La scarsità di mezzi offensivi confessata dall'ex-Generalissimo

La scarsità di mezzi offensivi confessata dall'ex-Generalissimo La scarsità di mezzi offensivi confessata dall'ex-Generalissimo La terza parte, sempre dello stesso rapitolo | 6tilla condotta della guerra, si intitola: «'Là condotta Mie operazioni. La relazioni) dice: j « La condotta dellie operazioni precedenti a«luelle dell'ottobri» 19177 è stala consldej-ata dalla Commissione nei liimiEì del pròprio man- dato, e cioè; per rendersi conto in niiafe mi- j 6ura detta condotta, per le perdile che le ops- j razioni costarono e per la situazione che nei .„_,,, ' '„ ... .,„„ ,,,,„ derivò, possa aver costituito una causa J depressione dello spirilo dell'esercito,- — ic.r , esaminare se vi si riscontrino radici (Vi errori, tattici e strat.;Sgici, la cui es! einà rilpércussio- ' Eie siasi palesata nel iìì-sjls.p.'d^^^ La condotto delle operazioni nell'anno tOi:> rw.ii. . , • , -, ,i-,n„ I«Dello schieramento Indiziale delle uretre forze, che non va; io poi durante ae Operazioni ! **el primi mesi della guerra; è stato detto ohe •esso presentava, senza le necessita che lo ave-i vano imposto te ài IH territori edtò altri tem-\&ìlo «Xu \tS^&fi82Z ! •lenza, di forze sulla fronte Giulia. E' stato ; affermato che, bene utilizzando gli sbarrameli-1 ti dcllla nostra fiwnftera alpina, la vera massa del nostro esercito poteva essere gettata oltre]l'Isonzo alla ricerca di. un iniziale e, forse, de-,cislvo successo, mentre, avendo voluto tutto i'coprire del nostro territorio e lutto attaccare jdell'altrui, si espose l'esercito a sfibrarsi l« una terle di prove immani in molteplici dire- jzitmi. Nemmeno sono mancate critiche alla \esecuzione dielle opernz.UMi.i- ndi primi .mesi, jriscontrandovi incertezza, ritardi, ignoranza idegli apprestamenti nemici, impiego d.l mezzi (inadeguati e per giunta disseminati improvvida, ostinazione contro tratti, difficili e trascuratezza di taluni, pienti deboli. «Particolari rffiitevi sono stasi fatti al concetto ed alla condotita delle azioni offensive tn Cadore e contro H- Troni.(no nel ]<(lò, per cui vtiuwo distratte forze e specialtmente una parte dellie scarsissjTiie afliigli'e.ne dalla frón'e principale, senza tuttavia che le forze ed i mazzi sulle fronti secondarie risultassero adeguati ad azioni verainenic efficaci. Gravi sacrifici ma sterili prove eroicite E' innegabile che le gravi perdile sopportate dal nostro esercito, in confronto dei limitali guadagni non solo nelle primissime operazioni del maggio-gf.ugno, ma aneor più. ncllé\ offensive del luglio c dell'ollobre-novembre HMS, per quanto ne ve7iissero magnificati i risultati, stancarono e depressero le truppe che videro riuscire pressor.liè sterili le fulgide prove di eroismo e il sacrifizio dei migliori elementi ». € Il generale Cadorna tuttavia lia recato su tale questione argomenti depili della massima considerazione, a giustificazione propria ed a spiegazione della seaisiiù innegabile dei risultati (sottolineato nel tosto): «•innanzi wlio la direzione principale dello operazioni fu imposta dalla necessità di far concorrere, «omo esplicitamente era stato stabilito nella convenzione militare con sii Alleati, le nostre forze verso quelle Serbe e riisse : — Le avanzate compiute anche dalle Armale dei fronti secondari mitravano a guadagnare bue ne posizioni il più pc-s.-ib:?"