LE CONCLUSIONI

LE CONCLUSIONILE CONCLUSIONI Vengono pubblicate, prima che sia stato comunicato ai giornali il sunto ufficiale annunziato dall'on. Nitti, le conclusioni dell'inchiesta su Caporetto. Esse sono del seguente tenore: • I. — La Commissione, che nella esposizione di tutfi ì vanii possibili fattori del disastro ha proceduto con estrema cautela ed ha sempre curalo, ove si delineassero responsabilità, di esporre obbiettivamente ogni elemento di discarico, raccoglici in queste brevissime conclusioni solo quanto nel corso della lunga disamina le -e apparso come inconfutabile. E periamo trascura, non solo per brevità, ma per chiuacia. i dubbi, le 'ipotesi, i sospetti e tuttt) le osservazioni tecniche, poiiticne, morali cne per doverosa completezza di disamina dovetti rilevare c credette muovere essa stessa, ma che apparvero tal: da rimanere inierameutio nel campo deli opinabile e da non poter costituire sicuro fondamento nè di lodf. nè di. critica e lunto meno di accusa. M imo ultimo delia definizione delle rospon» subitila la Commissione. nc& riassumere e nel graduare l'importanza delle cause, si richiama, senza ripetersi, ai capitoli in cui clascuna venne singolarmente trattata con ampia documentazione ti con particolare motivazione. <iuanto !à fu detto consente qui affermazioni nette, brevi ed esplicite, raccolte intorno il IrA punii: Lo Quali apparo la figura saliente degli avvenimenti : 3.o Qua ili ne furono le cause essenziali-, distinguendo le proventi-enti da forza maggiore dalle imputabili ad enti e persone; 3.o niia.li sono le più gravi responsabilità, personali dalla -Commissiono accertate. I fattori militari della sconfìtta II. — Gli avvenime-ntl dell'ottobre-novembre 1917 che condussero l'esercito italiano a ripiegare da oltre Isonzo fin dietro il Piave, presentarono i caratteri di una sconfitta mi litarc: t. le cause determinanti di natura mi1 lijarc, sia lecnica che morale predominarono sicuramente su quegli altri fattori estranei alla milizia, dalla cu: influer-ea — neLla prtt- i Sente relazione dimostrata esagerata — taluno - HYeva volulo dedurre CDe 8lj avvenimenti fos- s,jro da attribuirsi prevalentemente a cagioni | Confitta, oltre che da cause locali ed ! occasionali, derivò'altresì dal concorso di com- | plessi fattori sempre di ordine militare, da tempo agenti sull'esercito, ai quali contingenze eccezionali diedero modo di esplicare una efficacissima azione depressiva degli spiriti » dissolvente della coesione dell'esercito. III. — Fra le cause da considerarsi di forza maggiore e di cui la presenza e l'influenza, orami sicuramente accertata, dalla. Commissione. attenuano le responsabilità personali, vanno ascritte: la capacità e la potenza del nemico. Gli austro-germanici, e'Js preparata alla lotta ar:na:ia, fattS espertissimi dal duro tirocinio bellico compiuto sotta la prò-enne minaccia e , o o - di! *hiacctiameni>o. informati 'perfettamente o ì:mi .solf, suj nostro apprestamento tecnico, ' di - ! ma tinche sul nostro stato morale, capaci sfruttare ogni mgegnoso ripiego od ogni c i va,** u^ió»"*^ mi vr£.iu con¬ - stimato stratagemma di guerra per dissimula- i re 1 rapidissimi trasporti, le forze cerne le . direzJorii al stacco, per attutire la vigilanza i noi settori prescelti, per infiacchire ovunque ; possibile la resit-tenza con propaganda debi- e mante, intrapr&ero l'offensiva anima* da n ; spirito di emulazione e sorretti da irrefrenabiH slancio nei grandi successi militari ot- e, tenuti contro la Serbia, la Romania e la. flus- - i -sia • la intrapresero colla tiducia di infliggere |fl co]po decisjvo pftl. ,a pHCP teutonica: la -1 intrapresero sentendosi guidati^ dappresso da ¬ e o e I arditissimo, e fu tradouo in atto con energia uno dei più esperti generali, ed ancor più ridenti per sapersi, pur ila lungi, diretti dai due maggióri condottieri che la guerra avesse sin all'ora (rivelato: (Hindenburg e Ludcndorff. Colla serenici che a noi può ben. essere consentita dalla finale vittoria ottenuta, dovesi riconoscere che -Jl piano nemico fu geniale, o e a , ; e e e - sagacia ed impiego di metodi per noi nuovi, cosi da conseguire, non tanto nel tempo e nello spazio, quanto nei modi, la sorpresa precipuo fattore di vittoria II buon successo iniziale conseguitò in misura'maggiore ancora della sperata, il nemico seppe sfruttare al massime, incalzandoci