Disfattisti autentici

Disfattisti autentici Disfattisti autentici Davvero, a giudicare da alcuni dotti iarticoli economici e finanziari che si leggono per i giornali, gli economisti e gli scienziati di! finanze si sono dedicati all'industria di fabbricare lenti color di rosa, di cui l'uso, sottilmente insinuato ai volenterosi lettori, concede il fallace, ma (pure assai dolce compiacimento di vedere il mondo trasfigurato in una luce d'alba. Il che sarebbe auclie buono, come con- FFsftAclpml'orto transitorio, sarebbe per lo meno in-! nnocuo, se proprio l'economia e la sciènza | tilclle finanze, per quella loto maledetta j fnatuia d'esser discipline! positive, attaccatelai fatti reali peggio che l'ostrica alle site bvalve, non escludessero gli illusionismi di inogni specie come mali perniciosi, e noni tiinissero, adatto pratico, per rompere j zJnoprio esse tutte le lenti, di qualunque j tcolore, e per assodare che il mondo è | sineluttabilmente quello che è, color di i'ohu soltanto quando spunta vera l'alba del benessere, e color grigio quando il isole non splende. Noi abbiamo già avuto ultra volta occasione di rilevate fino a quali, errori, a ;<|uali aberrazioni si possa giungere per •la via suindicata,'che non e nemmeno quella dell'ottimismo ad ogni costo, ma 'semplicemente quella dell'inganno volontario. E svolgendo secondo la loro logica 'conseguenza le argomentazioni di qualche iscritto re di cose finanziarie, abbiamo potuto stabilire che la ricchezza italiana 'jsi sarebbe enormemente accresciuta con ]a guerra, inquantochè, in confronto del debito, essa si deve oggi, calcolare su la base della stessa unità monetaria in cui 6Ì esprime appunto la cifra del debito, unità monetaria in così sminuito valore che, presa come misura, fa parere tanto più grande la ricchezza. E certo questo mero giuoco di numeri costituirebbe un allegro spasso, con possibiina di proporre e di risolvere problemi di inusitato fantastico ardimento: se ad innestarvi un problema malauguratamente ostico non giungesse, ad esempio, la troppo buona notizia, che ci danno i bollettini di Borsa, che il dollaro americano al confronto della lira c salito, proprio in questi giorni, a l),S0. Poiché questo fatto significa un'autentica diminuzione del valore della "lira, lasciamo a chi se ne compiace cai rolaie di quanto in conseguenza è ere eciuta la cifra della ricchezza nazionale, e di quanto ancóra, quindi, se ne è avvan faggiàta la proporzione con la cifra del debito. . Ma gli stessi sciiti ori che ci hanno già i<lato di questi conforti numerici su la nostra ricchezza nazionale, ora ci vogliono anche lomire il senso più tangibile iti essa. Si dice che la guerra ne ha disti ut la tanta parte, se l'è inghiottita così avi damentc. ila perchè 'i Bisognerebbe che fosse scomparso il patrimonio, che ne ap Parisse la distruzione, i inabissamento. I-ì invece... Invece l'economista vede città, borghi, villaggi con tutte le loro case ritte in piedi — facciamo una piccola eccezione per qualche centro del \ cuoio, che li cannonale han messo a iena: — vede tulio questo enorme patrimonio d'immobili edilizi imponente come avanti, integio come avanti. Dov'è l'uiiiiuUauiento 1J Dove la diminuzioneE l'economista viaggia in lungo e in largo la Penisola e affacciato al linosl tino del treno — con un po' più o au po' meno di carbone i tieni corrono su gii usati binari, che non sono punto andati dispersi — vede la cani pagua che non ha subito nessuna lippa uscente trasformazione : ecco la stessa •ferra, nella stessa identica vastità di pri ma, i campi con tulle le loro zolle, più t> meno grasse, ina che producono sempre j loio frumenti, le verdeggianti distese dei prati, le vigne al dorso delle colline, lo fattorie, gli orti, le strade, le acque, i boschi... 1 boschi, invero, si vedono assai ridotti, assai diiadaii; ma soltanto [per la sparizione di un certo .numero di piante' dovremo gridare alla distruzio jne, alla rovina? E anche dovremo gri dare queste amare parole sature di disfai iisnio, se i! treno ci poita oltre il Piave, e qua la campagna ci ostenta veramente demolizioni e sconquassamenti'? Suvvia non si tiatta che d'un pajo di province, |in confronto delle altre sessantasette, che ^adesso diverranno anzi settanta o settnii tadue, per conseguenza della guerra : si tratta di due province; e tutto il danno è già stato calcolato intorno ai dodici minanti. 