! elire il confine, garantendo meglio il territorio nazionale e raccorciando la frontiera con corrispondente economia di forze; ne si può disconoscere che se l'avanzata arttòse potuto compiersi rapida e travolgente, come il Capo di Stato Maggiore voleva, i guadagni sarebbero stati maggiori e più limitate le perdite; — ciò sarebbe avvenuto tanto più se tutti i comandanti, e particolarmente taluno di grande unità e qualche divisionario di eani!Icria, avessero dimostrato spiccalo spirilo o/lenivo, 0, per meglio dire, avessero avido dilla ^eri'a quel-Penparlenza personal.- il cu diie.to ar vp-po. non si compensa nemmeno colla largadiffusione di una buona regolamentazione tattica: — uè ai deve trascurare che a limitare i risultali ed a accrescere le .pardite concorsero la scarsità di mezz. ili attacco c In particolare di artiglierie pesanti, nonché la deficiente conoscenza degli apprestamenti nemici (scaj-j-ltà e deficienza di cui si tratto insi di guerra, hanno portato ab ri testimoni particolarmente Insistendo sulle infelici condizioni della nostra frontiera die impose l'accennata condotta e mettendo in evidenza le difficolta, naturali di -terreno e (li clima che Bi presentarono al nostro esercito >-. L'offensiva austriaca do! Trentino 1916 e lo giuste preoccupazioni di r<esorto Brtisati. « I gravi fati del Trentino con cui si apri la primavera dell'anno e che inflisseroal nostro paese i primi dolori e le primi: ansie— troppo presto dimenticale — dell'invasionehanno dato luogo a moltéplici accenni e ri-lievi'fatti innanzi alla Commissione da testimoni che hanno voluto trovare in essi anaJogie con gli avvenimenti dell'ottobre 1U17 odhanno affermato elio sc ne sarebbero potuttrarre e dovuti tener presenti utiii simiiac6tramenti, che vennero invece trascurati, haCommissione per sincerarsi su tali punti lha dovuti considerare con particolare attenZione rilevando come si sia voluto da talunoattribulre la massima responsabilità al generale Roberto Brasati, comandante della primaArmata (ed esoneralo dedici giorni prima delsciandosi trascinare a sterili conquiste di territorio; per aver curato meglio la sistemazione delle posizioni avanzate di minor valore che delle posizioni principali retrostantitroppe fanterie ed artiglierie impiegando sulle prime a preferenza dello Feconde: per aver mostrato eccessiva preoccupazione per Pannunziata offensiva nemica che il ComandòSupremo non credeva tanto imminente e tan to potente, e per aver palesata così scarsa attitudine a dominare gli avvenimenti. . « Ma per contro, con prove e testimonianze degne della massima considerazione, è stato dimostrato, come assai più giustificata e corrispondente a realtà, fosse la pre occupazione del comandante della prima Armata che non la persistente incredulità del capo di Stato Maggiore, e come la situazione strategica e lattica e lo sistemazione difensiva conscguiiuro da operazioni apirrovale e lodate dal Cornando Supremo e risultassero da precisi referti periodici dì cui il Comando stesso aveva prego atto senza muovere ossenazioni, «La costituzione o la racci l'a ri. un'Armata di riserva nella pianura vicentina e padovana, a cui con l'ayn cavarsi della situazionefu poi provveduto, rappresentano veramentnno sforzo ed un movimento di notevole geDialità e rapiditA, pur tuttavia sono prove dquamto più efficaci sarebbero potute riuscirU disposizioni del Comando Supre.no, ove generale rn****!* — stilla sola basi- di un presupposto teorico — non si fosse dimostratincredulo circa notizie ormai concordi ed atsndlciii. ' A titolo di mlsur* precauzionale il generale Ortarna sulla fine del maggio 1916. davtMdiMMSiZkuil alle truppe rimaste alla fronte Giulia per la ritirata, prima al Tagliamente « pai al SU*; etreostms* ?tt*stm che anch vano la situazione avrebbe potuto suggerire non poche provvidenze di, ordine tali co e lo gUUco le omli sc per tempo attuate, avreb- ,. _ " -• ' . . ',.