone (miUtari e borgfresì) inumiate dei delitto di tradimento predal Codice penate militale-MSU«a propasaaou societtsl à e i a i e i a i i n o ,' n i o i o e contraria alla guerra, esponendo 1 esercito ad un manifesto pericolo col menomart lo spirito di disciplina.e lo spirito combattivo deìle truppe. Per questioni di competenza furono giudicati dal predetto Tribunale solo 35 persons -(27 militati ed 8 estranei, alla milizia), mentre gli nitri imputati furono inviati a Tribunali militari ordinari.(Responsabili principali risultarono il caporai-maggiore Potrobelll ed il caporale Pizzuti, entrambi dèi -223.0 fanteria, i quali vennero condanati rispettivamente a lfi e'ia anni di reclusione:mllltare con rimozione dal grado. Gli altri imputati furono condannati a varie pene minori). «La conoscenza, di taluni brani di' lettere e di manifesti sequestrati può offrire qualche Interesse, anche pej confrontare 11 tipo dt:lla eosidetta propaganda socialista con l'altro della eosidetta monacanda pacifista cattolica, di cut .pure, fra breve, verranno" riportati alcuni brani di documenti. « Brano di lettera di un condannato nel processo di Pradamano: « Sentii che ti trovi tuo malgrado a Milano; ma consolati, caro Pietro, anche costi potrai svolgere quell'attività a cui accenni nella tua lettera, anche costi e forse con terreno più adatto, dato che ti sarà scemata la vigilanza da parte della sbirraglia, potrai lavorare nell'opera di proselitismo. DI quel proselitismo che rafforzerà vieppiù la base del npsu-e partito e del nostro ideale « ... Ed ora veniamo a noi. Io mi trovo col mio reggimento in montagna e sono addetto (inaile scritturale. Assiemo :i me ci ho un nostro carissimo, compagno della sezione di Messina il quale mi è guida e condivide con me le fatiche del lavoro e le gioie del risultati. Lavoro vario e utilissimo quello che facciamo lied 11 ! Almeno lo crediamo. Da una parte teniamo informato il' caro S... (che vorrai salutarcelo tanto) di tutte quelle piccole grandi cose che si svolgono nel ventre di una istituzione quale-è II M...smo' daill'artra parte, con l'aiuto della macchina da scrivere del..., trascriviamo in più copie artìcoli, ordini del giorno, mozioni, incoraggiamenti, possie di dori « di Bapisardi, i quali' vengono poi inviati ai nostri compagni. E, giacchè sono nel'liargomento, ti prego d'inviarmi alcuni indirizzi di. compagni alla fronte, per potermi mettere un po' in relazione « Quanto a parlare della psiche del soldato, non ho da dirti che due sole cose: depressione e volontà. Depressione proprio fino all'ultimo grado per la stanchezza della vita tanto travagliata e per il lavoro da « muli. » che ci fanno fare ed altri eguali porcheriole. Volontà forte di pace e di vita. Lo stalo d'animo del i-oldato, considerato dal punto di vista socialistico, è all'altezza dei tempi'che corrono, e che tri sai. Non st parila che di diritti e di rivendicazione. Ma a quando l'attuaztoneV1 ! 1 ! Ti pare? ». Manifesto rivoluzionario « Brano di manifesto sequestrato a condannati nel processo di Pradamano: Uopo aver precipitato. nella tomba milieu! di uomini, piombalo nella desolazione milioni di tanaglie, creati milioni di vedove e di orfanelli, uopo avere aceumu.ato rovine rfopra rovine e -distrutto trrimediabilinente una parte della civilUi, uuestia guerra criminosa si è immobilizzaia. .Malgrado le tante ecatombi su tutti i fronti, nessun risultato decisivo. Solo per muovere leggermeu'te questi fronti,* i Governi dovrebbero sacrificare milioni di uomini. Nò vincitori, nè vinti: piuttosto tutti vinti, lutti rovinati, tutti esausti, tuie è il bilancio di questa pazzia guerracra. Cosi ancora una volta viene dimostrato che questi socialisti, i quali nonostante le persecuzioni e le calunnie, si seno opposti al delirio nazionalista esigendo la pace immediata e senza annessioni, sono gli unici cho abbiano bene meritato del loro paesi. Si innalzi il coro solenne delle vostre voci ad aggiungersi al nostro grido di « Abbasso la gueira c vie a la pace!» « Guardate fflntorno; Chi sono coloro^-che parlano della guerra ad oltranza? della guerda fino alla vittoria? Sono i He, i fautori responsabili della guerra stessa, l giornali alimentati dal tondi, segreti, i tornitori degli eserciti e tutti coloro che dalla guerra traggono alti profitti, sono i socialisti nazionalisti, sono color.) che pappagallescamente ripetono le formule guerresche coniate dal Governi, sono i reazi'.«nart che si rallegrano in cuor loro di veder cadere sui campi- di battaglia quei contadini coscienti che ieri anco o 1™ minacciavano i loro privitegl usurpati i , e e, a a o i e e i noe a : e a o r o o e l o e , ome, a ci s e di e o: a! a, o ni a Fcco da chi è composto iljnartlto del propw gnato'ri della gueira. Al sud servizio la forza del Governi, al suo servizio la stampa raenzo gnera e avveJenairice dei popoli. Ad esso la massima libertà di propagare la continuazio ne dei massacri e delle rovine. A voi, vittime, il « diritto » di tacere e di soffrire, lo stato di assedio, la censura, la prigione, la minaccia, il bavaglio. « Questa guerra, o popoli lavoratori, non è «guerra nostra», eppure voi ne slete le vittime. Nella trincea,, in prima linea negli assalti cruenti, esposti alla morte, vediamo 1 contadini e i lavoratori delle officine. Al retrofrcm te. al sicuro, vediamo la grande maggioranzti dei ricchi ed I loro lacche imboscati, costoro per guerra Intendono la morte degli altri. E della guerra essi approfittano per continuare ad accentuare,la loro lotta di classe contro di noi, mentre a! voi essi predicano « la sacra union-aa. .Giungono- fino a sfruttare le vostre miserie e le vostre sofferenze per tentare di farvi tradire i vostri doveri di classe e di soffocare In voi la speranza socialista.. Troppi sono i morii, troppe ir sofferenzc\ Troppa è' pure la rovina economica. Tocca a voi, popoli lavoratori, di sopportare il peso di nuesti disastri Oggi centinaia di miliardi venero inghiottiti dall'abisso della guerra e sottratti cosi ad benessere del popoli, alle opere di civiltà, alle riforme sociali, ohe avrebbero migliorata la vostra sorte, sviluppata l'istruzione, attenuata la miseria. « Con tutti i mezzi che sono nvvwtro potere affrettate la fine del macello mondiale; esigete un immediato armistizio. Popoli cui la guerra precipita nella rovina e nella, morie, in. piedi contro la guerra. Su, in alto 1 cuori, non. dimenticate che nonostante tutto siete ancora in numero è potete essere la forza.- fate sentire aJ Governi in tutti l paesi che cresce in voi di continuo l'odio contro la guerra e la ferma voi"-'- di una rivincita sociale; cosi l'ora della pace sarà avvicinata. « « Abbasso la guerra! Viva la pare; La paco immediata e senza annessioni, evviva il socialismo internazionale! » Segue, riportato nella Relazione, un inno rivoluzionario di uno del condannati pure del processo di Pradamano. E seguono altre documentazioni e'le conclusioni," importantissime, della Commissione d'Inchieste, che riprodurre-, mo domani.

Persone citate: Cadorna, Pieris, Pizzuti, Treves