Il testo originale del bollettino Cadornasullo sfondamento di Caporetto

Il testo originale del bollettino Cadornasullo sfondamento di Caporetto Il testo originale del bollettino Cadornasullo sfondamento di Caporetto Stralciamo dai documenti dell'inchiesta: lì comunicato del 28 ottobre che dava notizia dalla sciagurata piega degli avvenimenti tra; staro" redatto dal, Comando Supremo in Questa forma: < La> mancala resistenza di reparti della Il Armata riunente ritiratisi senza combattere v ignoniigniosaiiiente arresisi al, nemico, ha permesso alle lorze austro-germaniche di rotniere la nostra ala sinistra sulla fronte Giulia, ifi sforzi valorosi delle altre truppe non sono riusciti ad impedire all'avversario dr penetrale nel sacro suolo della patria. La nostra linea «i ripiega secondo il plano stabilito. I magazzini e i depositi dei paesi-sgombrati sono Biati distrutti. 11 valore a.mostrato dai nostri soldati in tante memorabili battaglie combattuie e vinto durante due. anni e mezzo di guerra, dà affidamento al Comando Supremo die anche quesia volta l'esercito, al quale seno affidati l'onore o la salvezza del paese sapra compiere il propi'.o dovere». Al fronte ed anche in paese circolò anche un altro comunicato portante i nomi dello cliente ed invocante la maledizione della patria e di Dio sui traditori, ma venne .dimostrato apocrifo e fu diffuso alla macchia por opera di agenti nemici ' o di disfattisti. Mie nutorvtù, non riusci inai di scoprire -u autori dell'infamia. Il comunicato BuenMco.ni Gréttamente diramato, come era wnsue ud rie. all'estero, mentre veniva trasmesso Sif£*t Il Governo nel riceverne cemwf^^ lino .iinmediiatamente la gravissima. «P?J*W alone morale che esso poteva avere e lo ti ira mò alla stampa italiana modificando il I-n mo periodo nel modo seguente: «Lei violènza dcllallacco e la deficiente re«1 siènzaTta'uni repdrti àmjMmta hai; no permesso alle forze austro--tedescho di rom iL,; ,„ nostra ala sinistra sulla fronte Giu.ia. Ifó&t&SSSfiS delle »|W truppe non sono «usciti ad impedire all'avverano di penetrare BÙI sacro suolo della patr.a, ecc. ecc. ». innanzi alla Commissione » LgMjgg"^ «orna, dopo aver dichiarato J^^^^. «li aver riveduto, approvato e nrmato u 001 lino del W ottobre, e quindi di assumerne di 'esso la crnupleta r-esponsabdiUi, ha esposto w 'spanciai rauioiU, come nuclle chi lo mata tero a farlo redigere nella (orina soma neor- pi? biasimo rivolto ad alcunt «parti di una Armata u la esaltazione di tutti gli alt- 1. ìir m andò la responsabilità, limi-Uva anche la ìtóduclaxne in quei giorni jrf&W»»^ avvolgere lui lo il'eserolto. A chi, datùdW, nascondere i fatti? Ne parlava già la »1<<[»P« SemicS' gli Alleati avrebbero avuto, presto o Tardi.là WWXmX^JPJS^1?*^ ed da"stèssa necessità di rimediarvi, ed essi ave Vano, del resto, l'èspdrtenza dv forte di due simili imentì ìnorauf il"Paese dai Profughi., testimoni lari "ièlla ritirata, sapeva già più che rum dicesse il borieUlno, ed ancor più avrebbe sa- :pUn\ImleSCK(!òme le piaghe prò gravi, andava Waó a tempo col ferro e col fuoco ed era •altresì necessario dire al -Paese ed all esercito ,in quell'occasione una parola .R»W e anche por non svalutare > boUett.m anni, esaltanti l'eroismo vero; 1 «NgwH«f •all'indigim-ziòne dell'esercito e .del cuii renarti non era p'Ju Impietoso dell atto di L'uVrzia. elio vuole si affiggano t nomi dei disertori sulla porta della casa palernu. Ed il generale Cadorna, mentre afferma che ili comunicato nel suo complesso non era aifatin offensivo, ritiene fermamente che. esso ià hia vito un benefico effetto, producendo '"reazione violenta ma risanarne* ima ondata di sdegno contro ogni viltà ed una fondata di entusiasmo patriottico verso gli o•roir diiensorii della Patria, che furono eerto iBÒstènuti sul Piave dallo spirito profondamene mutato di tutto il Paese. Vi che egli' dichiara di non essersi pentito ;<1p1 mmunicato del 28 ottobre e che non esiterebbe a. rimettervi, senza nulla mutare, la pròpria firma. .... . -Lo conforta nel- suo convincimento 1 dwmplo storico del boliettiii-.o N. (S. relativo al fatto S'arino di Mortara, della campagna lbi9, ìirinatf) dal ministro dell'interno, Hattazzi.