„„.„' ,,„,,„ 6c™> reso meno gravi le conseguenze della ritirata nell'ottobre 1917. Lo operazioni riallr presa di Gorizia alla offen siva dei|a Bainsizza. „„,,„ „,„„:„,.„ „„ „,,„ #_„„..„ .,.,„„„ «Della gloriosa ripresa alla fronte Giulia nell'agosto 1916, che culminò nella conquista di Gorizia e nel passaggio dol Vallone, come ai tutte le azioni precedenti all'agosto 1917. la Commissione non Ita avuto campo di oc so non nei "riguardi ci dllìicill pesi«ioni in cui rimase il nostro esercito nella piana goriziana e nei riguardi del forte logo-l ' ,, , , , „ rio protetto dalle var.c offensive e le cui con. seguente sono considerate in ultra parte. ti generale Cadorna noti ha mancalo di far notaTe cne in n,ulsi iwle queste azioni il sue- cesso iniziale non vanne alatamente sfrut- falò tn parie per errori di comandanti, in parte per stanchezza delle, truppe. .Von è man cato tuttavia chi, a scagionare gli uni e le] altre, ha fallo notare rome manchevole fosse all'epoca considerata il metodo spesso seguito nel dare'impulso all'azione, dappoiché erro JlC0 cra ,■/ credere potessero proseguirla le. medesime truppe, là dove solo più tardi Vc-\ tpertsuza denti avvenimenti dell'ottobre 19i7 al n0iiri danni, c poi la felice, prova dell'ut. iubre jfstS, « gloria del nostro esercito, mo strarono ami dovessero essere i procedimeli, n (U un-n-lone a /mn0. IamMglCssd-ja. gU alleati si attendevano da noi , settembre, gli alleati stessi vollero ri1" Ortis-ira sanguinosa e infeconda « Nei particolari riguardi dell'azione del gingilo 1917 suoii Altflpianii, clic prese il nome dtill?Ortlgara, non -sono mancali riiltevi di 1.1 .-umoni autorevoli che la g-Judioarono, oih-eche sas-gnlfiosa ed infeconda,, come allre del 1917, al resi ingiustffloata, inon solo pei risultati cine poteva offrire, ma anche, perchè disarmonica con la intonazione del piano generale delle operazioni. -La Commissione, che non ha sufficienti elclmènti e nemmeno i.l compito di pronunciarsi pui-lic» dairmente al riguardo, non < può astenersi dall''affermare che, se non altro, I pel grave svacco con cui terminò, l'accennata azione abbia, costituito, come anche quella del; maggio 1917 verso il Kuk ed il Vodice, non tiene elemento di depressione del morale delle truppe che vi parteciparono, né può ammcl-. tere la spiegazione che diri grave Insuccesso U generale Cadorna ha voluto trovare, principalmente nella poca risoluta condotta della fan- ; icria. L'offensiva della Bainsizza « L'ultima grande azione che precedette la cper.iz.vuc, gì cui alla Commissione è conv' atasso un particoloireggjeto stud», fu quella deìì'agoslo W17, clic p>H.tec nome dall'altipiano della Bainsizza e cne secondo il generate Cadorna, valse a rialzare lo spirito del Paese il d-cll'Eiséreito. L-'i vii comune critica mossa a uxrc azione da numerosi testimoni fu l'tnppportwMà del momento (soaàlinieato n'i tauro) : perchè — questi affruTnaxono — dopo il crollo della. potonza militare russa, avrebbe) dovuto 11 nostro asore-.to raccog.'fJ.'irsi ed etco- : no-mizznre ogni forza per parare iil possente colpo che proto o lardi gli a'vrobbcsio inferto !id disianix.tjnate forze austtro-tedesclte. Ma se ciò può apparire giusto iAi linea teorica, sta 1 di fn'ito ct;-a M cornando ad un'azàoì»e offensiva era vincolato da Impegni con gli alleati/ e da questi foxtemdatle sospinto. Il brusco ritiro delle artiglierie Alleate! « E va al riguardo ricordato che. per aver