11 danno, le menomazioni effettive, [reali, constatate del patrimonio nazionale jsono queste soltanto:' queste del Friuli e, mettiamo anche, della ('arnia e di 'parte del Cadore, per dodici miliardi; e l'altre dei boschi. Ma tutt'il resto, nelle vi(tà e nelle campagne, esiste come prima, è tale e quale a quello che eia prima!... Ah, i disfattisti che s'intestano a non voler riconoscere ciò che si vede con gli occhi, si tocca con mano!... Abbiamo detto che certi economisti si son dati all'industria di fabbricare lenti color di rosa. Questo mestiere, cioè di crear vaghe illusioni, un tempo se l'assumevano i poeti; e Io praticavano con tanto maggior diletto del pubblico quanto con minor pericolo dell'economia nazionale. Eppure, nel caso presente, gli ecoInomisti per veder chiaio, per contemplale j'ia lealtà nella sua vera sostanza, avrebbero bisogno e basterebbe che si rivolgessero a un poeta : che se, frugando nei loro ricordi liceali, avvenga loro di rifarsi • t>. niente una poesiola d'un latino, precisamente di Catullo, avranno la rivelaziolaie dell'arcano che -ora non giungono a coni prendere, semplicemente allacciati, come stanno, alla finestra della loro casa o al finestrino del treno. Quella poesia : lgctzbfnmdcsn* v un, viUula nostra non ad. Austri — Flatus... Cerchino di rievocare: c 0 Furio, la nostra villa non è esposta allo spirar dell'Ostro ne del Favonio nè del furioso lioiea o del Levante, ma all'ipoteca di quindicimila duecento sesterzi. Ahi, vento orribile e funesto! ». Proprio così! Il patrimonio nazionale, le case delle città ugualmente della terra nelle campagne, ugualmente di tutte sorta di immobili, appajono in massima parte quali ! nano nell'avanti guerra, immutati e in | tegri : la guerra, dove non è passata ma j ferialmente con la sua rovina, non ha cerlo rasato al suolo le costruzioni nè ina bissato nò devastalo visibilmente i terre ini. Jla su le costruzioni e su i terreni, su i tulio ciò che costituisce il patrimonio na j zumale immobile, soffia quel vento che Ca j tulio diceva tra tutti «orribile e fune | sto >> : ossia grava il peso schiacciante del o a a , l à o i e ì , e J a n i n a ù e i o i l'ipoteca per i debiti contratti duiante la guerra. -Son è una demolizione visibile, come quella delle province del Veneto travagliate dalla battaglia; ma demolizione è tuttavia, nel senso che la disponibilità patrimoniale ne risulta costretta fino all'angustia. Ed essa comincerà a non essere più scarsamente evidente, comincerà ad assumere forma concreta e a diventare tangibile, con la applicazione, che si annunzia prossima, dell'imposta sul capitale o del prestito forzoso, i quali non corrispondono ad altro, in ultima analisi, che all'inizio del pagamento, imposto ai contribuenti, di quel debito che oggi in massima parte ipoteca il patrimonio nazionale. 2son giova, è anzi gravissimamente periglioso, in momenti come questi, illudersi ed illudere. 11 vecchio giuoco dello struzzo, che nasconde il capo sotto l'ala per non vedere il pericolo, sarebbe semplicemente ridicolo, se, in materia che esige studi realistici poderosi e valide e pratiche azioni, di riparo, esso non portasse alla disastrosa conseguenza della passività incosciente di fronte ai peggiori mali eh? minacciano. Soltanto chi guarda in faccia al pericolo, e ne misura tutta l'importanza, può sperare di escogitare mezzi e forze pari alle circostanze, alte a superarlo. Il resto è inganno; e l'inganno coinvolge l'impotenza e la rovina. E in verità si può affermare" che disfattisti autentici, traviatori perversi dell'opinione pubblica sono proprio coloro che, come hanno gin fatto per il passato, continuano, sopratutto nel campo economico e finanziario, a tramare inconsistenti illusioni, a perpetuare fatali inganni. Il Presidente del Consiglio on. rritti ha avuto, nella sua recentissima circolare ni Prefetti;, parole di alta e sicura saggezza; e al disopra dei fatui discorsi addormenta tori e dei chimerici calcoli lusingatori, ha gettato il suo mònito severo, inspirato al ^)iù sano e animoso realismo: « Forse da troppo tempo — egli ha detto — molti organi dell'opinione pubblica, hanno disawezzato il pubblico dalla rude visione Iella realtà ». E « l'Italia non è consapevole del suo pericolo ». E ancora : a mèla non può essere raggiunta senza un grande sforzo di tulle le anime, senza il concorso di tutti. Bisogna renlere l'Italia consapevole delle sue difficoltà, e poi. piegarla al lenace sforzo del lavoro e alla nule astinenza. Chi parìa un diverso fi»alloggio inganna il popolo ». I nostri avversari, se il furore partigiano e la loro inveterata infatuazione non li accieca oltre i limiti della ragione, faranno bene a chinare il capo meditando su questo saggie parole ti eli'on. Xitti. E se in loro vi sono ancora possibilità dì equanimità, se essi hanno ancora coscienza per ricredersi, dovranno riconoscere che proprio questo noi abbiamo pertinacemente e appassionatamente affermato e sostenuto.

Persone citate: Parisse

Luoghi citati: Friuli, Italia, Veneto