-. « Alcuni soldati vergognosamente si sbandarono « come lo comortano Ja tacita approvazione 'di tra ministri e di un eminente publincila, che assistettero al Comando Supremo alla prima lettura del bollettino fritta dal generale Fono, e la esplicita approvazione del iCauo di Salo Maggiore della Marma. Ne invero è mancato qualche testimonio che la giustificalo il comunicato sia con le ragioni -lesse addotte dui generale Cadorna, sia uffc-imando che all'estero esso fece uba buona impressioni:1 di Tude'e forse inusitata frunCht-zza iu-'l riconoscere una triste venta, sia intim- notando che la lealtà del disfacimento morale eia super i-ore a quanto 11 comunicato originalo nictli-simo no» dicesse-. Ma la maggior parte degli autorevoli testimoni che si sono pronunziati sulla questiono'i)"- deplorato ed aspramente criticalo il co'muiUeulo, rievocando l'infausto- telegramma ;del generale Barai Ieri sulla sconntta di A■duo: avanzando l'ipotesi die il comuuica'-o volesse in qualche modo attenuare la resppnisab'.lità del Comando col farla gravarti piut■tos-o sulle truppe; additando il comunicato 'koinè 'jno dei non ruri a-ti di impulsività idei generale Cadorna: contestando che debba 'attribuirsi al comun>fcato, il risollevamenlo delio Spirito dell'esercito, dovuto i'nvece aJJa ■saldezza d'animo dimostrai dal Paese d[fronte alla sventura, ed infine notando come !il generale Cadorna abbia non solo mancato ideila grandezza d'animo doverosa per un capo '-di esercito, di assumersi la responsabilità'pur di salvaguardare il buon nome della Nazione, ina abbia altresì .violata la elementare ìno'rina che vieta al padre di proclamare la vergogna dei propri tìgli- Per quanto la questione possa a prima vista apparirò non connessa al mondalo della Commissione, questa ha Ritenuto suo dovere il prendere in eisame 11 comunicato, non soltanto pnr le aev !ce/se discussioni da esso sollevale nplla orninone pubblica, ma anche come indice dello 'stato d'animo del Capo di Stato Maggioro del Comando in quel traci-co momento. Ed al riguardo esprime innanzi tinto il parere che sia da escludersi nel generale Cadorna l'intendimento di crearsi col comuncato un documento a discarico, rigettandda la colpa; il comunicato appare invuc«Ila Commissione una reazione spiegabile■che poteva e doveva essere espi essa in formPiù Temperata, ma certo eia espressa in pio na buona fede di fronte lui avvenimenti dequali il Capò di Stato Maggiore ivi 11 Camundo. attenendosi a referti autorevoli e aosservazioni proprie, vedevano la cagionprincipale: nella inadeguata resistenza dell■ truppe. Ouel che invece sembra' lecito ritenere si che nei redattori do! comunicato, come negenerale Cadorna, che ne assunse la pienresponsabilità, sia mancata la esatta visiondi tutta le sue possibili conseguenze. Da essera infatti lecito e purtroppo facile il dedure che cause pressoché uniche del disastrfossero 'W tradimento t* la vigliaccheria, che fossero perciò da escludersi altri impotantissimi fattori, quali la eiTlcacia dell'atacco nemico, il concòrso di circostante avverse, dee. Si aggrumra che essendo noto camp fino allora i comunicati del Cornando Supremo nostro, al pari di quelli di ocni altresercSto, giustamente tacessero o attenuassero verità dolorose (ad esèmpio lo scacco dgillgno- di fronte all'Hcrmada. la sconfittAr'W Ortlgiira, le forti perdite nell'azione contivi il S. Gabriele!, dovevano nel Paese ed al'i itero apparire la viltà e la icrnomftjia ancoru più gravi eri pst«=p di quanto non fossero in realtà ? ili quanto il comunicato nodicesse. -Ui tendenza a disperare n a dubitardelle truppe, derivante da tuie interpretazione, era atta a produrre nel Paese e neal> alenti consecuenze opposto a molle clip il «encrale. Cadorna si rtprompfevn, e notava atresi, in concorso con .