senza tregua con nuclei arditissimi, privi di scrupoli nell'uso di stratagemmi, impedendoci di' assestarci sul le posizioni successivamente occupate, ed infine, con grande intuito strategico, nonché perfetta cogniziond dello scacchiere di opera» zlone, lanciando I suoi grossi sulle direttrici per noi priì pericolose e spingendoli fino al limSte ultimo ove la lena degli uomini, ld estrema' possibilità dei servizi e la rianimata resistenza nostra gli consentirono le condizioni d'inferiorità create al nostro Pae.se ed al nostro esercito dalla situazione geografica, milii-armmte ed economicamente considerata, dalle vicende storiche, dal¬ le particolari circostanze nelle quali la nazione s'imp°gno nella lotta, dallo svolgimento delle operazioni negli altri teatri della *ifun» ptfsddscdscficmcddsbr a Cause concomitanti Tra le condizioni d'inferiorità sembrano particolarmente notevoli : la situazion? strategicamente sfavorevolissima della nostra frontiera con l'Austria-Ungheria ; la nostra scarsa potenzialità economica e la difficoltà di molti rifornimenti, tuli da non cons3ntire dovizia di taluni materiali bellici e da farci sentire più duramente di altri Paesi ed eserciti i sacrifizi della lotta; la politica italiana degli ultimi dscenni, che fece trovare il nostro esercito meno preparato degli altri-, i crolli militari della Serbia, della Romania e finalmente, gravissimo, quello d^lla Russia, che fecero pesare contro la nostra fronte la massa dalle forze austro-ungariche. La mancate unanimità dei partiti n3lla concezione della necessità dell'intervento e le esigenze della vita pubblica in relazione all'indole nostra, aliena du forme comunque coercitive, furono altre condizioni di inferiorità che ebbero ripercussioni di carattere militar?.-. le circostanze meteorologiche a. noi veramente avverse, quali fra 1? altre: il maltempo dominante nel mese di ottobre, che rese più difficili le osservazioni aeree e terrestri: ìa nebbia, che favori in modo notevole le artiglierie austro-germaniche, battenti bersagli fissi e ben noti, e l'avanzata delle fanterie nemiche in molti settori di attacco, mentre difficoltava e talvolta impossibilitava il tiro di sbarramento nostro e l'adeguata manovra dei rincalzi e delle riserve; le piogge dei giorni dal SA al i!7 ottobre, che rallentarono la marcio, ed in molti punti, per fango e frane, impedirono il transito alle p?santissime colonne nostre in ritirata, mentre rimaneva pur sempre facilità di movimento ai leggerissimi nuclei avversari inseguitori; la piena dei fiumi quando doveva effettuarsi il passaggio nr>stro, specialmente sul "ragliamento, i cui ponti galleggianti furono tutti travolti; come il buon tempo è la decrescenza rapidissima del fiume allorquando dovevamo noi difenderlo e il nemico passarlo. Responsabilità dei feticisti del Comando IV. — Tra i fattori che esercitarono una influenza, bensì, ma solo in quanto le condizioni militari e. particolarmente la condotta ed i risultati della guerra ed 11 governo del personale dell'esercito fino all'ottobri 1917, ne resero possibile la germinazione ed il malefico influsso — alirimenti trascurabile o non maggior-5 del danno medio esercitato su altri popoli ed eserciti — si devono annoverare: la pronunziata naturale ripugnanza di molti ai sacrifizi, al danno ed ai disagi, e gli affetti famigliari spesso perfino morbosi: la concorrenza di taluni partiti n?l blandire e favorire meno buone tendenze ed attività delle inasse ?. nel declinare le responsabilità della guerra quando la sorte volse poco lieta alle armi dell'Intesa Ydementi, questo 3d il precedente, cui si può ridurre il disfattismo nella parte non alimentata dal nemico): la propaganda sapientemente e scaltramente compiuta dnl nemica "in Paese, oltre che fra le truppe: taluni avvenimenti politici, come la rivoluzione russa, c manifestazioni pubbliche avvenute in un breve periodo dì tempo, come la frase dell'ori. Treves in Parlamento, i comizi socialisti con l'intervento degli emissari russi, i moti di Torino c la nota del Pontefice sulla pace; rnitefjtjiamentn. df. unti prtr/c dr.lki stampa, che. inrìlrizzn.ndn l'opinione, puhbìi-ca ver.so Vesnltnzionc ilei. Cornando Supremo, conIribui ad indebolire l'azione di' controllo del Governo. Le colpe e gli errori V. — Le cause militari possono essere .suddivise, nei riguardi della misura dell'efficienza