rimandato — dopo eseguita l'azione della Bainsizza e nella previsione di un forte, attticco nemico al nostro fronte. — la ripresa srlcippiBdppgr7vdnCltirare assai bruscamente le loro artiglierie dalla nostra fronte, e ne seguirono incresciose trattative. « Più fondati appunti all'azione della Bainsizza sorsero dalle perdile che essa costò rispetto al limitalo vantaggio strategico che produsse (sottolineato nel testo), per il fa'to di non essere riuscita alla conquista dell'ai- venne a costituire un tratto debole analogo a quello dello Sleme-ìWrzli. tratti entrambi che dm-ano buon gioco al nèmlrn ■■■'hiavi. e logorarci. Sia, più che tutte le azioni contro il San. Gabriele con cui le azioni della Bainsizza si chiusero, furono additate come tipici ' esempi di ingiustificato logoramento. Osservazioni complessive sullo operazioni sino alla Bainsizza, « Nel complesso di tutte le nostre azioni (In qui accennate, molti testimoni hanno creduto i o e . , ; di riscontrare, per quanto più o meno ac- céntuntl, caratteri *i noen saggia condotta - (-sottolineato nel testo), e fra quésti: — il pro- porsi obbieltini — quali piccole alture o quote di — di scarsa importanza tniiira e di nessuna i\influenza strategica, e spesso il proporsi ob-j bi. Itivi successivi senza alcun nesso fra loro a nel piano generale di azione: — la norma di i | non cedere a nessun costo nemmeno un palmo -jdi terreno guadagnato, lasciando per mesi e o | per anni le truppe in posizioni di vero logo- rameiito; — l'ostinazione in attacchi frontali a reiterai, dopo i primi insuccessi, senza quasi - j alcuna probabilità di riuscita e la scarsità ài ™»< tiranti; ;.1, r poca cura dei comandanti elevati dimoranti in luoghi remoti dalla linea del fuoco, di rendersi esatto conto delle difficoltà e la. ripugnanza loro ad accogliere la sincera rappresentazióne che potevano farne i comandanti locali,- — la sporporzione delle fronti attaccate rispetto jò 1^°^ !KS/,I,l,(f,lti dello schle- 'ramento e la conscguente debolezza delle masse di manovra, donde l'impossibilita di sfruttare il buon successo ». A questo proposito la relazione cita questa testuale frase dèi generale Cadorna: * Ormai di strategia non e più tempo: io attacco da per tutto, e se in qualche posto sfonderà, là cercherò di avanzare ». E il generale Frugoni a chi gli domandava il concetto dell'offprrsiva dell'ottobre 1915: «Attacco frontale generale dal Rombon al mare; niente altro ». «Faccio il colonnello, non il macellaio» a e o e n o e a a e Da lutto ciò — hanno affermato gli accennati testimoni — derivava che il nemico non uscisse veramente indebolito dalle nostre vittorie, conseguite con perdite suiterioH alle sue e talvolta con veri macelli delle eroiche truppe nostre ». E a questo proposito la relaz'une vàia la seguente testimonianza di un e I colonnello : «Nel marzo del 11)16 il mio coe-1 mandante di Divisione, generale... al quale di I riferivo per telciono le ragioni per cui un'oe '< l'eruzione ordinatami non poteva riusc.re e il\sl sarebbe ovulo un macello, osservò che di eo tava nnhe carne ria macello da danni ne aveva quanta polci-a abbisognarmi: risposi che facevo il colon nello, e non il macellaio » e si Interruppe il telefono: un ordine scritto ini ordinò l'onerosa operazione!». « ha Commissione non può negare che tale ultima osservazione è. in linea generale, esatta, potchè motti del nastri sforzi non valsero ne a togliere al nemico i suoi vantaggi tiraUffici, ni ad infrangerne la compagine me-

Persone citate: Cadorna, Frugoni, Roberto Brasati

Luoghi citati: Gorizia, Trentino