-ilt«-n rnmnn'ra/ion>lsrtrvatrssim° d*l Capo di Stato Mnpsrjorn aGoverno, costituire tin ereitamenVi a" consderare la necessità di depisinri, noV*5che iridesuate alla portata s*«ssa d^ fatti : rnfatti, in un telegramma del1 5ó ottobre riirofto al ministro della Guerra, il generaCddorna diceva: « -Circa dieci reggimenti t>rasisi, in mòssa senso combattere- Vedo de■ne/irsi un disastro.' contro H quale lotterò n<> alla fine ». ' In un altro del 31 ottobre, diretto al pres'dente del Consiglio, affismav»: « Giù rennecessario portar* li rttittenx* ti Piave, dlile perà vf*»téo, te ìm pristine nemica, eo■ttnumse dm est e ri nmHettmtt mt Trenu o l e a a a o o a o to à a o a i e o o , e a v o e aaio e e, a o ei ad e lo è el a e so rro e rtvauo edi a nln.» sn re olelr ni al siariile >rli /lside onu- 13 con una lettera del 3 novembre, sempre al presidente del'Consiglio: «.Debbo infine confermare quanto telegrafo quosta sera a V. E., cioè che si mi riuscirà di condurre la 3.a e 4.a Armata in buon ordine sul Piava, ho intenzione di giuocare rnltima carta, attendendo ivi una battaglia decisiva, perchè una ulteriore ritirata fino al basso Adige ed ni Mincio, alla quale dovrebbe pure partecipare la l.a Armata in condizioni difficilissime, mi esporrebbe a perdere quasi tutte le artiglierie e* annullerebbe completamente ciò che rimane della 'efficienza dell'esercito, rinunciando .anche all'ultimo tentativo di' salvare l'onore delle armi. Ho voluto esporre cosi la situazione nella sua dolorosa realtà, sembrandomi meritevole di essere considerata all'infuori della ragione niMitare, per quei provvedimenti di Governo, che esorbitano dalla mia competenza e dai miei doveri». _ Le unanimi deliberazioni della Commissione d'inchiesta L'auto-intervista detl'on. 0. Raimondo Genova. 13. none. L'on. Orazio Raimondo, uno del Commissari per l'inchiesta su Caporetto, pubblica sulXAzione• un articolo, intitolato: «le passioni ■polilicne c l'inchiesta. — Intervista con me stesso » nel quale, dopo aver rilevato la diversità dei commenti che la stampa Italiana va facendo, da giorni, sul ponderoso materiale raccolto dalla Commissione e sulle conclusioni alle quali essa fc venuta, con unanimità di voto, osserva che la Commissione ritenuta da qualche giornale troppo debole e indulgente nei confronti di partiti e di gruppi politici, è stata nominata dall'on. Oliando, parte in causa, e fu presieduta da un vecchio generale, c/!« il noverilo non pensò mai di chiaviti re al Comando nè prima nè dopo di Caporetto. « E' una tendenza umana, ma specialmente italiana — osserva l'on. avv. rialmondo — quando la sentenza non piace, di vilipendere il giudice. Il Tribunale che assolve un giornale che ha. tatto la sua campagna morale, b — almeno pel giornale assolto — un esempio di fierezza e di rettitudine; ma se il medesimo tribunale è costretto ad applicare qualche giorno di arresti ad uno scioperante che applicava, lui, un randello a bourrer il cranio di un vile crumiro detto spirito di disciplina socialista, allora esso è uno strumento odioso della giustizia di classo... In una gentile cittadina della nostra Riviera quest'imparzialità è stata portata véramente all'ultimo limite. Ivi 6 un palazzo comunale che ostenta sulla facciata delle figure — per verità assai brutte — che l'artista, forse un po' ironico, trasse dal inondo zoologico; e poiché in quella cittadina i partiti si alternano all'amministrazione, cosi il giornale locale, rendendo conto delle sedute consigliari, allorcliè sono al potere i compagni, intitola la cronaca : Nella casa, del popolo, e quando sono al potere i monarchici l'intitola: Nel palazzo delle bestie!... Ma questo modo di ragionare non è un privilegio dei socialisti; fra tanto declamare contro i privilegi riconosciamo almeno questa eguaglianza di classi di partiti e di individui — senza distinzione di colore politico e di statura intellettuale nel concepire l'idea della giustizia-». L'on Raimondo quindi 6crlve: a Ogni giorno vogliamo inspirare un po' di fede al popolo; cominciamo, perciò, col togliergli se ne avesse, le illusioni nella giustizia, creiamo uno stato di diffuso scetticismo intorno ai giudi* cuti e a loro giudici». Ouindi lon. Raimondo si domanda: « Per qual motivo si sarehbe pubblicata l'inchiesta, se non si dovessero maltrattare coloro che hanno avuto l'ingenuità di compierla? ». E continua: «Ma la Commissione fu nominata dal Govèrno di Orlando' Verissimo. Però.,, però... credono veramente 1 commentatori che se l'avesse nominata la Camera, sarebbe riuscita composta con garanzia di mapgiore imparzialità? Crediamo veramente che. se invece di tre altissimi ufficiali si fossero -trovati in Commissione tre deputati in