loro sugli avvenimenti, in due categorie, di cui la prima, avente una minor importanza, è costituita da cause militari tecniche, e cioè: dai difetti dell'apparecchio militare, i ijuali, per quanto fossero sotto taluni aspetti al principio dalla guerra notevoli c potesserr esercitare un'influenza .sulle operazioni dei primi mesi, vennero poi in gran parte, clini in'iti; da errori nella condotta dilla guerra e delle operazioni, nonché nell'impiego delle truppe, evitando i quali l'esercito nostro si farebbe presentato all'urto nemico più ben munito di uomini e di materiali e con più saldo morale: da manchevolezze nell'assalto difensivo e nell'apprestamento delle riserve: da qualche imprevidenza logistica, specie nella predisposizione delle comunicazioni e nello i^agllonamento dei mezzi, che si ripercosse sulle difficoltà di deflusso e sulle perdite subite nel ripiegamento. VI. — La seconda categoria comprende quelle cause militari, prevalentemente di carattere morale, che a giudizio del la Commissione, hanno avuto valore veramente efficiente nel disastro, e la cui responsabilità non st limita pcapsoricodsirasinvpsascrecagduusstpacnscfupsubcfvermprgscrrtcdgagrrmcrslsasagpzgldssammmcd a però ai comandanti miliari, casi si estende, al Governo, non sempre tempestivamente intervenuto. Appaiono queste In sostanza le vere cause, mentre le altre sopra ricordate si rivelano come concause o corno condizioni facilitanti: esse sono: i difetti personali, palesatisi nei sistemi di cornando di taluni generali e le ripercussioni di essi negli ufficiali dipendenti: la deformazione delle funzioni della gerarchia, palesatasi segnatamente nelle eccessive esonerazioni di ufficiali dal comando e nelie relazioni fra superiori ed inferiori divenute pavide, sospettose, insincere e tavolta perfino astiose: f//i errori di Qorerno della truppa, palesatisi segnatamente nell'incostante regime disciplinare; nella troppo frequente aerogadaila regolare procedura penale militare con applicazione di esecuzioni sommarie non sempre gì a si iti rate; nelle poche cure morali e nell'inadeguata propaganda; la poca stabilità mantenuta fra reparti di una stessa grande unita e fra gli uomini di uno stesso corpo, con sicuro danno della coesione organica: la mancata eliminazione di talun.e ingiustizie e sperequazioni nella ripartizione dei pesi e dei sacrifizi della guerra, e l'omessa azione persuasiva per combattere le diffuse cnageratissime. idee circa la piaga dell'imboscamento; lo scoramento determinato daJla ormai diffusa- convinzione — fosse giusta od. esagerala poco importa — della sterilità del. sacrifizi, di sangue compiuti e della inutilità, del sacrifizi ulteriori che potessero venire richiesti. I responsabili VII. — Fissando poi le maggiori responsabilità personali, in ordine alle cause sopraccennate, la Commissione ritiene che debba farsi carico: al generale Cadorna, di non aver ben governali, i quadri, compiendo una esagerala eliminazione degli ufficiali superiori e generali, inspirando misure spesso inopporlunamente coercitive e producendo di.conseguenza perturbamenti nell'animo degli ufficiali senza raggiungere d'altra parte quell'adeguato miglioramento tecnico che potesse giustificare il sacrifizio morate; di non avere giustamente curalo la economia delle energie fisiche e morali della truppa, specialmente tollerando irredditizi sacrifizi di sangue e spìngendo a troppo frequenti deroghe dalla regolare procedura penale militare; di non aver finalmente data la doverosa importanza alla coesione organica; al generale Capello, di aver nella seconda armata, con sistemi personali di coercizione giunti talvolta alla vessazione, aggravata la ripercussione dei criteri di governo del generale Cadorna, c d'avere, con eccessivo sfruttamento delle energie fisiche e morali, come con prodigalità di sangue, sproporzionata ai risultati, contribuito a determinare la depressione di spirito nella truppa; al generale Porro, di non aver esplicate le. proprie funzioni nel senso di moderare l'esagerata eliminazione di ufficiali, e. di non aver indagati e rappresentati i fattori depressivi dello spirito della truppa, mancando così al dovere di fornire al capo di stato maggiore il contributo necessario per provocarne provvedimenti atti ad impedire la degenerazione delle funzioni gerarchiche, a correggere il governo della truppa e a mantenere la coesione organica : al Gabinetto presieduto dall'on. Roselli, di non aver esplicala nella debita misura tij sua alta azione ili vigilanza e di controllo sulle condizioni morali dell'esercito e. di non aver congniamente provveduto. Vili. — Indicate cosi le grandi cause e le maggiori responsabilità, conviene altresì enumerare le critiche di carattere strettamente militare, emerse dalla particolare disamina compiuta nei precedenti capitoli sulla condotta della guerra e sull'impiego delle truppe e dei servizi. Giova però subito avvertire che le dette critiche hanno minore gravità dei giudizi già pronunziati diva la responsabilità della depressione morale o -'li fu condotto l'esercito, depressione che lu Commissione ha riconosciuta come causa principale del disastro o che d'altra parte limitava, se non invalidava, la possibilità, di adeguata manovra e di efficace impiego delle truppe. E le critiche sono rivolte: al generale Cadorna, per non aver adegratamente curato la disponicilUa di riserve riccdnmccgvolarr a e a e a e i e n ì e e , j o n e e a e e à , o , e strategiche organicamente costituite, la costruzione, il coordinamento e il mantenimento di talune grandi linee difensive, io studio preventivo di un eventuale ripiegamento, il collegamento della seconda armata tolla zona Carnia. e l'opporiuru) scaglionamento a distanza dalle prime linee, del magazzini e dei depositi. Tali critiche dovrebbero bensì essere aggravate d.al'a. inadeguata valutazione degli avvenimenti del Trentino, i quali potevano e dovevano suggerire utili ammaestramenti, ma si deve tuttavia tener conto che tesarne dell'opera del generale Cadorna è stato esleso all'intero periodo della guerra e che a hti si devono pur riconoscere benemerenze per quanto concerne l'apparecchio militare, nonché il merito d'avere strategicamente ben guidalo t'esercito nel di(flcili*s*mo ripiegamento dall'Isonzo al Piave- al generale Porto, per non aver adeguatamente interpretata la situazione generale politico-militare, che era suo compito rappresentare al capo di stato maggiore sulla base degli elementi fornitigli dagli organi dipendenti, e per non aver indirizzato in modo conforme alle esigenze del momento, ed al progresso di altri eserciti l'imptego dei mezzi aerei pel collegamento delle truppe; al generale Capello, per non aver tempestivamente valutata la minaccia incombente sull'estrema ala sinistra della seconda armata; per non avere con vera disciplina d'inteniganza assecondato il concetto difensivo del Comando Supremo, particolarmente nei riguardi dello schieramento d'artiglieria e nelle disposizioni per la contropreparazione di fuoco. Si deve tuttavia riconoscere il merito del generale Capello di aver assai bene concepita la funzione affidata al settimo corpo d'armata; al generale. Monlvori, per avere —- mosso da fiducia nella resistenza delle truppe, ma sulla base di una errata valutazione della situazione militare — contribuito all'eccessivo indugio, e perciò alla perdita di alcune unità sul Tagliamenio e nelle prealpi carniche: al generale Bongiovanni, per non aver dimostrato intuito della situazione e conseguente iniziativa di predlspozioni e d'intervento, lasciando irreparabilmente trascorrere il momento di compiere la funzione strategica dal comando dell'armata affidatagli, e di seriamente ostacolare così l'atto più audace, e per noi più pericoloso, della manovra avversaria; al generale Cavaciocchi, per non aver tenuto un più intimo contatto col settimo corpo d'armata, trascurando gli accordi che, mentre avrebbero potuto a questo chiarire la necessità di opportune predisposizioni, avrebbero reso meno arduo il concorso, a rincalzo del quarto corpo, di forze sia pure limitate, ma atte a trattenere il rapidissimo progresso germanico pel tondo di valle Isonzo. Richiama qui inoltre la Commissione, senza ripetersi, gli appunti mossi (nella religione che precede queste conclusioni) agli ufficiali che ordinarono l'interruzione dei ponti di Codroipo; al generale che in un ordine del giorno qualificò di tradimento pattuito col nemico l'azione dt pili che un intero nostro corpo d'armata, ed infine al generale Cavaciocchi per la sua tolleranza di taluni atteggiamenti del proprio capo di stato maggiore. Il valore del soldato italiano IX. — La Commissione sente infine il dovere di ricordare come nel disastro azioni o