più, poniamo del partito socialista o del gruppo giolittiano — che pure avrebbero avuto diritto ad una rappresentanza — il giudizio sugli uomini della guerra (Comando e Governo) sarebbe stato sensibilmente influenzato da una favorevole prevenzione?... E poi perchè una Commissione nominata con decreto luogotenenziale non avrebbe potuto giudicare il Governo ? Forse che il Governo non provvede i piudici anche alle cause... in cui è parto lo Stato?.. Ah, comprendoquelli sono magistrati...; ma si dimentica che le conclusioni della Commissione furono unanimi, su tutti i punti, e anche: su quello della disciplina e del governo degli uomini, o quindi ebbero il voto del capo della giustizia militare? (Il cjuale, per altro, è accusato dai socialisti. In separata sede, dj qualchecosa come... di asservire la giustizia allo straniero e di aver consentito falsificazioni e soppressioni di atti... a scopo di persecuzione politica). Si presume che i deputati debbano adattare la loro indipendenza ai desiderii del ministro, anche dopo la sua caduta?... Se non è una garanzia del loro voto, la loro condottala loro probità (e vantiamo un poco le nostre qualità morali, che — secondo La Rochefoucauld — lo si può senza incorrere in peccato di vanità!), almeno garantisce per loro il pieuo consenso di due senatori e di tre militari, che si possono ritenere in assoluta indipendenza di spirito e... di cuore. Nei senatori e nei militari contate anche il Presidente? li generale Caneva, quello della |jw'* Caro lettore, io non credo che, avendo fatto parte di una Commissione giudicante, si diventi una testa da massacri contro cui chiunque pUo esercitarsi a tirar palle di stracci, come non ho mai creduto che basti ad un cittadino,di sedersi al governo, perchè ogni papomere — mandato magari per isbaglio alla Camera — abbia il diritto di dargli del camorrista. Io non posso lasciar passare senza una protesta l'affronto fatto ad un uomo che ha diretto i lavori della Commissione con una diligenza, ima lucidità, un tatto ammirevolisenza nessuna passione, tranne quella della verità e della giustizia per tutti. Se anche frisse staio un mediocre generale in Libiaciò non toglierebbe che egli potesse essere un ottimo giudice: altrimenti chi potrebbe criticare Napoleone? Ma il ricordo dPlla Libia non toma di nIrmi disdoro al generale Capeva; i fatti hanno dato in tutto ragione a lui; Ouest'uomo era il solo generale d'esercito che avesse l'Italia sino a Vittorio Venatonei suoi più tardi anni, colpito da gloriosa sventura che eli tolse l'unico figliuolo, quandnon aveva più nulla da chiedere o da sperare, — neppure il conforto al dolore datempo che fugge, _ lla obbedito da vecchio soldato a un comando del suo paese e si imposto un lavoro lungo, rìifftfiip. nrtiiR0 il lavoro ha condotto a termine," mentre'sinsinuava che la Commissione era un espediente dilatorio; ebbene, prima che il lavorsia letto, prima di vedere con quale cura imparziale e scrupolosa sono stati chiesti documenti e testimoni, ascoltate, accuse e difesediscussi i singoli arcromenti, votate le risoluzioni, prima di vedere se la sentenza vi persuade, persuadete il pubblico che non ncreda una parola — non perchè il giudizipecchi per qualche involontaria, o pitale, mancanza, ma pprebé il presidente del Tribunale i suoi colleghi erano ben decisi a violaril loro dovere, a non render giustizia. Evdentemente, nel giudizi con semplici conseguenze morali • e privi di sanzioni, c'è umestiere molto peggiore di quello dell'accusato : è il mestiere del giudice ». zpsmGIssdcntpGfsRacconigi alla Regina Elena■tacconili, 18, nera. Nella ricorrenza dell'onomastico di S. Mla Regina Elena la città è imbandierata e festante, l'Amministrazione comunale, seguendo una ormai antica e gentile consuetudine sicura interprete dei sentimenti della cittadinanza lui fatto pervenire alla Regina, Sant'Anna di Vnldierl una splendida corbeille « di fiori freschi accompagnata da un ricco 'd artistico album. Il sindaco accompagnò il dono con una nobilissima letteresprimente gli auguri fervidissimi della popolazione ed Insieme il desiderio vivissimdi un prossimo lungo soggiorno della BealFamiglia in questo castello.

Luoghi citati: Caporetto, Italia, Libia, Mortara