reazioni energiche e talvolta eroiche non mancarono, tanto più aporezzabili nella depressione di spiriti clie una si grande sconlltfa doveva necessariamente produrle, come avrebbe prodotto in qualsiasi esercrto. Dello reazioni ifanno fede gli splendidi esempi di alcune grandi unità, e gli atti individuali di ufficiali e di saldati, che, dopo esame partiiMlarmente ponderato e severo, conseguirono ricompense al valore. Era in ciò, fin da quei dolorosissimi giorni, la dimostrazione clic in molti dei nostri combattenti anche l'avversa fortuna ed i singolari fattori di depressione morale non erano riusciti a spegnere il provato valore; era la promessa che, con l'aiuto del fermo contegno del Paese, la crisi di spiriti sarebbe rapidamerate dileguata; era la garanzia della eroica resistenza che già nelle tragiche condizioni della fine di novembre poteva cosi considerarsi assicurata. Zenson e la .prima difesa del Grappa .preludevano alla gloriosa battaglia controffensiva del giugno 1918 sul Piave, che segnerà nella storia la vera svolta della sorte delle armi per l'Intesa; ed i! ìi ottobre 1018, un anno dopo gli avvenimenti considerati nella ;presente relazione, si iniziava l'nUtima fase defila riscossa: la riconquista delle amate terre perdute e la redenzione delle andiate terre popolate, di nostra gente. •La Commissione cui toccò lo studio della dolorosissima pagina, nel porgerla, al Governo e a)«a storia, guardando al di là della caduca opera e. degli errori degli uomini, non 6a astenersi dal formare un voto, che lo sciogliere sarà prova di virile maturità di popolo: il voto che negli anniversari futuri del 24 ottobre, inizio del grande trionfo di Vittorio \ eneto, non manchi asili uomini che la grande roifa del 1917 vissero ed a qi>elli che ne piansero, allo generazioni per cui sarà recente evento ed ai nepotl iper cui diverrà lontana istoria, non manchi, no. accanto alla glorificazione del fausto, il giusto ricordo del di nefasto. Tale ricordo, come in quel giorno, ammonisca a far tacere i dissensi, ove ancora sorgesse la minaccia dello straniero contro il sacro suolo nostro, a non sperare dai lusinghevoli allettamenti quieitistici, ciò che solamente 11 fervore dt tutto un popolo disposto ad ogni sacrifizio può dare. Carlo Cancva; Alberto De Orestis: Donato Antonio Tommas\:: Paolo Emilio Densa; A lessandro Stoppato,Orazio Raimondo. Per i combattenti non iscritti nelle liste elettorali Roma. 11. notte. Ad una interrogazione indirizzata al Presidente del Consiglio, on. ^NitU, dagli onorevoli Cottafavi e Micheli per sapere quali provvedimenti iM Governo intenda attuare a favore degli ufficiali <4 combattenti che. dopo aver compiuto il loro dovere, non vennero inscritti nelle liste elettorali a causa della tardiva spedizione dogli elenchi degli smobilitati alle rispettive Commissioni, l'on. tirassi, sottosogratario di Stato al Ministero degli Interni ha cosi risposto: ■■Anche prima che fosse approvata la legge lfi dicembre, N. 1935. che estese il suffragio ai giovani militari nati nell'anno 100L» e J:s99,. e dal Lo gennaio al :il dicembre lfSW, il Ministero degli Interni prese accordi coi Ministeri della tiuerra e della Marina affinchè i Distretti militari1 e le Capitanerie di porto inviassero, non oltre il 31 dicembre, l'elenco di detti militari alle Commissioni comunali. Posteriormente, poiché molti prefetti segnalavano che gli elenchi pervenivano nei Comuni- incompleti o rtn ritardo, il Mini-stero dell'Interno di volta in volta ha fatto presente tali inconvenienti ai Ministeri militari richiedendoli! di provvedimenti d'urgenza. Da. ultfmo por citare che ulteriori ritardi privassero dcll'iserhzionc nelle listi! gli aventi diritto, e stato prescritto che gli elenchi di cui trattasi, pervenuti alle Commissióni! comunali dopo ultimar ti i- loro lavori, siano subito trasmessi alle Commissioni provinciali per l'inscniaione di ufficio •. I servizi pubblici a New-York ristabiliti (S«rutilo speciale iella Stampa) Parigi, 11. notte. Lo sciopero degl'impiegati della rete di Broocklyn. che aveva paralizzato completamente il servizio delle tramvie e di altre ferrovie locali, è terminato, avendo i ferrovieri acconsentito di sottoporre le loro rivendicazioni ad un arbitMfe. & scl'Plidcddzscaenpmuabeseleqmhssilinemnndsaettnledvcspmndnsdclgnssdritas2vfssalsmssdpadshlCftb(pdmgbrgdaasadhacpnbps(GGmdscsdI